- AFORISMI E CITAZIONI - 'altri'

1. A noi tutti piace pensare bene degli altri perché abbiamo paura di noi stessi. La base dell'ottimismo è il puro terrore. (O. Wilde)
2. A un uomo gretto non conviene la ricchezza, a che servono gli averi a un uomo avaro? Chi accumula a forza di privazioni accumula per altri, con i suoi beni faran festa gli estranei. (Siracide)
3. Accogli frequentemente il consiglio di altri, quando sei nella tentazione; e non essere aspro con colui che è tentato, ma dagli conforto, come desidereresti fosse fatto a te. (T. da Kempis)
4. Accusare gli altri delle proprie disgrazie è conseguenza della nostra ignoranza. Accusare se stessi significa cominciare a capire. Non accusare né sé, né gli altri, questa è vera saggezza. (Epitteto)
5. Adoro gli scandali che riguardano gli altri, ma quelli che riguardano me non m'interessano. Non hanno il fascino della novità. (O. Wilde)
6. Ama e tienti amico colui che, quando tutti se ne andranno, non ti abbandonerà, né permetterà che, alla fine, tu abbia a perire. Che tu lo voglia oppure no, dovrai un giorno separarti da tutti; tienti dunque stretto, in vita e in morte, a Gesù, e affidati alla fedeltà di lui, che solo ti potrà aiutare allorché gli altri ti verranno meno. (T. da Kempis)
7. Amiamo la franchezza di quelli che ci amano. La franchezza degli altri la chiamiamo insolenza (André Maurois)
8. Amo gli scandali che riguardano gli altri, ma quelli che riguardano me non mi interessano. Non hanno il fascino della novità. (O. Wilde)
9. Apprezzo poco le mie opinioni, ma apprezzo assai poco quelle degli altri. (M. de Montaigne)
10. Bere senza sete e fare l'amore in ogni stagione sono le uniche cose che distinguono l'uomo dagli altri animali. (C. De Beaumarchais)
11. Bisogna lasciare la ragione agli altri perché questo li consola di non avere altro. (André Gide)
12. Bisogna prestarsi ad altri e donarsi che a se stesso. (M. de Montaigne)
13. Bisognerebbe fare un lungo esame di coscienza prima di pensare a criticare gli altri. (Molière)
14. Bisognerebbe sposare soltanto una donna bellissima, altrimenti non c'è speranza di disfarsene. (Danny Kaye)
15. C'è sempre qualche cosa di infinitamente meschino nelle tragedie degli altri. (O. Wilde)
16. Certe volte si è diversi da se stessi quanto dagli altri. (La Rochefoucauld)
17. Certi animali, per non essere scovati, confondono le loro orme intorno alla tana: devi fare lo stesso, altrimenti non mancheranno i seccatori. (Seneca)
18. Certo che la fortuna esiste. Se no come potremmo spiegare il successo degli altri? (Jean Cocteau)
19. Che altro ti dirò? La grazia e pace dello Spirito Santo sia sempre nel mezzo del tuo cuore. Metti questo cuore nel costato aperto del Salvatore ed uniscilo a questo re dei nostri cuori, che in essi sta come in suo trono reale per ricevere l'omaggio e l'obbedienza di tutti gli altri cuori, tenendo così la porta aperta, acciocché ciascuno possa accostarsi per avere sempre ed a qualunque ora udienza; e quando il tuo gli parlerà, non ti dimenticare, mia carissima figliuola, di fargli parlare ancora in favore del mio, acciocché la sua divina e cordiale maestà lo renda buono, ubbidiente, fedele e meno meschino di quello che è. (S. Pio da Pietrelcina)
20. Chi è pienamente nella pace non sospetta di alcuno. Invece chi è inquieto e turbato sta sempre in agitazione per vari sospetti. Non è tranquillo lui, né permette agli altri di esserlo; dice sovente cose che non dovrebbe dire e tralascia cose che più gli converrebbe fare; sta attento a ciò che dovrebbero fare gli altri, e trascura ciò a cui sarebbe tenuto lui stesso. Sii dunque zelante, innanzi tutto , con te stesso; solo così potrai essere giustamente zelante con il tuo prossimo. (T. da Kempis)
21. Chi è sereno non turba se medesimo nè gli altri. (Epicuro)
22. Chi non ha bisogni propri, difficilmente si ricorda di quelli degli altri. (Mateo Alemàn)
23. Chi non vive in nessun modo per gli altri, non vive in nessun modo per sé. (M. de Montaigne)
24. Ci disturba una ampia libertà degli altri; mentre non sappiamo negare a noi stessi ciò che desideriamo. Vogliamo che gli altri siano stretti entro certe regole; mentre noi non ammettiamo di essere un po' più frenati. In tal modo, dunque, è chiaro che raramente misuriamo il prossimo come noi stessi. (T. da Kempis)
25. Ci sono alcuni che stanno, essi, nella pace e mantengono pace anche con gli altri. Ci sono invece alcuni che non stanno in pace essi, né lasciano pace agli altri: pesanti con il prossimo, e ancor più con se stessi. Ci sono poi alcuni che stanno essi nella pace e si preoccupano di condurre alla pace gli altri. La verità è che la vera pace, in questa nostra misera vita, la dobbiamo far consistere nel saper sopportare con umiltà, piuttosto che nel non avere contrarietà. Colui che saprà meglio sopportare, conseguirà una pace più grande. (T. da Kempis)
26. Ci sono caratteri che per star bene devono far star male gli altri. (Alessandro Morandotti)
27. Ci sono molte cose che getteremmo via se non temessimo che altri, se ne impadronissero. (O. Wilde)
28. Ciascuno deve pensare alla sua barba prima di pensare a quella degli altri. (G. Verga)
29. Ciò che tu soffri è poca cosa, se ti metti a confronto con coloro che patirono tanto gravemente: così fortemente tentati, così pesantemente tribolati, provati in vari modi e messi a dura prova. Occorre dunque che tu rammenti le sofferenze più gravi degli altri, per imparare a sopportare le tue, piccole. (T. da Kempis)
30. Colui che incolpa gli altri delle proprie disgrazie è un ignorante: colui che incolpa sé stesso comincia a migliorare; il galantuomo non incolpa né sé né gli altri, ma pensa a rimediarvi. (C. Cantù).
31. Colui che può negar Dio davanti a una notte stellata, davanti alla sepoltura dei suoi più cari, davanti al martirio, è grandemente infelice o grandemente colpevole. Il primo ateo fu senza alcun dubbio un uomo che aveva celato un delitto agli altri uomini e cercava, negando Dio, liberarsi dell'unico testimonio a cui non poteva celarlo e soffocare il rimorso che lo tormentava (G. Mazzini).
32. Come l'acqua, che scorre tra i sassi, limpida e pura, produce buoni pesci, mentre l'acqua stagnante imputridisce e non produce che rospi ed altri insetti schifosi; così l'anima sempre occupata produce frutti di opere virtuose, invece quella oziosa marcisce nei vizi e in opere abominevoli (S. Bernardo).
33. Confidenza torno ad inculcarvi sempre; nulla può temere un'anima che confida nel suo Signore ed in lui pone la propria speranza. Il nemico della nostra salute è pur anche sempre intorno a noi per strapparci dal nostro cuore l'àncora che deve condurci a salvezza, voglio dire la confidenza in Dio nostro Padre; teniamo stretta, stretta quest'àncora, non permettiamo giammai che ci abbandoni un solo istante, altrimenti tutto sarebbe perduto. (S. Pio da Pietrelcina)
34. Crescono davvero negli uomini, fra gli uomini, l'amore sociale, il rispetto dei diritti altrui, per ogni uomo, nazione, popolo, o, al contrario, crescono gli egoismi di varie dimensioni, i nazionalismi esagerati, al posto dell'autentico amore di patria, ed anche la tendenza a dominare gli altri al di là dei propri legittimi diritti e meriti, e la tendenza a sfruttare tutto il progresso materiale e tecnico-produttivo esclusivamente allo scopo di dominare sugli altri o in favore di tale o talaltro imperialismo? (Giovanni Paolo II)
35. Da uno solo conosci tutti gli altri. (Virgilio)
36. Di che dovete affannarvi se Gesù vuol farvi pervenire alla patria celeste per i deserti o per i campi, quando e per gli uni e per gli altri si perverrà lo stesso alla beata eternità? Allontanate da voi ogni soverchia preoccupazione che nasce dalle prove con le quali il buon Dio vuole visitarvi; e se ciò non è possibile, allontanatene il pensiero ed in tutto vivete rassegnati ai divini voleri. (S. Pio da Pietrelcina)
37. Diceva Solone che il mangiare era, come altri farmaci, una medicina contro la malattia della fame. (M. de Montaigne)
38. E' ben noto il quadro della civiltà consumistica, che consiste in un certo eccesso dei beni necessari all'uomo, alle società intere, e qui si tratta proprio delle società ricche e molto sviluppate, mentre le rimanenti società, almeno larghi strati di esse, soffrono la fame, e molte persone muoiono ogni giorno di denutrizione e di inedia. Di pari passo va per gli uni un certo abuso della libertà, che è legato proprio ad un atteggiamento consumistico non controllato dall'etica, ed esso limita contemporaneamente la libertà degli altri, cioè di coloro che soffrono rilevanti deficienze e vengono spinti verso condizioni di ulteriore miseria ed indigenza. (Giovanni Paolo II)
39. E' mia ambizione dire in dieci frasi quello che altri dicono in interi volumi (Friedrich Nietzsche)
40. E' necessario denunciare l'esistenza di meccanismi economici, finanziari e sociali, i quali, benché manovrati dalla volontà degli uomini, funzionano spesso in maniera quasi automatica, rendendo più rigide le situazioni di ricchezza degli uni e di povertà degli altri. Tali meccanismi, azionati--in modo diretto o indiretto --dai Paesi più sviluppati, favoriscono per il loro stesso funzionamento gli interessi di chi li manovra, ma finiscono per soffocare o condizionare le economie dei Paesi meno sviluppati. (Giovanni Paolo II)
41. E' troppo facile infondere la liberalità in colui che ha di che approvvigionarla finché vuole, a spese d'altri. (M. de Montaigne)
42. Epicuro diceva delle leggi, che le peggiori ci erano così necessarie che senza di esse gli uomini si mangerebbero gli uni con gli altri. (M. de Montaigne)
43. Essere buoni significa essere in armonia con noi stessi. Siamo in disaccordo invece, quando siamo costretti ad essere in armonia con gli altri. (O. Wilde)
44. Facendo noi la volontà degli altri, dobbiamo far conto di fare la volontà di Dio, che ci viene manifestata in quella dei nostri superiori e del nostro prossimo. (S. Pio da Pietrelcina)
45. Genio e follia hanno qualcosa in comune, entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri. (Schopenhauer)
46. Giova nascere in un secolo assai depravato: poiché, per confronto con gli altri, voi siete stimato virtuoso a buon mercato. (M. de Montaigne)
47. Gli affari? Semplicissimo, sono i soldi degli altri (Alexandre Dumas figlio)
48. Gli altri sono veramente terribili. La sola società accettabile è quella di noi stessi. (Oscar Wilde)
49. Gli uomini oggetto di invidia sono destinati a scomparire: alcuni verranno eliminati, altri cadranno. La prosperità è inquieta: si tormenta da sé. (Seneca)
50. Gloria e merito di alcuni è di scrivere bene; e di altri di non scrivere affatto (Jean de la Bruyère)
51. Grande saggezza, non essere precipitosi nell'agire e, d'altra parte, non restare ostinatamente alle nostre prime impressioni. Grande saggezza, perciò, non andare dietro a ogni discorso della gente e non spargere subito all'orecchio di altri quanto abbiamo udito e creduto. (T. da Kempis)
52. Ho poi considerato tutte le oppressioni che si commettono sotto il sole. Ecco il pianto degli oppressi che non hanno chi li consoli; da parte dei loro oppressori sta la violenza, mentre per essi non c'è chi li consoli. Allora ho proclamato più felici i morti, ormai trapassati, dei viventi che sono ancora in vita; ma ancor più felice degli uni e degli altri chi ancora non è e non ha visto le azioni malvagie che si commettono sotto il sole. (Ecclesiaste)
53. I giovani d'oggi soprattutto sanno che il progresso della scienza e della tecnica può procurare non solo nuovi beni materiali, ma anche una più vasta partecipazione alla reciproca conoscenza. Ad esempio, lo sviluppo dell'informatica moltiplicherà le capacità creatrici dell'uomo e gli permetterà di accedere alle ricchezze intellettuali e culturali degli altri popoli. Le nuove tecniche di comunicazione favoriranno una maggiore partecipazione agli avvenimenti e un crescente scambio di idee. Le acquisizioni della scienza biologica, psicologica o sociale aiuteranno l'uomo a penetrare meglio nelle ricchezze del proprio essere. (Giovanni Paolo II)
54. I soldi non fanno la felicita', dicono. Senza dubbio stanno parlando dei soldi degli altri (Sacha Guitry).
55. Il compito dell'intellettuale è pensare sempre altrimenti. (James Middleton Cox)
56. Il demonio si serve di coloro che fanno discorsi impuri, come un cacciatore avveduto, il quale, del canto di un uccello preso, si serve per attirare nella rete gli altri (S. Efrem).
57. Il dovere è ciò che ci si aspetta dagli altri. (Oscar Wilde)
58. Il mio dottore mi diede sei mesi di vita, ma quando non potei pagare il conto, me ne diede altri sei. (Walther Matthau)
59. Il nostro entusiasmo diventa fanatismo quando lo osserviamo negli altri (André Siegfried)
60. Il più sicuro mezzo di trovarsi pago del proprio stato è quello di paragonarsi ad altri più infelici; cosi, quando penso al numero prodigioso di malattie terribili alle quali il corpo umano è soggetto, ho per gran ventura che a me non ne siano toccate in sorte che tre (B. Franklin).
61. Il sapersi adattare è una gran virtù. Risparmia infinite molestie e concilia la benevolenza degli altri. (G. Giusti)
62. Il successo degli altri mi disturba, ma molto meno che se fosse meritato (Jules Renard)
63. Il superfluo si misura dal bisogno degli altri.(Giovanni XXIII)
64. Il tatto è la capacità di descrivere gli altri come loro stessi si vedono. (Abraham Lincoln)
65. Impara dagli errori degli altri, non puoi vivere così a lungo per farli tutti da te. (Eleanor Roosevelt)
66. In quanto alle prove spirituali, alle quali la paterna bontà del celeste Padre ti va assoggettando, ti prego di star rassegnata e possibilmente tranquilla alle assicurazioni di chi tiene il luogo di Dio, in cui ti ama e ti desidera ogni bene e nel cui nome di parla. Soffri, è vero, ma rassegnata; soffri, ma non temere, perché Dio è con te e tu non l'offendi, ma l'ami; soffri, ma credi pure che Gesù stesso soffre in te e per te e con te. Gesù non ti ha abbandonata quando fuggivi da lui, molto meno ti abbandonerà adesso, ed in seguito, che vuoi amarlo. Dio tutto può rigettare in una creatura, perché tutto sa di corruzione, ma non può giammai rigettare in essa il desiderio sincero di volerlo amare. Quindi se non vuoi convincerti ed essere sicura della celeste pietà per altri motivi, devi assicurarti almeno per questo e star tranquilla e lieta. (S. Pio da Pietrelcina)
67. In quanto poi a ciò che mi dite di sentire quando fate la meditazione, sappiate che l'artificio è diabolico. Perciò state attenta e siate vigilante. Non tralasciate la meditazione giammai per questo, altrimenti persuadetevi che rimarrete sconfitta in seguito su tutta la linea. (S. Pio da Pietrelcina)
68. Io fo punto, perché la campana mi chiama e mi sollecita; ed io me ne vado al torchio della chiesa, al santo altare, dove continuamente stilla il vino sacro del sangue di quell'uva deliziosa e singolare di cui a soli pochi fortunati è permesso inebriarsi. Là - come voi sapete, non posso fare altrimenti - io vi presenterò al celeste Padre nell'unione del suo Figlio, il quale, pel quale e mediante il quale io sono tutto vostro nel Signore. (S. Pio da Pietrelcina)
69. Io ho le mie leggi e il mio tribunale per giudicare di me, e mi ci rivolgo più che ad altri. (M. de Montaigne)
70. La buona educazione consiste nel nascondere quanto bene pensiamo di noi stessi e quanto male degli altri (Mark Twain)
71. La cognizione del mondo s'acquista nel mondo e non nella nostra camera da studio. I libri soli non v'istruiranno mai, ma suggeriranno molte cose alla vostra osservazione, che altrimenti vi potrebbero sfuggire alla riflessione (Chesterfield)
72. La gente cambia, ma dimentica di comunicarlo agli altri (Lillian Hellman)
73. La guerra non è nulla più che un proseguimento della politica con altri mezzi. (Karl von Clausewitz)
74. La libertà dell'individuo va limitata esattamente nella misura in cui può diventare una minaccia a quella degli altri (John Stuart Mill)
75. La musica di Wagner mi piace più di ogni altra.È così rumorosa che si può parlare per tutto il tempo senza che gli altri capiscano ciò che si dice. (O. Wilde)
76. La nevrosi è oggi quel che era in altri tempi il convento, in cui solevano trovare rifugio tutti i delusi della vita e tutti coloro che si sentivano troppo deboli per affrontarla. (S. Freud)
77. La politica è l'arte di fare agli altri ciò che non vorreste che facessero a voi (A.E.Bergerat)
78. La sola differenza che c'è tra schiavo e animale è che gli animali obbediscono non indotti dalla ragione, ma dalle percosse; tuttavia l'utilità che si ricava sia dagli uni che dagli altri è poco diversa, perché tanto gli schiavi quanto gli animali domestici ci aiutano col corpo a soddisfare i nostri bisogni. (Aristotele)
79. La vera umiltà del cuore è quella sentita e vissuta più che mostrata. Bisogna umiliarsi sempre davanti a Dio, ma non con quella umiltà falsa che porta allo scoraggiamento, generando sconforto e disperazione. Dobbiamo avere un basso concetto di noi stessi. Crederci inferiori a tutti. Non anteporre il proprio utile a quello degli altri. (S. Pio da Pietrelcina)
80. L'amore è un potere troppo forte perché lo si possa vincere altrimenti che con la fuga. (Cervantes)
81. L'approvazione degli altri è uno stimolante del quale talvolta è bene diffidare. (Cézanne)
82. L'arte di riuscire simpatico consiste nel trovare simpatici gli altri. (William Hazlitt)
83. L'attenzione deve portarsi su tutti i soggetti, esterni ed interni. Chi non osserva sé non gl'importa degli altri. Volete non annoiarvi in una società, in un viaggio, nella solitudine? Fate attenzione a tutto. (C. Cantù).
84. Le disgrazie sono la pietra di paragone del carattere. Come avviene di alcune erbe che bisogna pestarle, acciocché mandino il loro buon odore; così è di certe nature d'uomini, che non mostrano la bontà di cui sono dotate, se non messe a cimento dal dolore. Non di rado le traversie della vita fanno apparire virtù e grazie, che altrimenti resterebbero nascoste (S. Smile)
85. Le feste dovrebbero essere solenni e rare, altrimenti cessano di essere feste. (Aldous Leonard Huxley)
86. Le forze motrici dell'arte sono gli stessi conflitti che portano altri individui alla nevrosi e che hanno indotto la società ad edificare le sue istituzioni. (S. Freud)
87. Le persone cambiano e si dimenticano di avvisare gli altri (Lillian Hellman)
88. Le signore non cominciano mai le liti, sono gli altri che litigano per loro. (Aristogatti Minou)
89. L'ingordo che mangia e beve a crepapancia finisce col mangiare meno degli altri, perché si abbrevia la vita andandosene prima del tempo a far terra da pentole. (F. Ghedini Bortolotti)
90. Lo stolto, tra gli altri mali, ha anche questo: incomincia sempre a vivere. (Seneca)
91. Lodiamo gli altri in proporzione alla stima che essi hanno per noi (Charles de Montesquieu)
92. L'uomo a cui è dato soffrire più degli altri, è degno di soffrire più degli altri. (D'Annunzio)
93. L'uomo astuto, quando si trova in qualche pericolo, suole uscirne con danno degli altri. (Fedro)
94. L'uomo contemporaneo ha dunque paura che, con l'uso dei mezzi inventati da questo tipo di civiltà, i singoli individui ed anche gli ambienti, le comunità, le società, le nazioni, possano rimanere vittima del sopruso di altri individui, ambienti, società. La storia del nostro secolo ne offre esempi in abbondanza. Malgrado tutte le dichiarazioni sui diritti dell'uomo nella sua dimensione integrale, cioè nella sua esistenza corporea e spirituale, non possiamo dire che questi esempi appartengano soltanto al passato. (Giovanni Paolo II)
95. L'uomo è nato a vivere per gli altri e solo in ciò può ritrovare la sua felicità; esso è fatto dalla natura in maniera che tutto quello che nella sua vita intellettuale e morale non riesca a santificar col dovere resta profanato e decade. (P. Villari)
96. L'uomo è nato per muoversi, per scrutare, per sapere chi è, che cosa fa, dove va. Se l'uomo muore sotto la fatica, egli muore onorato e forse utile agli altri. (M. D'Azeglio)
97. L'uomo interiore, prima di occuparsi di altre cose, guarda dentro di sé; e, intento diligentemente a se stesso, è portato a tacere degli altri. Solamente se starai zitto sugli altri, guardando specialmente a te stesso, giungerai a una vera e devota interiorità. (T. da Kempis)
98. L'uomo retto, ben trova motivo di pianto doloroso. Sia che rifletta su di sé o che vada pensando agli altri, egli comprende che nessuno vive quaggiù senza afflizioni; e quanto più severamente si giudica, tanto maggiormente si addolora. (T. da Kempis)
99. L'uomo sembra spesso non percepire altri significati del suo ambiente naturale, ma solamente quelli che servono ai fini di un immediato uso e consumo. Invece, era volontà del Creatore che l'uomo comunicasse con la natura come "padrone" e "custode" intelligente e nobile, e non come "sfruttatore" e "distruttore" senza alcun riguardo. (Giovanni Paolo II)
100. Ma perché andiamo parlando e chiacchierando così volentieri con altri, anche se poi è raro che, quando torniamo a star zitti, non abbiamo qualche guasto alla coscienza? (T. da Kempis)
101. Mentre tutti gli altri vizi si indeboliscono con l'età, l'avarizia solo conserva il vigore della gioventù. (S. Girolamo)
102. Molti si rovinano colla scelta sconsiderata degli amici e dei compagni. Non fate lega se non con quelli che vanno per la strada del bene. Gli altri vi pervertirebbero coi discorsi e cogli esempi; appassirebbero in voi il delicato fiore dell'innocenza, che sorge soave profumo sulla giovinezza (C. Cantù).
103. Nel nostro mondo aumenta il senso di minaccia. Aumenta quel timore esistenziale collegato soprattutto con la prospettiva di un conflitto che, in considerazione degli odierni arsenali atomici, potrebbe significare la parziale autodistruzione dell'umanità. Tuttavia, la minaccia non concerne soltanto ciò che gli uomini possono fare agli uomini, servendosi dei mezzi della tecnica militare; essa riguarda anche molti altri pericoli che sono il prodotto di una civiltà materialistica, la quale--nonostante dichiarazioni "umanistiche"--accetta il primato delle cose sulla persona. (Giovanni Paolo II)
104. Niente ha bisogno di essere cambiato quanto le abitudini degli altri (Mark Twain)
105. Noi siamo il solo animale abbandonato nudo sulla terra nuda, legato, incatenato, senza aver nulla di cui armarsi e proteggersi se non le spoglie degli altri. (M. de Montaigne)
106. Non basta avere successo: bisogna anche che gli altri falliscano (Gore Vidal)
107. Non basta essere felici. Bisogna pure che gli altri siano infelici. ((J. Renard)
108. Non c'è modo migliore di apprendere che insegnare ad altri. (Giuseppe Sermonti)
109. Non c'è niente che giovi quanto starsene tranquilli e parlare pochissimo con gli altri e il più possibile con sé stessi. (Seneca)
110. Non c'è peggiore e più insidioso nemico dell'anima tua, di te stesso, quando il corpo non si accorda con lo spirito. Per avere vittoria sulla carne e sul sangue, devi assumere un totale e vero disprezzo di te. Tu hai ancora invece un eccessivo e disordinato amore di te stesso; per questo sei tanto esitante a rimetterti interamente alla volontà degli altri. (T. da Kempis)
111. Non cercare di divenire giudice, che poi ti manchi la forza di estirpare l'ingiustizia; altrimenti temeresti alla presenza del potente e getteresti una macchia sulla tua dirittura. (Siracide)
112. Non credere di poter rimandare a un tempo futuro la tua salvezza, facendo affidamento sui suffragi degli amici e dei parenti; tutti costoro ti dimenticheranno più presto di quanto tu non creda. Perciò, più che sperare nell'aiuto di altri, è bene provvedere ora, fin che si è in tempo, mettendo avanti un po' di bene. Ché, se non ti prendi cura di te stesso ora, chi poi si prenderà cura di te? (T. da Kempis)
113. Non crederti migliore di altri, affinché, per avventura, tu non sia ritenuto peggiore dinanzi a Dio, che ben conosce quello che c'è in ogni uomo. (T. da Kempis)
114. Non dà gioia il possesso di nessun bene, se non puoi dividerlo con altri. (Seneca)
115. Non è cosa da poco dover governare gli altri, dato che già a governare noi stessi si presentano tante difficoltà. (M. de Montaigne)
116. Non esiste un uomo tanto povero da non poter donare qualcosa agli altri. (Romano Battaglia)
117. Non fare agli altri ciò che vorresti che loro facessero a te. Possono avere gusti diversi dai tuoi. (George Bernard Shaw)
118. Non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno, per non sentir che il tuo servo ha detto male di te, perché il tuo cuore sa che anche tu hai detto tante volte male degli altri. (Ecclesiaste)
119. Non provvedere a sé stesso e pretendere di consigliare agli altri, è cosa stolta. (Fedro)
120. Non puoi credere che uno diventi felice se rende infelici gli altri. (Seneca)
121. Non riferire mai una diceria e non ne avrai alcun danno; non parlarne né all'amico né al nemico, e se puoi farlo senza colpa, non svelar nulla. Altrimenti chi ti ascolta diffiderà di te e all'occasione ti avrà in odio. (Siracide)
122. Non si corregge colui che è impiccato, si correggono gli altri per mezzo di lui. (M. de Montaigne)
123. Non tenere se stessi in alcun conto e avere sempre buona e alta considerazione degli altri; in questo sta grande sapienza e perfezione. (T. da Kempis)
124. Non vi dico amatevi gli uni gli altri: questa raccomandazione sarebbe superflua. Vi dico piuttosto abbiate cura gli uni degli altri e ciascuno stia attento alla salute di tutti. (E. de Mazenod)
125. Occorre guardare il proprio vizio e studiarlo per ridirlo. Coloro che lo nascondono agli altri, lo nascondono di solito a sé stessi. (M. de Montaigne)
126. Occorre talvolta che tu usi il freno, anche nell'intraprendere e nel desiderare cose buone. Ché il tuo animo potrebbe poi esser distolto da ciò, come cosa eccessiva; o potresti ingenerare scandalo in altri, per essere andato al di là delle regole comuni; o potresti d'un tratto cadere in agitazione perché ti si ostacola. (T. da Kempis)
127. Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia, all'uno e agli altri è in abominio l'ingiustizia. (Siracide)
128. Oh!, sciagurato e stolto peccatore, come potrai rispondere a Dio, il quale conosce tutto il male che hai fatto; tu che tremi talvolta alla vista del solo volto adirato di un uomo? Perché non pensi a quel che avverrà di te nel giorno del giudizio, quando nessuno potrà essere scagionato e difeso da altri, e ciascuno costituirà per se stesso un peso anche troppo grave? E' adesso che la tua fatica è producente; è adesso che il tuo pianto e il tuo sospiro possono piacere a Dio ed essere esauditi; è adesso che il tuo dolore può ripagare il male compiuto e renderti puro. (T. da Kempis)
129. Operiamo il bene, mentre abbiamo a nostra disposizione del tempo, e daremo gloria al nostro Padre celeste, santificheremo noi stessi e daremo buon esempio agli altri. (S. Pio da Pietrelcina)
130. Ora dirò con quali strumenti si lavora la terra. Alcuni dividono questi strumenti in due categorie: le persone e gli strumenti, senza i quali non potrebbero lavorare. Altri li dividono in tre categorie: strumenti parlanti, strumenti semiparlanti e strumenti muti. I primi sono gli schiavi, i secondi i buoi e gli ultimi gli strumenti inanimati. (Varrone)
131. Per comandare gli altri è necessario saper ingannare se stessi. (Giuseppe Tomasi di Lampedusa)
132. Per quanto riguarda il matrimonio, evidentemente sarebbe una stupidaggine, ma un uomo e una donna possono stringere altri e più interessanti legami. (O. Wilde)
133. Perché ci possiamo mantenere in una più grande umiltà, è sovente assai utile che altri conosca i nostri difetti, e che ce li rimproveri. Quando uno si umilia per i propri difetti facilmente fa tacere gli altri, e acquieta senza difficoltà coloro che si sono adirati contro di lui. (T. da Kempis)
134. Perché vuoi porti avanti ad altri, mentre se ne trovano molti più dotti di te, e più esperti nei testi sacri? Se vuoi imparare e conoscere qualcosa, in modo spiritualmente utile, cerca di essere ignorato e di essere considerato un nulla. E' questo l'insegnamento più profondo e più utile, conoscersi veramente e disprezzarsi. (T. da Kempis)
135. Perdona spesso gli altri, ma a te mai. (Catone)
136. Prendersi a carico i problemi altrui. È col prendersi a carico che tu mostrerai l'autenticità della tua vita e del dono di te stesso agli altri. (L. Lebret)
137. Primo fra tutti e senza vincoli, io, io ho impresso la mia orma su terre inesplorate, non ho solcato quelle d'altri. (Orazio)
138. Purtroppo, degli altri spesso pensiamo e parliamo più facilmente male che bene: tale è la nostra miseria. Quelli che vogliono essere perfetti non credono scioccamente all'ultimo che parla, giacché conoscono la debolezza umana, portata alla malevolenza e troppo facile a blaterare. (T. da Kempis)
139. Quando ci rivolgiamo gli uni agli altri per un consiglio noi riduciamo il numero dei nostri nemici. (Kahlil Gibran)
140. Quando ci sembra che si avvicini un pericolo di morte, consideriamo quanto ci sono vicini altri pericoli di cui non abbiamo paura. (Seneca)
141. Quando per giovare debolmente ad altri si corre il rischio di nuocere gravemente a sé stessi, l'intricarsene è pazzia da bastone. (U. Foscolo)
142. Quando si è innamorati, si comincia sempre ingannando se stessi e si finisce sempre ingannando gli altri. È quello che il mondo chiama sentimentalismo. (O. Wilde)
143. Quei difetti, nostro od altrui, che non riusciamo a correggere, li dobbiamo sopportare con pazienza, fino a che Dio non disponga altrimenti. Rifletti che, per avventura, questa sopportazione è la cosa più utile per te, come prova di quella pazienza, senza della quale ben poco contano i nostri meriti. Tuttavia, di fronte a tali difficoltà, devi chiedere insistentemente che Dio si degni di venirti in aiuto e che tu riesca a sopportarle lietamente. (T. da Kempis)
144. Questo progresso, il cui autore e fautore è l'uomo, rende la vita umana sulla terra, in ogni suo aspetto, "più umana"? La rende più "degna dell'uomo"? Non ci può esser dubbio che, sotto vari aspetti, la renda tale. Quest'interrogativo, però, ritorna ostinatamente per quanto riguarda ciò che è essenziale in sommo grado: se l'uomo, come uomo, nel contesto di questo progresso, diventi veramente migliore, cioè più maturo spiritualmente, più cosciente della dignità della sua umanità, più responsabile, più aperto agli altri, in particolare verso i più bisognosi e più deboli, più disponibile a dare e portare aiuto a tutti. (Giovanni Paolo II)
145. Rivolgi gli occhi a te stesso e stai attento a non giudicare quel che fanno gli altri. In tale giudizio si lavora senza frutto; frequentemente ci si sbaglia e facilmente si cade in peccato. Invece, nel giudizio e nel vaglio di se stessi, si opera sempre fruttuosamente. (T. da Kempis)
146. Sappiate posporre all'altrui volontà, che non sia colpevole né irragionevole, le voglie vostre: scomodatevi in servigio altrui, ma non pretendete ch'altri si scomodi in vostro: e in ogni cosa richiedete dagli altri il men che potete; e siate, del più che potete, liberali con essi. (N. Tommaseo)
147. Sarai sempre felice, la sera, se avrai spesa la giornata fruttuosamente. Vigila su te stesso, scuoti e ammonisci te stesso; checché facciano gli altri, non dimenticare te stesso. Il tuo progresso spirituale sarà pari alla violenza che avrai fatto a te stesso. (T. da Kempis)
148. Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo; altrimenti mettiti la mano sulla bocca. (Siracide)
149. Se dovessimo tollerare negli altri tutto quello che permettiamo a noi stessi, la vita non sarebbe più sopportabile (Georges Courteline)
150. Se è un dovere rispettare i diritti degli altri, è anche un dovere far rispettare i propri (Herbert Spencer)
151. Se fossimo tutti perfetti, che cosa avremmo da patire dagli altri, per amore di Dio? Ora, Dio così dispone, affinché apprendessimo a portare l'uno i pesi dell'altro. Infatti non c'è alcuno che non presenti difetti o molestie; non c'è alcuno che basti a se stesso e che, di per sé, sia sufficientemente saggio. Occorre, dunque, che ci sopportiamo a vicenda, che a vicenda ci consoliamo, che egualmente ci aiutiamo e ci ammoniamo. (T. da Kempis)
152. Se hai un sistema migliore insegnalo, altrimenti usa il mio. (Orazio Flacco)
153. Se impari a non curarti della gente, questa lascerà che tu attenda tranquillamente a te stesso. Non portare dentro di te le faccende degli altri, non impicciarti neppure di quello che fanno le persone più in vista; piuttosto vigila sempre e in primo luogo su di te, e rivolgi il tuo ammonimento particolarmente a te stesso, prima che ad altre persone, anche care. (T. da Kempis)
154. Se non avessimo difetti, non ci farebbe tanto piacere trovarne negli altri. (La Rochefoucauld)
155. Se non ci volessimo impicciare di quello che dicono o di quello che fanno gli altri, e di cose che non ci riguardano, potremmo avere una grande pace interiore. Come, infatti, è possibile che uno mantenga a lungo l'animo tranquillo se si intromette nelle faccende altrui, se va a cercare all'esterno i suoi motivi di interesse, se raramente e superficialmente si raccoglie in se stesso? Beati i semplici, giacché avranno grande pace. (T. da Kempis)
156. Se non riesci a trasformare te stesso secondo quella che pure è la tua volontà, come potrai pretendere che gli altri si conformino al tuo desiderio? Vogliamo che gli altri siano perfetti; mentre noi non correggiamo le nostre manchevolezze. Vogliamo che gli altri si correggano rigorosamente; mentre noi non sappiamo correggere noi stessi. (T. da Kempis)
157. Se si vuole riuscire in questo mondo non bisogna essere molto più intelligenti degli altri; bisogna solo essere in anticipo di un giorno. (Leo Szilard)
158. Se ti capita di vedere o di ascoltare dei buoni esempi, devi ardere dal desiderio di imitarli; se, invece, ti pare che qualcosa sia degno di riprovazione, devi guardarti dal fare altrettanto; se talvolta l'hai fatto, procura di emendarti. Come il tuo occhio giudica gli altri, così, a tua volta, sarai giudicato tu dagli altri. (T. da Kempis)
159. Se uno è incapace d'ingannare se stesso è probabile che sia incapace d'ingannare gli altri. (Mark Twain)
160. Se voi incontrerete chi un sorriso non vi sa dare, donatelo voi. Perché nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che ad altri donarlo non sa. (P. Faber)
161. Se vuoi mantenere pace e concordia con gli altri, devi imparare a vincere decisamente te stesso in molte cose. (T. da Kempis)
162. Se, in primo luogo, manterrai te stesso nella pace, potrai dare pace agli altri; ché l'uomo di pace è più utile dell'uomo di molta dottrina. Colui che è turbato dalla passione trasforma anche il bene in male, pronto com'è a vedere il male dappertutto; mentre colui che ama il bene e la pace trasforma ogni cosa in bene. (T. da Kempis)
163. Senza amici nessuno sceglierebbe di vivere, anche se avesse tutti gli altri beni (Aristotele)
164. Sforzati di essere paziente nel tollerare i difetti e le debolezze altrui, qualunque essi siano, giacché anche tu presenti molte cose che altri debbono sopportare. (T. da Kempis)
165. Si dice che il denaro non dà la felicità. Senza dubbio ci si riferisce al denaro degli altri (Sacha Guitry)
166. Si fanno regole per gli altri ed eccezioni per sé (Charles Lemesle)
167. Si può essere più furbo di un altro, ma non più furbi di tutti gli altri (F.La Rochefoucauld)
168. Siete nati al bene, e ogni qual volta voi operate direttamente contro la Legge, ogni qual volta voi commettete ciò che gli uomini chiamano delitto, v'è tal cosa in voi che v'accusa, tale una voce di rimprovero che voi potrete dissimulare agli altri, ma non a voi stessi. (G. Mazzini)
169. Solo chi ha fede in se stesso può essere fedele agli altri (Erich Fromm)
170. Spesso accade che quando pensiamo di condurre esperimenti sugli altri, in realtà stiamo sperimentando noi stessi. (O. Wilde)
171. Spesso confondiamo il dovere con ciò che compiono gli altri e non ciò che noi stessi dobbiamo compiere (Oscar Wilde)
172. Spesso l'umiltà non è altro che una finta sottomissione di cui ci si serve per sottomettere gli altri. (François de La Rochefoucauld)
173. Stare ad ascoltare ed accettare un consiglio - come spesso ho sentito dire - è cosa più sicura che dare consigli. Può anche accadere che l'idea di uno sia buona; ma è sempre segno di superbia e di pertinacia non volersi arrendere agli altri, quando la ragionevolezza o l'evidenza lo esigano. (T. da Kempis)
174. Talora siamo mossi dalla passione, e la prendiamo per zelo; rimproveriamo negli altri piccole cose e passiamo sopra a quelle più grosse, commesse da noi. Avvertiamo con prontezza, e pesiamo ben bene ciò che gli altri ci fanno soffrire, ma non ci accorgiamo di quanto gli altri soffrono per causa nostra. Chi riflettesse bene e a fondo su se stesso, non giudicherebbe severamente gli altri. (T. da Kempis)
175. Tu sei molto abile nel trovare giustificazioni per quello che fai e nel farlo apparire sotto una certa luce, mentre rifiuti di accettare le giustificazioni negli altri. Sarebbe invece più giusto che tu accusassi te stesso e scusassi il tuo fratello. Se vuoi essere sopportato, sopporta gli altri anche tu. (T. da Kempis)
176. Tutti gli animali sono eguali, ma alcuni sono più eguali di altri. (George Orwell)
177. Tutto il problema della vita è dunque questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri. (Cesare Pavese)
178. Un comunista è un uomo che non possiede nulla, ma è disposto a dividerlo con gli altri. (John Garland Pollard)
179. Un sognatore è colui che non sa trovare la propria via se non al lume della luna; e il suo castigo è che egli vede l'alba assai prima degli altri. (Oscar Wilde)
180. Un sufficiente spazio di tempo, adatto per dedicarti a buone meditazioni, lo troverai rinunciando a fare discorsi inutilmente oziosi e ad ascoltare chiacchiere sugli avvenimenti del giorno. I più grandi santi evitavano, per quanto possibile, di stare con la gente e preferivano stare appartati, al servizio di Dio. E' stato detto: ogni volta che andai tra gli uomini ne ritornai meno uomo di prima. E ne facciamo spesso esperienza, quando stiamo a lungo a parlare con altri. (T. da Kempis)
181. Uno dei lati più spiacevoli della povertà è quello di renderci simili agli altri (Marziale)
182. Vera pazienza è sopportare con animo imperturbato il male fattoci dagli altri e non provare risentimento. E' sopportare questi altri amandoli. Sopportare odiandoli non ha nulla a che vedere con la mansuetudine. (S. Gregorio Magno)
183. Vivere per gli altri, non è soltanto la legge del dovere, è anche la legge della felicità (Auguste Comte)
184. Vivi una vita ritirata, ma nascondila agli altri. (Seneca)
185. Voi che fate di tutto per essere coerenti, cambiate idea proprio come gli altri. L'unica differenza è che i vostri cambiamenti di umore sono privi di significato. (O. Wilde)
186. Appartengo alla minoranza silenziosa. Sono di quei pochi che non hanno più nulla da dire e aspettano. Che cosa? Che tutto si chiarisca? L'età mi ha portato la certezza che niente si può chiarire: in questo paese che amo non esiste semplicemente la verità. Paesi molto più piccoli e importanti del nostro hanno una loro verità, noi ne abbiamo infinite versioni. Le cause? Lascio agli storici, ai sociologi, agli psicanalisti, alle tavole rotonde il compito di indicarci le cause, io ne subisco gli effetti. E con me pochi altri: perché quasi tutti hanno una soluzione da proporci: la loro verità, cioè qualcosa che non contrasti i loro interessi. Alla tavola rotonda bisognerà anche invitare uno storico dell'arte per fargli dire quale influenza può avere avuto il barocco sulla nostra psicologia. In Italia infatti la linea più breve tra due punti è l'arabesco. Viviamo in una rete d'arabeschi. (Ennio Flaiano)
187. Grande tra gli uomini e di gran terrore è la potenza del riso: contro il quale nessuno nella sua coscienza trova se munito da ogni parte. Chi ha coraggio di ridere, è padrone del mondo, poco altrimenti di chi è preparato a morire. (Giacomo Leopardi)
188. I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume. (Ennio Flaiano)
189. I nemici che possono riuscir pericolosi sono sempre abbastanza scaltri per non esporsi al pericolo. (Napoleone Bonaparte)
190. I nomi collettivi servono a far confusione. Popolo, pubblico.... Un bel giorno ti accorgi che siamo noi. Invece, credevi fossero gli altri. (Ennio Flaiano)
191. Il miglior modo di celare agli altri i confini del proprio sapere è non oltrepassarli.
192. Il nome d'imperatore è una parola come ogni altra; quegli che lo porta deve avere altri titoli per presentarsi ai posteri. (Napoleone Bonaparte)
193. Il più certo modo di celare agli altri i confini del proprio sapere, è di non trapassarli. (Giacomo Leopardi)
194. Il successo alla moda si ottiene con la pubblicità e si paga con la prostituzione alla folla. Invertendo l'ordine dei fattori il successo non cambia, diventa forse più duraturo, perché "sofferto". Il successo ottenuto col merito e pagato con l'indifferenza annoia il grosso pubblico e, da qualche tempo in qua, anche gli altri. (Ennio Flaiano)
195. La stupidità degli altri mi affascina, ma preferisco la mia. (Ennio Flaiano)
196. La stupidità ha fatto progressi enormi. È un sole che non si può più guardare fissamente. Grazie ai mezzi di comunicazione, non è più nemmeno la stessa, si nutre di altri miti, si vende moltissimo, ha ridicolizzato il buon senso, spande il terrore intorno a sé. (Ennio Flaiano)
197. L'Inferno di Dante è pieno di italiani che rompono i coglioni agli altri. (Ennio Flaiano)
198. Non devi combattere troppo spesso con un nemico, altrimenti gli insegnerai tutta la tua arte bellica. (Napoleone Bonaparte)
199. Non recintatevi dentro di voi circoscrivendo la vostra vita in piccoli ambiti egoistici, invidiosi, incapaci di aprirsi agli altri. Appassionatevi alla vita perché è dolcissima.
200. Quando mai uno stupido è stato innocuo? Lo stupido più innocuo trova sempre un'eco favorevole nel cuore e nel cervello dei suoi contemporanei che sono almeno stupidi quanto lui: e sono sempre parecchi. Inutile poi aggiungere che niente è più pericoloso di uno stupido che afferra un'idea, il che succede con una frequenza preoccupante. Se uno stupido afferra un'idea, è fatto: su quella costruirà un sistema e obbligherà gli altri a condividerlo. (Ennio Flaiano)
201. Quasi tutti gli uomini grandi sono modesti: perché si paragonano continuamente, non cogli altri, ma con quell'idea del perfetto che hanno dinanzi allo spirito, infinitamente più chiara e maggiore di quella che ha il volgo; e considerano quanto sieno lontani dal conseguirla. (Giacomo Leopardi)
202. Se voi lo volete, se avete un briciolo di speranza e una grande passione per gli anni che avete.., cambierete il mondo e non lo lascerete cambiare agli altri. Vivete la vita che state vivendo con una forte passione. (Don Tonino Bello)
203. Sulla terra c’è ancora da promuovere una grande e incontenibile opera di giustizia perché ognuno abbia il suo pane e lo mangi insieme con gli altri. (Don Tonino Bello)
204. Un uomo non dipende più da altri quando non vuole dipenderne più. (Napoleone Bonaparte)
205. Da lungo tempo ho capito che il buon Dio non ha bisogno di nessuno (ancor meno di me che di altri) per far del bene sulla terra. (Santa Teresa di Gesù Bambino)
206. La carità perfetta consiste nel sopportare i difetti degli altri, non stupirsi delle loro debolezze, edificarsi dei minimi atti di virtù che essi praticano, ma soprattutto ho capito che la carità non deve restare affatto chiusa nel fondo del cuore. (Santa Teresa di Gesù Bambino)
207. Non ho altri mezzi per provarti il mio amore, se non gettar dei fiori, cioè non lasciar sfuggire alcun piccolo sacrificio, alcuna premura, alcuna parola, e profittare di tutte le cose piccole, e farlo per amore. (Santa Teresa di Gesù Bambino)
208. La moralità consiste nel sospettare gli altri di non essere legalmente sposati. (George Bernard Shaw)
209. L'abnegazione ci permette di sacrificare gli altri senza alcuno scrupolo. (George Bernard Shaw)




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