- AFORISMI E CITAZIONI - 'cor'
1. A lui devi far ricorso negli assalti del nemico, in lui devi sperare e da lui ti devi aspettare ogni bene. Non ti fermare volontariamente su ciò che il nemico ti presenta. Ricordati che vince chi fugge; e tu devi ai primi movimenti di avversione contro di quelle persone ritrarne il pensiero e far ricorso a Dio. Davanti a lui piega il tuo ginocchio e con umiltà grandissima ripeti questa breve preghiera: "Abbi misericordia di me, che sono una povera inferma". Di poi alzati e con santa indifferenza prosegui le tue faccende. (S. Pio da Pietrelcina)
2. Abbi pazienza nel perseverare in questo santo esercizio del meditare e contentati di cominciare a piccoli passi, finché abbi gambe per correre, e meglio ali per volare; contentati di fare l'ubbidienza, la quale non è mai una piccola cosa per un'anima, la quale ha scelto Dio per sua porzione e rassegnati di essere per ora una piccola ape di nido che ben presto diventerà una grande ape abile a fabbricare il miele. Umiliati sempre ed amorosamente davanti a Dio ed agli uomini, perché Dio parla veramente a chi tiene il suo cuore umile dinanzi a Lui. (S. Pio da Pietrelcina)
3. Agli uomini in generale manca la costanza nei propositi, e ciò fa si che le loro imprese quasi sempre rovinino. Il difetto di costanza si manifesta in due maniere: o col mutar disegno appena scelto, o col mancare di coraggio alle prime contrarietà (F. D. Guerrazzi)
4. Al giorno d'oggi la maggior parte della gente muore come se fosse subdolamente colpita da un attacco di buon senso. Solo quando è troppo tardi si accorge che le uniche cose che non si rimpiangono sono le proprie follie. (O. Wilde)
5. Alla vostra anima non manchi l'àncora della speranza in mezzo ai flutti delle tribolazioni. (S. Pio da Pietrelcina)
6. All'abbondanza di beni e di servizi disponibili in alcune parti del mondo, soprattutto nel Nord sviluppato, corrisponde nel Sud un inammissibile ritardo, ed è proprio in questa fascia geo-politica che vive la maggior parte del genere umano. (Giovanni Paolo II)
7. Allora ho pensato: "Anche a me toccherà la sorte dello stolto! Allora perché ho cercato d'esser saggio? Dov'è il vantaggio?". E ho concluso: "Anche questo è vanità". Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo stesso modo muoiono il saggio e lo stolto. (Ecclesiaste)
8. Amiamo Gesù per la sua grandezza divina, per la sua potenza nel cielo e sulla terra, per i suoi meriti infiniti, ma anche e soprattutto per ragioni di gratitudine. Se egli fosse stato con noi meno buono, più severo; quanto meno avremmo peccato!... Ma il peccato, quando è seguito dal dolore profondo di averlo commesso, dal proponimento reale di non ripeterlo più, dalla sensazione viva del gran male che con esso abbiamo arrecato alla misericordia di Dio; quando, lacerate le più dure fibre del cuore, riesce a far scaturire da queste lacrime cocenti di pentimento e di amore, il peccato stesso, figliuolo mio, diventa allora un gradino che si avvicina, che ci innalza, che più sicuramente ci conduce a lui. (S. Pio da Pietrelcina)
9. Amore e cor gentile sono una cosa (Dante).
10. Anche la vita, se manca il coraggio di morire, è una schiavitù. (Seneca)
11. Anche noi rigenerati nel santo battesimo corrispondiamo alla grazia della nostra vocazione ad imitazione dell'Immacolata nostra Madre, applicandoci incessantemente nella cognizione di Dio per sempre meglio conoscerlo, servirlo ed amarlo. (S. Pio da Pietrelcina)
12. Anche se uno è schiavo, è di carne come noi; nessuno infatti nacque mai schiavo per legge di natura; fu il caso che fece schiavo il suo corpo. (Filemone)
13. Aristippo, rivolgendosi ai giovani che arrossivano al vederlo entrare da una cortigiana, disse: "Il vizio sta nel non uscirne, non nell'entrarvi". (M. de Montaigne)
14. Beata l'anima che ascolta il Signore che le parla dentro, e accoglie dalla sua bocca la parola di consolazione. Beate le orecchie che colgono la preziosa e discreta voce di Dio, e non tengono alcun conto dei discorsi di questo mondo. Veramente beate le orecchie che danno retta, non alla voce che risuona dal di fuori, ma alla verità, che ammaestra dal di dentro. (T. da Kempis)
15. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. (Gesù)
16. Bisogna cambiare spesso opinione per essere d'accordo con il partito. (Cardinale di Retz)
17. Bisogna ingannare gli uomini per asservirli; ma si deve loro almeno la cortesia della menzogna (Madame de Stael)
18. Bisogna porsi delle mete per avere il coraggio di raggiungerle. (Benito Mussolini)
19. Cammina allegramente e con cuore sincero ed aperto al più che puoi, e quando non si possa mantenere sempre questa santa allegrezza, almeno non ti perdere mai di coraggio e di confidenza in Dio. (S. Pio da Pietrelcina)
20. Capitanata dalle corone o capitanata dal berretto, la discordia civile è il pessimo di quanti flagelli possono percuotere un popolo (G. Giusti).
21. C'era qualche cosa di animalesco nell'anima mentre il corpo aveva i suoi momenti di spiritualità. (O. Wilde)
22. Che altro ti dirò? La grazia e pace dello Spirito Santo sia sempre nel mezzo del tuo cuore. Metti questo cuore nel costato aperto del Salvatore ed uniscilo a questo re dei nostri cuori, che in essi sta come in suo trono reale per ricevere l'omaggio e l'obbedienza di tutti gli altri cuori, tenendo così la porta aperta, acciocché ciascuno possa accostarsi per avere sempre ed a qualunque ora udienza; e quando il tuo gli parlerà, non ti dimenticare, mia carissima figliuola, di fargli parlare ancora in favore del mio, acciocché la sua divina e cordiale maestà lo renda buono, ubbidiente, fedele e meno meschino di quello che è. (S. Pio da Pietrelcina)
23. Che cosa è un amico? Un'anima sola che vive in due corpi (Platone)
24. Che cosa è un'erbaccia? Una pianta di cui non sono ancora state scoperte le virtù (Ralph W. Emerson)
25. Che cosa servono a quel tizio ottant'anni trascorsi nell'inerzia? Costui non è vissuto, ma si è attardato nella vita, e non è morto tardi, ma lentamente. (Seneca)
26. Che i vermi roderanno il mio corpo è un pensiero che posso sopportare; ma che i professori di filosofia rodano la mia filosofia, è un'idea che mi fa venire i brividi. (Schopenhauer)
27. Che importanza ha l'effettivo trascorrere del tempo? Solo le persone superficiali impiegano anni per liberarsi da un'emozione. (O. Wilde)
28. Chi ama vola, corre lietamente; è libero, e non trattenuto da nulla; dà ogni cosa per il tutto, e ha il tutto in ogni cosa, perché trova la sua pace in quell'uno supremo, dal quale discende e proviene tutto ciò che è buono; non guarda a ciò che gli viene donato, ma, al di là dei doni, guarda a colui che dona. (T. da Kempis)
29. Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti. (Siracide)
30. Chi è innamorato di se stesso ha il grande vantaggio di avere pochi concorrenti. (Georg C. Lichtenberg)
31. Chi è più infelice dell'uomo che dimentica i benefici e ricorda i torti? (Seneca)
32. Chi in un'arte è diventato maestro, può senza danno scordarsi le regole (Arturo Graf)
33. Chi nei discorsi suoi non vuoi errare, pensi tre volte prima di parlare. (Proverbio)
34. Chi non ha avuto delle prove, poco conosce; chi ha viaggiato ha accresciuto l'accortezza. (Siracide)
35. Chi non ha bisogni propri, difficilmente si ricorda di quelli degli altri. (Mateo Alemàn)
36. Chi non medita può fare come colui che non si specchia mai, e che quindi non si cura di uscire ordinato, poiché può essere imbrattato senza saperlo. La persona che medita e rivolge il suo pensiero a Dio, che è lo specchio della sua anima, cerca di conoscere i suoi difetti, tenta di correggerli, si modera negli impulsi, e rimette la sua coscienza a posto. (S. Pio da Pietrelcina)
37. Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo. (George Santayana)
38. Chi non sente il suo male è tanto più malato. (Pierre Corneille)
39. Chi perde soldi, perde tanto. Chi perde un amico, perde ancora di più. Chi perde la fede, perde tutto. (Eleanor Roosevelt)
40. Chi piglia bellezze piglia corna. (G. Verga)
41. Chi pratica la misericordia concede prestiti al prossimo, chi lo soccorre di propria mano osserva i comandamenti. (Siracide)
42. Chi risparmia il bastone odia suo figlio, chi lo ama è pronto a correggerlo. (Salomone)
43. Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra? Mi sono accorto che nulla c'è di meglio per l'uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui? (Ecclesiaste)
44. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. (S. Paolo)
45. Chi si accorge che le cose lasciate erano meglio di ciò che desidera, torni indietro senza pensarci e riprenda la sua vita di sempre. (Orazio)
46. Chi si affida per aiuto all'improbo, mentre cerca soccorso, trova la sua rovina. (Fedro)
47. Chi si fida di un ladro armato che corre di città in città? Così dell'uomo che non ha un nido e che si corica là dove lo coglie la notte. (Siracide)
48. Chi si ricorderà di te, dopo che sarai scomparso, e chi pregherà per te? Fai, o mio caro, fai ora tutto quello che sei in grado di fare, perché non conosci il giorno della tua morte; né sai che cosa sarà di te dopo. (T. da Kempis)
49. Chi sterilmente crede / non ha verace fede. / Uom, la tua fede è morta, / se frutto alcun non dà, se non le son di scorta / speranza e carità (G. Rossetti).
50. Chi teme il Signore accetterà la correzione, coloro che lo ricercano troveranno il suo favore. (Siracide)
51. Chi teme il Signore non incorre in alcun male, se subisce tentazioni, ne sarà liberato di nuovo. (Siracide)
52. Chi vuol guarire dall'ignoranza, occorre che la confessi. (M. de Montaigne)
53. Chiudi la porta dei sensi, affinché tu possa udire quello che ti dice interiormente Iddio, tuo signore. Questo dice il tuo diletto: "Io sono la tua salvezza, la tua pace, la tua vita; stai accanto a me e troverai la pace; lascia tutte le cose che passano, cerca le cose eterne. Che altro sono le cose corporali, se non illusioni? E a che gioveranno tutte le creature, se sarai abbandonata dal Creatore?". Oh, anima mia, rinuncia a tutto e fatti cara e fedele al tuo Creatore, così da poter raggiungere la vera beatitudine. (T. da Kempis)
54. Ci sono alcuni che stanno, essi, nella pace e mantengono pace anche con gli altri. Ci sono invece alcuni che non stanno in pace essi, né lasciano pace agli altri: pesanti con il prossimo, e ancor più con se stessi. Ci sono poi alcuni che stanno essi nella pace e si preoccupano di condurre alla pace gli altri. La verità è che la vera pace, in questa nostra misera vita, la dobbiamo far consistere nel saper sopportare con umiltà, piuttosto che nel non avere contrarietà. Colui che saprà meglio sopportare, conseguirà una pace più grande. (T. da Kempis)
55. Ci sono corde nel cuore umano che sarebbe meglio non fare vibrare. (Charles Dickens)
56. Ci sono delle persone che sono state considerate coraggiose perché avevano troppa paura per scappare. (Thomas Fuller)
57. Ci sono malattie così strane che, per capirne la natura, è necessario subirne personalmente il decorso. (O. Wilde)
58. Ci sono molti che stanno sottomessi per forza, più che per amore: da ciò traggono sofferenza, e facilmente se ne lamentano; essi non giungono a libertà di spirito, se la loro sottomissione non viene dal profondo del cuore e non ha radice in Dio. Corri pure di qua e di là; non troverai pace che nell'umile sottomissione sotto la guida di un superiore. (T. da Kempis)
59. Ciò che ho imparato, non lo so più. Il poco che ancora so, l'ho intuito per caso. (Nicolas-Sébastien Roch de Chamfort)
60. Ciò che tu soffri è poca cosa, se ti metti a confronto con coloro che patirono tanto gravemente: così fortemente tentati, così pesantemente tribolati, provati in vari modi e messi a dura prova. Occorre dunque che tu rammenti le sofferenze più gravi degli altri, per imparare a sopportare le tue, piccole. (T. da Kempis)
61. Ciò che veramente desidera colui che chiede la mano di una donna, è il resto del corpo. (Enrique J. de Poncela)
62. Ciò di cui ha bisogno l'uomo è la memoria dell'asino che mai scorda dove mangia. (Sòfocle)
63. Col pensiero e nella confessione non si deve tornare sulle colpe accusate nelle confessioni precedenti. Per la nostra contrizione Gesù le ha perdonate al tribunale di penitenza. Là egli si è trovato dinanzi a noi e alle nostre miserie come un creditore di fronte a un debitore insolvibile. Con un gesto d'infinita generosità ha lacerato, ha distrutto le cambiali da noi sottoscritte peccando, e che non avremo certo potuto pagare senza il soccorso della sua clemenza divina. Tornare su quelle colpe, volerle riesumare soltanto per averne ancora il perdono, soltanto per il dubbio che non siano state realmente e largamente rimesse, non sarebbe forse da considerare come un atto di diffidenza verso la bontà della quale aveva dato prova, lacerando egli stesso ogni titolo del debito da noi contratto col peccare?... Torni, se ciò può essere motivo di conforto alle anime nostre, torni pure il pensiero alle offese arrecate alla giustizia, alla sapienza, alla infinita misericordia di Dio: ma solo per piangere su di esse le lacrime redentrici del pentimento e dell'amore. (S. Pio da Pietrelcina)
64. Coloro che sanno desiderano apparire ed essere chiamati sapienti. Ma vi sono molte cose, la cui conoscenza giova ben poco, o non giova affatto, all'anima. Ed è tutt'altro che sapiente colui che attende a cose diverse da quelle che servono alla sua salvezza. I molti discorsi non appagano l'anima; invece una vita buona rinfresca la mente e una coscienza pura dà grande fiducia in Dio. (T. da Kempis)
65. Colui al quale è troppo caro il proprio corpo, tiene in poco conto la virtù. (Seneca)
66. Colui che non è perfettamente morto a se stesso cade facilmente in tentazione ed è vinto in cose da nulla e disprezzabili. Colui che è debole nello spirito ed è, in qualche modo, ancora volto alla carne e ai sensi, difficilmente si può distogliere del tutto dalle brame terrene; e, quando pur riesce a sottrarsi a queste brame, ne riceve tristezza. (T. da Kempis)
67. Colui che non si sottopone lietamente e spontaneamente al suo superiore, dimostra che la carne non gli obbedisce ancora perfettamente, ma spesso recalcitra e mormora. Impara dunque a sottometterti prontamente al tuo superiore, se vuoi soggiogare la tua carne. Infatti, il nemico di fuori lo si vincerà più presto, se sarà stato sconfitto l'uomo interiore. (T. da Kempis)
68. Colui che vede per strada un uomo alle prese con un assassino e, potendo, non accorre in suo aiuto, è punito di morte. (Antica legge egiziana)
69. Come acque profonde sono i consigli nel cuore umano, l'uomo accorto le sa attingere. (Salomone)
70. Come ai raggi del sole si scorgono moltissimi atomi, che senza quella luce non si vedono, così agli occhi d Dio appaiono di gran peso e da castigare severamente i peccati veniali, che a noi sembrano neppure peccato. (S. Giovanni Crisostomo)
71. Come gli amici adulando pervertono, così i nemici con i rimproveri molte volte correggono (Sant'Agostino)
72. Come il corpo senz'anima è privo di vita, così la fede senza le opere è morta. (S. Giacomo)
73. Come il popolo, attraverso schiavitù, patimenti e miserie, conquista a grado a grado coscienza, forza, emancipazione, il nome santo di Dio sorge dalle rovine dei culti corrotti a splendere, circondato d'un culto più puro, più fervido e più ragionevole. (G. Mazzini)
74. Come l'acqua, che scorre tra i sassi, limpida e pura, produce buoni pesci, mentre l'acqua stagnante imputridisce e non produce che rospi ed altri insetti schifosi; così l'anima sempre occupata produce frutti di opere virtuose, invece quella oziosa marcisce nei vizi e in opere abominevoli (S. Bernardo).
75. Come sei bella, amica mia, come sei bella! Gli occhi tuoi sono colombe, dietro il tuo velo. Le tue chiome sono un gregge di capre, che scendono dalle pendici del Gàlaad. I tuoi denti come un gregge di pecore tosate, che risalgono dal bagno; tutte procedono appaiate, e nessuna è senza compagna. Come un nastro di porpora le tue labbra e la tua bocca è soffusa di grazia; come spicchio di melagrana la tua gota attraverso il tuo velo. (Cantico dei Cantici)
76. Compendia il tuo discorso, molte cose in poche parole; compòrtati come uno che sa ma che tace. (Siracide)
77. Compra non l'occorrente, ma l'indispensabile; il superfluo è caro anche a pagarlo un soldo. (Catone)
78. Con la concordia i piccoli stati crescono, con la discordia vanno in rovina i più grandi. (M. Agrippa)
79. Concedete al corpo solo quanto basta a mantenerlo in salute. (Seneca)
80. Confidenza torno ad inculcarvi sempre; nulla può temere un'anima che confida nel suo Signore ed in lui pone la propria speranza. Il nemico della nostra salute è pur anche sempre intorno a noi per strapparci dal nostro cuore l'àncora che deve condurci a salvezza, voglio dire la confidenza in Dio nostro Padre; teniamo stretta, stretta quest'àncora, non permettiamo giammai che ci abbandoni un solo istante, altrimenti tutto sarebbe perduto. (S. Pio da Pietrelcina)
81. Conviene addomesticarsi coi patimenti, che piacerà a Gesù mandarvi. Gesù, che non può soffrire a lungo di tenervi in afflizione, verrà a sollecitarvi ed a confortarvi con l'infondere al vostro spirito nuovo coraggio. (S. Pio da Pietrelcina)
82. Coraggio, coraggio, i figli non sono chiodi! (S. Pio da Pietrelcina)
83. Coraggio, mia dilettissima figliuola! Proferisco questa parola con un grande sentimento ed, in Gesù, coraggio, dico: non bisogna temere, mentre che possiamo dire con risoluzione, sebbene senza sentimento: Viva Gesù! (S. Pio da Pietrelcina)
84. Corona dei vecchi sono i figli dei figli, onore dei figli i loro padri. (Salomone)
85. Corona della sapienza è il timore del Signore; fa fiorire la pace e la salute. (Siracide)
86. Corona magnifica è la canizie, ed essa si trova sulla via della giustizia. (Salomone)
87. Correre qua e là non ti servirà a niente: tu vai in giro con le tue passioni, i tuoi mali ti seguono. (Seneca)
88. Corteggiare significa inseguire una donna finché questa vi acchiappa (J.G.Pollard)
89. Cos'è una amante? Una donna, presso la quale ci si scorda di ciò che si sa a memoria, vale a dire di tutti i difetti del suo sesso. (N. de Chamfort)
90. Dei mali del corpo tutti vorrebbero guarire, ma molti non possono; di quelli dell'anima potrebbero molti, ma pochi vogliono (A. Caro).
91. Devi avere sempre prudenza ed amore. La prudenza ha gli occhi, l'amore le gambe. L'amore che ha le gambe vorrebbe correre a Dio, ma il suo impulso di slanciarsi verso di lui è cieco, e qualche volta potrebbe inciampare se non fosse guidato dalla prudenza che ha gli occhi. La prudenza, quando vede che l'amore potrebbe essere sfrenato, gli presta gli occhi. (S. Pio da Pietrelcina)
92. Dio può essere meglio immaginato che descritto, e Lui esiste ancor più sicuramente di quanto possa essere immaginato. (Sant'Agostino)
93. Dio vi lascia in quelle tenebre per la sua gloria; qui è il vostro grande profitto spirituale. Dio vuole che le vostre miserie siano il trono della sua misericordia e le vostre impotenze il seggio della sua onnipotenza. (S. Pio da Pietrelcina)
94. Dovrebbe essere altamente istruttiva una sconcertante constatazione del più recente periodo: accanto alle miserie del sottosviluppo, che non possono essere tollerate, ci troviamo di fronte a una sorta di supersviluppo, egualmente inammissibile, perché, come il primo, è contrario al bene e alla felicità autentica. Tale supersviluppo, infatti, consistente nell'eccessiva disponibilità di ogni tipo di beni materiali in favore di alcune fasce sociali, rende facilmente gli uomini schiavi del "possesso" e del godimento immediato, senza altro orizzonte che la moltiplicazione o la continua sostituzione delle cose, che già si posseggono, con altre ancora più perfette. E' la cosiddetta civiltà dei "consumi", o consumismo, che comporta tanti "scarti" e "rifiuti". (Giovanni Paolo II)
95. È difficile farsi santi. Difficile ma non impossibile. La strada della perfezione è lunga, come è lunga la vita di ciascuno. La consolazione è il riposo, lungo il cammino; ma, appena ristorati, bisogna alzarsi solertemente e riprendere la corsa. (S. Pio da Pietrelcina)
96. E' facile scrivere i propri ricordi quando si ha una cattiva memoria (Arthur Schnitzler)
97. E' il povero che conta le sue pecore. (Seneca)
98. E' la paura di morire, non il desiderio di vivere, che tiene il pazzo attaccato al corpo. (M. de Montaigne)
99. È proprio all'interno dell'uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una parte infatti, come creatura, egli sperimenta in mille modi i suoi limiti; d'altra parte, si accorge di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna ed a rinunciare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe. Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società". (Giovanni Paolo II)
100. E' ridicolo correre verso la morte per stanchezza della vita, quando è il tuo sistema di vita che ti fa correre incontro alla morte. (Seneca)
101. E' vergognoso dire una cosa e pensarne un'altra: ma scrivere una cosa e pensarne un'altra lo è ancora di più. (Seneca)
102. Era sempre innamorata di qualcuno e, dato che la sua passione non era mai corrisposta, aveva mantenute intatte tutte le sue illusioni. (O. Wilde)
103. Errare è umano, dare la colpa a un altro ancora di più (Max Jacob)
104. Errare è umano; dar la colpa a un altro ancora di più. (A. Bloch)
105. Essere buoni significa essere in armonia con noi stessi. Siamo in disaccordo invece, quando siamo costretti ad essere in armonia con gli altri. (O. Wilde)
106. Facile essere coraggiosi, a distanza di sicurezza (Esopo)
107. Fate uso cristiano dei vostri soldi e dei vostri risparmi, e allora tanta miseria scomparirà e tanti corpi doloranti e tanti esseri afflitti troveranno sollievo e conforto. (S. Pio da Pietrelcina)
108. Fatti coraggio: il colmo della sventura non durerà a lungo. (Eschilo)
109. Favo di miele sono le parole gentili, dolcezza per l'anima e refrigerio per il corpo. (Salomone)
110. Felice colui che viene ammaestrato direttamente dalla verità, così come essa è, e non per mezzo di immagini o di parole umane; ché la nostra intelligenza e la nostra sensibilità spesso ci ingannano, e sono di corta veduta. (T. da Kempis)
111. Figlio, non sopportare di mal animo se certuni danno un cattivo giudizio su di te e dicono, nei tuoi confronti, parole che non ascolti con piacere. Il tuo giudizio su te stesso deve essere ancora più grave; devi credere che non ci sia nessuno più debole di te. (T. da Kempis)
112. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Anche se perdesse il senno, compatiscilo e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore. (Siracide)
113. Filiale amor! Oh! fervido / e sacrosanto affetto, / che la natura provvida / istilla all'uom nel petto / insiem coi primi battiti / dell'innocente cor. (G. Milli)
114. Finché portiamo questo fragile corpo, non possiamo essere esenti dal peccato, né vivere senza molestie e dolori. Ben vorremmo aver tregua da ogni miseria; ma avendo perduto, a causa del peccato, la nostra innocenza, abbiamo perduto quaggiù anche la vera felicità. Perciò occorre che manteniamo in noi una ferma pazienza, nell'attesa della misericordia divina, "fino a che sia scomparsa l'iniquità di questo mondo" e le cose mortali "siano assunte dalla vita eterna". (T. da Kempis)
115. Finiscila con queste vane apprensioni. Ricordati che non è il sentimento che costituisce la colpa ma il consenso a siffatti sentimenti. La sola volontà libera è capace di bene o di male. Ma quando la volontà geme sotto la prova del tentatore e non vuole ciò le viene presentato, non solo non vi è colpa, ma vi è la virtù. (S. Pio da Pietrelcina)
116. Fratello, non perdere la speranza di progredire spiritualmente; ecco, ne hai il tempo e l'ora. Perché, dunque, vuoi rimandare a domani il tuo proposito? Alzati, e comincia all'istante, dicendo: è questo il momento di agire; è questo il momento di combattere; è questo il momento giusto per correggersi. (T. da Kempis)
117. Frena gl'impeti del core / nell'età più fresca e gaia, / se trovar vuoi qualche fiore / sul sentier della vecchiaia (A. Bertola)
118. Fu troppo audace, è vero, / chi primo il mar solcò / e incogniti cercò / lidi remoti. / Me senza quel nocchiero, / sì temerario allor, / quanti tesori ancor / sariano ignoti (P. Metastasio).
119. Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. (S. Paolo)
120. Gelosia e ira accorciano i giorni, la preoccupazione anticipa la vecchiaia. (Siracide)
121. Gesù chiama i poveri e semplici pastori per mezzo degli angeli per manifestarsi ad essi. Chiama i sapienti per mezzo della stessa loro scienza. E tutti, mossi dall'interiore influsso della sua grazia, corrono a lui per adorarlo. Chiama tutti noi con le divine ispirazioni e si comunica a noi con la sua grazia. Quante volte egli ha amorosamente invitato anche noi? E noi con quale prontezza gli abbiamo corrisposto? Mio Dio, mi arrossisco e mi sento ripieno di confusione nel dover rispondere a sì fatta interrogazione. (S. Pio da Pietrelcina)
122. Gesù e l'anima tua d'accordo devono coltivare la vigna. A te il compito di togliere e trasportare pietre, strappare spine. A Gesù il compito di seminare, piantare, coltivare, innaffiare. Ma anche nel tuo lavoro c'è l'opera di Gesù. Senza di lui non puoi far nulla. (S. Pio da Pietrelcina)
123. Gesù, che regnava in cielo con l'umanità santissima che aveva preso dalle viscere della Vergine, volle pure che la Madre sua non solo con l'anima, ma bene anche col corpo si riunisse a lui e dividesse appieno la sua gloria. E ciò era ben giusto e doveroso. Quel corpo che neppure un istante era stato schiavo del demonio e del peccato, non lo doveva essere neppure della corruzione. (S. Pio da Pietrelcina)
124. Gesù, ti sia sempre, ed in tutto, scorta, sostegno e vita! (S. Pio da Pietrelcina)
125. Gettate in Dio solo ogni vostra sollecitudine, poiché egli ha cura grandissima di voi e di quei tre angioletti di figliuoli dei quali ha voluto che foste adorna. Detti figliuoli vi saranno, per la loro condotta, di conforto e di consolazione nel corso della vita. Siate sempre sollecita per la loro educazione, non tanto scientifica quanto morale. Il tutto vi stia a cuore ed abbiatelo caro più della pupilla dell'occhio vostro. All'educazione della mente, mediante i buoni studi, procurate che vada sempre accoppiata l'educazione del cuore e della nostra santa religione; quella senza di questa, mia buona signora, dà una ferita mortale al cuore umano. (S. Pio da Pietrelcina)
126. Giace inquieta la testa che indossa una corona. (William Shakespeare)
127. Giogo di buoi sconnesso è una donna malvagia, colui che la domina è come chi acchiappa uno scorpione. (Siracide)
128. Gli abusi nascono dove gli uomini li desiderano; e gli uomini li desiderano quando sono corrotti. (A. Manzoni)
129. Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori. (E. Flaiano)
130. Gli schiavi e gli animali domestici sono quasi uguali e rendono su per giù gli stessi servizi. La natura stessa vuole la schiavitù, perché fa differenti i corpi degli uomini liberi da quelli degli schiavi: gli schiavi col vigore che richiedono i lavori a cui sono predestinati, gli uomini liberi incapaci di curvare la loro diritta statura a opere servili e adatti, invece, alla vita politica e alle occupazioni guerresche o pacifiche. Dunque gli uomini sono liberi o schiavi per diritto di natura: la cosa è evidente. Utile agli stessi schiavi, la schiavitù è giusta. (Aristotele)
131. Gli uomini dovrebbero sposare solo delle cattive cuoche, poiché una buona cuoca accorcia la vita. (Peter Sellers)
132. Grande saggezza, non essere precipitosi nell'agire e, d'altra parte, non restare ostinatamente alle nostre prime impressioni. Grande saggezza, perciò, non andare dietro a ogni discorso della gente e non spargere subito all'orecchio di altri quanto abbiamo udito e creduto. (T. da Kempis)
133. Guai a quelli che non riconoscono la loro miseria. Guai, ancor più, a quelli che amano questa vita miserabile e destinata a finire; una vita alla quale tuttavia certa gente - anche se, lavorando o elemosinando, mette insieme appena appena il necessario - si abbarbica, come se potesse restare quaggiù in eterno, senza darsi pensiero del regno di Dio. Gente pazza, interiormente priva di fede; gente sommersa dalle cose terrene, tanto da gustare solo ciò che è materiale. (T. da Kempis)
134. Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. (Gesù)
135. Guardati dalle ansietà ed inquietudini perché non vi è cosa che maggiormente impedisca il camminare nella perfezione. Poni, figliuola mia, dolcemente il tuo cuore nelle piaghe di nostro Signore, ma non a forza di braccia. Abbi una gran confidenza nella sua misericordia e bontà, ch'egli non ti abbandonerà mai, ma non lasciare per questo di abbracciare bene la sua santa croce. (S. Pio da Pietrelcina)
136. Guardiamo prima in alto e poi guardiamo noi stessi. L'infinita distanza che intercorre tra l'azzurro e l'abisso genera umiltà. (S. Pio da Pietrelcina)
137. Ha il nostro corpo questo difetto, che più gli si prodigano cure e conforti e più scopre necessità e bisogni. (Santa Teresa di Gesù)
138. Hai figlie? Vigila sui loro corpi e non mostrare loro un volto troppo indulgente. (Siracide)
139. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. (S. Paolo)
140. Ho poi considerato tutte le oppressioni che si commettono sotto il sole. Ecco il pianto degli oppressi che non hanno chi li consoli; da parte dei loro oppressori sta la violenza, mentre per essi non c'è chi li consoli. Allora ho proclamato più felici i morti, ormai trapassati, dei viventi che sono ancora in vita; ma ancor più felice degli uni e degli altri chi ancora non è e non ha visto le azioni malvagie che si commettono sotto il sole. (Ecclesiaste)
141. I beni si disprezzano quando si possiedono sicuramente, e si apprezzano quando sono perduti o si corre pericolo di perderli (Giacomo Leopardi)
142. I cuori forti e generosi non si dolgono che per grandi motivi, ed ancora tali motivi non li fanno troppo penetrare nel loro intimo. (S. Pio da Pietrelcina)
143. I discorsi eleganti e ricercati assomigliano a certe piante che sono belle, alte e rigogliose ma non producono alcun frutto. (Plutarco)
144. I fratelli e un aiuto servono nell'afflizione, ma più ancora salverà la carità. (Siracide)
145. I mali del corpo appaiono con l'aumentare. Troviamo che la gotta è quella che chiamiamo reuma o contusione. I mali dell'anima si oscurano nel loro rafforzarsi; il più malato li sente meno. Ecco perché bisogna mescolarli alla luce, con mano spietata, portarli fuori e strapparli dal profondo del nostro petto. (M. de Montaigne)
146. I mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. (S. Paolo)
147. I veri servi di Dio hanno sempre più stimato l'avversità, come più conforme alla strada che percorse il nostro Capo, il quale operò la nostra salute a mezzo della croce e degli obbrobri. (S. Pio da Pietrelcina)
148. Il buon pastore deve tosare le pecore, non scorticarle. (Svetonio)
149. Il conto corrente è un'offerta volontaria al mantenimento della vostra banca (Ambrose Bierce)
150. Il coraggio ha abbandonato la nostra specie, o forse non lo abbiamo mai realmente avuto. (O. Wilde)
151. Il coraggio si infiacchisce e si travia per l'accoppiamento con le donne. (M. de Montaigne)
152. Il corpo pecca una sola volta e supera subito il peccato, perché l'azione è un modo di purificarsi. (O. Wilde)
153. Il costituirsi della coscienza è, in fondo, l'incorporazione delle critiche dei genitori in un primo momento, e di quelle della società poi. (S. Freud)
154. Il demonio si serve di coloro che fanno discorsi impuri, come un cacciatore avveduto, il quale, del canto di un uccello preso, si serve per attirare nella rete gli altri (S. Efrem).
155. Il flauto e l'arpa rendono piacevole il canto, ma più ancora di essi una voce soave. (Siracide)
156. Il lupo assalta con i denti, il toro con le corna. (Orazio)
157. Il lupo non si preoccupa mai di quante siano le pecore. (Virgilio)
158. Il matrimonio è l'unica forma di schiavitù che la legislazione ancora conosca. (John Stuart Mill)
159. Il miglior odore del corpo è non averne nessuno. (Seneca)
160. Il nostro desiderio disprezza e trascura ciò che ha fra le mani, per correre appresso a quello che non ha. (M. de Montaigne)
161. Il palato distingue al gusto la selvaggina, così una mente assennata distingue i discorsi bugiardi. (Siracide)
162. Il pensiero della presenza di Dio ovunque abbilo sempre scolpito nella tua mente: sarà per te un freno potente nell'ora della tentazione ed un forte incoraggiamento a fare il bene. (G. Nardi)
163. Il più coraggioso di noi ha paura di se stesso. (O. Wilde)
164. Il più sicuro mezzo di trovarsi pago del proprio stato è quello di paragonarsi ad altri più infelici; cosi, quando penso al numero prodigioso di malattie terribili alle quali il corpo umano è soggetto, ho per gran ventura che a me non ne siano toccate in sorte che tre (B. Franklin).
165. Il ricordo della felicità non è più felicità; il ricordo del dolore è ancora dolore. (Byron)
166. Il Signore soltanto è riconosciuto giusto. A nessuno è possibile svelare le sue opere e chi può indagare le sue grandezze? La potenza della sua maestà chi potrà misurarla? Chi riuscirà a narrare le sue misericordie? Non c'è nulla da togliere e nulla da aggiungere; non è possibile indagare le meraviglie del Signore. (Siracide)
167. Il Signore talvolta ti fa sentire il peso della croce. Questo peso ti sembra intollerabile, ma tu lo porti perché il Signore nel suo amore e nella sua misericordia ti stende la mano e ti dà la forza. (S. Pio da Pietrelcina)
168. Il Signore vi benedica e vi renda meno pesante il giogo della famiglia. Siate sempre buoni. Ricordate che il matrimonio porta dei doveri difficili che solo la divina grazia può rendere facili. Meritate sempre questa grazia ed il Signore vi conservi sino alla terza e alla quarta generazione. (S. Pio da Pietrelcina)
169. Il tempo è cambiamento: misuriamo il suo trascorrere osservando il mutare delle cose. (Nadine Gordimer)
170. Il tempo scorre velocissimo e ce ne accorgiamo soprattutto quando guardiamo indietro: mentre siamo intenti al presente, passa inosservato, tanto vola leggero nella sua fuga precipitosa. (Seneca)
171. Il tempo--lo sappiamo bene--scorre sempre secondo il medesimo ritmo; oggi, tuttavia, si ha l'impressione che sia sottoposto a un moto di continua accelerazione, in ragione soprattutto della moltiplicazione e complessità dei fenomeni in mezzo ai quali viviamo. (Giovanni Paolo II)
172. Il timore del Signore è gloria e vanto, gioia e corona di esultanza. (Siracide)
173. Il valore non serve a nulla, la sorte domina su tutto, e i più coraggiosi spesso cadono per mano dei codardi. (Tacito)
174. Il vero piacere deriva dall'attività della mente e dall'esercizio del corpo: questi vanno sempre di pari passo. (Humboldt)
175. Impara bene chi impara dal pericolo corso da un altro (Plauto)
176. In amore bisogna essere senza scrupoli, non rispettare nessuno. All'occorrenza essere capaci di andare a letto con la propria moglie (Ennio Flaiano)
177. In quanto alle prove spirituali, alle quali la paterna bontà del celeste Padre ti va assoggettando, ti prego di star rassegnata e possibilmente tranquilla alle assicurazioni di chi tiene il luogo di Dio, in cui ti ama e ti desidera ogni bene e nel cui nome di parla. Soffri, è vero, ma rassegnata; soffri, ma non temere, perché Dio è con te e tu non l'offendi, ma l'ami; soffri, ma credi pure che Gesù stesso soffre in te e per te e con te. Gesù non ti ha abbandonata quando fuggivi da lui, molto meno ti abbandonerà adesso, ed in seguito, che vuoi amarlo. Dio tutto può rigettare in una creatura, perché tutto sa di corruzione, ma non può giammai rigettare in essa il desiderio sincero di volerlo amare. Quindi se non vuoi convincerti ed essere sicura della celeste pietà per altri motivi, devi assicurarti almeno per questo e star tranquilla e lieta. (S. Pio da Pietrelcina)
178. In tutte le tue opere ricordati della tua fine e non cadrai mai nel peccato. (Siracide)
179. In un'epoca corrotta e ignorante come questa, la buona estimazione del popolo è offensiva. (M. de Montaigne)
180. Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che è in me e non porta frutto, Egli lo recide, e ogni tralcio che porta frutto lo rimonda, perché ne produca ancora di più. Come il tralcio non può portare frutto da sé medesimo, se non rimane unito alla vite, così neppure voi se non rimanete in me. (Gesù)
181. Io veggo che tutte le stagioni dell'anno si trovano nelle anime vostre; che talora sentite l'inverno di molte sterilità, distrazioni, svogliatezze e noie; ora le rugiade del mese di maggio con l'odore dei santi fioretti; tra i calori del desiderio di piacere al nostro Sposo divino. Non rimane, dunque, se non l'autunno del quale non vedete voi gran frutti; però occorre bene spesso che al tempo di battere le biade e di premere le uve, si trovino raccolte maggiori di quelle che promettevano le mietiture e le vendemmie. Voi vorreste che tutto fosse nella primavera e nell'estate; ma no, mie dilettissime figliuole, bisogna che sia questa vicissitudine così nell'interno come nell'esterno. Nel cielo tutto sarà di primavera quanto alla bellezza, tutto di autunno quanto al godimento, tutto di estate quanto all'amore. Non vi sarà alcun inverno; ma qui l'inverno è necessario per esercizio dell'abnegazione e di mille piccole ma belle virtù che si esercitano nel tempo della sterilità. (S. Pio da Pietrelcina)
182. La benedizione di Dio vi sia di scorta, sostegno e guida! Formate una famiglia cristiana, se volete un po' di tranquillità in questa vita. Il Signore vi dia figli e poi la grazia di indirizzarli sulla via del cielo. (S. Pio da Pietrelcina)
183. La bontà è come un giardino di benedizioni, la misericordia dura sempre. (Siracide)
184. La buona condotta del padre e della madre, gli esempi sani e continui di onestà e di armonia, di decenza e di buone regole sociali, concorrono coll'educazione della scuola a formare definitivamente il carattere buono nel giovanetto. (G. Sergi).
185. La censura perdona i corvi, ma non risparmia le colombe (Giovenale)
186. La corruzione è il sintomo più infallibile della libertà costituzionale. (Edward Gibbon)
187. La cosa più importante in un discorso sono le pause. (R. Richardson)
188. La critica è indulgente coi corvi e si accanisce con le colombe. (Giovenale)
189. La democrazia sostituisce l'elezione da parte dei molti incompetenti all'incarico affidato dai pochi corrotti. (George Bernard Shaw)
190. La donna perfetta è la corona del marito, ma quella che lo disonora è come carie nelle sue ossa. (Salomone)
191. La fede in Dio brilla d'una luce immortale attraverso tutte le imposture e le corruttele che gli uomini addensano intorno a quel nome. (G. Mazzini)
192. La felicità è come la salute: se non te ne accorgi vuol dire che c'è. (Ivan Sergeevic Turgenev)
193. La gratitudine è la forma più squisita di cortesia (Jacques Maritain)
194. La lettura è per la mente quel che l'esercizio è per il corpo. (Joseph Addison)
195. La lontananza è il fascino dell'amore. (Corrado Alvaro)
196. La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! (Gesù)
197. La malvagità è sempre più facile della virtù, perché in tutto prende sempre una scorciatoia. (Samuel Johnson)
198. La miseria non basta soccorrerla, bisogna andarla a cercare. (L. Guanella)
199. La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. (S. Paolo)
200. La morte ti viene incontro: la dovresti temere se potesse rimanere con te: ma necessariamente o non è ancora arrivata o passa oltre. (Seneca)
201. La nostra capacità di rappresaglia deve essere, ed è, massiccia, in modo da scoraggiare ogni forma di aggressione. (John Foster Dulles)
202. La pallottola che mi ucciderà non è ancora stata forgiata. (Napoleone Bonaparte)
203. La palma della gloria non è serbata se non a chi combatte da prode fino alla fine. Incominci dunque quest'anno il nostro santo combattimento. Dio ci assisterà e coronerà di un eterno trionfo. (S. Pio da Pietrelcina)
204. La passione è distruggitrice; vero creatore non è che l'affetto; la passione inaridisce l'anima e la tormenta; l'affetto la solleva e la scalda; la passione è cieca, imprudente, provocatrice; l'affetto è costante, umano, magnanimo; la passione è torrente che assorda, strascina, e, per vincere, devasta; l'affetto scorre quieto, ma inesauribile, e per vari rivi discende a portare nei luoghi più riposti le gioie della vita. (N. Tommaseo)
205. La puntualità è la cortesia dei re. (attribuito a Luigi XVIII)
206. La ragione e l'amore sono nemici giurati. (Corneille)
207. La ragione vera per cui non sempre riesci a fare bene le tue meditazioni, io la rinvengo in questo e non mi sbaglio. Tu ti accosti a meditare con una certa specie di alterazione, congiunta con una grande ansietà, di trovare qualche oggetto che possa far rimanere contento e consolato il tuo spirito; e questo basta per far che tu non trovi mai quel che cerchi e non posi la tua mente nella verità che mediti. Figlia mia, sappi che quando uno cerca con grande fretta ed avidità una cosa perduta, la toccherà con le mani, la vedrà con gli occhi cento volte, e non se ne accorgerà mai. Da questa vana ed inutile ansietà non ti può derivare altro che una grande stanchezza di spirito ed impossibilità di mente; di fermarsi sull'oggetto che tiene presente; e da questo, poi, come da sua propria causa, una certa freddezza e stupidità dell'anima specificatamente nella parte affettiva. Non conosco altro rimedio al riguardo all'infuori di questo: uscire da questa ansietà, perché essa è uno dei maggiori traditori che la vera virtù e la soda devozione possa mai avere; finge di riscaldarsi al ben operare, ma non lo fa se non per raffreddarsi e ci fa correre per farci inciampare. (S. Pio da Pietrelcina)
208. La scherma è l'arte di farsi ammazzare cortesemente (J.L.A.Commerson)
209. La situazione dell'uomo nel mondo contemporaneo, infatti, sembra lontana dalle esigenze oggettive dell'ordine morale, come dalle esigenze della giustizia e, ancora più, dell'amore sociale. (Giovanni Paolo II)
210. La sofferenza della mente è peggiore di quella del corpo. (Publilio Siro)
211. La sola differenza che c'è tra schiavo e animale è che gli animali obbediscono non indotti dalla ragione, ma dalle percosse; tuttavia l'utilità che si ricava sia dagli uni che dagli altri è poco diversa, perché tanto gli schiavi quanto gli animali domestici ci aiutano col corpo a soddisfare i nostri bisogni. (Aristotele)
212. La solitudine è per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo (Seneca)
213. La speranza è il solo bene che è comune a tutti gli uomini, e anche coloro che non hanno più nulla la possiedono ancora. (Talete)
214. La speranza è un rischio che bisogna correre. (Georges Bernanos)
215. La terra è madre di tutti e tutti devono avere su essa eguali diritti. È come sperare che i fiumi possano andare contro corrente il credere che un uomo nato libero possa essere felice, quando lo si costringe e quando gli si toglie la libertà di andare dove vuole. (Joseph - Capo pellerossa)
216. La terra senza l'uomo non è che un vasto deserto, o per dir meglio un sepolcro; ella abbisogna delle mani di lui per esser coltivata; cosicché a ragione lo riguarda come un signore e sovrano, ed, attenta in riconoscerne le cure e il dominio, secondo il corso delle stagioni ora gli offre i più vaghi fiori ora i frutti più delicati ed eccellenti. (Ganganelli)
217. La tragedia delle democrazie moderne è che non sono ancora riuscite a realizzare la democrazia. (Jacques Maritain)
218. La vera felicità proviene da un senso di pace e appagamento interiori, che a sua volta si ottiene coltivando altruismo, amore, compassione e grazie all'eliminazione di rancore, egoismo e avidità. (Dalai Lama)
219. La vera umiltà del cuore è quella sentita e vissuta più che mostrata. Bisogna umiliarsi sempre davanti a Dio, ma non con quella umiltà falsa che porta allo scoraggiamento, generando sconforto e disperazione. Dobbiamo avere un basso concetto di noi stessi. Crederci inferiori a tutti. Non anteporre il proprio utile a quello degli altri. (S. Pio da Pietrelcina)
220. La vita dei morti è posta nel ricordo dei vivi. (Cicerone)
221. La vita sarebbe tollerabile se non fosse per i suoi divertimenti. (Sir George Cornewall Lewis)
222. L'amicizia è una fratellanza e, nel suo più alto senso, è il bello ideale della fratellanza. E' un accordo supremo di due o tre anime, non mai di molte, le quali son divenute come necessarie l'una all'altra; le quali hanno trovato l'una nell'altra la massima disposizione a capirsi, a giovarsi, a nobilmente interpretarsi, a spronarsi al bene (N. Tommaseo).
223. L'amore è come il fulmine: non si sa dove cade finché non è caduto. (H. Lacordaire)
224. L'anima beata di Maria, come colomba cui vengono spezzati i lacci, si disciolse dal suo santo corpo e volò nel seno del suo diletto. (S. Pio da Pietrelcina)
225. L'anima nasce vecchia, ma ringiovanisce. E' la commedia della vita. Il corpo nasce giovane e invecchia. E' la tragedia della vita. (Oscar Wilde)
226. L'anima si sbigottisce a ricordare. (Virgilio)
227. L'ansietà è uno dei maggiori traditori che la vera virtù e soda devozione possa mai avere; finge di riscaldarsi al bene operare, ma non lo fa, se non per raffreddarsi, e non ci fa correre, per farci inciampare e per questo bisogna guardarsene in ogni occasione, particolarmente nell'orazione; e per meglio riuscirci, sarà bene ricordarsi che le grazie ed i gusti dell'orazione non sono acque della terra ma del cielo, e che perciò tutti i nostri sforzi non bastano a far cadere, benché sia necessario il disporsi con grandissima diligenza sì, ma sempre umile e tranquilla: bisogna tenere il cuore aperto verso il cielo, ed aspettare di là la celeste rugiada. (S. Pio da Pietrelcina)
228. L'avaro soffre della sua passione più del povero, e il geloso più del cornuto. (M. de Montaigne)
229. Le difficoltà rafforzano la mente, come la fatica rafforza il corpo. (Seneca)
230. Le discordie fraterne sono la prima pietra di distruzione gettata contro l'edificio della società, una delle maggiori nequizie della famiglia. Peggio ancora se le contese tra fratelli non fossero solo dissidenze di carattere, ma fossero prodotte da calcoli d'interesse. (P. Mantegazza)
231. Le donne tendono sempre a non essere d'accordo coi loro mariti. (M. de Montaigne)
232. Le imposture e le corruttele passano, come passano le tirannidi: Dio resta, come resta il Popolo, immagine di Dio sulla terra. (G. Mazzini)
233. Le matrone più sagge, a Roma, erano onorate di offrire fiori e corone al dio Priapo; e sulle sue parti meno oneste si facevano sedere le vergini al tempo delle loro nozze. (M. de Montaigne)
234. Le scuse e riparazioni che vedo fare tutti i giorni per correggere l'eccesso, mi sembrano più brutte dell'eccesso stesso. (M. de Montaigne)
235. Le tentazioni contro la fede e la purità è merce offerta dal nemico, ma non temerlo se non con il disprezzo. Finché egli strepita è segno che non ancora si è impossessato della volontà. Tu non ti disturbare per ciò che vai sperimentando da parte di questo angiolo ribelle; la volontà sia sempre contraria alle sue suggestioni, e vivi tranquilla, ché non vi è colpa, ma sebbene vi è il compiacimento di Dio ed il guadagno per l'anima tua. (S. Pio da Pietrelcina)
236. Le tentazioni non ti sgomentino; sono la prova dell'anima che Dio vuole sperimentare quando la vede nelle forze necessarie a sostenere il combattimento ed interessarsi con le proprie mani il serto della gloria. Finora la tua vita fu d'infante; adesso il Signore vuole trattarti da adulta. E poiché le prove della vita adulta sono molto superiori a quella di chi è infante, ecco perché ti trovi in principio disorganizzata; ma la vita dell'anima acquisterà la sua calma e la tua calma ritornerà, non tarderà. Abbi pazienza ancora un poco; tutto andrà per il tuo meglio. (S. Pio da Pietrelcina)
237. L'erbaccia è una pianta di cui non sono state ancora scoperte le virtù. (Ralph Waldo Emerson)
238. L'esempio corregge assai meglio degli errori. (Voltaire)
239. L'esercizio fisico, anche quando è imposto, non fa nessun male al corpo, ma la conoscenza acquisita per forza non ha presa sulla mente (Platone)
240. Libri e matrimonio non vanno d'accordo. (Molière)
241. Licoride, o Fabiano, ha seppellito ad una ad una tutte le sue amiche. Oh diventasse amica di mia moglie! (Marziale)
242. L'ignoranza che si riconosce, che si giudica e che si condanna, non è un'ignoranza intera: per esser tale, occorre che essa ignori sé stessa. (M. de Montaigne)
243. L'iniquo accetta regali di sotto il mantello per deviare il corso della giustizia. (Salomone)
244. L'innamorato è un individuo i cui discorsi annoiano tutti, fuorchè l'amato. (N. Plume)
245. L'insonnia per la ricchezza logora il corpo, l'affanno per essa distoglie il sonno. (Siracide)
246. L'istruzione, come la ricchezza, può essere sorgente di bene e di male, a seconda delle intenzioni colle quali s'adopera: consacrata al progresso di tutti, è mezzo d'incivilimento e di libertà; rivolta all'utile proprio, diventa mezzo di tirannide e di corruttela (G. Mazzini).
247. Lo spirito di Dio è spirito di pace, ed anche nelle mancanze più gravi ci fa sentire un dolore tranquillo, umile, confidente, e ciò dipende appunto dalla sua misericordia. Lo spirito del demonio, invece, eccita, esaspera e ci fa provare, nello stesso dolore, quasi l'ira contro noi stessi, mentre invece la prima carità la dobbiamo appunto usare verso di noi. Quindi se alcuni pensieri ti agitano, pensa che questa agitazione non viene mai da Dio, che ti dona la tranquillità, essendo spirito di pace, ma dal diavolo. (S. Pio da Pietrelcina)
248. Lo stato di diseguaglianza tra uomini e popoli non soltanto perdura, ma aumenta. Avviene tuttora che accanto a coloro che sono agiati e vivono nell'abbondanza, esistono quelli che vivono nell'indigenza, soffrono la miseria e spesso addirittura muoiono di fame; e il loro numero raggiunge decine e centinaia di milioni. È per questo che l'inquietudine morale è destinata a divenire ancor più profonda. (Giovanni Paolo II)
249. L'oblio delle offese è segno di sincero pentimento. Chi ne conserva il ricordo crede d'essere pentito, ma è simile a chi corre ... solo in sogno. (Giovanni Climaco)
250. L'occhio desidera grazia e bellezza, ma più ancora di esse il verde dei campi. (Siracide)
251. L'onore che rendiamo alla memoria dei nostri morti, l'amore così puro che sentiamo ancora per loro, parte dalle fibre più sensibili del nostro cuore, e nessun popolo, in nessuna delle epoche conosciute, si mostrò mai indifferente a tali sentimenti (M D'Azeglio).
252. L'ozio è il principio di tutti i vizi, il coronamento di tutte le virtù. (Franz Kafka)
253. Lucullo, Cesare, Pompeo, Antonio, Catone e altre brave persone furono cornuti, e lo seppero senza farne scalpore. (M. de Montaigne)
254. L'unico modo di comportarsi con una donna è farle la corte se è carina o farla ad un'altra se è brutta. (Oscar Wilde)
255. L'uomo contemporaneo ha dunque paura che, con l'uso dei mezzi inventati da questo tipo di civiltà, i singoli individui ed anche gli ambienti, le comunità, le società, le nazioni, possano rimanere vittima del sopruso di altri individui, ambienti, società. La storia del nostro secolo ne offre esempi in abbondanza. Malgrado tutte le dichiarazioni sui diritti dell'uomo nella sua dimensione integrale, cioè nella sua esistenza corporea e spirituale, non possiamo dire che questi esempi appartengano soltanto al passato. (Giovanni Paolo II)
256. L'uomo contemporaneo si interroga spesso, con profonda ansia, circa la soluzione delle terribili tensioni che si sono accumulate sul mondo e si intrecciano in mezzo agli uomini. E se talvolta non ha il coraggio di pronunciare la parola "misericordia", oppure nella sua coscienza, priva di contenuto religioso, non ne trova l'equivalente, tanto più bisogna che la Chiesa pronunci questa parola, non soltanto in nome proprio, ma anche in nome di tutti gli uomini contemporanei. (Giovanni Paolo II)
257. L'uomo d'oggi sembra essere sempre minacciato da ciò che produce, cioè dal risultato del lavoro delle sue mani e, ancor più, del lavoro del suo intelletto, delle tendenze della sua volontà. I frutti di questa multiforme attività dell'uomo, troppo presto e in modo spesso imprevedibile, sono non soltanto e non tanto oggetto di "alienazione", nel senso che vengono semplicemente tolti a colui che li ha prodotti; quanto, almeno parzialmente, in una cerchia conseguente e indiretta dei loro effetti, questi frutti si rivolgono contro l'uomo stesso.(Giovanni Paolo II)
258. L'uomo infedele al proprio letto dice fra sé: "Chi mi vede? Tenebra intorno a me e le mura mi nascondono; nessuno mi vede, che devo temere? Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo". Il suo timore riguarda solo gli occhi degli uomini; non sa che gli occhi del Signore sono miriadi di volte più luminosi del sole; essi vedono tutte le azioni degli uomini e penetrano fin nei luoghi più segreti. (Siracide)
259. L'uomo per la parola, e il bue per le corna. (G. Verga)
260. L'uomo ricorre alla verità solamente quando è a corto di bugie (M. Lenoir)
261. Ma questo lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine siamo tutti morti. (John Maynard Keynes)
262. Madre mia, profondi in me quell'amore che ardeva nel tuo cuore per lui, in me che, ricoperto di miserie, ammiro in te il mistero del tuo immacolato concepimento, e che ardentemente bramo che per esso tu mi renda puro il cuore per amare il mio e tuo Dio, pura la mente per assorgere a lui e contemplarlo, adorarlo e servirlo in spirito e verità, puro il corpo affinché sia un suo tabernacolo meno indegno di possederlo quando si degnerà venire in me nella santa comunione. (S. Pio da Pietrelcina)
263. Maria sia la stella, che vi rischiari il sentiero, vi mostri la via sicura per andare al celeste Padre; essa sia quale ancora, a cui dovete sempre più strettamente unirvi nel tempo della prova. (S. Pio da Pietrelcina)
264. Matta è quella pecora che si confessa al lupo. (Proverbio)
265. Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior compenso nella fatica. Infatti, se vengono a cadere, l'uno rialza l'altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo come fa a riscaldarsi? Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto. (Ecclesiaste)
266. Meglio un povero di aspetto sano e forte che un ricco malato nel suo corpo. (Siracide)
267. Meglio un ragazzo povero ma accorto, che un re vecchio e stolto che non sa ascoltare i consigli. (Ecclesiaste)
268. Mi basta un solo bicchierino per ubriacarmi. Il problema è che non mi ricordo se è il trentesimo o il quarantesimo (George Burns)
269. Mi è dispiaciuto moltissimo nel sapere che sei stata ammalata, ma ho goduto moltissimo nel sapere che ti vai rimettendo e più ancora ho goduto nel vedere rifiorire in mezzo a voi la vera pietà e cristiana carità addimostrata nella tua infermità. (S. Pio da Pietrelcina)
270. Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della luce sulle tenebre: il saggio ha gli occhi in fronte, ma lo stolto cammina nel buio. Ma so anche che un'unica sorte è riservata a tutt'e due. (Ecclesiaste)
271. Misero chi non ha in casa sua dove stare a sé, dove farsi la corte in privato, dove nascondersi! (M. de Montaigne)
272. Molti fanno il conto degli anni trascorsi dalla loro conversione a Dio; ma scarso è sovente il frutto della loro emendazione. Certamente morire è cosa che mette paura; ma forse è più pericoloso vivere a lungo. Beato colui che ha sempre dinanzi agli occhi l'ora della sua morte ed è pronto ogni giorno a morire. (T. da Kempis)
273. Molti organi del corpo umano sono doppi: specie la lingua. (Gerhard Uhlembruck)
274. Molti si rovinano colla scelta sconsiderata degli amici e dei compagni. Non fate lega se non con quelli che vanno per la strada del bene. Gli altri vi pervertirebbero coi discorsi e cogli esempi; appassirebbero in voi il delicato fiore dell'innocenza, che sorge soave profumo sulla giovinezza (C. Cantù).
275. Molti, di fronte alle tentazioni, cercano di fuggire, ma cadono poi in esse anche più gravemente. Non possiamo vincere semplicemente con la fuga; ma è con la sopportazione e con la vera umiltà che saremo più forti di ogni nemico. Ben poco progredirà colui che si allontana un pochino e superficialmente dalle tentazioni, senza sradicarle: tosto ritorneranno ed egli sarà ancor peggio. Vincerai più facilmente, a poco a poco, con una generosa pazienza e con l'aiuto di Dio; più facilmente che insistendo cocciutamente nel tuo sforzo personale. (T. da Kempis)
276. Moriamo ogni giorno: ogni giorno ci viene tolta una parte della vita e anche quando ancora cresciamo, la vita decresce. (Seneca)
277. Nel discorso del pio c'è sempre saggezza, lo stolto muta come la luna. (Siracide)
278. Nel tumultuare delle passioni e delle avverse vicende ci sorregga la cara speranza della sua inesauribile misericordia. Corriamo fidenti al tribunale di penitenza, ove egli con ansia di padre in ogni istante ci attende; e, pur consapevoli della nostra insolvibilità dinanzi a lui, non dubitiamo del perdono solennemente pronunziato sui nostri errori. Poniamo su di essi, come ce l'ha posta il Signore, una pietra sepolcrale. (S. Pio da Pietrelcina)
279. Nella vita spirituale più si corre e meno si fatica; anzi, la pace, preludio all'eterno gaudio, s'impossesserà di noi e saremo felici e forti a misura che vivendo in questo studio, faremo vivere Gesù in noi, mortificando noi stessi. (S. Pio da Pietrelcina)
280. Nelle tentazioni combatti da forte con le anime forti e combatti assieme col supremo duce; nelle cadute non te ne stare lì prostrata di spirito e di corpo; umiliati molto, ma senza perderti d'animo; abbassati, senza degradarti; lava le tue imperfezioni e le tue cadute con sincere lacrime di contrizione, senza mancare di fiducia nella divina bontà, che rimarrà sempre più grande della tua ingratitudine; proponi di emendarti, senza presumere di te stessa, ma la tua fortezza deve essere riposta in Dio solo; confessa sinceramente, in ultimo, che se Dio non fosse la tua corazza ed il tuo scudo, tu saresti incautamente trafitta da ogni specie di peccato. (S. Pio da Pietrelcina)
281. Nessuna donna è un genio. Le donne sono un sesso decorativo. Non hanno mai nulla da dire, ma lo dicono con grazia. (O. Wilde)
282. Nessuno ardisca dare o ricevere qualcosa senza il permesso dell'abate, né avere alcunché di proprio, assolutamente nulla, dato che i monaci non sono ormai più padroni né del loro corpo né della loro volontà. (Regola di S. Benedetto)
283. Non ammiro il coraggio dei domatori: chiusi in gabbia sono al riparo dagli uomini (G.B.Shaw)
284. Non arrossire di confessare i tuoi peccati, non opporti alla corrente di un fiume. (Siracide)
285. Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché Satana non vi tenti nei momenti di passione. (S. Paolo)
286. Non bisogna agire con moti violenti, se non si vuole correre il rischio di nulla guadagnare. È necessario rivestirsi di grande prudenza cristiana. (S. Pio da Pietrelcina)
287. Non bisogna scoraggiarsi, perché se nell'anima vi è il continuo sforzo di migliorare, alla fine il Signore la premia facendo fiorire il lei ad un tratto tutte le virtù come in un giardino fiorito. (S. Pio da Pietrelcina)
288. Non c'è di meglio per l'uomo che mangiare e bere e godersela nelle sue fatiche; ma mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. Difatti, chi può mangiare e godere senza di lui? Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre al peccatore dà la pena di raccogliere e d'ammassare per colui che è gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un inseguire il vento! (Ecclesiaste)
289. Non c'è peggiore e più insidioso nemico dell'anima tua, di te stesso, quando il corpo non si accorda con lo spirito. Per avere vittoria sulla carne e sul sangue, devi assumere un totale e vero disprezzo di te. Tu hai ancora invece un eccessivo e disordinato amore di te stesso; per questo sei tanto esitante a rimetterti interamente alla volontà degli altri. (T. da Kempis)
290. Non c'è ricchezza migliore della salute del corpo e non c'è contentezza al di sopra della gioia del cuore. (Siracide)
291. Non c'è uomo, per quanto decrepito, che non pensi di avere ancora in corpo venti anni. (M. de Montaigne)
292. Non ci dice forse lo Spirito Santo che come l'anima si accosta a Dio deve prepararsi alla tentazione? Su, dunque, coraggio, mia buona figliuola; combatti da forte e ne avrai il premio riservato alle anime forti. (S. Pio da Pietrelcina)
293. Non ci è permesso scegliere la cornice del nostro destino. Ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro. (Dag Hammarskjöld)
294. Non coricatevi senza che la coscienza renda testimonianza di un servizio reso al prossimo. (G. Cusmano)
295. Non costa molto essere cortesi con quelle persone di cui non c'importa un bel niente. (Oscar Wilde)
296. Non debbo poi mai far passare il primo mese dell'anno senza portare alla tua anima, o mia carissima figliuola, il saluto della mia ed assicurarti sempre più dell'affetto che il mio cuore nutre pel tuo, al quale non cesso mai di desiderare ogni sorta di benedizione e di felicità spirituale. Ma, mia buona figliuola, cotesto tuo povero [cuore] io te lo raccomando vivamente: abbi cura di renderlo di giorno in giorno grato sempre più al nostro dolcissimo Salvatore, e fare in modo che il presente anno sia più fertile di quello scorso in buone opere, giacché a misura che gli anni scorrono e che l'eternità si appressa, bisogna raddoppiare il coraggio ed innalzare il nostro spirito a Dio, servendolo con maggior diligenza in tutto ciò che la nostra vocazione e professione cristiana ci obbliga. (S. Pio da Pietrelcina)
297. Non dire: "Ho quanto mi occorre; che cosa potrà ormai capitarmi di male?". Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura; nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità. (Siracide)
298. Non disdegnare i discorsi dei saggi, medita piuttosto le loro massime, perché da essi imparerai la dottrina e potrai essere a servizio dei grandi. (Siracide)
299. Non è ancora matura [l'uva]: non voglio prenderla acerba. (Fedro)
300. Non è la deformità del corpo a rendere brutta l'anima, ma la bellezza dell'anima a far bello il corpo. (Seneca)
301. Non è la vittoria che conta, bensì la tenacia e il coraggio con i quali abbiamo lottato. (Madre Teresa)
302. Non è per nulla facile far entrare una donna nel suo quarantesimo anno di vita. Ed è ancora più difficile farcela uscire. (André Roussin)
303. Non essere precipitoso con la bocca e il tuo cuore non si affretti a proferir parola davanti a Dio, perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra; perciò le tue parole siano parche, poiché dalle molte preoccupazioni vengono i sogni e dalle molte chiacchiere il discorso dello stolto. (Ecclesiaste)
304. Non gonfiarti per la prestanza e la bellezza del tuo corpo; alla minima malattia esse si guastano e si deturpano. (T. da Kempis)
305. Non incontrarti con una donna cortigiana, che non abbia a cadere nei suoi lacci. (Siracide)
306. Non lasciarti opprimere dalle calamità, ma va incontro a loro coraggiosamente. (Virgilio)
307. Non litigare con un uomo ricco, perché egli non t'opponga il peso del suo danaro, poiché l'oro ha corrotto molti e ha fatto deviare il cuore dei re. (Siracide)
308. Non maltrattate le bestie, ma abbiatene cura, ché potete cosi esercitare qualche facoltà e del corpo e della mente e dell'animo vostro: potete anche osservare e imparare. Ma non prendete ad allevarle e mantenerle per mero trastullo, ch'è perditempo e spesa non tanto dì denaro quanto d'affetto, il quale poi è negato alle persone a cui più si deve: onde la passione per le bestie diventa insieme ingiustizia e ridicolezza (N. Tommaseo).
309. Non permettere alla tua lingua di correre avanti al tuo pensiero (Chilone di Sparta)
310. Non possiamo fare troppo affidamento su noi stessi, perché spesso ci manca la grazia e la capacità di sentire rettamente. Scarsa è la luce che è in noi, e subitamente la perdiamo per la nostra negligenza. Spesso poi non ci accorgiamo neppure di essere così ciechi interiormente: facciamo il male e, cosa ancora peggiore, ci andiamo scusando. (T. da Kempis)
311. Non posso, poi, affatto credere e quindi dispensarti dal meditare solo perché a te sembra di non ricavarne nulla. Il sacro dono dell'orazione, mia buona figliuola, sta posto nella mano destra del Salvatore, ed a misura che tu sarai vuota di te stessa, cioè dell'amore del corpo e della tua propria volontà, e che ti andrai ben radicando nella santa umiltà, il Signore lo andrà comunicando al tuo cuore. (S. Pio da Pietrelcina)
312. Non rievocare nella tua mente ciò che tuo fratello può aver detto in un momento di acredine, sia che t'abbia insultato faccia a faccia, sia che abbia sparlato di te con un altro e quest'altro sia venuto a riferirtelo. Se ti abbandoni al rancore, dal rancore all'odio il passo è breve. (Massimo il Confessore)
313. Non rispondere prima di avere ascoltato, in mezzo ai discorsi non intrometterti. (Siracide)
314. Non si corregge colui che è impiccato, si correggono gli altri per mezzo di lui. (M. de Montaigne)
315. Non si dovrebbe parlare di corda in casa dell'impiccato. (Miguel de Cervantes y Saavedra)
316. Non siate più saggi di quanto occorre, ma siate saggi con sobrietà. (M. de Montaigne)
317. Non so poi affatto compatirti né perdonarti quel tuo modo di tralasciare con facilità la comunione nonché la santa meditazione. Ricordati, figlia mia, che non si perviene a salute se non per la preghiera; che non si vince la battaglia se non per la preghiera. A te dunque la scelta. (S. Pio da Pietrelcina)
318. Non temete coloro che uccidono il corpo e non possono uccidere l'anima, ma temete colui che può mandare l'anima e il corpo all'inferno. (Gesù)
319. Non ti lamenterai mai delle offese, da qualunque parte ti vengono fatte, ricordandoti che Gesù venne saturato di obbrobri dalla malizia degli uomini che egli stesso aveva beneficato. Scuserai tutti con la carità cristiana, tenendo innanzi gli occhi l'esempio del divino Maestro che scusò persino i suoi crocifissori dinanzi al Padre suo. (S. Pio da Pietrelcina)
320. Non ti perdere di coraggio se ti tocca lavorare molto e raccogliere poco. Se pensassi quanto costa un'anima sola a Gesù, non faresti lamento alcuno. (S. Pio da Pietrelcina)
321. Non trascurare i discorsi dei vecchi, perché anch'essi hanno imparato dai loro padri; da essi imparerai l'accorgimento e come rispondere a tempo opportuno. (Siracide)
322. Non v'accorgete voi che noi siam vermi / nati a formar l'angelica farfalla, / che vola alla giustizia senza schermi? (Dante)
323. Non vedo matrimoni che falliscano più presto e si offuschino come quelli che cominciano dalla bellezza e dai desideri amorosi. Vi occorrono fondamenti più solidi e fermi; quella vivacità bollente non vale nulla. (M. de Montaigne)
324. Non vogliamo persuaderci che la sofferenza è necessaria all'anima nostra; che la croce deve essere il nostro pane quotidiano. Come il corpo ha bisogno di nutrimento così, l'anima ha bisogno della croce, giorno per giorno, per purificarsi e distaccarsi dalle creature. Non vogliamo comprendere che Dio non vuole, non può salvarci né santificarci senza la croce e più egli attira a sé un'anima, più la purifica per mezzo della croce. (S. Pio da Pietrelcina)
325. Non voglio spogliarmi prima di andarmi a coricare. (M. de Montaigne)
326. Non volerti gonfiare, dunque, per alcuna arte o scienza, che tu possegga, ma piuttosto abbi timore del sapere che ti è dato. Anche se ti pare di sapere molte cose; anche se hai buona intelligenza, ricordati che sono molte di più le cose che non sai. Non voler apparire profondo (Rm 11, 20;12, 16); manifesta piuttosto la tua ignoranza. (T. da Kempis)
327. O morte, come è amaro il tuo pensiero per l'uomo che vive sereno nella sua agiatezza, per l'uomo senza assilli e fortunato in tutto, ancora in grado di gustare il cibo! O morte, è gradita la tua sentenza all'uomo indigente e privo di forze, vecchio decrepito e preoccupato di tutto, al ribelle che ha perduto la pazienza! Non temere la sentenza della morte, ricòrdati dei tuoi predecessori e successori. (Siracide)
328. Occorre che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati. (Don Giovanni Bosco)
329. Occorre che la carne sia imbrigliata e costretta a stare soggetta, fino a che non sia pronta a tutto; fino a che non sappia accontentarsi, lieta di poche e semplici cose, senza esitare di fronte ad alcuna difficoltà. (T. da Kempis)
330. Occorre guardare il proprio vizio e studiarlo per ridirlo. Coloro che lo nascondono agli altri, lo nascondono di solito a sé stessi. (M. de Montaigne)
331. Occorre manovrare le imprese umane più grossolanamente e superficialmente, e lasciarne buona e gran parte ai diritti della fortuna. (M. de Montaigne)
332. Occorre talvolta che tu usi il freno, anche nell'intraprendere e nel desiderare cose buone. Ché il tuo animo potrebbe poi esser distolto da ciò, come cosa eccessiva; o potresti ingenerare scandalo in altri, per essere andato al di là delle regole comuni; o potresti d'un tratto cadere in agitazione perché ti si ostacola. (T. da Kempis)
333. Ogni bambino che nasce è il segno che Dio non è ancora stanco degli uomini. (Tagore)
334. Ogni età porta seco i suoi difetti: la gioventù è impetuosa e insaziabile nei piaceri; la vecchiezza è incorreggibile nella sua avarizia. (Fenelon)
335. Ogni progresso della civiltà è stato denunciato come innaturale quando era ancora recente. (Lord Bertrand Russell)
336. Ogni tuo successo ti crea un nemico; per essere simpatico occorre essere mediocre. (O. Wilde)
337. Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto (Oscar Wilde)
338. Ognuno all'arte sua, e il lupo alle pecore. (G. Verga)
339. Ognuno evita di veder nascere un uomo, ognuno corre a vederlo morire. Per distruggerlo si cerca un campo spazioso in piena luce: per fabbricarlo ci si nasconde in un crepaccio tenebroso e stretto. (M. de Montaigne)
340. Onora tuo padre con tutto il cuore e non dimenticare i dolori di tua madre. Ricorda che essi ti hanno generato; che darai loro in cambio di quanto ti hanno dato? (Siracide)
341. Oro e argento rendono sicuro il piede, ma ancora di più si apprezza un consiglio. (Siracide)
342. Osserva bene: sempre che la tentazione ti dispiacerà, non vi è cosa da temere. Ma perché ti dispiace ella, se non perché non vorresti sentirla? Queste tentazioni sì importune vengono dalla malizia del demonio, ma il dispiacere e la sofferenza che ne risentiamo vengono dalla misericordia di Dio, il quale, contro la volontà del nemico nostro, ritrae dalla sua malizia la santa tribolazione, per mezzo della quale egli purifica l'oro che vuol mettere nei suoi tesori. Dico ancora: le tentazioni sono del demonio e dell'inferno, ma le tue pene ed afflizioni sono di Dio e del paradiso; le madri sono di Babilonia, ma le figlie sono di Gerusalemme. Disprezza le tentazioni ed abbraccia le tribolazioni. No, no, mia figliuola, lascia soffiare il vento e non pensare che lo squillo delle foglie sia il rumore delle armi. (S. Pio da Pietrelcina)
343. Parla il ricco, tutti tacciono ed esaltano fino alle nuvole il suo discorso. Parla il povero e dicono: "Chi è costui?". Se inciampa, l'aiutano a cadere. (Siracide)
344. Pensare è spaziare nell'infinito (J. B. Lacordaire)
345. Penso tra me e me quanti sono gli uomini che esercitano il corpo e quanto pochi quelli che esercitano la mente; quanta gente accorre a un passatempo inconsistente e vano, e che deserto intorno alle scienze; che animo debole hanno quegli atleti di cui ammiriamo i muscoli e le spalle. (Seneca)
346. Per chi aspira al primo posto non è indecoroso fermarsi al secondo o al terzo. (Marco Tullio Cicerone)
347. Per cinque ragioni Dio permette che veniamo tentati: perché gli attacchi e i contrattacchi ci allenino nel discernimento del bene e del male; perché la nostra virtù, grazie allo sforzo e alla lotta, diventi più stabile; perché evitiamo la presunzione e impariamo l'umiltà anche se progrediamo nella virtù; perché l'esperienza del male, fatta in questi casi, ci ispiri un odio illimitato per esso; soprattutto perché, giunti alla libertà interiore, ci convinciamo della debolezza nostra e della potenza di colui che ci ha soccorsi. (Massimo il Confessore)
348. Per la felicità non occorre che l'uomo possieda beni terreni in sovrabbondanza; basta averne una modesta quantità, giacché la vita di quaggiù è veramente una misera cosa. (T. da Kempis)
349. Per la vita eterna, molti a stento alzano da terra un piede. Si corre dietro ad un modesto guadagno; talora, per un soldo, si litiga vergognosamente; per una cosa da nulla e dietro una piccola speranza non si esita a faticare giorno e notte; ma - cosa spudorata - per un bene che non viene meno, per un premio inestimabile, per l'onore più grande e la gloria che non ha fine, si stenta a faticare anche un poco. (T. da Kempis)
350. Per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? (Gesù)
351. Per l'amore il corpo non è che un tramite. (Giovanni Paolo II)
352. Per quanto male un uomo possa pensare delle donne, non c'è donna che non ne pensi ancor peggio di lui. (Nicolas-Sébastien Roch de Chamfort)
353. Per quanto tu cammini, ed anche percorrendo ogni strada, non potrai mai raggiungere i confini dell'anima; tanto profonda è la sua vera essenza. (Eraclito)
354. Per saggiare la realtà dobbiamo farla camminare sulla corda tesa. Quando le verità si fanno acrobati, possiamo darne un giudizio. (O. Wilde)
355. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. (Gesù)
356. Persino le mani che fanno corone di spine sono da preferire alle mani oziose. (Kahlil Gibran)
357. Più uno Stato è corrotto, più fa leggi. (Tacito)
358. Poco importa che voi possiate dirvi puri: quando anche poteste, isolandovi, rimanervi tali, se avete a due passi la corruzione e non cercate combatterla, tradite i vostri doveri. (G. Mazzini)
359. Portare una corazza ti evita il dolore, ma ti evita anche il piacere (Celeste Holm)
360. Povere sventurate quelle anime che si gettano nel turbinio delle preoccupazioni mondane; più esse amano il mondo, più le loro passioni si moltiplicano, più i loro desideri si accendono, più si trovano incapaci ai loro progetti; ed ecco le inquietudini, le impazienze, gli urti terribili che spezzano i loro cuori, che non palpitano di carità e di santo amore. Preghiamo per queste anime disgraziate, miserabili, che Gesù le perdoni e le tragga con la sua infinita misericordia a sé. (S. Pio da Pietrelcina)
361. Pratica, mia carissima figliuola, un particolare esercizio di dolcezza e di sottomissione alla volontà di Dio non solo nelle cose straordinarie, ma ancora in quelle piccolezze che quotidianamente avvengono. Fanne degli atti non solo la mattina, ma ancora durante il giorno e la sera con uno spirito tranquillo e giocondo; e se ti accadesse di mancare, umiliati, proponi e poi alzati e prosegui. (S. Pio da Pietrelcina)
362. Prega e spera; non agitarti. L'agitazione non giova a nulla. Iddio è misericordioso e ascolterà la tua preghiera. (S. Pio da Pietrelcina)
363. Prepàrati il discorso, così sarai ascoltato; concatena il tuo sapere e poi rispondi. (Siracide)
364. Prima di aprire la bocca, ricordarsi di attivare il cervello. (Mario Metri)
365. Prima di parlare, impara; curati ancor prima di ammalarti. (Siracide)
366. Procura di vivere ora in modo tale che, nell'ora della morte, tu possa avere letizia, anziché paura; impara a morire al mondo, affinché tu cominci allora a vivere con Cristo; impara ora a disprezzare ogni cosa, affinché tu possa allora andare liberamente a Cristo; mortifica ora il tuo corpo con la penitenza, affinché tu passa allora essere pieno di fiducia. (T. da Kempis)
367. Progresso vuol dire che per tutto occorre sempre meno tempo e sempre più denaro. (Frank Sinatra)
368. Purtroppo, non sempre una vita lunga corregge i difetti; anzi spesso accresce maggiormente le colpe. Magari potessimo passare santamente anche una sola giornata in questo mondo. (T. da Kempis)
369. Quando cominciamo ad essere seri, corriamo il grande rischio di diventare noiosi. (William Congreve)
370. Quando hai dolori e tribolazioni, allora è il momento per farti dei meriti. Giacché occorre che tu passi attraverso il "fuoco e l'acqua" prima di giungere nel refrigerio. E se non farai violenza a te stesso, non vincerai i tuoi vizi. (T. da Kempis)
371. Quando il tuo sguardo innanzi a me scintilla, / amabilmente pio, / io chiedo al lume della tua pupilla: / "Dimmi, se 'l sai, bel messagger del core, / dimmi, che cosa è Dio?" / E la pupilla mi risponde: Amore. (A Aleardi)
372. Quando non riesci a camminare a gran passi per la via che a Dio conduce, contentati dei piccoli passi ed aspetta pazientemente che abbi gambe per correre, o meglio ali per volare. Contentati, mia buona figliuola, di essere per ora una piccola ape di nido che ben presto diventerà una grand'ape abile a fabbricare il miele. (S. Pio da Pietrelcina)
373. Quando per giovare debolmente ad altri si corre il rischio di nuocere gravemente a sé stessi, l'intricarsene è pazzia da bastone. (U. Foscolo)
374. Quando si agisce cresce il coraggio, quando si rimanda cresce la paura. (Publilio Siro)
375. Quando vi si propone troppo grasso partito, non correte all'invito: ché spesso poi si trova che lì gatta ci cova (L. Clasio).
376. Quanto grande è la nostra miseria: il nostro corpo va soggetto a tutte le infermità, dolori e debolezze della vita; la nostra anima non riesce sempre ad avere slanci nel bene! Sono queste le conseguenze del peccato originale! Sii umile di cuore e sempre pronto a dominare le tue cattive inclinazioni. (G. Nardi)
377. Quanto più la coscienza umana, soccombendo alla secolarizzazione, perde il senso del significato stesso della parola "misericordia", quanto più, allontanandosi da Dio, si distanzia dal mistero della misericordia, tanto più la Chiesa ha il diritto e il dovere di far appello al Dio della misericordia "con forti grida". (Giovanni Paolo II)
378. Quanto più uno desidera elevarsi spiritualmente, tanto più la vita presente gli appare amara, perché constata pienamente le deficienze dovute alla corrotta natura umana. (T. da Kempis)
379. Quei difetti, nostro od altrui, che non riusciamo a correggere, li dobbiamo sopportare con pazienza, fino a che Dio non disponga altrimenti. Rifletti che, per avventura, questa sopportazione è la cosa più utile per te, come prova di quella pazienza, senza della quale ben poco contano i nostri meriti. Tuttavia, di fronte a tali difficoltà, devi chiedere insistentemente che Dio si degni di venirti in aiuto e che tu riesca a sopportarle lietamente. (T. da Kempis)
380. Quelli che non riescono a ricordare il passato sono condannati a ripeterlo (George Santayana)
381. Quello che conta non è ciò che si dice, ma quello che non occorre dire. (Camus)
382. Radice d'ogni male è la cupidigia: essa commette i sacrilegi e i furti, compie le rapine e le prede, cagiona le guerre e gli omicidi, chiede e riceve iniquamente, ingiustamente negozia, dà o riceve ad usura, presiede alle frodi, scioglie il patto, viola il giuramento, corrompe la testimonianza, perverte il giudizio (S. Innocenzo).
383. Ricorda sempre quali vantaggi hai conseguito; e quando guarderai quante persone di stanno davanti, pensa a quante ti stanno dietro. (Seneca)
384. Ricordalo: è più vicino a Dio il malfattore che ha vergogna di operare il male che l'uomo onesto il quale arrossisce di operare il bene. (S. Pio da Pietrelcina)
385. Ricordate , o sovrani, che la vostra autorità si esercita sul corpo dei vostri sudditi e che i re non hanno potere sui cuori. Ricordate che, se opprimete gli uomini in ciò che possiedono, non ne dominerete mai lo spirito. (Ardashir)
386. Ricordatevi che Dio è in noi, quando siamo in stato di grazia, e fuori, per così dire, di noi quando siamo in stato di peccato; ma il suo angelo non ci abbandona mai... È il nostro amico più sincero e sicuro, quando non abbiamo il torto di rattristarlo con la nostra cattiva condotta. (S. Pio da Pietrelcina)
387. Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che soffrono, essendo anche voi in un corpo mortale. (S. Paolo)
388. Ricordati che con Dio non si scherza. (S. Pio da Pietrelcina)
389. Ricordati che il perno della perfezione è la carità; chi vive di carità, vive in Dio, perché Dio è carità, come disse L'Apostolo. (S. Pio da Pietrelcina)
390. Ricordati che il problema più importante che devi risolvere nella tua vita è quello di salvarti l'anima; solo salvandola, sarai eternamente felice. (G. Nardi)
391. Ricordati che una madre insegna sui primi tempi al proprio bambino a camminare sostenendolo, ma questi però in seguito deve camminare da sé; tu quindi devi ragionare con la tua testa. (S. Pio da Pietrelcina)
392. Ricordati di Gesù, mitis et humilis corde. L'irascimini et nolite peccare è dei santi. Io non mi sono mai pentito della dolcezza usata, ma mi sono sentito un rimorso di coscienza e mi sono dovuto confessare, quando ho usato un po' di durezza. Però, quando dico mitezza, non dico quella che lascia tutto andare. Quella no! Ma intendo quella che rende dolce la disciplina, la quale non va mai trascurata. (S. Pio da Pietrelcina)
393. Ricordati di spogliare gli avvenimenti dal tumulto che li accompagna e di considerarli nella loro essenza: capirai che in essi non c'è niente di terribile se non la nostra paura. (Seneca)
394. Ricordiamo il vecchio adagio: se vuoi il mantenimento della pace sii sempre disposto alla guerra. Sarebbe ora di modificare questo adagio e di dire: se vuoi sopportare la vita, impara ad accettare la morte. (S. Freud)
395. Ricordiamoci che il Cuore di Gesù ci ha chiamati non solo per la nostra santificazione, ma anche per quella delle altre anime. Egli vuole essere aiutato nella salvezza delle anime. (S. Pio da Pietrelcina)
396. Sacre son tutte e belle / l'arti fra lor sorelle / ma s'incoroni il vomere / del trionfal allor; / frutto di sua fatica / è il pan che ci nutrica; / baciam la man che provvida / ci dona ogni tesor. (G. Pennacchi)
397. Salute e vigore valgono più di tutto l'oro, un corpo robusto più di un'immensa fortuna. (Siracide)
398. Sappi che il dolore, quando dura, è sopportabile e, quando è forte, è di breve durata; e ricordati che il saggio è felice anche tra i tormenti. (Epicuro)
399. Sappiate che il segreto delle arti è quello di correggere la natura. (Voltaire)
400. Sarebbe meglio star lontano dal peccato che sfuggire alla morte. Se oggi non sei preparato a morire, come lo sarai domani? Il domani è una cosa non sicura: che ne sai tu se avrai un domani? A che giova vivere a lungo, se correggiamo così poco noi stessi? (T. da Kempis)