- PROVERBI - man



1. Chi è lungo a mangiare, lo è anche a lavorare.
2. Chi è vicino alla pignatta, mangia la minestra calda.
3. Chi ha a dar, domanda.
4. Chi ha bocca vuol mangiare.
5. Chi ha buono in mano, non rimescoli.
6. Chi ha da essere zanaiolo, nasce col manico in mano.
7. Chi ha del pane, mai non gli manca cane.
8. Chi ha fatto la pentola, ha saputo fare anche il manico.
9. Chi ha il lupo per compare, porti il cane sotto il mantello.
10. Chi ha il mestolo in mano, fa la minestra a modo suo.
11. Chi ha la mestola in mano, si fa la minestra a suo modo.
12. Chi ha l'armi in mano, è padrone d'ogni cosa.
13. Chi ha mangiato i baccelli, spazzi i gusci.
14. Chi ha rogna da grattare e moglie da guardare, non gli manca mai da fare.
15. A buon cavallo non manca sella.
16. A buona lavandaia non mancò mai pietra.
17. A buona volontà non manca facoltà.
18. A can mansueto, lupo nel salceto.
19. A chi non ha da far Gesù gliene manda.
20. A chi non piace il vino, il Signore faccia mancare l'acqua.
21. A chi ti porge il dito, tu piglia il dito e la mano.
22. A chi vuol far del male, non gli manca mai occasione.
23. A chi vuole, non mancan modi.
24. A donna bianca bellezza non le manca (o per esser bella poco le manca).
25. A fare i fatti suoi uno non s'imbratta le mani.
26. A lavoratore trascurato, i sorci mangiano il seminato.
27. A mal villano non gli dar bacchetta in mano.
28. A mani monde Dio gli dà da mangiare.
29. A roba fatta non manca compratore.
30. A San Simone (28 ottobre) il ventaglio si ripone; a Ognissanti, manicotto e guanti.
31. A tela ordita Dio manda il filo.
32. A testa bianca spesso cervello manca.
33. A tutti i poeti manca un verso.
34. A vecchia che mangia pollastrelli, gli vien voglia di carne salata.
35. Ad orgoglio non mancò mai cordoglio.
36. Agli amanti fiora non gli creder mai.
37. Al carro rovesciato tutti gli danno mano.
38. Al cuore non si comanda.
39. Al mangiare gaudeamus, al pagare suspiramus.
40. Al miser uom non giova andar lontano,che la sciagura sempre gli tien mano.
41. Al molino (o alla vigna) e alla sposa, manca sempre qualche cosa.
42. Al vecchio non manca mai da raccontare, né al sole né al focolare.
43. Al villano la zappa in mano.
44. Alla prim'acqua d'agosto, cadono le mosche; quella che rimane, morde come cane.
45. Altri hanno mangiato la candela, e tu smaltisci lo stoppino.
46. Amante non sia chi coraggio non ha.
47. Amor nuovo va e viene, amor vecchio si mantiene.
48. Amore nuovo va e viene, ed il vecchio si mantiene.
49. Amori di monaca e fiori di mandorlo, presto vengono e presto vanno.
50. Anche un pagliaio è grande, e se lo mangia un asino.
51. Anco Adamo mangiò del pomo vietato.
52. Anco le volpi vecchie si pigliano (o rimangono al laccio).
53. Aria a fette, lampi e saette; aria a scalelli, acqua a pozzatelli; aria pecorina, se non piove la sera piove alla mattina; aria a pane, se non piove oggi, pioverà domane.
54. Ascolta tutti, parla franco, credi a pochi, a te poi manco.
55. Asino che ragghia, mangia poco fieno.
56. Asino di molti, i lupi lo mangiano.
57. Assai digiuna chi mal mangia.
58. Assai domanda, chi ben serve e tace.
59. Assai è ricco a chi non manca.
60. Assai mane fan presto il pane.
61. Befania, tutte le feste manda via; e Santa Maria, tutte le ravvia.
62. Bisogna guardare alle mani e non agli occhi.
63. Can dell'ortolano, non mangia la lattuga, e non la lascia mangiare agli altri.
64. Cane non mangia cane.
65. Capelli (o peli) e guai non mancan mai.
66. Capra giovane mangia il sale, capra vecchia mangia il sale e il sacco.
67. Castroni pugliesi, mannarini pistolesi, gran siciliano, zucchero di Candia, cera veneziana, magli romaneschi, sproni viterbesi, cacio di Creta, raviggioli fiorentini.
68. Cavalli, cani, uccelli e servitori, guastan, mangian, ruinano i signori.
69. Chi all'onor suo manca un momento, non vi ripara poi in anni cento.
70. Chi ara da sera a mane, d'ogni solco perde un pane.
71. Chi ara l'uliveto addimanda il frutto.
72. Chi butta via oro con le mani, lo cerca co' piedi.
73. Chi cammina a buona fede, i pidocchi se lo mangiano.
74. Chi comanda non suda.
75. Chi combatte con la spada d'oro, ha in mano la vittoria.
76. Chi combatte con l'oro e con l'argento, la vittoria non gli può mancare.
77. Chi deve dare, sa comandare.
78. Chi è a dozzina, non comanda.
79. Chi ha vitella in tavola non mangia cipolla.
80. Chi il tristo manda al mare, non aspetti il suo tornare.
81. Chi la fa, la mangi.
82. Chi la mattina mangia il tutto, la sera canta il cucco.
83. Chi lascia il vicin per un mancamento, va più in là e ne trova cento.
84. Chi l'ha a mangiare, la lavi.
85. Chi lo beve (il campo), non lo mangia.
86. Chi manca a un sol amico, molti ne perde.
87. Chi maneggia il mèle si lecca le dita.
88. Chi maneggia non braveggia.
89. Chi maneggia quel degli altri, non va a letto senza cena.
90. Chi mangia aloè, campa gli anni di Noè.
91. Chi mangia il pesce, caca le lische.
92. Chi mangia la midolla con i denti, mangia la crosta con le gengive.
93. Chi mangia la semenza, caca il pagliaio.
94. Chi mangia la torta del comune, paga lo scotto in piazza.
95. Chi mangia l'oca alla corte (per fisco), in capo alI'anno caca le penne.
96. Chi mangia solo, muore solo.
97. Chi meglio ci cuoce, peggio ci manuca.
98. Chi molto profferisce, poco mantiene.
99. Chi non guarda innanzi, rimane indietro.
100. Chi non ha amico o germano, non ha forza in braccio né in mano.
101. Chi non ha coraggio, non faccia l'amante.
102. Chi non ha il gatto mantiene i topi, e chi ce l'ha mantiene tutti e due.
103. Chi non ha sentimento, riman senza frumento.
104. Chi non lavora non mangia.
105. Chi non maneggia, grameggia.
106. Chi non mangia a desco, ha mangiato di fresco.
107. Chi non mangia ha del mangiato.
108. Chi non piglia l'amante al laccio, resta in casa a guardare il catenaccio.
109. Chi non piglia uccelli, mangi la civetta.
110. Chi non sa fare, non sa comandare.
111. Chi non si contenta dell'onesto, perde il manico ed il cesto.
112. Chi pecora si fa, il lupo se la mangia.
113. Chi per altrui mano s'imbocca, tardi si satolla.
114. Chi pianta datteri non ne mangia.
115. Chi più saper si crede, manco intende.
116. Chi pochi soldi ti ha rubato ieri, domani ti vuoterà casse e forzieri.
117. Chi promette nel bosco, dee mantenere in villa.
118. Chi resta in casa e manda fuor la moglie, Semina roba e disonor raccoglie.
119. Chi sa menare tutt'e due le mani, è da più degli altri.
120. Chi se ne sta con una man sopra l'altra, il diavolo balla nel grembiule.
121. Chi si dà in man del ladro, bisogna che se ne fidi a suo dispetto.
122. Chi si fida, è l'ingannato (ovvero rimane ingannato).
123. Chi si mette tra la semola, gli asini se lo mangiano.
124. Chi si vergogna di lavorare, abbia vergogna di mangiare.
125. Chi tocca con mano, va sano.
126. Chi tutto mangia tutto caca.
127. Chi va alla guerra, mangia male e dorme in terra.
128. Chi va in mano all'avvocato spende l'ultimo ducato.
129. Chi vuol conoscere un buon scrittore, gli dia la penna in mano.
130. Chi vuol saldar piaga, non la maneggi.
131. Chi vuol saper la verità, lo domandi alla purità.
132. Chi vuol viver sano e lesto, mangi poco e ceni presto.
133. Chi vuol, vada; e chi non vuol, mandi.
134. Chi vuole vada e chi non vuole mandi.
135. Col solo grazie non si mangia.
136. Colle mani in mano non si va da' dottori.
137. Com' più si vede, manco si crede.
138. Comanda, e fai da te.
139. Comandi chi può, ubbidisca chi deve.
140. Comprar cavalli e tor moglie; serra gli occhi, e raccomandati a Dio.
141. Con le buone maniere tutto s'ottiene.
142. Consiglio non richiesto, inganno manifesto.
143. Corruccio è vano senza forte mano.
144. Corte romana non vuol pecora sana.
145. Da quattro cose l'uomo si fa capire: dal parlare, mangiare, bere e vestire.
146. Da San Martino a Sant'Andrè settimane tre, da Sant'Andrè a Natal un mese egual.
147. Dai giudici galliziani, vacci coi piedi nelle mani.
148. Dal conto sempre manca il lupo.
149. Dalla mano alla bocca spesso si perde la zuppa.
150. Denari di gioco, oggi te li do, domani te li tolgo.
151. Dio ci manda la carne, e il diavolo i cuochi.
152. Dio manda il freddo secondo i panni.
153. Dio manda la neve con la luna.
154. Dio manda l'agnello e poi il suo praticello.
155. Dio non manda mai bocca, che non mandi cibo.
156. Dio non manda se non quel che si può portare.
157. Dodici galline e un gallo, mangiano come un cavallo.
158. Donna e luna, oggi serena, domani bruna.
159. Donne, asini e noci, voglion le mani atroci.
160. Dove è manco cuore, ivi è più lingua.
161. Dove manca l'inganno, ivi finisce il danno.
162. Dove manca natura arte procura.
163. Dove si pensa cacciare, si riman cacciati.
164. Dove son molte mani, chiudi.
165. E' difficile condurre il can vecchio a mano.
166. E' meglio essere di man battuto, che di lingua ferito.
167. E' meglio mangiare quanto s'ha, che dire quanto si sa.
168. E' meglio stare al bosco e mangiar pignoli, che stare in Castello con gli Spagnoli.
169. E' meglio una mano dal giudice, che un abbraccio dall'avvocato.
170. Egli è meglio pincione in mano che tordo in frasca.
171. Errare è umano, perseverare è diabolico.
172. Far come gli antichi, che mangiavan le cocce e buttavano i fichi.
173. Fare l'arte di Michelaccio: mangiare, bere e andare a spasso.
174. Fiorentin per tutto, Roman distrutto.
175. Fiorentini innanzi al fatto; veneziani sul fatto; senesi dopo il fatto; tedeschi alla stalla; francesi alla cucina; spagnoli alla camera; italiani ad ogni cosa; pisantin pesa l'uovo; milanese spanchiarol; veronese cavoso; fiorentin cieco; bolognese matto; mantuan bulhar; ferrarese gambamarze; romagnuolo d'ogni pelo; spagnolo bianco; lombardo rosso; tedesco negro; schiavone piccolo; genovese guercio; veneziano gobbo.
176. Fiume, grondaia e donna parlatora, mandan l'uom di casa fuora.
177. Fra dire e fare si consumano di molte scarpe.
178. Frati osservanti risparmiano il suo e mangiano quel degli altri.
179. Gallinetta che va per cà, o la becca o l'ha beccà: se la non becca a desco, l'ha mangiato di fresco.
180. Gente assai, fanno assai, ma mangian troppo, (o grande schiamazzo e lavoro mai).
181. Gettare il sasso e nascondere la mano.
182. Gioco di mano, gioco di villano.
183. Giudice e scrivano vuol tenere il piede in mano.
184. Gli accoppiatori e le borse a mano, hanno difeso le palle e il piano.
185. Gli avventori non mancano a casa Dabbene.
186. Gli dai un dito e ti prende la mano.
187. Gli Italiani piangono, gli Alemanni gridano, i Francesi cantano.
188. Gli Spagnoli s'accordano a bravare, i Francesi a gridare, gli Inglesi a mangiare, i Tedeschi a sbevazzare e gli Italiani a pisciare.
189. Godiamo, chè stentar non manca mai.
190. Guelfo non son, né ghibellin m'appello, A chi mi dà rivolterò il mantello.
191. I cervi non comandano a' leoni, ma i leoni a' cervi.
192. I consigli e il villano pigliali alla mano.
193. I danari stan sempre con la berretta in mano.
194. I ladri sarebbero pochi, se nessuno tenesse loro la mano.
195. I magri mangiano più dei grassi.
196. I morti non rubano perché hanno legate le mani.
197. I panioni fermano, ma le civette chiamano.
198. I pesci grossi mangiano i piccini (o quelli piccoli).
199. I poveri cercano il mangiare per lo stomaco, ed i ricchi lo stomaco per il cibo.
200. I poveri mantengono la giustizia.
201. I principi hanno le mani lunghe.
202. I principi sono come i contadini, ogni anno ingrassano un porco e poi se lo mangiano.
203. I Romaneschi nascono co' sassi in mano.
204. I santi non mangiano.
205. I Tedeschi hanno l'ingegno nella mano.
206. Il bene va preso quando si può avere (ovvero quando Iddio lo manda).
207. Il bianco e il rosso va e vien, ma il giallo si mantien;anzi il giallo è un color forte che dura anche dopo morte.
208. Il bue mangia il fieno perché si ricorda che è stato erba.
209. Il bue non domo, in terra aliena si fa mansueto e domo.
210. Il buono ufficiale vuol aver due cose, mano larga e brachetta stretta.
211. Il corvo piange la pecora e poi la mangia.
212. Il debito mangia giorno e notte.
213. Il denaro è un compendio del potere umano.
214. Il denaro in tasca al giovane é un coltello in mano al fanciullo.
215. Il domandare è lecito, il rispondere è cortesia
216. Il ferro nelle mani del fabbro valente diventa acciaio.
217. Il Fiorentino mangia sì poco e sì pulito, che sempre si conserva l'appetito.
218. Il galantuomo ha peloso il palmo della mano.
219. Il gioco di bambara, chi più vede manco impara.
220. Il lupo mangia ogni carne, e lecca la sua.
221. Il mangiare insegna bere.
222. Il miglio mantiene la fame in casa.
223. Il ministro di Sicilia rode, quel di Napoli mangia, e quel di Milano divora.
224. Il pesce grosso mangia il minuto.
225. Il pianger d'allegrezza è una manna.
226. Il più corto torna (o rimane) da piede.
227. Il poco mangiare e poco parlare non fece mai male.
228. Il porco vuol mangiare sporco e dormire pulito.
229. Il potestà nuovo manda via il vecchio.
230. Il povero mantiene il ricco.
231. Il pover'uomo non fa mai ben: se muor la vacca, gli avanza il fien; se la vacca scampa, il fien gli manca.
232. Il sarto fa il mantello secondo il panno.
233. Il Signore quando creò la zappa, creò anche il manico.
234. Il vento non è buono che a mandar navi a mulini.
235. In capo all'anno mangia più il morto che il sano.
236. In mancanza di cavalli trottano anche gli asini.
237. In Roma più vale la cortigiana che la donna romana.
238. La bellezza non si mangia (o non si mette in tavola).
239. La Corte Romana non vuol pecora senza lana.
240. La dritta è serva della mancina.
241. La fame in Inghilterra comincia dalla mangiatoia del cavallo.
242. La gatta vorrebbe mangiar pesci ma non pescare.
243. La giustizia catalana, mangia la pecora e la lana.
244. La lingua riceve spesso morsi, ma rimane insieme ai denti.
245. La mano che dà raccoglie.
246. La mano sinistra non sappia quel che fa la destra.
247. La mano tira, e il diavol porta.
248. La mare a mangia, e la fija a s' grata.
249. La parte del minchione è la prima mangiata.
250. La povertà mantiene la carità.
251. La roba degli altri ha lunghe mani.
252. La roba si fa colle mani, e si disfà co' piedi.
253. La ruggine mangia il ferro.
254. La tavola e il letto mantengono l'affetto.
255. L'ago e la pezzetta mantien la poveretta.
256. L'aiuto mangia tutto.
257. L'altissimo di sopra ne manda la tempesta, l'altissimo di sotto ne mangia quel che resta, e in mezzo a due altissimi restiamo poverissimi.
258. L'appetito vien mangiando.
259. L'asino, quando ha mangiato la biada, tira calci al corbello.
260. Le belle senza dote trovano più amanti che mariti.
261. Le donne quando son ragazze han sette mani e una lingua sola; e quando son maritate han sette lingue e una mano sola.
262. Le lodi umane son cose vane.
263. Le nazioni smaltiscono diversamente il dolore: il Tedesco lo beve, il Francese lo mangia, lo Spagnolo lo piange, e l'Italiano lo dorme.
264. Le parole volano e gli scritti restano (o rimangono).
265. Le ricchezze in mano d'un giovane, sono come rasojo in mano di un bambino.
266. Le rose cascano, e le spine rimangono.
267. Le saette non son foglie, chi le manda le raccoglie.
268. Le troppe prosperità fanno gli uomini insolenti, e poi gli mandano in rovina.
269. Legami mani e piei, e gettami tra' miei.
270. Legge veneziana, dura una settimana.
271. L'elemosina mantiene la casa.
272. L'industria é la mano destra della fortuna.
273. Lingua toscana in bocca romana.
274. L'inverno mangia la primavera e l'estate l'autunno.
275. Lo scritto non si manda in bucato.
276. Loda lo scarpello, attienti al pennello; costa manco, e par più bello.
277. L'ora del desinare, pe' ricchi quand'hanno appetito, pei poveri, quand'hanno da mangiare.
278. Lunga lingua, corta mano.
279. Lupo affamato mangia pan muffato.
280. Lupo non mangia lupo.
281. Mal beata quella scodella, dove sette man rastella.
282. Maledetto il ventre che del pan che mangia non si ricorda niente.
283. Mano fredda e cuor sincero.
284. Mano piccolina, testina fina.
285. Maremmani, Dio ne scampi i cani.
286. Meglio un esercito di cervi sotto il comando di un leone, che un esercito di leoni sotto il comando di un cervo.
287. Meglio un uovo oggi che una gallina domani.
288. Melensa è quella mano che non mangia a spese del villano.
289. Meno siamo a tavola, e più si mangia.
290. Miseri quei tempi che hanno le leggi nelle mani.
291. Napoletano largo di bocca e stretto di mano.
292. Né occhi in lettere, né mani in tasca, né orecchi in segreti d'altri.
293. Nel governo più importa saper comandare che obbedire.
294. Nella felicità gli altari non fumano.
295. Nessuno, per quanto accorto, può mettere le mani addosso ai pensieri.
296. Non domandare all'oste se ha buon vino.
297. Non è buono mangiar ciliegie co' signori.
298. Non introdur l'asino in sala, che poi ti manderà fuori e della sala e della camera.
299. Non manchi la volontà, che luogo e tempo non mancherà.
300. Non mancò giammai da fare a chi ben vuol trafficare.
301. Non si fa mantello per un'acqua sola.
302. Non sprezzar la dottrina del parente; e chi la sprezza ne riman dolente.
303. Non ti maneggio, se non ti pratico.
304. Non toccare il grasso colle mani unte.
305. Non tutti i matti stanno al manicomio.
306. O mangiar questa minestra o saltar questa finestra.
307. O sassi o pani, bisogna aver qualcosa in man pei cani.
308. Oggi a me domani a te.
309. Oggi creditore, domani debitore.
310. Oggi fave, domani fame.
311. Oggi in canto, domani in pianto.
312. Oggi in figura, domani in sepoltura.
313. Oggi si perde e doman si guadagna.
314. Ogni domane porta il suo pane.
315. Ogni uomo è uomo, e ha cinque dita nelle mani.
316. Ognissanti, manicotti e guanti.
317. Ognun vede il mantello, nessun vede il budello.
318. Ognuno vorrebbe il mestolo in mano.
319. Padre che ha figliuoli grandi, fuor li mandi.
320. Palla in bocca e fiasca in mano.
321. Parte veneziana non dura una settimana.
322. Pecore contate, il lupo se le mangia
323. Pecore conte, lupo le mangia.
324. Per fare un buon campo ci vuole quattro m: manzi, moneta, merda e mano.
325. Per la pecora è lo stesso che la mangi il lupo o che la scanni il beccaio.
326. Per parlare di giuoco, bisogna aver tenute le carte in mano.
327. Per Sant'Ansano (1 dicembre), uno sotto e uno in mano.
328. Per Sant'Urbano (25 maggio) tristo quel contadino che ha l'agnello in mano.
329. Piede alla culla e mano al fuso, mostrano la buona massaja.
330. Più che il mantello dura l'inchiostro.
331. Poca uva, molto vino; poco grano, manco pane.
332. Povera quella bocca che mangia con la rocca.
333. Prima di domandare, pensa alla risposta.
334. Prima di scegliere l'amico bisogna averci mangiato il sale sett'anni.
335. Promettere e non mantenere è villania.
336. Promettere è una cosa, e mantenere è un'altra.
337. Prosperità umana, sospetta e vana.
338. Quando bisogna mangiare con le lacrime, nulla ha un buon sapore.
339. Quando cadono i maccheroni in bocca tutti li sanno mangiare.
340. Quando canta il pigozzo (picchio) di gennaio, tieni a mano il pagliaio.
341. Quando duol la scianca, la femmina non manca
342. Quando è chiara la marina, mangia, bevi e sta in cucina (piove).
343. Quando è chiara la montagna, mangia, bevi e va in campagna (non piove).
344. Quando è poco pane in tavola, tienti il tuo in mano.
345. Quando il corsaro promette messe e cera mandalo in galera.
346. Quando il lupo mangia il compagno, creder si dee sterile la compagna.
347. Quando il mandorlo non frutta, la samenta si perde tutta.
348. Quando manca la gatta (o quando la gatta non è in paese) i topi ballano.
349. Quando Monte Morello ha il cappello, villan, prendi il mantello
350. Quando odi altrui mancamenti, chiudi la lingua fra i denti.
351. Quando vedi la nespola e tu piangi, ch'ell'è l'ultima frutta che tu mangi.
352. Quando Venezia comandava, si desinava e si cenava, coi Francesi, buona gente, si desinava solamente.
353. Quel che non va nel manico, va nel canestro.
354. Quel che non va nelle maniche va nei gheroni.
355. Quel che non va nelle maniche, va ne' gheroni.
356. Quel che si dona, luce; quel che si mangia, pute.
357. Roba che mangia non si perde.
358. Romaneschi, non son buoni né caldi né freschi.
359. Salamanca, alcuni sana e ad altri manca.
360. Sant'Antonio dalla barba bianca, se non piove, la neve non manca.
361. Scherzo di mano scherzo da villano.
362. Scusa non richiesta, accusa manifesta.
363. Sdegno d'amante poco dura.
364. Se compri un podere oggi, fa che domani in città più non alloggi.
365. Se il serpente non mangiasse del serpente, non si farebbe drago.
366. Se la capra si denegasse, le corna la manifesterebbero.
367. Se mala man non prende, canton di casa rende.
368. Se non viene ai trenta, il pastor l'ha mangiato con la polenta.
369. Se pazienza ti manca e discrezione, nè buon servo sarai, nè buon padrone.
370. Se piove il dì di S. Anna piove un mese e una settimana.
371. Se piove per S. Anna l'acqua diventa manna.
372. Se si pagasse dazio di parole, e' se n'avrebbe meno e manco.
373. Se tu vuoi ubbidire, non fare più di quello che ti vien comandato .
374. Se vuoi che l'amicizia si mantenga fai che un paniere vada e l'altro venga.
375. Se vuoi vedere il buon temporale, la mane tramontana e il giorno maestrale
376. Si mangia per vivere, non si vive per mangiare.
377. Si può amar la salsa verde, senza mangiar le biade in erba.
378. Sicilia dà i Covelli, Francolino i Graziani, Bergamo gli Zanni, Venezia i Pantaloni, e Mantova i buffoni.
379. Spada in bassa mano, non è senza taglio.
380. Spagna magra, Francia grassa, Germania la passa.
381. Tal susina mangia il padre che allega i denti al figliuolo.
382. Tal ti fa il bellin bellino che ti mangerebbe il core.
383. Tante volte al pozzo va la secchia, ch'ella vi lascia il manico o l'orecchia.
384. Tanto mangia il povero quanto il ricco.
385. Tasto di mano, sta lontano.
386. Tre donne e un magnano fecero la fiera a Dicomano.
387. Trieste pien de peste; Città nova, chi non vi porta non vi trova; Rovigno pien de ingegno, spacca i sassi come il legno;Capodistria, pedocciosa; Isola famosa; a Piran buon pan; Umago, tre preti e un zago (ragazzo che serve messe); una femmina da ben, e il pievan che la mantien.
388. Trista quella ca' che mangia quanto ha.
389. Tristo è quel villano che dà il mangiare a' cani.
390. Tristo quel cane che si lascia prendere la coda in mano.
391. Uccellin che mette coda, mangia ogn'ora ogn'ora.
392. Un gran principe sempre have, lunghe mani ed ira grave.
393. Una berretta manco o più, è un quattrino di carta l'anno, poco ti costano, e amici ti fanno.
394. Una giovine in mano a un vecchio, un uccello in mano a un ragazzo, un cavallo in mano a un frate, son tre cose strapazzate.
395. Una mano lava l'altra e tutt'e due lavano il viso.
396. Uomo zelante, uomo amante.
397. Val più uno a fare che cento a comandare.
398. V'è chi bacia tal mano che vorrebbe veder mozza.
399. Veronese, bella mano.







Proverbi Italiani

mangia (21000)
mani (7462)
mano (12217)
mare (2332)
maremmani (1130)





AVG: 620.6836 (682)






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