- PROVERBI - ella



1. Chi è asino e cervo si crede, al saltar della fossa se n'avvede.
2. Chi è bella ti fa far la sentinella.
3. Chi è brutta, e bella vuol parere, pena patisce, per bella parere.
4. Chi fa bella gamba, non fa bella testa.
5. Chi favella erra.
6. Chi ha bella donna e castello in frontiera, non ha mai pace in lettiera.
7. Chi ha bella moglie la non è tutta sua.
8. Chi ha bevuto tutto il mare, ne può bere una scodella.
9. Chi ha buon cavallo e bella moglie, non istà mai senza doglie.
10. Chi ha della roba è visto volentieri.
11. Chi ha la sentenza contro, e se n'appella, a casa porta due triste novelle.
12. Chi ha quattrini conta e chi ha bella moglie canta.
13. A buon cavallo non manca sella.
14. A cavallo che non porta sella, biada non si crivella.
15. A donna bianca bellezza non le manca (o per esser bella poco le manca).
16. A San Mattè (21 settembre) l'uccellator salta in piè.
17. Al buio la villana è bella quanto la dama.
18. Alla candela, la capra par donzella.
19. Alla prim'acqua d'agosto, cadono le mosche; quella che rimane, morde come cane.
20. Anche lui era di quella "gente che non hanno nemmeno un padrone."
21. Angelo nella giovanezza, diavolo nella vecchiezza.
22. Anno susinao, poche fastella.
23. Avere un occhio alla gatta e uno alla padella.
24. Basta quella casa che un battitor sol ha.
25. Beata quella casa che di vecchio sa.
26. Beata quella casa che v'è cherica rasa.
27. Beata quella casa dov'è carne secca.
28. Beata quella città che ha principe che sa.
29. Beata quella sposa, che fa la prima tosa.
30. Bella donna, cattiva testa.
31. Bella faccia il cuore allaccia.
32. Bella in vista, dentro è trista.
33. Bella moglie, dolce veleno.
34. Bella testa è spesso senza cervello.
35. Bella testa è talvolta una malvagia bestia.
36. Bella vigna, poca uva.
37. Ben morire non è morire, ma un rivivere nella vita eterna.
38. Bisogna far lo sciocco per non pagar il sale (ovvero il minchione per non pagar gabella).
39. Buona quella lima che doma il ferro senza strepito.
40. Cacio serrato e pan bucherellato.
41. Cane scottato dall'acqua calda ha paura della fredda.
42. Capannella dove si ride, e non Palazzo dove si stride.
43. Caro costa la vigna della costa.
44. Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia (o bella o brutta che tu sia),tu mi sembri una badìa.
45. Cattiva è quella lana che non si può tingere.
46. C'è carne da ogni taglio e ogni coltella.
47. Cera, tela e fustagno, bella bottega e poco guadagno.
48. Chi asino è e cervo esser si crede, al saltar della fossa se n'avvede.
49. Chi barba non ha e barba tocca, si merita uno schiaffo nella bocca.
50. Chi bella donna vuol parere, la pelle del viso gli convien dolere.
51. Chi confessa il proprio errore è sulla strada della verità.
52. Chi della roba non fa stima o cura, più della roba la sua vita dura.
53. Chi ha vitella in tavola non mangia cipolla.
54. Chi nasce bella, nasce maritata.
55. Chi nasce bella, non è in tutto povera.
56. Chi non è savio, paziente e forte, si lamenti di sé, non della sorte.
57. Chi non ha denari, scartabella.
58. Chi non ha giudizio, perde la cappella e il benefizio.
59. Chi non travaglia, muore nella paglia.
60. Chi offende scrive nella rena; chi è offeso, nel marmo.
61. Chi sa favellare, impari a praticare.
62. Chi semina nella mota raccolta vuota.
63. Chi semina nella polvere, faccia i granaj di rovere.
64. Chi si ripara sotto la frasca, ha quella che piove e quella che casca.
65. Chi va per uccellar resta impaniato.
66. Chi vuol bella famiglia cominci dalla figlia.
67. Chi vuol far della roba, esca di casa.
68. Chi vuol far la bella famiglia incominci dalla figlia.
69. Chi vuole una bella famiglia, cominci da una figlia.
70. Ci vuol molta fatica a salir sulla ruota della fortuna.
71. Con la ragione della propria parte anche un figlio può correggere un padre.
72. Coraggio e risoluzione sono lo spirito e l'anima della virtu'.
73. Danari e santità, metà della metà.
74. Del vino il primo, del caffè il secondo, della cioccolata il fondo.
75. Della famiglia se ne vorrebbe dire, e non se ne vorrebbe sentir dire.
76. Della pace ognun ne gode.
77. Della pazienza non ne vendono gli speziali.
78. Della roba di mal acquisto non ne gode il terzo erede.
79. Della superbia de' poveri il diavolo se ne netta il sedere.
80. Denari e santità, metà della metà.
81. Di' a una donna che è bella, e il diavolo glielo ripeterà dieci volte.
82. Di quella misura che misurerai gli altri, sarai misurato tu.
83. Di' una volta a una donna che è bella, e il diavolo glielo ripeterà dieci volte.
84. Dio non fa mai chiesa, che il diavolo non ci voglia (o non ci fabbrichi) la sua cappella.
85. Dio ti guardi da quella gatta che davanti ti lecca e di dietro ti graffia.
86. Dio ti guardi dal giorno della lode.
87. Donna savia e bella, è preziosa anche in gonnella.
88. Donna, padella e lume, sono gran consumo.
89. Dove non basta la pelle del leone, bisogna attaccarvi quella della volpe.
90. E' meglio spendere i soldi dal macellaio che dal farmacista.
91. Essere sotto le luci della ribalta.
92. Fino a Santa Margherita (20 luglio) il gran cresce nella bica.
93. Frego non cancella partita.
94. Gallo vecchio, gallina tenerella.
95. Gli anni della fame cominciano nella greppia del bestiame.
96. Gli uomini son la palla della fortuna.
97. Grama quella ca', dove soldato o prete va.
98. Gran vittoria è quella che si vince senza sangue.
99. Guai a quella casa dove la famiglia s'accorda.
100. Guai a quella famiglia che non ha vecchi per molto senno e per età.
101. Guardati da chi non ha cura della sua reputazione.
102. I capelli grigi sono i fiori dell'albero della morte.
103. I guai della pentola li sa il coperchio.
104. I Tedeschi hanno l'ingegno nella mano.
105. Il cantante ha la sua bottega nella gola.
106. Il consiglio del traditore è come la semplicità della volpe.
107. Il contento di bella moglie poco ti dà e molto ti toglie.
108. Il cuculo fa l'ova nel nido della sterpazzuola.
109. Il fatto de' cavalli non istà nella groppina.
110. Il galantuomo ha peloso il palmo della mano.
111. Il guadagno si fa il giorno della compra.
112. Il mal detto non si cancella, il mal fatto sì.
113. Il morso della pulce non dà noia all'elefante (o l'elefante non sente il morso della pulce).
114. Il mulino della fame, quando ha acqua non ha grano.
115. Il silenzio è la più bella qualità dell'ignorante, ma possederla non significa essere ignorante.
116. Il sonno è parente della morte.
117. Il tempo è il ladro della gioventù e dell'amore.
118. In casa dell'amico ricco sempre ammonito; in quella dell'amico povero, sempre lodato.
119. In guerra, nella caccia e negli amori, in un piacer mille dolori.
120. La bella donna è un bel cipresso.
121. La bella gabbia non nutrisce l'uccello.
122. La bellezza è il fiore, ma la virtù è il frutto della vita.
123. La bocca non paga gabella.
124. La burla non è bella, se la non è fatta a tempo
125. La carne della lodola piace ad ognuno.
126. La castagna di fuori è bella e dentro ha la magagna.
127. La collera della sera va serbata alla mattina.
128. La donna è come la castagna; bella di fuori, e dentro è la magagna.
129. La dritta è serva della mancina.
130. La fiera par bella a chi vi guadagna.
131. La libertá col danno è piú preziosa della schiavitú con profitto.
132. La moglie è la chiave della casa.
133. La morte ci rende uguali nella sepoltura, disuguali nell'etemità.
134. La morte è la porta della vita eterna.
135. La nebbia di marzo non fa male, ma quella d'aprile toglie il pane e il vino.
136. La neve di gennaio diventa sale, e quella d'aprile farina.
137. La pecora sul c. . . è benedetta e nella bocca maledetta.
138. La pecunia, se la sai usare, è ancella; se no, è donna.
139. La peggio carne a conoscere è quella dell'uomo.
140. La peggior rota è quella che cigola.
141. La peggior ruota del carro è quella che stride (o cigola).
142. La porta di dietro è quella che ruba la casa.
143. La pratica val più della grammatica.
144. La presunzione è figlia dell'ignoranza e madre della mala creanza.
145. La prima è asinella, la seconda tortorella.
146. La prima scodella piace a tutti.
147. La ragazza è come la perla, men che si vede e più è bella.
148. La rota della fortuna non è sempre una.
149. La sapienza non sta nella barba.
150. La saviezza del marito e la pazienza della moglie fanno la pace e la felicitá delle famiglie.
151. La segale nella polverina e il grano nella pantanina.
152. La vita è bella perché è varia.
153. La volpe ha paura della sua coda.
154. L'abito della vedova mostra il passato, gli occhi piangono il presente, e il cuore va cercando l'avvenire.
155. L'agnello umile succhia le mammelle della propria madre e quelle degli altri.
156. L'allegria è il primo rimedio della scuola salernitana.
157. Le bestie vecchie muoiono nella stalla de' contadini minchioni.
158. Le lacrime sono le piú belle perle della sposa.
159. Le marmeggie stanno sempre nella carne secca.
160. Le ore della mattina hanno l'oro in bocca.
161. Le tarme stanno nella semola.
162. L'ecclissi sia del sole o della luna, freddo la porta e mai buona fortuna.
163. L'elefante non sente il morso della pulce.
164. L'ignoranza é la madre della miseria.
165. L'ignoranza spesso nuoce piú della malizia.
166. L'immaginazione e la paura sono peggiori della pestilenza.
167. L'immaginazione è peggiore della febbre terzana.
168. L'impazienza è la madre della disperazione.
169. L'industria é la mano destra della fortuna.
170. Lingua bordella, per sette favella.
171. L'oro schiude le porte della terra e la virtù quelle del cielo.
172. L'ultima rendita è quella dei minchioni.
173. L'uovo ne vuol saper più della gallina.
174. Mal beata quella scodella, dove sette man rastella.
175. Mal si giudica il cavallo dalla sella.
176. Marito e moglie della tua villa, compari e comari lontan cento miglia.
177. Matta è quella pecora che si confessa al lupo.
178. Meglio buon desinare che una bella giubba.
179. Meglio una sassata nella testa, che una ferita nell'onore.
180. Melensa è quella mano che non mangia a spese del villano.
181. Metti la roba in un cantone, ché viene tempo ch'ella ha stagione.
182. Milano la grande, Vinegia la ricca, Genova la superba, Bologna la grassa, Firenze la bella, Padova la dotta, Ravenna l'antica, Roma la santa.
183. Né d'erba febraiola né di donna festaiola non ti fidare.Femmine e galline, per girellar troppo, si perdono.
184. Nel giardino del tempo cresce il fiore della consolazione.
185. Nel marito prudenza, nella moglie pazienza,
186. Nella botte piccola ci sta il vin buono.
187. Nella buona compagnia non ci sta malinconia.
188. Nella casa dov'è un buon dottore o un ricco prete, non si sente né fame né sete.
189. Nella cassa dell'avaro, il diavolo vi giace dentro.
190. Nella coda sta il veleno.
191. Nella felicità gli altari non fumano.
192. Nella felicità ragione, nell'infelicità pazienza.
193. Nella gelosia c'è piú amor proprio che amore.
194. Nella guerra d'amor vince chi fugge.
195. Nella pace i giovani seppelliscono i vecchi, ma nella guerra i vecchi seppelliscono i giovani.
196. Nella terra del tiranno trist' a quelli che vi stanno.
197. Nella vecchiaia, la vita pesa e la morte spaventa.
198. Nell'altra vita si vive senza pericolo della vita.
199. Nelle lunghe fatiche della state il migliore conforto ed aiuto è il vino.
200. Nessuna spada è piú tagliente di quella che combatte per la libertà.
201. Nessuno ha piú libertà della mosca, che si posa persino sul naso di un re.
202. Non bisogna fare il passo più lungo della gamba.
203. Non c'è la peggior minestra che quella de' frati.
204. Non curano i fratei della soror, se non è da più di lor.
205. Non è bella la pasqua se non gocciola la frasca.
206. Non fu mai sì bella scarpa che non diventasse una ciabatta.
207. Non introdur l'asino in sala, che poi ti manderà fuori e della sala e della camera.
208. Non si giudica il cavallo dalla sella.
209. Non ti far capo della compagnia, perché è il capo che paga l'osteria.
210. Non tutti i ladri hanno la stella in fronte.
211. Non v'è giovane che non sia bella, né vecchia che non sia brutta.
212. Non v'è la peggio stretta di quella della falce.
213. Non v'è maggior nemico della troppa prosperità.
214. Non v'è termine più certo e meno inteso della morte.
215. Ognun può far della sua pasta gnocchi e al suo pranzo invitar buffoni e sciocchi.
216. Penitenza senza frutto, epiteto della corte.
217. Per pazza gelosia che lo martella, cozza il toro col toro, e lo sbudella.
218. Per Santa Cristina (24 luglio), la sementa della saggina.
219. Povera quella bocca che mangia con la rocca.
220. Povera quella casa dove non rientra cappello.
221. Quando il pidocchio casca nella tramoggia, si pensa d'essere il mugnaio.
222. Quando il verno è nella state, e la state nell'invernata, non avrai buona derrata.
223. Rare volte il diavolo giace morto nella fossa.
224. Roma travagliata, ché chi ha bella moglie vive d'entrata.
225. Romagnuol della mala Romagna,
226. Sai tu com'ella è? come l'uomo se l'arreca.
227. Scarpa ben fatta, bella ciabatta.
228. Se fossi cappellaio gli uomini nascerebbero senza capo.
229. S'è grande, è oziosa; s'è piccola, è viziosa; s'è bella è vanitosa; s'è brutta, è fastidiosa.
230. Se il coltivatore non è più forte della su' terra, questa finisce col divorarlo.
231. Se piove il dì della Pentecoste, tutte l'entrate non son nostre.
232. Se tu vuoi della vite trionfare, non gli tòrre e non gli dare, e più di due volte non la legare.
233. Se un cieco guida l'altro, tutti due cascano nella fossa.
234. Si batte la sella per non battere il cavallo.
235. Si vede il fine della nostra vita, ma non della nostra pazzia.
236. Stringe più la camicia che la gonella.
237. Sul più bello dell'uccellare muore la civetta.
238. Tante volte al pozzo va la secchia, ch'ella vi lascia il manico o l'orecchia.
239. Tirati in là, paiolo, che la padella non ti tinga.
240. Trista a quella casa che ha bisogno di puntelli.
241. Trista a quella pecora che ritorna al branco.
242. Trist'a quella bocca (o musa) che non sa trovar la scusa.
243. Trista quella ca' che mangia quanto ha.
244. Trist'a quella state, che ha saggina e rape.
245. Tutte le bocche son sorelle: ed aggiungesi da quella del lupo in fuori, che vuole tutto per sé.
246. Tutti voglion vedere i matti in piazza, ma nessuno della sua razza.
247. Tutto è meglio della morte.
248. Un basto solo (o una sella sola) non s'adatta ad ogni dosso.
249. Un bel camino fa una bella stanza.
250. Un solo granello di feci di topo puo' rovinare un'intera padella di riso.
251. Una bella porta rifà una brutta facciata.
252. Una bella scarpa resta una bella ciabatta.
253. Una buona famiglia è l'ornamento della cittá.
254. Val più avere amici in piazza, che danari nella cassa.
255. Val più un pegno nella cassa che fidanza nella piazza.
256. Vangami nella polvere, incalzami nel fango, io ti darò buon vino.
257. Venezia bella, Padova so' sorella, Treviso forte, Serraval campana, Ceneda villana, Coneglian cacciator, Belluno traditor, Prata disfatta, Brugnera per terra, Sacil crudel, Pordenon selcià, e Porzia innamorà.
258. Veneziani, gran Signori, Padovani, gran dottori, Vicentini, magna gatti, Veronesi tutti matti, Udinesi castellani, col cognome di Furlani, Trevisani, pane e trippe, Rovigotti, Bacco e pippe, Cremaschi, fa cogioni, i Brescian, tagliacantoni, ne volete de' più tristi?
259. Veronese, bella mano.







Proverbi Italiani

erba (8039)
erra (5847)
errore (3450)
facili (1209)
fagioli (4039)





AVG: 624.2356 (1734)






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