- AFORISMI E CITAZIONI - 'miseri'

1. A lui devi far ricorso negli assalti del nemico, in lui devi sperare e da lui ti devi aspettare ogni bene. Non ti fermare volontariamente su ciò che il nemico ti presenta. Ricordati che vince chi fugge; e tu devi ai primi movimenti di avversione contro di quelle persone ritrarne il pensiero e far ricorso a Dio. Davanti a lui piega il tuo ginocchio e con umiltà grandissima ripeti questa breve preghiera: "Abbi misericordia di me, che sono una povera inferma". Di poi alzati e con santa indifferenza prosegui le tue faccende. (S. Pio da Pietrelcina)
2. Accanto agli uomini ed alle società agiate e sazie, viventi nell'abbondanza, soggette al consumismo e al godimento, non mancano nella stessa famiglia umana né gli individui né i gruppi sociali che soffrono la fame. Non mancano i bambini che muoiono di fame sotto gli occhi delle loro madri. Non mancano in varie parti del mondo, in vari sistemi socioeconomici, intere aree di miseria, di deficienza e di sottosviluppo. Tale fatto è universalmente noto. (Giovanni Paolo II)
3. Amiamo Gesù per la sua grandezza divina, per la sua potenza nel cielo e sulla terra, per i suoi meriti infiniti, ma anche e soprattutto per ragioni di gratitudine. Se egli fosse stato con noi meno buono, più severo; quanto meno avremmo peccato!... Ma il peccato, quando è seguito dal dolore profondo di averlo commesso, dal proponimento reale di non ripeterlo più, dalla sensazione viva del gran male che con esso abbiamo arrecato alla misericordia di Dio; quando, lacerate le più dure fibre del cuore, riesce a far scaturire da queste lacrime cocenti di pentimento e di amore, il peccato stesso, figliuolo mio, diventa allora un gradino che si avvicina, che ci innalza, che più sicuramente ci conduce a lui. (S. Pio da Pietrelcina)
4. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. (Gesù)
5. Bisogna uscire dalla sacrestia, entrare nelle famiglie, stabilire dei contatti con l'umile gente lontana dalla Chiesa, in situazioni sociali di estrema miseria con orari di lavoro massacranti e salari da fame. (L. Dehon)
6. Che cosa poso fare io? Tutto viene da Dio. Io sono ricco di una sola cosa, d'una infinita miseria. (S. Pio da Pietrelcina)
7. Che cos'è l'avarizia? E` un continuo vivere in miseria per paura della miseria. (San Bernardo)
8. Chi per timore di miseria si priva della libertà, più preziosa dell'oro, per ingordigia, perché del poco non si appaga, si porterà un padrone sulle spalle. (Orazio)
9. Chi pratica la misericordia concede prestiti al prossimo, chi lo soccorre di propria mano osserva i comandamenti. (Siracide)
10. Chi vuol viver tranquillo i giorni sui, / non conti quanti son di lui più lieti, / ma quanti son più miseri di lui (L. Pignotti).
11. Col pensiero e nella confessione non si deve tornare sulle colpe accusate nelle confessioni precedenti. Per la nostra contrizione Gesù le ha perdonate al tribunale di penitenza. Là egli si è trovato dinanzi a noi e alle nostre miserie come un creditore di fronte a un debitore insolvibile. Con un gesto d'infinita generosità ha lacerato, ha distrutto le cambiali da noi sottoscritte peccando, e che non avremo certo potuto pagare senza il soccorso della sua clemenza divina. Tornare su quelle colpe, volerle riesumare soltanto per averne ancora il perdono, soltanto per il dubbio che non siano state realmente e largamente rimesse, non sarebbe forse da considerare come un atto di diffidenza verso la bontà della quale aveva dato prova, lacerando egli stesso ogni titolo del debito da noi contratto col peccare?... Torni, se ciò può essere motivo di conforto alle anime nostre, torni pure il pensiero alle offese arrecate alla giustizia, alla sapienza, alla infinita misericordia di Dio: ma solo per piangere su di esse le lacrime redentrici del pentimento e dell'amore. (S. Pio da Pietrelcina)
12. Come il popolo, attraverso schiavitù, patimenti e miserie, conquista a grado a grado coscienza, forza, emancipazione, il nome santo di Dio sorge dalle rovine dei culti corrotti a splendere, circondato d'un culto più puro, più fervido e più ragionevole. (G. Mazzini)
13. Di mezzo ai patimenti, alla miseria, alla schiavitù, voi potete rivolgervi a Dio, e santificarvi nell'adorazione di Lui, nella preghiera, nella fede in un avvenire che vi compenserà largamente, e nel disprezzo delle cose mondane. (G. Mazzini)
14. Dio vi lascia in quelle tenebre per la sua gloria; qui è il vostro grande profitto spirituale. Dio vuole che le vostre miserie siano il trono della sua misericordia e le vostre impotenze il seggio della sua onnipotenza. (S. Pio da Pietrelcina)
15. Dovrebbe essere altamente istruttiva una sconcertante constatazione del più recente periodo: accanto alle miserie del sottosviluppo, che non possono essere tollerate, ci troviamo di fronte a una sorta di supersviluppo, egualmente inammissibile, perché, come il primo, è contrario al bene e alla felicità autentica. Tale supersviluppo, infatti, consistente nell'eccessiva disponibilità di ogni tipo di beni materiali in favore di alcune fasce sociali, rende facilmente gli uomini schiavi del "possesso" e del godimento immediato, senza altro orizzonte che la moltiplicazione o la continua sostituzione delle cose, che già si posseggono, con altre ancora più perfette. E' la cosiddetta civiltà dei "consumi", o consumismo, che comporta tanti "scarti" e "rifiuti". (Giovanni Paolo II)
16. E' ben noto il quadro della civiltà consumistica, che consiste in un certo eccesso dei beni necessari all'uomo, alle società intere, e qui si tratta proprio delle società ricche e molto sviluppate, mentre le rimanenti società, almeno larghi strati di esse, soffrono la fame, e molte persone muoiono ogni giorno di denutrizione e di inedia. Di pari passo va per gli uni un certo abuso della libertà, che è legato proprio ad un atteggiamento consumistico non controllato dall'etica, ed esso limita contemporaneamente la libertà degli altri, cioè di coloro che soffrono rilevanti deficienze e vengono spinti verso condizioni di ulteriore miseria ed indigenza. (Giovanni Paolo II)
17. E' miseria della nostra condizione che spesso ciò che si presenta alla nostra immaginazione come la cosa più vera, non vi si presenti come la più utile per la nostra vita. (M. de Montaigne)
18. Fate uso cristiano dei vostri soldi e dei vostri risparmi, e allora tanta miseria scomparirà e tanti corpi doloranti e tanti esseri afflitti troveranno sollievo e conforto. (S. Pio da Pietrelcina)
19. Finché portiamo questo fragile corpo, non possiamo essere esenti dal peccato, né vivere senza molestie e dolori. Ben vorremmo aver tregua da ogni miseria; ma avendo perduto, a causa del peccato, la nostra innocenza, abbiamo perduto quaggiù anche la vera felicità. Perciò occorre che manteniamo in noi una ferma pazienza, nell'attesa della misericordia divina, "fino a che sia scomparsa l'iniquità di questo mondo" e le cose mortali "siano assunte dalla vita eterna". (T. da Kempis)
20. Guai a quelli che non riconoscono la loro miseria. Guai, ancor più, a quelli che amano questa vita miserabile e destinata a finire; una vita alla quale tuttavia certa gente - anche se, lavorando o elemosinando, mette insieme appena appena il necessario - si abbarbica, come se potesse restare quaggiù in eterno, senza darsi pensiero del regno di Dio. Gente pazza, interiormente priva di fede; gente sommersa dalle cose terrene, tanto da gustare solo ciò che è materiale. (T. da Kempis)
21. Guardati dalle ansietà ed inquietudini perché non vi è cosa che maggiormente impedisca il camminare nella perfezione. Poni, figliuola mia, dolcemente il tuo cuore nelle piaghe di nostro Signore, ma non a forza di braccia. Abbi una gran confidenza nella sua misericordia e bontà, ch'egli non ti abbandonerà mai, ma non lasciare per questo di abbracciare bene la sua santa croce. (S. Pio da Pietrelcina)
22. I responsabili della cosa pubblica, i cittadini dei Paesi ricchi personalmente considerati, specie se cristiani, hanno l'obbligo morale-- secondo il rispettivo grado di responsabilità--di tenere in considerazione, nelle decisioni personali e di governo, questo rapporto di universalità, questa interdipendenza che sussiste tra i loro comportamenti e la miseria e il sottosviluppo di tanti milioni di uomini. (Giovanni Paolo II)
23. Il denaro non dà la felicità. Figuriamoci la miseria (W.Allen)
24. Il Signore soltanto è riconosciuto giusto. A nessuno è possibile svelare le sue opere e chi può indagare le sue grandezze? La potenza della sua maestà chi potrà misurarla? Chi riuscirà a narrare le sue misericordie? Non c'è nulla da togliere e nulla da aggiungere; non è possibile indagare le meraviglie del Signore. (Siracide)
25. Il Signore talvolta ti fa sentire il peso della croce. Questo peso ti sembra intollerabile, ma tu lo porti perché il Signore nel suo amore e nella sua misericordia ti stende la mano e ti dà la forza. (S. Pio da Pietrelcina)
26. Impariamo a non lasciarci abbagliare dall'ingegno, dalla gloria, dai falsi splendori. Lodiamo ed ammiriamo chi rende gli uomini felici. Condanniamo sempre e teniamo in dispregio chi invece li fa miseri e sventurati (M. D'Azeglio)
27. In ogni fatica c'è un vantaggio, ma la loquacità produce solo miseria. (Salomone)
28. La bontà è come un giardino di benedizioni, la misericordia dura sempre. (Siracide)
29. La carità non deve mai guardare dietro di sé, ma sempre avanti, perché il numero delle sue beneficenze è sempre troppo piccolo e perché infinite sono le miserie presenti e future che deve lenire. (F. Cabrini)
30. La felicità è sempre soggetta all'invidia: la sola miseria non è invidiata da nessuno. (Socrate)
31. La miseria non basta soccorrerla, bisogna andarla a cercare. (L. Guanella)
32. Lettor, se delle altrui miserie il pondo / l'anima ti commove, a preferenza / solleva il bisognoso pudibondo (L. Borsini).
33. Lo spirito di Dio è spirito di pace, ed anche nelle mancanze più gravi ci fa sentire un dolore tranquillo, umile, confidente, e ciò dipende appunto dalla sua misericordia. Lo spirito del demonio, invece, eccita, esaspera e ci fa provare, nello stesso dolore, quasi l'ira contro noi stessi, mentre invece la prima carità la dobbiamo appunto usare verso di noi. Quindi se alcuni pensieri ti agitano, pensa che questa agitazione non viene mai da Dio, che ti dona la tranquillità, essendo spirito di pace, ma dal diavolo. (S. Pio da Pietrelcina)
34. Lo stato di diseguaglianza tra uomini e popoli non soltanto perdura, ma aumenta. Avviene tuttora che accanto a coloro che sono agiati e vivono nell'abbondanza, esistono quelli che vivono nell'indigenza, soffrono la miseria e spesso addirittura muoiono di fame; e il loro numero raggiunge decine e centinaia di milioni. È per questo che l'inquietudine morale è destinata a divenire ancor più profonda. (Giovanni Paolo II)
35. L'uomo contemporaneo si interroga spesso, con profonda ansia, circa la soluzione delle terribili tensioni che si sono accumulate sul mondo e si intrecciano in mezzo agli uomini. E se talvolta non ha il coraggio di pronunciare la parola "misericordia", oppure nella sua coscienza, priva di contenuto religioso, non ne trova l'equivalente, tanto più bisogna che la Chiesa pronunci questa parola, non soltanto in nome proprio, ma anche in nome di tutti gli uomini contemporanei. (Giovanni Paolo II)
36. Madre mia, profondi in me quell'amore che ardeva nel tuo cuore per lui, in me che, ricoperto di miserie, ammiro in te il mistero del tuo immacolato concepimento, e che ardentemente bramo che per esso tu mi renda puro il cuore per amare il mio e tuo Dio, pura la mente per assorgere a lui e contemplarlo, adorarlo e servirlo in spirito e verità, puro il corpo affinché sia un suo tabernacolo meno indegno di possederlo quando si degnerà venire in me nella santa comunione. (S. Pio da Pietrelcina)
37. Mangiare, bere, star sveglio, dormire, riposare, lavorare, e dover soggiacere alle altre necessità che ci impone la nostra natura, tutto ciò, in realtà, è una miseria grande e un dolore per l'uomo religioso; il quale amerebbe essere sciolto e libero da ogni peccato. In effetti l'uomo che vive interiormente si sente schiacciato, come sotto un peso, dalle esigenze materiali di questo mondo; ed è perciò che il profeta prega fervorosamente di essere liberato, dicendo: "Signore, toglimi da queste necessità" (T. da Kempis)
38. Meglio sopportare la povertà e la miseria che la superbia e l'insolenza dei ricchi (Euripide)
39. Nel tumultuare delle passioni e delle avverse vicende ci sorregga la cara speranza della sua inesauribile misericordia. Corriamo fidenti al tribunale di penitenza, ove egli con ansia di padre in ogni istante ci attende; e, pur consapevoli della nostra insolvibilità dinanzi a lui, non dubitiamo del perdono solennemente pronunziato sui nostri errori. Poniamo su di essi, come ce l'ha posta il Signore, una pietra sepolcrale. (S. Pio da Pietrelcina)
40. Noi speriamo di vedere un mondo fondato su quattro libertà essenziali per l'uomo. La prima è la libertà di parola e di espressione. La seconda è la libertà di venerare Dio come sembra più opportuno. La terza è la libertà dalla miseria. La quarta è la libertà dalla paura: ciò, tradotto su scala mondiale, significa una riduzione degli armamenti cosi potente ed efficace che nessuna nazione possa compiere una aggressione militare contro qualche vicino. Non si tratta della visione di un lontano avvenire, ma di basi precise per un mondo realizzabile nei nostri tempi, dalla nostra generazione. (F.D. Roosevelt)
41. Non agisce con sufficiente saggezza colui che, avendo la grazia, si dà interamente alla gioia, senza pensare alla sua miseria di prima e alla purezza che si deve aver nel timore di Dio; timore cioè di perdere quella grazia che gli era stata data. (T. da Kempis)
42. Osserva bene: sempre che la tentazione ti dispiacerà, non vi è cosa da temere. Ma perché ti dispiace ella, se non perché non vorresti sentirla? Queste tentazioni sì importune vengono dalla malizia del demonio, ma il dispiacere e la sofferenza che ne risentiamo vengono dalla misericordia di Dio, il quale, contro la volontà del nemico nostro, ritrae dalla sua malizia la santa tribolazione, per mezzo della quale egli purifica l'oro che vuol mettere nei suoi tesori. Dico ancora: le tentazioni sono del demonio e dell'inferno, ma le tue pene ed afflizioni sono di Dio e del paradiso; le madri sono di Babilonia, ma le figlie sono di Gerusalemme. Disprezza le tentazioni ed abbraccia le tribolazioni. No, no, mia figliuola, lascia soffiare il vento e non pensare che lo squillo delle foglie sia il rumore delle armi. (S. Pio da Pietrelcina)
43. Per molti la ricchezza non ha segnato la fine delle loro miserie, ma solo un cambiamento. (Seneca)
44. Povere sventurate quelle anime che si gettano nel turbinio delle preoccupazioni mondane; più esse amano il mondo, più le loro passioni si moltiplicano, più i loro desideri si accendono, più si trovano incapaci ai loro progetti; ed ecco le inquietudini, le impazienze, gli urti terribili che spezzano i loro cuori, che non palpitano di carità e di santo amore. Preghiamo per queste anime disgraziate, miserabili, che Gesù le perdoni e le tragga con la sua infinita misericordia a sé. (S. Pio da Pietrelcina)
45. Prega e spera; non agitarti. L'agitazione non giova a nulla. Iddio è misericordioso e ascolterà la tua preghiera. (S. Pio da Pietrelcina)
46. Principalmente devi insistere sulla base della giustizia cristiana e sul fondamento della bontà, sulla virtù, ossia, di cui esplicitamente Gesù si porge a modello, voglio dire: l'umiltà (Mt. 11, 29). Umiltà interna ed esterna, ma più interna che esterna, più sentita che mostrata, più profonda che visibile. Stimati, o mia dilettissima figliuola, quale sei in verità: un nulla, una miseria, una debolezza, una fonte di perversità senza limiti od attenuanti, capace di convertire il bene in male, di abbandonare il bene per il male, di attribuirti il bene o giustificarti nel male e, per amor dello stesso male, di disprezzare il sommo Bene. (S. Pio da Pietrelcina)
47. Purtroppo, degli altri spesso pensiamo e parliamo più facilmente male che bene: tale è la nostra miseria. Quelli che vogliono essere perfetti non credono scioccamente all'ultimo che parla, giacché conoscono la debolezza umana, portata alla malevolenza e troppo facile a blaterare. (T. da Kempis)
48. Quanto grande è la nostra miseria: il nostro corpo va soggetto a tutte le infermità, dolori e debolezze della vita; la nostra anima non riesce sempre ad avere slanci nel bene! Sono queste le conseguenze del peccato originale! Sii umile di cuore e sempre pronto a dominare le tue cattive inclinazioni. (G. Nardi)
49. Quanto più la coscienza umana, soccombendo alla secolarizzazione, perde il senso del significato stesso della parola "misericordia", quanto più, allontanandosi da Dio, si distanzia dal mistero della misericordia, tanto più la Chiesa ha il diritto e il dovere di far appello al Dio della misericordia "con forti grida". (Giovanni Paolo II)
50. Se dobbiamo aver pazienza a sopportare le miserie altrui, tanto più dobbiamo sopportare noi stessi. Nelle tue quotidiane infedeltà umiliati, umiliati sempre. Quando Gesù ti vedrà umiliato fino a terra, ti stenderà la mano e penserà lui stesso ad attirarti fino a sé. (S. Pio da Pietrelcina)
51. Sentii ben presto nell'anima mia il desiderio di consacrarmi ai poverelli, facendo mie le loro miserie. (G. Cusmano)
52. Sento sempre più il grande bisogno di abbandonarmi con più fiducia alla divina misericordia e riporre in Dio solo l'unica mia speranza. (S. Pio da Pietrelcina)
53. So che il Signore permette questi assalti al demonio perché la sua misericordia vi rende a sé care e vuole che voi pure lo rassomigliate nelle angosce del deserto, dell'orto, della croce; ma vi dovete difendere allontanandolo e disprezzando le sue maligne insinuazioni in nome di Dio e della santa ubbidienza. (S. Pio da Pietrelcina)
54. Solo la miseria è senza invidia. (Giovanni Boccaccio)
55. Terribile è la giustizia di Dio. Ma non scordiamo che anche la sua misericordia è infinita. (S. Pio da Pietrelcina)
56. Tutti sappiamo bene che le zone di miseria o di fame, che esistono sul nostro globo, avrebbero potuto essere "fertilizzate" in breve tempo, se i giganteschi investimenti per gli armamenti, che servono alla guerra e alla distruzione, fossero stati invece cambiati in investimenti per il nutrimento, che servono alla vita. (Giovanni Paolo II)
57. Tutto devi lietamente sopportare, per amore di Dio: fatiche e dolori; tentazioni e tormenti; angustie, miserie e malanni; ingiurie, biasimi e rimproveri; umiliazioni e sbigottimenti; ammonizioni e critiche sprezzanti. Cose, queste, che aiutano nella via della virtù e costituiscono una prova per chi si è posto al servizio di Cristo; cose, infine, che preparano la corona del cielo. (T. da Kempis)
58. Una volta suonata la nostra ultima ora, cessati i battiti del nostro cuore, tutto sarà finito per noi, ed il tempo di meritare e quello pure di demeritare. Tali e quali la morte ci troverà, ci presenteremo a Cristo giudice. I nostri gridi di supplica, le nostre lacrime, i nostri sospiri di pentimento, che ancora sulla terra ci avrebbero guadagnato il cuore di Dio, avrebbero potuto di noi fare, con l'aiuto dei sacramenti, da peccatori dei santi, oggi più a nulla valgono; il tempo della misericordia è trascorso, ora incomincia il tempo della giustizia. (S. Pio da Pietrelcina)
59. Vi scongiuro, per la mansuetudine di Gesù e per le viscere di misericordia del Padre celeste, a non mai raffreddarvi nella via del bene. Correte sempre e non mai vogliate fermarvi, sapendo che in questa strada lo star fermo equivale al ritorno sui propri passi. (S. Pio da Pietrelcina)
60. Conosco la mia miseria e la mia debolezza, ma so anche quanto piaccia ai cuori nobili, generosi, far del bene, perciò, vi supplico, beati abitanti del cielo, vi supplico di adottarmi come figlia. (Santa Teresa di Gesù Bambino)
61. Io sono un uomo che pensa, e mi occupo di politica, di religione, e di riforme sociali, come di tante altre perdite di tempo – e vi assicuro che da qualunque parte mi rigiriate è una vita da cani. La miseria è la mia compagna stabile. (George Bernard Shaw)




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Aforismi e citazioni

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