- AFORISMI E CITAZIONI - 'ivi'

1. Accanto agli uomini ed alle società agiate e sazie, viventi nell'abbondanza, soggette al consumismo e al godimento, non mancano nella stessa famiglia umana né gli individui né i gruppi sociali che soffrono la fame. Non mancano i bambini che muoiono di fame sotto gli occhi delle loro madri. Non mancano in varie parti del mondo, in vari sistemi socioeconomici, intere aree di miseria, di deficienza e di sottosviluppo. Tale fatto è universalmente noto. (Giovanni Paolo II)
2. Accendi tu, Gesù, quel fuoco che venisti a portare sulla terra, affinché consumato da esso m'immoli sull'ara della tua carità, quale olocausto d'amore, perché tu regni nel mio cuore e nel cuore di tutti, e da tutti e dappertutto si levi un sol cantico di lode, di benedizione, di ringraziamento a te per l'amore che nel mistero della tua nascita di divine tenerezze ci hai addimostrato. (S. Pio da Pietrelcina)
3. Affettato sarai se te governi / con leziosa cura a parte a parte / e vivi sol negli ornamenti esterni. (L. Borsini)
4. Al posto dell'iniziativa creativa nasce la passività, la dipendenza e la sottomissione all'apparato burocratico che, come unico organo "disponente" e "decisionale"--se non addirittura "possessore"--della totalità dei beni e mezzi di produzione, mette tutti in una posizione di dipendenza quasi assoluta, che è simile alla tradizionale dipendenza dell'operaio-proletario dal capitalismo. (Giovanni Paolo II)
5. Amate! L'amore è l'ala dell'anima a Dio e al grande, al bello, al sublime, che sono l'ombra di Dio sulla terra. Amate la famiglia, gli uomini presti a dividere dolori e gioie con voi, gli estinti che vi furono cari e vi ebbero cari (G. Mazzini).
6. Amiamo Gesù per la sua grandezza divina, per la sua potenza nel cielo e sulla terra, per i suoi meriti infiniti, ma anche e soprattutto per ragioni di gratitudine. Se egli fosse stato con noi meno buono, più severo; quanto meno avremmo peccato!... Ma il peccato, quando è seguito dal dolore profondo di averlo commesso, dal proponimento reale di non ripeterlo più, dalla sensazione viva del gran male che con esso abbiamo arrecato alla misericordia di Dio; quando, lacerate le più dure fibre del cuore, riesce a far scaturire da queste lacrime cocenti di pentimento e di amore, il peccato stesso, figliuolo mio, diventa allora un gradino che si avvicina, che ci innalza, che più sicuramente ci conduce a lui. (S. Pio da Pietrelcina)
7. Amici miei, tenete a mente questo: non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori (Victor Hugo)
8. Ascolta volentieri ogni parola divina e le massime sagge non ti sfuggano. (Siracide)
9. Benedico il buon Dio dei santi sentimenti che ti dà la sua grazia. Fai bene a non incominciare mai nessuna opera senza aver prima implorato l'aiuto divino. Ciò ti otterrà la grazia della santa perseveranza. (S. Pio da Pietrelcina)
10. Capitanata dalle corone o capitanata dal berretto, la discordia civile è il pessimo di quanti flagelli possono percuotere un popolo (G. Giusti).
11. Certamente, la limitazione della libertà religiosa delle persone e delle comunità non è soltanto una loro dolorosa esperienza, ma colpisce innanzitutto la dignità stessa dell'uomo, indipendentemente dalla religione professata o dalla concezione che esse hanno del mondo. La limitazione della libertà religiosa e la sua violazione contrastano con la dignità dell'uomo e con i suoi diritti oggettivi. (Giovanni Paolo II)
12. Che altro ti dirò? La grazia e pace dello Spirito Santo sia sempre nel mezzo del tuo cuore. Metti questo cuore nel costato aperto del Salvatore ed uniscilo a questo re dei nostri cuori, che in essi sta come in suo trono reale per ricevere l'omaggio e l'obbedienza di tutti gli altri cuori, tenendo così la porta aperta, acciocché ciascuno possa accostarsi per avere sempre ed a qualunque ora udienza; e quando il tuo gli parlerà, non ti dimenticare, mia carissima figliuola, di fargli parlare ancora in favore del mio, acciocché la sua divina e cordiale maestà lo renda buono, ubbidiente, fedele e meno meschino di quello che è. (S. Pio da Pietrelcina)
13. Che cosa è la felicità se non il possedimento di ogni sorta di bene, che rende l'uomo del tutto pago? Ma su questa terra si trova mai qualcuno che sia pienamente felice? No, certamente. L'uomo sarebbe stato tale, se si fosse mantenuto fedele al suo Dio. Ma giacché l'uomo è pieno di delitti, cioè pieno di peccati, non può mai essere pienamente felice. Quindi solo in cielo si trova la felicità: ivi non pericoli di perdere Dio, non patimenti, non morte, ma sempiterna vita con Gesù Cristo. (S. Pio da Pietrelcina)
14. Che i vermi roderanno il mio corpo è un pensiero che posso sopportare; ma che i professori di filosofia rodano la mia filosofia, è un'idea che mi fa venire i brividi. (Schopenhauer)
15. Chi ama davvero ama il mondo intero, non soltanto un individuo in particolare. (E. Fromm)
16. Chi maneggia la pece si sporca, chi frequenta il superbo diviene simile a lui. (Siracide)
17. Chi rimpiange la vecchia civiltà contadina, non l'ha mai conosciuta da vicino. (Cesare Marchi)
18. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! (Gesù)
19. Ci sono dei cattivi scopritori che pensano che non ci sia terra finché non vedono altro che il mare. (Francis Bacon)
20. Ci sono quelli -- i pochi che possiedono molto -- che non riescono veramente ad "essere", perché, per un capovolgimento della gerarchia dei valori, ne sono impediti dal culto dell'"avere"; e ci sono quelli -- i molti che possiedono poco o nulla --, i quali non riescono a realizzare la loro vocazione umana fondamentale, essendo privi dei beni indispensabili. (Giovanni Paolo II)
21. Ciò che caratterizza gli arrivisti è il fatto che non soltanto non arrivano, ma non partono neppure. (Robert de Montesquiou Fezensac)
22. Col peccato mortale l'uomo perde la bellezza soprannaturale dell'anima e diviene affatto impuro dinanzi a Dio. Come la putrefazione toglie alla mela il colore, l'odore, il sapore ed ogni bellezza di pregio, così il peccato grave toglie all'anima ogni valore di bellezza. (S. Bonaventura).
23. Col pensiero e nella confessione non si deve tornare sulle colpe accusate nelle confessioni precedenti. Per la nostra contrizione Gesù le ha perdonate al tribunale di penitenza. Là egli si è trovato dinanzi a noi e alle nostre miserie come un creditore di fronte a un debitore insolvibile. Con un gesto d'infinita generosità ha lacerato, ha distrutto le cambiali da noi sottoscritte peccando, e che non avremo certo potuto pagare senza il soccorso della sua clemenza divina. Tornare su quelle colpe, volerle riesumare soltanto per averne ancora il perdono, soltanto per il dubbio che non siano state realmente e largamente rimesse, non sarebbe forse da considerare come un atto di diffidenza verso la bontà della quale aveva dato prova, lacerando egli stesso ogni titolo del debito da noi contratto col peccare?... Torni, se ciò può essere motivo di conforto alle anime nostre, torni pure il pensiero alle offese arrecate alla giustizia, alla sapienza, alla infinita misericordia di Dio: ma solo per piangere su di esse le lacrime redentrici del pentimento e dell'amore. (S. Pio da Pietrelcina)
24. Come giustificare il fatto che ingenti somme di danaro che potrebbero e dovrebbero essere destinate a incrementare lo sviluppo dei popoli, sono invece utilizzate per l'arricchimento di individui o di gruppi, ovvero assegnate all'ampliamento degli arsenali di armi, sia nei Paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo, sconvolgendo così le vere priorità? (Giovanni Paolo II)
25. Come il donare è qualità ambiziosa e di privilegio, così l'accettare è caratteristica di sottomissione. (M. de Montaigne)
26. Come le api, che senza esitare attraversano talvolta le ampie distese dei campi, pur di raggiungere l'aiuola prediletta, e poi stanche, ma soddisfatte e cariche di polline, tornano al favo per ivi compiere in feconda opera silenziosa la sapiente trasformazione del nettare dei fiori in nettare di vita: così voi, dopo averla raccolta, tenete ben chiusa nel vostro cuore la parola di Dio; tornate all'alveare, cioè meditatela con attenzione, scanditene gli elementi, ricercatene il significato profondo. Essa vi apparirà allora nel suo luminoso splendore, acquisterà la potenza di annientare le vostre naturali inclinazioni verso la materia, avrà la virtù di trasformarle in ascensioni pure e sublimi dello spirito, di avvincere più strettamente il vostro al Cuore divino del vostro Signore. (S. Pio da Pietrelcina)
27. Condividere significa moltiplicare le possibilità di essere felici. (Dugpa Rimpoce)
28. Conta più lo stato d'animo che il luogo dove tu arrivi, perciò l'animo non va reso schiavo di nessun posto. (Seneca)
29. Dal punto di vista del diritto civile, gli schiavi non contano nulla. Tuttavia non è così per il diritto naturale, secondo il quale tutti gli uomini sono uguali. (Ulpiano)
30. Degli uomini cattivi puoi fidarti. Quelli almeno non cambiano. (W. Faulkner)
31. Deve anche preoccupare il declino di molti valori fondamentali che costituiscono un bene incontestabile non soltanto della morale cristiana, ma semplicemente della morale umana, della cultura morale, quali il rispetto per la vita umana sin dal momento del concepimento, il rispetto per il matrimonio nella sua unità indissolubile, il rispetto per la stabilità della famiglia. Il permissivismo morale colpisce soprattutto questo ambito più sensibile della vita e della convivenza umana. (Giovanni Paolo II)
32. Di che dovete affannarvi se Gesù vuol farvi pervenire alla patria celeste per i deserti o per i campi, quando e per gli uni e per gli altri si perverrà lo stesso alla beata eternità? Allontanate da voi ogni soverchia preoccupazione che nasce dalle prove con le quali il buon Dio vuole visitarvi; e se ciò non è possibile, allontanatene il pensiero ed in tutto vivete rassegnati ai divini voleri. (S. Pio da Pietrelcina)
33. Di fronte ai casi di bisogno, non si possono preferire gli ornamenti superflui delle chiese e la suppellettile preziosa del culto divino; al contrario, potrebbe essere obbligatorio alienare questi beni per dar pane, bevanda, vestito e casa a chi ne è privo. (Giovanni Paolo II)
34. Dio me l'ha data la povera sorella mia e Dio me l'ha tolta. Sia benedetto il suo santo nome. In queste esclamazioni ed in questa rassegnazione trovo la forza sufficiente di non soccombere sotto il peso del dolore. A questa rassegnazione nella divina volontà esorto anche voi e troverete, al pari di me, l'alleviamento del dolore. (S. Pio da Pietrelcina)
35. Dio non vuole che tu senti sensibilmente il sentimento della fede, speranza e carità, né che tu ne goda, se non quanto basta per servirsene nelle occasioni. Ahimè! Quanto siamo felici di essere noi tenuti sì strettamente dal nostro celeste tutore! Non dobbiamo fare altro che ciò che facciamo, cioè di amare la divina provvidenza ed abbandonarci nelle sue braccia e nel suo seno. No, mio Dio, io non desidero maggior godimento della mia fede, della mia speranza, della mia carità, solo per poter dire sinceramente, quantunque senza gusto e senza sentimento, che vorrei piuttosto morire che abbandonare queste virtù. (S. Pio da Pietrelcina)
36. Dio v'ha fatti sociali e progressivi. Voi, dunque, avete il dovere d'associarvi e di progredire quanto comporta la sfera d'attività nella quale le circostanze vi collocarono, e avete diritto che la società alla quale appartenete non vi impedisca nella vostra opera di associazione e di progresso (G. Mazzini).
37. Dolce riposo sarà il tuo, se il cuore non avrà nulla da rimproverarti. Non rallegrarti se non quando avrai fatto del bene. I cattivi non godono mai di una vera letizia e non sentono mai la pace dell'anima, giacché "non c'è pace per gli empi", dice il Signore. (T. da Kempis)
38. Dopo l'ascensione di Gesù Cristo al cielo, Maria ardeva continuamente del più vivo desiderio di riunirsi a lui. Senza del suo divin Figliuolo, a lei sembrava di trovarsi nel più duro esilio. Quegli anni in cui dovette stare divisa da lui, furono per lei il più lento e penoso martirio, martirio d'amore che la consumava lentamente. (S. Pio da Pietrelcina)
39. Dovrebbe essere altamente istruttiva una sconcertante constatazione del più recente periodo: accanto alle miserie del sottosviluppo, che non possono essere tollerate, ci troviamo di fronte a una sorta di supersviluppo, egualmente inammissibile, perché, come il primo, è contrario al bene e alla felicità autentica. Tale supersviluppo, infatti, consistente nell'eccessiva disponibilità di ogni tipo di beni materiali in favore di alcune fasce sociali, rende facilmente gli uomini schiavi del "possesso" e del godimento immediato, senza altro orizzonte che la moltiplicazione o la continua sostituzione delle cose, che già si posseggono, con altre ancora più perfette. E' la cosiddetta civiltà dei "consumi", o consumismo, che comporta tanti "scarti" e "rifiuti". (Giovanni Paolo II)
40. Dovunque il grido della vostra coscienza è ratificato dal consenso dell'Umanità, ivi è Dio, ivi siete certi di avere in pugno la verità: l'uno è la verificazione dell'altro. (G. Mazzini)
41. Dovunque il guardo io giro, / immenso Dio ti vedo; / nell'opre tue t'ammiro, / ti riconosco in me. / La terra, il mar, le sfere parlan del tuo potere: / tu sei per tutto e noi / tutti viviamo in te (P. Metastasio).
42. Dubitare è il più grande insulto alla divinità. (S. Pio da Pietrelcina)
43. E' assurdo dividere le persone in buone e cattive. Le persone si dividono in simpatiche e noiose. (Wilde)
44. E' ben noto il quadro della civiltà consumistica, che consiste in un certo eccesso dei beni necessari all'uomo, alle società intere, e qui si tratta proprio delle società ricche e molto sviluppate, mentre le rimanenti società, almeno larghi strati di esse, soffrono la fame, e molte persone muoiono ogni giorno di denutrizione e di inedia. Di pari passo va per gli uni un certo abuso della libertà, che è legato proprio ad un atteggiamento consumistico non controllato dall'etica, ed esso limita contemporaneamente la libertà degli altri, cioè di coloro che soffrono rilevanti deficienze e vengono spinti verso condizioni di ulteriore miseria ed indigenza. (Giovanni Paolo II)
45. E' grandemente utile per noi, e ci dà sicurezza di spirito, non ricevere molte gioie in questa vita; particolarmente gioie materiali. Comunque, è colpa nostra se non riceviamo consolazioni divine o ne proviamo raramente; perché non cerchiamo la compunzione del cuore e non respingiamo del tutto le vane consolazioni che vengono dal di fuori. (T. da Kempis)
46. E' ingiusto proibire ai preti di sposarsi. Per che cosa hanno meritato un simile privilegio. (R. Cerda)
47. E' la mia opinione e io la condivido (Henri-Bonaventure Morrier)
48. E' l'animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi (Lucio Anneo Seneca)
49. È proprio all'interno dell'uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una parte infatti, come creatura, egli sperimenta in mille modi i suoi limiti; d'altra parte, si accorge di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna ed a rinunciare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe. Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società". (Giovanni Paolo II)
50. E' uguale follia piangere del fatto che di qui a cento anni non vivremo, quanto piangere del fatto che cento anni fa non eravamo vivi. (M. de Montaigne)
51. Ecco una delle cause dei nostri mali: viviamo imitando il prossimo e non ci facciamo regolare dalla ragione, ma trascinare dall'abitudine. (Seneca)
52. Esistono due classi di uomini: i giusti e gli ingiusti. La divisione viene fatta dai giusti. (O. Wilde)
53. Fate mostra di essere pronti alla guerra e avrete la pace. (Livio)
54. Figlio, nella tua attività sii modesto, sarai amato dall'uomo gradito a Dio. (Siracide)
55. Finché portiamo questo fragile corpo, non possiamo essere esenti dal peccato, né vivere senza molestie e dolori. Ben vorremmo aver tregua da ogni miseria; ma avendo perduto, a causa del peccato, la nostra innocenza, abbiamo perduto quaggiù anche la vera felicità. Perciò occorre che manteniamo in noi una ferma pazienza, nell'attesa della misericordia divina, "fino a che sia scomparsa l'iniquità di questo mondo" e le cose mortali "siano assunte dalla vita eterna". (T. da Kempis)
56. Fiume che si divide diventa ruscello. (Proverbio)
57. Gesù chiama i poveri e semplici pastori per mezzo degli angeli per manifestarsi ad essi. Chiama i sapienti per mezzo della stessa loro scienza. E tutti, mossi dall'interiore influsso della sua grazia, corrono a lui per adorarlo. Chiama tutti noi con le divine ispirazioni e si comunica a noi con la sua grazia. Quante volte egli ha amorosamente invitato anche noi? E noi con quale prontezza gli abbiamo corrisposto? Mio Dio, mi arrossisco e mi sento ripieno di confusione nel dover rispondere a sì fatta interrogazione. (S. Pio da Pietrelcina)
58. Gesù, che regnava in cielo con l'umanità santissima che aveva preso dalle viscere della Vergine, volle pure che la Madre sua non solo con l'anima, ma bene anche col corpo si riunisse a lui e dividesse appieno la sua gloria. E ciò era ben giusto e doveroso. Quel corpo che neppure un istante era stato schiavo del demonio e del peccato, non lo doveva essere neppure della corruzione. (S. Pio da Pietrelcina)
59. Gli scrittori si dividono in due categorie: persone produttive e vincitori di premi letterari. (Helmut Qualtinger)
60. Gli unici artisti dotati di fascino personale che io abbia conosciuto sono i cattivi artisti: quelli buoni esistono solamente per quello che fanno e di conseguenza, sono assolutamente privi di interesse per quello che sono. (O. Wilde)
61. Gli uomini colti sono superiori agli incolti nella stessa misura in cui i vivi sono superiori ai morti. (Aristotele)
62. Gl'individui muoiono; ma quel tanto di vero che essi hanno pensato, quel tanto di buono ch'essi hanno operato non va perduto con essi: l'Umanità lo raccoglie e gli uomini che passeggiano sulla loro sepoltura ne fanno lor pro. (G. Mazzini)
63. Gran parte dei nostri sogni li viviamo con assai maggiore intensità della nostra esistenza da svegli. (H. Hesse)
64. Guai a coloro che non si mantengono onesti! Essi non solo perdono ogni rispetto umano, ma quanto non possono occupare nessuna carica civile... Perciò siamo sempre onesti, scacciando ogni cattivo pensiero dalla nostra mente, e stiamo col cuore sempre rivolto a Dio, il quale ci ha creati e posti sulla terra per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita e poi goderlo eternamente nell'altra. (S. Pio da Pietrelcina)
65. Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. (Gesù)
66. I bei peccati, come le belle cose, sono privilegio dei ricchi. (O. Wilde)
67. I buoni propositi sono inutili tentativi di interferire nelle leggi scientifiche. Nascono dalla pura vanità e il loro risultato è un nulla assoluto. (O. Wilde)
68. I cuori forti e generosi non si dolgono che per grandi motivi, ed ancora tali motivi non li fanno troppo penetrare nel loro intimo. (S. Pio da Pietrelcina)
69. I mezzi tecnici a disposizione della civiltà odierna celano non soltanto la possibilità di un'autodistruzione per via di un conflitto militare, ma anche la possibilità di un soggiogamento "pacifico" degli individui, degli ambiti di vita, di società intere e di nazioni, che per qualsiasi motivo possono riuscire scomodi per coloro i quali dispongono dei relativi mezzi e sono pronti a servirsene senza scrupolo. (Giovanni Paolo II)
70. I sudditi di un principe eccessivo nei doni si rendono eccessivi nelle richieste; si modellano non sulla ragione, ma sull'esempio. (M. de Montaigne)
71. Il carattere è tutto l'uomo: nulla di buono può aspettarsi dagli individui, dalle famiglie, dalle nazioni, dalle società, che non siano fornite di carattere (R. Ardigò).
72. Il Cuore del nostro divin Maestro non ha legge più amabile di quella della dolcezza, dell'umiltà e della carità. (S. Pio da Pietrelcina)
73. Il dogma è nient'altro che un esplicito divieto di pensare. (L. A. Feuerbach)
74. Il dolore senza dubbio ci è assegnato per divina disposizione al pari della gioia ed è un educatore molto più efficace. Esso purifica e rende più mite l'indole umana; insegna ad aver pazienza e rassegnazione, e suscita così i più profondi come i più alti pensieri. (S. Smiles).
75. Il numero degli uomini che accettano la civiltà da ipocriti è infinitamente superiore a quello degli uomini veramente civili (Sigmund Freud)
76. Il Papa! Quante divisioni ha? (Josif Stalin)
77. Il peccatore somiglia ad un deserto che nulla produce e ricetta solo insetti nocivi o animali selvaggi. Com'è tutto squallido dove manca Iddio! Quale arsura ove non cade la rugiada celeste! Quale sterilità ove il sole non feconda! (S. Tommaso da Villanova).
78. Il privilegio dei grandi è vedere le catastrofi da una terrazza. (Jean Girardoux)
79. Il privilegio dei morti: non moriranno più. (Gabriele D'Annunzio)
80. Il progresso della civiltà si misura dalla vittoria del superfluo sul necessario. (Alberto Savinio)
81. Il Signore vi benedica e vi renda meno pesante il giogo della famiglia. Siate sempre buoni. Ricordate che il matrimonio porta dei doveri difficili che solo la divina grazia può rendere facili. Meritate sempre questa grazia ed il Signore vi conservi sino alla terza e alla quarta generazione. (S. Pio da Pietrelcina)
82. Il tempo--lo sappiamo bene--scorre sempre secondo il medesimo ritmo; oggi, tuttavia, si ha l'impressione che sia sottoposto a un moto di continua accelerazione, in ragione soprattutto della moltiplicazione e complessità dei fenomeni in mezzo ai quali viviamo. (Giovanni Paolo II)
83. Il tuo regno non è lontano e tu facci partecipare al tuo trionfo sulla terra per poi partecipare al tuo regno nel cielo. Fa che, non potendo contenere la comunicazione della tua carità, predichiamo con l'esempio e con le opere la tua divina regalità. Prendi possesso dei nostri cuori nel tempo per possederli nell'eternità. Che mai ci togliamo da sotto il tuo scettro, né la vita né la morte valga a separarci da te. La vita sia vita attinta da te a larghi sorsi d'amore per spandersi sull'umanità e ci faccia morire ad ogni istante per vivere solo di te e spandere te nei nostri cuori. (S. Pio da Pietrelcina)
84. Il vero piacere deriva dall'attività della mente e dall'esercizio del corpo: questi vanno sempre di pari passo. (Humboldt)
85. In qualunque terra voi siate, dovunque un uomo combatte pel diritto, pel giusto, pel vero, ivi è un vostro fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall'errore, dall'ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello, liberi e schiavi SIETE TUTTI FRATELLI. (G. Mazzini)
86. In quanto al tuo spirito stai tranquilla ed affida sempre più tutta te stessa a Gesù. Sforzati di uniformarti sempre ed in tutto alla divina volontà, sia nelle cose favorevoli che avverse, e non essere sollecita per il domani. (S. Pio da Pietrelcina)
87. In quanto alle prove spirituali, alle quali la paterna bontà del celeste Padre ti va assoggettando, ti prego di star rassegnata e possibilmente tranquilla alle assicurazioni di chi tiene il luogo di Dio, in cui ti ama e ti desidera ogni bene e nel cui nome di parla. Soffri, è vero, ma rassegnata; soffri, ma non temere, perché Dio è con te e tu non l'offendi, ma l'ami; soffri, ma credi pure che Gesù stesso soffre in te e per te e con te. Gesù non ti ha abbandonata quando fuggivi da lui, molto meno ti abbandonerà adesso, ed in seguito, che vuoi amarlo. Dio tutto può rigettare in una creatura, perché tutto sa di corruzione, ma non può giammai rigettare in essa il desiderio sincero di volerlo amare. Quindi se non vuoi convincerti ed essere sicura della celeste pietà per altri motivi, devi assicurarti almeno per questo e star tranquilla e lieta. (S. Pio da Pietrelcina)
88. In questi tempi così tristi di morta fede, di empietà trionfante, il mezzo più sicuro per mantenersi esente dal pestifero morbo che ci circonda, è quello di fortificarsi con questo cibo eucaristico. Il che non si potrà facilmente ottenere da chi vive mesi e mesi senza satollarsi delle carni immacolate del divino Agnello. (S. Pio da Pietrelcina)
89. In tutti gli umani eventi imparate a riconoscere e ad adorare la divina volontà. (S. Pio da Pietrelcina)
90. Io esecro l'anarchia, perché è lo smembramento della società incivilita; io aborro la demagogia, perché essa è l'onta del popolo e lo scandalo della libertà (Lamartine).
91. Io non cesso d'implorarvi da Gesù le benedizioni, e pregare il Signore di trasfigurarvi intieramente in lui. O figliuole mie! Quanto è bello il suo volto e dolci i suoi occhi, e quanto buona cosa è lo stare accanto a lui sul monte della sua gloria! Ivi dobbiamo collocare i nostri desideri tutti e le nostre affezioni. Noi siamo, contro ogni nostro merito, sui gradini del Tabor, avendo ferma risoluzione di ben servire ed amare la sua divina bontà. (S. Pio da Pietrelcina)
92. Io stimo che il non aver bisogno di niente sia cosa divina, e aver bisogno di quante meno cose si può, essere cosa prossima alla divinità (Socrate).
93. Io veggo che tutte le stagioni dell'anno si trovano nelle anime vostre; che talora sentite l'inverno di molte sterilità, distrazioni, svogliatezze e noie; ora le rugiade del mese di maggio con l'odore dei santi fioretti; tra i calori del desiderio di piacere al nostro Sposo divino. Non rimane, dunque, se non l'autunno del quale non vedete voi gran frutti; però occorre bene spesso che al tempo di battere le biade e di premere le uve, si trovino raccolte maggiori di quelle che promettevano le mietiture e le vendemmie. Voi vorreste che tutto fosse nella primavera e nell'estate; ma no, mie dilettissime figliuole, bisogna che sia questa vicissitudine così nell'interno come nell'esterno. Nel cielo tutto sarà di primavera quanto alla bellezza, tutto di autunno quanto al godimento, tutto di estate quanto all'amore. Non vi sarà alcun inverno; ma qui l'inverno è necessario per esercizio dell'abnegazione e di mille piccole ma belle virtù che si esercitano nel tempo della sterilità. (S. Pio da Pietrelcina)
94. La bellezza - È una delle grandi cose del mondo, come la luce del sole o la primavera, o come il riflesso nell'acqua cupa di quella conchiglia argentea che chiamiamo luna. Non può venire contestata. Regna per diritto divino e rende principi coloro che la possiedono. (O. Wilde)
95. La civiltà è un illimitato moltiplicarsi di inutili necessità. (Mark Twain)
96. La civiltà progredisce aumentando il numero di operazioni importanti che possiamo compiere senza pensarci. (Alfred North Whitehead)
97. La divina bontà non solo non rigetta le anime pentite, ma va in cerca anche delle anime ostinate. (S. Pio da Pietrelcina)
98. La fede viva, la credenza cieca e la completa adesione alla autorità costituita da Dio sopra di te, questo è il lume che rischiarò i passi al popolo di Dio nel deserto. Questo è il lume che risplende sempre nell'alta punta di ogni spirito accetto al Padre. Questo è il lume che condusse i magi ad adorare il nato Messia. Questa è la stella profetizzata da Balaam. Questa è la fiaccola che dirige i passi di questi spiriti desolati. E questo lume e questa stella e questa fiaccola sono pure ciò che illuminano la tua anima, dirigono i tuoi passi perché tu non vacilli; fortificano il tuo spirito nel divino affetto e senza che l'anima li conosca, si avanza sempre verso l'eterna meta. Tu non lo vedi e non lo comprendi, ma non è necessario. Tu non vedrai che tenebre, ma esse non sono quelle che coinvolgono i figli della perdizione, sibbene sono esse quelle che circondano l'eterno Sole. Tieni per fermo e credi che questo Sole risplende nella tua anima; e questo Sole è appunto quello di cui il veggente di Dio cantò: E nel tuo lume vedrò il lume. (S. Pio da Pietrelcina)
99. La liberalità risiede meno nella ricchezza del dono che nella sua tempestività. (Jean de La Bruyère)
100. La libertà dell'individuo va limitata esattamente nella misura in cui può diventare una minaccia a quella degli altri (John Stuart Mill)
101. La libertà è sacra come l'individuo, del quale essa rappresenta la vita. (G. Mazzini)
102. La natura non conosce pause nel suo progresso e sviluppo, e maledice ogni genere d'inattività. (Wolfgang Goethe)
103. La passione è distruggitrice; vero creatore non è che l'affetto; la passione inaridisce l'anima e la tormenta; l'affetto la solleva e la scalda; la passione è cieca, imprudente, provocatrice; l'affetto è costante, umano, magnanimo; la passione è torrente che assorda, strascina, e, per vincere, devasta; l'affetto scorre quieto, ma inesauribile, e per vari rivi discende a portare nei luoghi più riposti le gioie della vita. (N. Tommaseo)
104. La politica è l'attività religiosa più alta dopo quella dell'unione con Dio, perché è la guida dei popoli. È una responsabilità immensa, un severissimo servizio che ci si assume. (G.La Pira)
105. La preghiera è l'effusione del nostro cuore in quello di Dio... Quando essa è fatta bene, commuove il Cuore divino e lo invita sempre più ad esaudirci. Cerchiamo di effondere tutto l'animo nostro quando ci mettiamo a pregare Iddio. Egli rimane avvinto dalle nostre preghiere per poterci venire in aiuto. (S. Pio da Pietrelcina)
106. La presente generazione avverte di essere privilegiata, perché il progresso le offre molte possibilità, appena qualche decennio fa insospettate. L'attività creatrice dell'uomo, la sua intelligenza e il suo lavoro, hanno causato profondi cambiamenti sia nel campo della scienza e della tecnica, come nella vita sociale e culturale. L'uomo ha esteso il suo potere sulla natura ed ha acquistato una conoscenza più approfondita delle leggi del proprio comportamento sociale. Egli ha visto crollare o restringersi gli ostacoli e le distanze che separano uomini e nazioni, grazie ad un accresciuto senso universalistico, ad una più chiara coscienza dell'unità del genere umano e all'accettazione della reciproca dipendenza in un'autentica solidarietà, e grazie infine al desiderio--e alla possibilità--di venire a contatto con i propri fratelli e sorelle al di là delle divisioni artificialmente create dalla geografia o dalle frontiere nazionali o razziali.(Giovanni Paolo II)
107. La pubblicità promuove quel divino scontento che spinge la gente a migliorare il proprio status economico. (R. S. Butler)
108. La ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia soltanto dell'uno e del l'altra (Alessandro Manzoni)
109. La razza umana finirà per eccesso di civiltà. (Ralph Waldo Emerson)
110. La sapienza dello scriba si deve alle sue ore di quiete; chi ha poca attività diventerà saggio. (Siracide)
111. La scienza è, di sua natura, generatrice di vertenze e di divisioni. (M. de Montaigne)
112. La scienza, figlio mio, per quanto grande, è sempre una povera cosa; è meno che nulla a paragone del formidabile mistero della divinità. Altre vie devi tenere. Monda il tuo cuore da ogni passione terrena, umiliati nella polvere e prega! Così troverai sicuramente Dio, il quale ti darà la serenità e la pace in questa vita e l'eterna beatitudine in quell'altra. (S. Pio da Pietrelcina)
113. La storia del mondo è la storia di pochi privilegiati. (Henry Miller)
114. La storia della civiltà umana mostra, al di fuori d'ogni dubbio, che esiste un intimo rapporto tra la crudeltà e l'istinto sessuale. (S. Freud)
115. La vera elevazione dell'uomo, conforme alla vocazione naturale e storica di ciascuno non si raggiunge sfruttando solamente l'abbondanza dei beni e dei servizi, o disponendo di perfette infrastrutture. Quando gli individui e le comunità non vedono rispettate rigorosamente le esigenze morali, culturali e spirituali, fondate sulla dignità della persona e sull'identità propria di ciascuna comunità, a cominciare dalla famiglia e dalle società religiose, tutto il resto--disponibilità di beni, abbondanza di risorse tecniche applicate alla vita quotidiana, un certo livello di benessere materiale-- risulterà insoddisfacente e, alla lunga, disprezzabile. (Giovanni Paolo II)
116. La vita dei morti è posta nel ricordo dei vivi. (Cicerone)
117. La vita vi fu data da Dio perché ne usiate a benefizio dell'Umanità, perché dirigiate le vostre facoltà individuali allo sviluppo delle facoltà dei vostri fratelli, perché aggiungiate con l'opera vostra un elemento qualunque all'opera collettiva di miglioramento e di scoperta del vero, che le generazioni, lentamente ma continuamente promuovono. (G. Mazzini)
118. L'amicizia raddoppia le gioie e divide a metà le sofferenze. (Bacone)
119. L'animo umano è fin troppo pronto a scusare le proprie colpe. (Livio)
120. L'archivio è il posto dove si possono smarrire le cose con ordine (Francis Thompson)
121. L'arte umana non è meno opera di Dio che la natura: camminando di conserva colla sua sorella sotto l'impulso onnipotente e il magistero del primo motore, cospira seco a produrre le meravigliose vicende della civiltà e della storia e il concetto mirabile dell'universo. (V. Gioberti).
122. Lasciate pure che la natura si risenta dinanzi al soffrire, poiché niente vi è in questo di più naturale all'infuori del peccato; la vostra volontà, col divino aiuto, sarà sempre superiore ed il divino amore non verrà mai meno nel vostro spirito, se non tralasciate la preghiera. (S. Pio da Pietrelcina)
123. L'attività repressiva della civiltà fa sì che le possibilità di godimento primarie, che ora sono state ripudiate dalla censura che è in noi, vadano perdute. (S. Freud)
124. L'aumento dei mezzi e quello del tempo libero sono i due civilizzatori dell'uomo. (Benjamin Disraeli)
125. Le decisioni impetuose e audaci in un primo momento riempiono di entusiasmo, ma poi sono difficili a eseguirsi e disastrose nei risultati (Tito Livio)
126. Le donne si lamentano del sesso più frequentemente degli uomini. Le loro lagnanze si dividono in due categorie; non abbastanza, troppo (Ann Landers)
127. Le forze motrici dell'arte sono gli stessi conflitti che portano altri individui alla nevrosi e che hanno indotto la società ad edificare le sue istituzioni. (S. Freud)
128. Le prove a cui il Signore vi sottopone e vi sottoporrà sono tutti contrassegni della divina dilezione e gemme per l'anima. Passerà, mie care, l'inverno e verrà l'interminabile primavera tanto più ricca di bellezze, quanto furono più dure le tempeste. (S. Pio da Pietrelcina)
129. Le questioni di danaro sono trattate dai popoli civili come le questioni sessuali, con la stessa incongruenza, gli stessi falsi pudori e ipocrisia. (S. Freud)
130. Le sole persone di cui oggi ascolto le opinioni con un certo rispetto sono molto più giovani di me. Mi pare che siano più avanti di me.La vita ha rivelato loro le sue più recenti meraviglie.Quanto ai vecchi, li contraddico sempre. Per motivi di principio. (O. Wilde)
131. Le tentazioni contro la fede e la purità è merce offerta dal nemico, ma non temerlo se non con il disprezzo. Finché egli strepita è segno che non ancora si è impossessato della volontà. Tu non ti disturbare per ciò che vai sperimentando da parte di questo angiolo ribelle; la volontà sia sempre contraria alle sue suggestioni, e vivi tranquilla, ché non vi è colpa, ma sebbene vi è il compiacimento di Dio ed il guadagno per l'anima tua. (S. Pio da Pietrelcina)
132. Libertade felice non rende / se non cresce fra miti costumi; / la sua luce più vivida splende / dove han loco virtude ed amor. (I. Rossi).
133. L'idea di chi vorrebbe, in nome della libertà, fondare l'anarchia e cancellar la società per non lasciare che l'individuo coi suoi diritti, non ha bisogno di confutazioni da me: tutto il mio lavoro combatte quel sogno colpevole che rinnega progresso, doveri, fratellanza umana, solidarietà di nazioni (G. Mazzini).
134. L'individualismo si prefigge il più elevato degli obiettivi. (O. Wilde)
135. L'individuo si ammala allorché, a causa di ostacoli esterni o per mancanza interiore di adattamento, gli viene negato il soddisfacimento dei bisogni erotici nel mondo reale. (S. Freud)
136. L'innamorato è un individuo i cui discorsi annoiano tutti, fuorchè l'amato. (N. Plume)
137. L'interpretazione dei sogni è la strada maestra verso la conoscenza delle attività inconsce della mente. (S. Freud)
138. L'istruzione, come la ricchezza, può essere sorgente di bene e di male, a seconda delle intenzioni colle quali s'adopera: consacrata al progresso di tutti, è mezzo d'incivilimento e di libertà; rivolta all'utile proprio, diventa mezzo di tirannide e di corruttela (G. Mazzini).
139. Lo slancio di essere nella pace eterna è buono, è santo; ma bisogna moderarlo con la completa rassegnazione ai divini voleri: meglio fare il divin volere sulla terra che godere il paradiso. "Soffrire e non morire", era il motto di santa Teresa. È dolce il purgatorio quando si pena per amor di Dio. (S. Pio da Pietrelcina)
140. Lo spirito umano senza la fiamma del divino amore è portato a raggiungere la fila delle bestie, mentre per il contrario la carità, l'amore di Dio lo innalza tant'alto da raggiungere fino al trono di Dio. Ringraziate senza mai stancarvi la liberalità di un sì buon Padre e pregatelo che accresca sempre più la santa carità nel vostro cuore. (S. Pio da Pietrelcina)
141. Lo stato deve fare le cose utili, l'individuo le cose belle (Oscar Wilde)
142. Lo sviluppo della tecnica e lo sviluppo della civiltà del nostro tempo, che è contrassegnato dal dominio della tecnica stessa, esigono un proporzionale sviluppo della vita morale e dell'etica. Intanto quest'ultimo sembra, purtroppo, rimanere sempre arretrato. (Giovanni Paolo II)
143. L'onore è un privilegio che trae la sua principale essenza dalla rarità. (M. de Montaigne)
144. L'ottimista proclama che viviamo nel migliore dei mondi possibili; il pessimista teme che possa essere vero. (James Branch Cabell)
145. L'ozio è nemico dell'anima; e quindi i fratelli devono in alcune determinate ore occuparsi nel lavoro manuale e in altre ore, anche esse ben fissate, nello studio delle cose divine. (Regola di S. Benedetto)
146. L'umiltà e la carità vanno di pari passo. L'una glorifica e l'altra santifica. L'umiltà e la purezza dei costumi sono ali che elevano fino a Dio e quasi divinizzano. (S. Pio da Pietrelcina)
147. L'uomo contemporaneo ha dunque paura che, con l'uso dei mezzi inventati da questo tipo di civiltà, i singoli individui ed anche gli ambienti, le comunità, le società, le nazioni, possano rimanere vittima del sopruso di altri individui, ambienti, società. La storia del nostro secolo ne offre esempi in abbondanza. Malgrado tutte le dichiarazioni sui diritti dell'uomo nella sua dimensione integrale, cioè nella sua esistenza corporea e spirituale, non possiamo dire che questi esempi appartengano soltanto al passato. (Giovanni Paolo II)
148. L'uomo d'oggi sembra essere sempre minacciato da ciò che produce, cioè dal risultato del lavoro delle sue mani e, ancor più, del lavoro del suo intelletto, delle tendenze della sua volontà. I frutti di questa multiforme attività dell'uomo, troppo presto e in modo spesso imprevedibile, sono non soltanto e non tanto oggetto di "alienazione", nel senso che vengono semplicemente tolti a colui che li ha prodotti; quanto, almeno parzialmente, in una cerchia conseguente e indiretta dei loro effetti, questi frutti si rivolgono contro l'uomo stesso.(Giovanni Paolo II)
149. L'uomo ha giustamente paura di restar vittima di una oppressione che lo privi della libertà interiore, della possibilità di esternare la verità di cui è convinto, della fede che professa, della facoltà di obbedire alla voce della coscienza che gli indica la retta via da seguire. (Giovanni Paolo II)
150. L'uomo non può rinunciare a se stesso, né al posto che gli spetta nel mondo visibile; non può diventare schiavo delle cose, schiavo dei sistemi economici, schiavo della produzione, schiavo dei suoi propri prodotti. Una civiltà dal profilo puramente materialistico condanna l'uomo a tale schiavitù, pur se talvolta, indubbiamente, ciò avvenga contro le intenzioni e le premesse stesse dei suoi pionieri. (Giovanni Paolo II)
151. L'uomo potrà sfuggire alla giustizia umana ma non a quella divina. (S. Pio da Pietrelcina)
152. Ma ciò che dice una donna all'amante appassionato, scrivilo nel vento e nell'acqua rapida (Catullo)
153. Madre, sposa, sorella, la donna è la carezza della vita, la soavità dell'affetto diffusa sulle sue fatiche, un riflesso sullo individuo della Provvidenza amorevole che veglia sull'umanità: sono in essa tesori di dolcezza consolatrice che bastano ad ammorzare qualunque dolore. (G. Mazzini)
154. Mantieni una religiosa riverenza dinanzi al giudizio divino, dinanzi allo sdegno dell'Onnipotente. Non volere, dunque, sondare l'operato dell'Altissimo. Esamina invece le tue iniquità: in quante cose hai errato e quante cose buone hai tralasciato. (T. da Kempis)
155. Nei dissensi civili, quando i buoni valgono più dei molti, i cittadini vanno pesati e non contati. (Cicerone)
156. Nel nostro mondo aumenta il senso di minaccia. Aumenta quel timore esistenziale collegato soprattutto con la prospettiva di un conflitto che, in considerazione degli odierni arsenali atomici, potrebbe significare la parziale autodistruzione dell'umanità. Tuttavia, la minaccia non concerne soltanto ciò che gli uomini possono fare agli uomini, servendosi dei mezzi della tecnica militare; essa riguarda anche molti altri pericoli che sono il prodotto di una civiltà materialistica, la quale--nonostante dichiarazioni "umanistiche"--accetta il primato delle cose sulla persona. (Giovanni Paolo II)
157. Nel primo bacio d'amore rivive il paradiso terrestre. (Byron)
158. Nella mia esperienza ho visto che i bambini sono capaci di ogni attività sessuale psichica e molti anche di attività sessuali somatiche. (S. Freud)
159. Nell'assistere alla santa messa rinnova la tua fede e medita quale vittima s'immola per te alla divina giustizia per placarla e renderla propizia. (S. Pio da Pietrelcina)
160. Nelle tentazioni combatti da forte con le anime forti e combatti assieme col supremo duce; nelle cadute non te ne stare lì prostrata di spirito e di corpo; umiliati molto, ma senza perderti d'animo; abbassati, senza degradarti; lava le tue imperfezioni e le tue cadute con sincere lacrime di contrizione, senza mancare di fiducia nella divina bontà, che rimarrà sempre più grande della tua ingratitudine; proponi di emendarti, senza presumere di te stessa, ma la tua fortezza deve essere riposta in Dio solo; confessa sinceramente, in ultimo, che se Dio non fosse la tua corazza ed il tuo scudo, tu saresti incautamente trafitta da ogni specie di peccato. (S. Pio da Pietrelcina)
161. Nessun gruppo sociale, per esempio un partito, ha diritto di usurpare il ruolo di guida unica perché ciò comporta la distruzione della vera soggettività della società e delle persone-cittadini, come avviene in ogni totalitarismo. In questa situazione l'uomo e il popolo diventano "oggetto", nonostante tutte le dichiarazioni in contrario e le assicurazioni verbali. (Giovanni Paolo II)
162. Nessun uomo civile rimpiange mai un piacere e nessun uomo incivile sa che cosa è un piacere. (O. Wilde)
163. Nessun uomo è giustificato a fare il male per motivi di convenienza. (Theodore Roosevelt)
164. Noi per divina grazia siamo all'alba di un nuovo anno; quest'anno, di cui solo Dio sa se vedremo la fine, deve essere tutto impiegato a riparare il passato, a proporre per l'avvenire; e a pari passi coi buoni propositi vadano le sante operazioni. (S. Pio da Pietrelcina)
165. Non c'è da meravigliarsi che il caso possa tanto su di noi, dato che noi viviamo per caso. (M. de Montaigne)
166. Non c'è istituzione per quanto cattiva che non sia resa tollerabile dai buoni costumi, e non ce n'è una tanto buona che non rimanga guasta dai cattivi (A. Gabelli).
167. Non ci sono cattivi reggimenti, ma solo colonnelli incapaci (Napoleone Bonaparte)
168. Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu possa dirlo. (Voltaire)
169. Non dà gioia il possesso di nessun bene, se non puoi dividerlo con altri. (Seneca)
170. Non posso ritornare a vivere un'emozione. Nessuno può, salvo gli individui sentimentali. (O. Wilde)
171. Non potrò mai dire abbastanza quanto io stimi la bellezza qualità possente e utile. Egli [Socrate] la chiamava una piccola tirannia, e Platone privilegio di natura. (M. de Montaigne)
172. Non puoi dire di conoscere un uomo finché non hai diviso un'eredità con lui. (Johann Caspar Lavater)
173. Non siate talmente dediti all'attività di Marta da dimenticare il silenzio o l'abbandono di Maria. La Vergine, che sì bene concilia l'uno e l'altro ufficio, vi sia di dolce modello e d'ispirazione. (S. Pio da Pietrelcina)
174. Non ti lamenterai mai delle offese, da qualunque parte ti vengono fatte, ricordandoti che Gesù venne saturato di obbrobri dalla malizia degli uomini che egli stesso aveva beneficato. Scuserai tutti con la carità cristiana, tenendo innanzi gli occhi l'esempio del divino Maestro che scusò persino i suoi crocifissori dinanzi al Padre suo. (S. Pio da Pietrelcina)
175. Non unirti alla moltitudine dei peccatori, ricòrdati che la collera divina non tarderà. (Siracide)
176. Non veniamo mai meno ai disegni della divina provvidenza, che, miscens gaudia fletibus, alternando nella vita dell'individuo e delle nazioni le gioie e le lacrime, li conduce al conseguimento del nostro ultimo fine. Guardiamo, dietro la mano dell'uomo che così si manifesta, la mano di Dio che si occulta. (S. Pio da Pietrelcina)
177. Non vi ponete mai a letto, senza aver prima esaminato la vostra coscienza del come avete passata la giornata, e non prima d'aver indirizzato tutti i vostri pensieri a Dio, seguita dall'offerta e consacrazione della vostra persona e di tutti i cristiani. Inoltre offrite a gloria di sua divina maestà il riposo che state per prendere e non dimenticate mai l'angelo custode che è sempre con voi. (S. Pio da Pietrelcina)
178. Odiamo gli onesti quando sono vivi e li rimpiangiamo quando non ci sono più (Orazio)
179. Ogni civiltà ha la spazzatura che si merita. (G. Duhamel)
180. Ogni progresso della civiltà è stato denunciato come innaturale quando era ancora recente. (Lord Bertrand Russell)
181. Oh Padre Iddio! Padre d'immenso amore, / abbi di noi pietà! Deh, me tapino / accogli a contemplar l'alto splendore / del volto tuo divino! (C. Ferrini)
182. Ora dirò con quali strumenti si lavora la terra. Alcuni dividono questi strumenti in due categorie: le persone e gli strumenti, senza i quali non potrebbero lavorare. Altri li dividono in tre categorie: strumenti parlanti, strumenti semiparlanti e strumenti muti. I primi sono gli schiavi, i secondi i buoi e gli ultimi gli strumenti inanimati. (Varrone)
183. Perché ti stupisci se viaggiare non ti serve? Porti in gito te stesso. Ti perseguitano i medesimi motivi che ti hanno fatto fuggire. (Seneca)
184. Prendersi cura del pianeta è come curare la propria casa e poichè noi esseri umani viviamo e siamo immersi nella natura, è assurdo distruggerla e rovinarla. (Dalai Lama)
185. Quali sono i primi, i maggiori dei beni? Essere uomo onesto e uomo libero. Pel primo conviene ubbidire alla legge morale, pel secondo ubbidire alla legge politica e civile. (M. D'Azeglio).
186. Quando perdiamo il diritto ad essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi. (Charles Evans Hughes)
187. Quando un uomo commette un'enorme sciocchezza, la commette sempre per i più nobili motivi. (O. Wilde)
188. Quanto alla morte, non la possiamo provare che una sola volta; siamo tutti principianti quando ci arriviamo. (M. de Montaigne)
189. Quanto poca è la terra che da morti ci ospiterà, noi che da vivi, ambiziosi aspiriamo al mondo intero. (Filippo II)
190. Quello che tu chiami schiavo pensa che è nato come te, gode dello stesso cielo, respira la stessa aria, vive e muore, come viviamo e moriamo noi. Puoi vederlo libero cittadino ed egli può vederti schiavo. (Seneca)
191. Questa immagine del mondo d'oggi, in cui esiste tanto male sia fisico che morale, tale da farne un mondo aggrovigliato in contraddizioni e tensioni e, in pari tempo, pieno di minacce dirette contro la libertà umana, la coscienza e la religione, spiega l'inquietudine a cui va soggetto l'uomo contemporaneo. Tale inquietudine è avvertita non soltanto da coloro che sono svantaggiati od oppressi, ma anche da coloro che fruiscono dei privilegi della ricchezza, del progresso, del potere. (Giovanni Paolo II)
192. Rammentatevi, o figliuole, che io sono nemico dei desideri inutili, non meno di quello che lo sia dei desideri pericolosi e cattivi, poiché, sebbene ciò che si desidera sia buono, nulladimeno il desiderio è sempre difettoso in riguardo a noi, specie allorquando è misto a soverchia sollecitudine, giacché Dio non esige questo bene, ma un altro nel quale vuole che ci esercitiamo. (S. Pio da Pietrelcina)
193. Riceviamo dalla nostra famiglia così le idee di cui viviamo come la malattia di cui moriremo. (Marcel Proust)
194. Riconosci, o cristiano, la tua dignità, e dopo d'esser diventato partecipe della natura divina, non ricadere nella bassezza della tua prima condizione! (S. Leone Magno)
195. Rifletti su quello che scrivi, perché il Signore te ne chiederà conto. Stai attento, giornalista! Il Signore ti da le soddisfazioni che desideri per il tuo ministero. (S. Pio da Pietrelcina)
196. Sarebbe far torto alla bontà divina, se l'universo non fosse all'unisono con la nostra fede. (M. de Montaigne)
197. Se è vero che un tale progresso resta ancora troppo spesso privilegio dei paesi industrializzati, non si può negare tuttavia che la prospettiva di farne beneficiare tutti i popoli e tutti i paesi non sarà più a lungo un'utopia, quando vi sia una reale volontà politica a questo fine. (Giovanni Paolo II)
198. Se il fil di canapa è marcio, non si avrà mai corda buona. Se l'oro è di saggio scadente, non si avrà mai moneta buona. E se l'individuo è dappoco, ignorante e tristo, non s'avrà nazione buona e non si riuscirà mai a nulla di solido, d'ordinato e di grande (M. D'Azeglio).
199. Se lo stare in piedi dipendesse da noi, sicuramente al primo soffio noi cadremmo nelle mani dei nemici di nostra salute. Confidiamo sempre nella divina pietà e così esperimenteremo sempre più quanto buono sia il Signore. (S. Pio da Pietrelcina)
200. Se non ci volessimo impicciare di quello che dicono o di quello che fanno gli altri, e di cose che non ci riguardano, potremmo avere una grande pace interiore. Come, infatti, è possibile che uno mantenga a lungo l'animo tranquillo se si intromette nelle faccende altrui, se va a cercare all'esterno i suoi motivi di interesse, se raramente e superficialmente si raccoglie in se stesso? Beati i semplici, giacché avranno grande pace. (T. da Kempis)
201. Se qualche volta hai visto uno morire, pensa che anche tu dovrai passare per la stessa strada. La mattina, fa conto di non arrivare alla sera; e quando poi si farà sera non osare sperare nel domani. Sii dunque sempre pronto; e vivi in tal modo che, in qualunque momento, la morte non ti trovi impreparato. (T. da Kempis)
202. Se soffri con rassegnazione al suo volere tu non l'offendi ma lo ami. E il tuo cuore avrà grande conforto se pensi che nell'ora del dolore Gesù stesso soffre in te e per te. Egli non ti ha abbandonato quando fuggivi da lui; perché dovrebbe abbandonarti ora che nel martirio dell'anima tua gli dai prove d'amore? (S. Pio da Pietrelcina)
203. Se vi riesce a vincere la tentazione, questa fa l'effetto che la liscivia fa sulla biancheria sudicia. (S. Pio da Pietrelcina)
204. Segno di virtù e di grande merito, è questo: lottare quando si affacciano cattivi impulsi dell'animo, e disprezzare le suggestioni del diavolo. Dunque non lasciarti turbare da alcun pensiero che ti venga dal di fuori, di qualsivoglia natura. Saldamente mantieni, invece, i tuoi propositi, con l'animo diretto a Dio. (T. da Kempis)
205. Seguiamo la natura, ottima guida, come una divinità, ed obbediamole. (Cicerone)
206. Sento sempre più il grande bisogno di abbandonarmi con più fiducia alla divina misericordia e riporre in Dio solo l'unica mia speranza. (S. Pio da Pietrelcina)
207. Senza Dio, voi, a qualunque sistema civile vogliate appigliarvi, non potete trovare altra base che la Forza cieca, brutale, tirannica. Di qui non s'esce. (G. Mazzini)
208. Si può giudicare del grado di civiltà di un popolo dalla situazione sociale della donna. (F. Sarmiento)
209. Si trovano sempre dei buoni motivi per divorziare. Basta che vi sia la buona volontà. (Johann Nestroy)
210. Siate, mie dilettissime figliole, tutte rassegnate nelle mani di nostro Signore, donandogli il rimanente degli anni vostri, e supplicatelo sempre ad impiegarli a servirsene in quella sorte di vita che a lui piacerà. Non preoccupate il vostro cuore con vane promesse di tranquillità, di gusto e di meriti; ma presentate al vostro Sposo divino i vostri cuori tutti vuoti di ogni altro affetto ma non del suo casto amore, e supplicatelo che lo riempia puramente e semplicemente dei movimenti, dei desideri e volontà che sono del suo [amore] acciocché il vostro cuore, come una madre perla, non concepisca che con la rugiada del cielo e non con l'acqua del mondo; e vedrete che Dio vi aiuterà e che farete assai, così nell'eleggere che nell'eseguire. (S. Pio da Pietrelcina)
211. Sii gentile, sii garbato, / dice sempre mamma mia, / un fanciul bene educato / non commette inciviltà (T. Bernardi).
212. Sii sempre amante del dolore il quale, oltre ad essere l'opera della divina sapienza, ci rivela, meglio ancora, l'opera del suo amore. (S. Pio da Pietrelcina)
213. Spera più nella tua attività che nell'altrui benevolenza; il primo sentimento ti farà amare il lavoro e ti renderà indipendente; il secondo ti disporrà all'ozio e ti vorrà ligio agli altrui capricci (M. Gioia)
214. Spesso arrossiremmo delle nostre più belle azioni, se si scorgessero tutti i motivi che le producono. (La Rochefoucauld)
215. Spesso, nei rapporti con gli uomini, è necessario fingere benevolmente di non indovinare i motivi delle loro azioni. (Friedrich Nietzsche)
216. Temere di perderti fra le braccia della bontà divina è più curioso del timore del bambino stretto fra le braccia materne. (S. Pio da Pietrelcina)
217. Temo che le donne apprezzino la crudeltà, la crudeltà brutale, più di ogni altra cosa. Hanno istinti meravigliosamente primitivi. Le abbiamo emancipate, ma loro rimangono egualmente delle schiave alla ricerca del padrone. Amano essere dominate. (O. Wilde)
218. Teniamo ben scolpito nella nostra mente quello che dice il divin Maestro: nella nostra pazienza possederemo l'anima nostra. (S. Pio da Pietrelcina)
219. Troppo spesso si confonde la libertà con l'istinto dell'interesse individuale o collettivo o, ancora, con l'istinto di lotta e di dominio, qualunque siano i colori ideologici con cui essi son dipinti. (Giovanni Paolo II)
220. Tutte le grandi idee che migliorano 1'Umanità, cominciarono a manifestarsi in opposizione a credenze che l'Umanità consentiva, e furono predicate da individui che l'Umanità derise, perseguitò, crocefisse. (G. Mazzini)
221. Tutte le riforme politiche in ogni paese irreligioso, o non curante di religione, dureranno quanto il capriccio o l'interesse degli individui vorranno e non più. (G. Mazzini)
222. Tutti coloro che conquisteranno la gioia dovranno dividerla. La felicità è nata gemella. (Lord Byron)
223. Tutti i malati ossessivi sono superstiziosi e in genere contro la loro stessa convinzione. (S. Freud)
224. Tutto ciò che trovi da fare, fallo finché ne sei in grado, perché non ci sarà né attività, né ragione, né scienza, né sapienza giù negli inferi, dove stai per andare. (Ecclesiaste)
225. Un celebre avvocato, arricchito alle spese dei litiganti cocciuti e minchioni, fece edificare un bel palazzo e fece incidere a caratteri d'oro sul portone quest'arguta iscrizione: "Discordia civium, concordia lapidum" (G. Strafforello).
226. Un colpo di frusta produce lividure, ma un colpo di lingua rompe le ossa. (Siracide)
227. Un commercio straniero che, in conseguenza dei cattivi ordinamenti, soggiaccia a crisi o a rovina, produce crisi o rovina nel vostro. (G. Mazzini)
228. Un comunista è un uomo che non possiede nulla, ma è disposto a dividerlo con gli altri. (John Garland Pollard)
229. Una bella gloria viene all'uomo dai trovati della mente; ma una bellissima ne viene dalla dirittura dell'animo e dalla bontà della vita civile. (G. Perticari)
230. Una delle fonti dalle quali i sogni traggono il loro materiale per la riproduzione, materiale che in parte non è né ricordato né usato nell'attività mentale della vita da svegli; è l'esperienza infantile. (S. Freud)
231. Uno dei grandi privilegi della saggezza è quello di non scomporsi mai. (Baltasar Gracián y Morales)
232. Vi sono sempre due motivi per una azione: uno onesto e quello vero. (J. Pierpont Morgan)
233. Vi sono sempre molti individui che passano dalla classe delle persone sane a quella dei nevrotici, mentre molto meno numerosi sono coloro che compiono il percorso in senso inverso. (S. Freud)
234. Vi sono uomini che non hanno mai ucciso, eppure sono mille volte più cattivi di chi ha assassinato sei persone. (Fëdor Dostoevskij)
235. Vivi allegra e coraggiosa, almeno nella parte superiore dell'anima, in mezzo alle prove in cui il Signore ti pone. Vivi allegra e coraggiosa, ripeto, perché l'angelo, che preconizza il nascimento del nostro piccolo Salvatore e Signore, annunzia cantando e canta annunziando ch'egli pubblica allegrezza, pace e felicità agli uomini di buona volontà, acciocché non vi sia alcuno che non sappia che, per ricevere questo Bambino, basta esse di buona volontà. (S. Pio da Pietrelcina)
236. Vivi come desidererai aver vissuto quando sarai sul letto di morte. (Gellert)
237. Vivi in modo da non avere segreti nemmeno per i tuoi nemici. (Seneca)
238. Vivi una vita ritirata, ma nascondila agli altri. (Seneca)
239. Viviamo in un'epoca che legge troppo per essere saggia e che pensa troppo per essere bella. (O. Wilde)
240. Viviamo in un'epoca in cui le cose superflue sono le nostre uniche necessità. (Oscar Wilde)
241. Viviamo sotto un governo di uomini e di giornali del mattino. (Wendell Phillips)
242. Voi che fate di tutto per essere coerenti, cambiate idea proprio come gli altri. L'unica differenza è che i vostri cambiamenti di umore sono privi di significato. (O. Wilde)
243. Appartengo alla minoranza silenziosa. Sono di quei pochi che non hanno più nulla da dire e aspettano. Che cosa? Che tutto si chiarisca? L'età mi ha portato la certezza che niente si può chiarire: in questo paese che amo non esiste semplicemente la verità. Paesi molto più piccoli e importanti del nostro hanno una loro verità, noi ne abbiamo infinite versioni. Le cause? Lascio agli storici, ai sociologi, agli psicanalisti, alle tavole rotonde il compito di indicarci le cause, io ne subisco gli effetti. E con me pochi altri: perché quasi tutti hanno una soluzione da proporci: la loro verità, cioè qualcosa che non contrasti i loro interessi. Alla tavola rotonda bisognerà anche invitare uno storico dell'arte per fargli dire quale influenza può avere avuto il barocco sulla nostra psicologia. In Italia infatti la linea più breve tra due punti è l'arabesco. Viviamo in una rete d'arabeschi. (Ennio Flaiano)
244. I nomi collettivi servono a far confusione. Popolo, pubblico.... Un bel giorno ti accorgi che siamo noi. Invece, credevi fossero gli altri. (Ennio Flaiano)
245. In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti. (Ennio Flaiano)
246. La civiltà agisce unicamente a pro dello spirito e lo favorisce a spese della forza fisica. (Napoleone Bonaparte)
247. La civiltà del benessere porta con sé proprio l'infelicità. (Ennio Flaiano)
248. La divisione del lavoro porta alla perfezione nell'attività meccanica, ma è funesta e negativa nella creazione mentale; ogni prodotto dello spirito è tanto superiore quanto più la mente che lo produce è universale. (Napoleone Bonaparte)
249. La morte non è nulla, ma vivere sconfitti e privi di gloria è come morire ogni giorno. (Napoleone Bonaparte)
250. La vera libertà civile dipende dalla sicurezza della proprietà. (Napoleone Bonaparte)
251. Noi viviamo – grazie a Dio – in un'epoca senza fede. (Ennio Flaiano)
252. Non fidatevi dei cristiani "autentici" che non incidono la crosta della civiltà. Fidatevi dei cristiani "autentici sovversivi" come San Francesco d’Assisi che ai soldati schierati per le crociate sconsigliava di partire. Il cristiano autentico è sempre un sovversivo; uno che va contro corrente non per posa ma perché sa che il Vangelo non è omologabile alla mentalità corrente. (Don Tonino Bello)
253. Quando mai uno stupido è stato innocuo? Lo stupido più innocuo trova sempre un'eco favorevole nel cuore e nel cervello dei suoi contemporanei che sono almeno stupidi quanto lui: e sono sempre parecchi. Inutile poi aggiungere che niente è più pericoloso di uno stupido che afferra un'idea, il che succede con una frequenza preoccupante. Se uno stupido afferra un'idea, è fatto: su quella costruirà un sistema e obbligherà gli altri a condividerlo. (Ennio Flaiano)
254. Quando un cortigiano fa l'elogio al suo re senza che questo lo meriti, gli rende un cattivissimo servigio. (Napoleone Bonaparte)
255. Quasi tutte le principali scoperte che servono alla vita civile sono state opere del caso. (Giacomo Leopardi)
256. Vedete! Gesù Cristo ha disarmato per sempre gli eserciti quando ha detto: "rimetti la spada nel fodero, perché chi di spada ferisce, di spada perisce". Ma noi cristiani non siamo stati capaci di fare entrare nelle coscienze questo insegnamento di Gesù. Diventate voi la coscienza critica del mondo. Diventate sovversivi. (Don Tonino Bello)
257. A Gesù piace mostrarmi il solo cammino che conduca alla fornace divina, cioè l'abbandono del bambino il quale si addormenta senza paura tra le braccia di suo Padre. (Santa Teresa di Gesù Bambino)
258. Dandosi a Dio, il cuore non perde la sua tenerezza naturale, anzi, questa tenerezza cresce divenendo più pura e più divina. (Santa Teresa di Gesù Bambino)
259. Se qualche volta cado per mia debolezza, il vostro sguardo divino purifichi subito la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni, come il fuoco che trasforma ogni cosa in se stesso. (Santa Teresa di Gesù Bambino)
260. Sono ben rare le anime che non misurino la potenza divina secondo i loro corti pensieri. (Santa Teresa di Gesù Bambino)
261. Ciò che Dio ha unito nessun uomo potrà dividere: a questo ci penserà Dio. (George Bernard Shaw)
262. Noi siamo nauseati dalla guerra, noi non desideriamo combattere. Il pensiero di essa riempie ora di spavento i nostri cuori, eppure noi ci rimpianziamo di cadaveri. Simili a corvi, noi viviamo e ci nutriamo di carne, indifferenti alla sofferenza e al dolore che noi così facendo causiamo: se così noi trattiamo per sport o per profitto, animali privi di difesa, come possiamo sperare in questo modo di conseguire la pace di cui diciamo di essere così ansiosi? Noi preghiamo per essa, sopra ecatombi di massacrati, Dio, mentre oltraggiamo la legge morale. Così, la crudeltà genera la sua progenie: la guerra. (George Bernard Shaw)
263. Trova abbastanza cose ingegnose da dire, e sarai primo ministro; scrivile, e sarai uno Shakespeare. (George Bernard Shaw)




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