- AFORISMI E CITAZIONI - 'eppure'

1. Allora quale profitto c'è per l'uomo in tutta la sua fatica e in tutto l'affanno del suo cuore con cui si affatica sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e preoccupazioni penose; il suo cuore non riposa neppure di notte. Anche questo è vanità! (Ecclesiaste)
2. Che differenza c'è se ci cade addosso il casotto delle sentinelle o un monte? Nessuna. Eppure c'è chi teme di più quest'ultima evenienza, sebbene entrambe siano ugualmente mortali: abbiamo più paura delle cause che degli effetti. (Seneca)
3. Ciò che caratterizza gli arrivisti è il fatto che non soltanto non arrivano, ma non partono neppure. (Robert de Montesquiou Fezensac)
4. Come ai raggi del sole si scorgono moltissimi atomi, che senza quella luce non si vedono, così agli occhi d Dio appaiono di gran peso e da castigare severamente i peccati veniali, che a noi sembrano neppure peccato. (S. Giovanni Crisostomo)
5. Come è insensato disporre della propria vita, se non siamo padroni neppure del domani! (Seneca)
6. Gesù, che regnava in cielo con l'umanità santissima che aveva preso dalle viscere della Vergine, volle pure che la Madre sua non solo con l'anima, ma bene anche col corpo si riunisse a lui e dividesse appieno la sua gloria. E ciò era ben giusto e doveroso. Quel corpo che neppure un istante era stato schiavo del demonio e del peccato, non lo doveva essere neppure della corruzione. (S. Pio da Pietrelcina)
7. Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? (Gesù)
8. I precetti sono come i semi: danno grossi risultati, eppure sono piccola cosa. (Seneca)
9. Il male si riverserà su chi lo fa, egli non saprà neppure da dove gli venga. (Siracide)
10. Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che è in me e non porta frutto, Egli lo recide, e ogni tralcio che porta frutto lo rimonda, perché ne produca ancora di più. Come il tralcio non può portare frutto da sé medesimo, se non rimane unito alla vite, così neppure voi se non rimanete in me. (Gesù)
11. Io sono l'infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. (S. Paolo)
12. La medicina è una delle arti greche, che, malgrado il guadagno che se ne può trarre, non è praticata da un romano veramente serio... Disgraziatamente non esiste una legge che punisca i medici ignoranti, né per essi è prevista la pena capitale. Eppure essi imparano l'arte sulle nostre sofferenze e fanno esperimenti mandandoci a morte! (Plinio il Vecchio)
13. La prima regola è stata di non accettare una cosa per vera finché non la riconoscessi per tale senza neppure un dubbio. (René Descartes)
14. L'umanità vuole la sua parte. Anche Maria, la Madre di Gesù, sapeva che attraverso la morte di lui si operava la redenzione del genere umano, eppure ella stessa ha pianto e sofferto, e quanto sofferto. (S. Pio da Pietrelcina)
15. L'uomo è una fragile e debole creatura, eppure può dominare finanche sulle belve della foresta. La vera grandezza dell'uomo sta però nel dominare sé stesso. (G. Nardi)
16. L'uomo il quale presume del suo sapere non sa neppure cosa sia il sapere. (M. de Montaigne)
17. L'uomo non conosce neppure la sua ora: simile ai pesci che sono presi dalla rete fatale e agli uccelli presi al laccio, l'uomo è sorpreso dalla sventura che improvvisa si abbatte su di lui. (Ecclesiaste)
18. Non c'è niente di inutile in natura; neppure la stessa inutilità; niente s'è intromesso in questo universo che non abbia posto adatto. (M. de Montaigne)
19. Non disprezzare il lavoro faticoso, neppure l'agricoltura creata dall'Altissimo. (Siracide)
20. Non fabbricare menzogne contro tuo fratello e neppure qualcosa di simile contro l'amico. (Siracide)
21. Non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno. (Gesù)
22. Non possiamo fare troppo affidamento su noi stessi, perché spesso ci manca la grazia e la capacità di sentire rettamente. Scarsa è la luce che è in noi, e subitamente la perdiamo per la nostra negligenza. Spesso poi non ci accorgiamo neppure di essere così ciechi interiormente: facciamo il male e, cosa ancora peggiore, ci andiamo scusando. (T. da Kempis)
23. Non ti impigliare due volte nel peccato, perché neppure di uno resterai impunito. (Siracide)
24. Non ti vantare del domani, perché non sai neppure che cosa genera l'oggi. (Salomone)
25. Non ti vantare per le vesti che indossi e non insuperbirti nel giorno della gloria, poiché stupende sono le opere del Signore, eppure sono nascoste agli uomini le opere sue. (Siracide)
26. Non vantarti delle ricchezze, se ne hai, e neppure delle potenti amicizie; il tuo vanto sia in Dio, che concede ogni cosa, ed ama dare se stesso, sopra ogni cosa. (T. da Kempis)
27. Nulla è più duro d'una pietra e nulla più molle dell'acqua. Eppure la molle acqua scava la dura pietra. (Ovidio)
28. Numerosi sono coloro che ascoltano più volentieri il mondo che Dio, e seguono più facilmente i desideri della carne che la volontà di Dio. Il mondo promette cose da poco e che durano ben poco; eppure ci si fa schiavi del mondo, con grande smania. Io prometto cose grandissime ed eterne; eppure il cuore degli uomini resta torbido. (T. da Kempis)
29. Perché un giorno è più importante d'un altro? Eppure la luce di ogni giorno dell'anno viene dal sole. (Siracide)
30. Perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? (Gesù)
31. Proponiti una meta da non oltrepassare neppure volendo; allontana finalmente i beni pieni di insidie; sembrano migliori quando si spera di ottenerli che una volta ottenuti. (Seneca)
32. Rammentati di ciò che avveniva nel cuore della nostra celeste Madre appiè della croce. Ella per l'esuberanza del dolore rimase impietrita dinanzi al Figlio crocifisso, ma non puoi dire che ne fosse abbandonata. Anzi quando meglio l'amò di allora che soffriva e non poteva neppure piangere? (S. Pio da Pietrelcina)
33. Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. (Gesù)
34. Se impari a non curarti della gente, questa lascerà che tu attenda tranquillamente a te stesso. Non portare dentro di te le faccende degli altri, non impicciarti neppure di quello che fanno le persone più in vista; piuttosto vigila sempre e in primo luogo su di te, e rivolgi il tuo ammonimento particolarmente a te stesso, prima che ad altre persone, anche care. (T. da Kempis)
35. Se la gente si lamenta perché io parlo troppo di me, io mi lamento perché essa non parla neppure a sé. (M. de Montaigne)
36. Se soffi su una scintilla, si accende; se vi sputi sopra, si spegne; eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca. (Siracide)
37. Sono un nulla, e neppure me ne rendo conto. Lasciato a me stesso, ecco il nulla; tutto è manchevolezza. (T. da Kempis)
38. Stolto, perché vai pensando di vivere a lungo, mentre non sei sicuro di avere neppure una giornata? (T. da Kempis)
39. Troppo vino o troppo poco: se non gliene date, non può trovare la verità; se gliene date troppo, neppure (Blaise Pascal)
40. Tutto è instabile, fallace e più mutevole di ogni burrasca: tutto è sconvolto e muta per i capricci della sorte: fra tanto variare delle vicende umane, la sola cosa certa è la morte; eppure, tutti si lamentano della sola cosa che non inganna nessuno. (Seneca)
41. Un progresso nella vita spirituale non lo avrai raggiunto quando avrai avuto la grazia della consolazione, ma quando, con umiltà, abnegazione e pazienza, avrai saputo sopportare che essa ti sia tolta. Cosicché, neppure allora, tu sia pigro nell'amore alla preghiera o lasci cadere del tutto le abituali opere di pietà; anzi, tu faccia volenterosamente tutto quanto è in te, come meglio potrai e saprai, senza lasciarti andare del tutto a causa dell'aridità e dell'ansietà spirituale che senti. (T. da Kempis)
42. Uno è solo, senza eredi, non ha un figlio, non un fratello. Eppure non smette mai di faticare, né il suo occhio è sazio di ricchezza: "Per chi mi affatico e mi privo dei beni?". Anche questo è vanità e un cattivo affannarsi. (Ecclesiaste)
43. Vi sono uomini che non hanno mai ucciso, eppure sono mille volte più cattivi di chi ha assassinato sei persone. (Fëdor Dostoevskij)
44. Dicono che la felicità dell'uomo non può consistere fuorché nella verità. Così parrebbe, perché qual felicità in una cosa che sia falsa? E come, se il mondo è diretto alla felicità, il vero non deve render felice? Eppure io dico che la felicità consiste nell'ignoranza del vero.
45. Noi siamo nauseati dalla guerra, noi non desideriamo combattere. Il pensiero di essa riempie ora di spavento i nostri cuori, eppure noi ci rimpianziamo di cadaveri. Simili a corvi, noi viviamo e ci nutriamo di carne, indifferenti alla sofferenza e al dolore che noi così facendo causiamo: se così noi trattiamo per sport o per profitto, animali privi di difesa, come possiamo sperare in questo modo di conseguire la pace di cui diciamo di essere così ansiosi? Noi preghiamo per essa, sopra ecatombi di massacrati, Dio, mentre oltraggiamo la legge morale. Così, la crudeltà genera la sua progenie: la guerra. (George Bernard Shaw)




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