- AFORISMI E CITAZIONI - 'dotti'

1. Alcuni dotti sono come asini che trasportano un carico di libri. (B. J. Paquda)
2. Chi non crede nelle coincidenze, le perde. (Alessandro Morandotti)
3. Ci sono caratteri che per star bene devono far star male gli altri. (Alessandro Morandotti)
4. Gli onesti da nessun guadagno sono indotti all'inganno, i disonesti anche da uno piccolo. (Cicerone)
5. Ho visto empi venir condotti alla sepoltura; invece, partirsene dal luogo santo ed essere dimenticati nella città coloro che avevano operato rettamente. Anche questo è vanità. (Ecclesiaste)
6. Il dubbio è il lievito della conoscenza (Alessandro Morandotti)
7. La sola differenza che c'è tra schiavo e animale è che gli animali obbediscono non indotti dalla ragione, ma dalle percosse; tuttavia l'utilità che si ricava sia dagli uni che dagli altri è poco diversa, perché tanto gli schiavi quanto gli animali domestici ci aiutano col corpo a soddisfare i nostri bisogni. (Aristotele)
8. La solidità del matrimonio poggia sull'elasticità delle parti. (Alessandro Morandotti)
9. La storia insegna che la storia non insegna nulla. (Alessandro Morandotti)
10. Lo psicanalista è un uomo che per risolvere i propri problemi si finge capace di risolvere quelli altrui. (Alessandro Morandotti)
11. L'uomo d'oggi sembra essere sempre minacciato da ciò che produce, cioè dal risultato del lavoro delle sue mani e, ancor più, del lavoro del suo intelletto, delle tendenze della sua volontà. I frutti di questa multiforme attività dell'uomo, troppo presto e in modo spesso imprevedibile, sono non soltanto e non tanto oggetto di "alienazione", nel senso che vengono semplicemente tolti a colui che li ha prodotti; quanto, almeno parzialmente, in una cerchia conseguente e indiretta dei loro effetti, questi frutti si rivolgono contro l'uomo stesso.(Giovanni Paolo II)
12. L'uomo non può rinunciare a se stesso, né al posto che gli spetta nel mondo visibile; non può diventare schiavo delle cose, schiavo dei sistemi economici, schiavo della produzione, schiavo dei suoi propri prodotti. Una civiltà dal profilo puramente materialistico condanna l'uomo a tale schiavitù, pur se talvolta, indubbiamente, ciò avvenga contro le intenzioni e le premesse stesse dei suoi pionieri. (Giovanni Paolo II)
13. L'uomo vive sempre più nella paura. Egli teme che i suoi prodotti, naturalmente non tutti e non nella maggior parte, ma alcuni e proprio quelli che contengono una speciale porzione della sua genialità e della sua iniziativa, possano essere rivolti in modo radicale contro lui stesso; teme che possano diventare mezzi e strumenti di una inimmaginabile autodistruzione, di fronte alla quale tutti i cataclismi e le catastrofi della storia, che noi conosciamo, sembrano impallidire. (Giovanni Paolo II)
14. Man mano che aumenta la saggezza diminuiscono le occasioni di utilizzarla. (Alessandro Morandotti)
15. Nessun popolo vive in oggi esclusivamente dei propri prodotti. Voi vivete di cambi, di importazioni e d'esportazioni. Una nazione straniera che impoverisca, nella quale diminuisca la cifra dei consumatori, è un mercato di meno per voi. (G. Mazzini)
16. Oggi il consumatore è la vittima del produttore, che gli rovescia addosso una massa di prodotti ai quali deve trovar posto nella sua anima (Mary McCarthy)
17. Ottimista è chi ritiene che le cose non possano andare peggio di come vanno. (Alessandro Morandotti)
18. Per comandare bisogna riuscire a trovare chi è disposto ad ubbidire. (Alessandro Morandotti)
19. Perché vuoi porti avanti ad altri, mentre se ne trovano molti più dotti di te, e più esperti nei testi sacri? Se vuoi imparare e conoscere qualcosa, in modo spiritualmente utile, cerca di essere ignorato e di essere considerato un nulla. E' questo l'insegnamento più profondo e più utile, conoscersi veramente e disprezzarsi. (T. da Kempis)
20. Quando si è innamorati, basta un niente per essere ridotti alla disperazione o per toccare il cielo con un dito (Giacomo Casanova)
21. Si usano deplorare le morti premature, ma nessuno depreca quelle tardive, ben più incresciose di tutte. (Alessandro Morandotti)
22. Solo chi non ha fame è in grado di giudicare la qualità del cibo. (Alessandro Morandotti)
23. Un censore è un funzionario che raccomanda dei prodotti vietandoli. (F. Wedekind)
24. Un oggetto posseduto, e già superato da un altro più perfetto, è messo da parte, senza tener conto del suo possibile valore permanente per sé o in favore di un altro essere umano più povero. Tutti noi tocchiamo con mano i tristi effetti di questa cieca sottomissione al puro consumo: prima di tutto, una forma di materialismo crasso, e al tempo stesso una radicale insoddisfazione, perché si comprende subito che --se non si è premuniti contro il dilagare dei messaggi pubblicitari e l'offerta incessante e tentatrice dei prodotti --quanto più si possiede tanto più si desidera mentre le aspirazioni più profonde restano insoddisfatte e forse anche soffocate. (Giovanni Paolo II)
25. Uomini e meloni hanno questo in comune, che dal di fuori non si capisce se sono buoni. (Alessandro Morandotti)
26. Per l'aumentato benessere medio l'uomo e la donna si vanno orientando verso una morfologia utilitaria. Nelle classi giovani circolano già i modelli che verranno prodotti in larga serie nel futuro; uomini agili, sicuri, di buon affidamento e di basso consumo; donne di media statura, di facile manutenzione e dalle prestazioni standard. Lievi differenze nelle rifiniture. La natura fa ancora pochi esemplari di uomini e donne lusso, destinati allo spettacolo e al consumo collettivo d'informazione, alla pubblicità, ai rotocalchi. (Ennio Flaiano)




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