- AFORISMI E CITAZIONI - 'cos'

1. A chi giova un'ampia e sottile discussione intorno a cose oscure e nascoste all'uomo; cose per le quali, anche se le avremo ignorate, non saremo tenuti responsabili, nel giudizio finale? Grande nostra stoltezza: trascurando ciò che ci è utile, anzi necessario, ci dedichiamo a cose che attirano la nostra curiosità e possono essere causa della nostra dannazione. (T. da Kempis)
2. A me la storia piace immaginarla; così ho proprio la certezza che non ci siano trucchi, e sia veramente falsa. (V. G. Rossi)
3. A nulla giova un'azione esterna compiuta senza amore; invece, qualunque cosa, per quanto piccola e disprezzata essa sia, se fatta con amore, diventa tutta piena di frutti. In verità Iddio non tiene conto dell'azione umana in sé e per sé, ma dei moventi di ciascuno. (T. da Kempis)
4. A qualche cosa serve la sventura. (M. de Montaigne)
5. A quel tempo visse Gesù, un uomo santo, se pure uomo può essere chiamato, perché egli fece cose meravigliose, insegnò agli uomini e in letizia ricevette la verità: fu seguito da molti Ebrei e da molti Greci. Egli era il Messia.(Giuseppe Flavio)
6. A volte domandiamo insistentemente cose che rifiuteremmo se qualcuno ce le offrisse. (Seneca)
7. Abbi ben chiara la cosa da dire: le parole verranno. (Catone il Censore)
8. Abbi pazienza nel perseverare in questo santo esercizio del meditare e contentati di cominciare a piccoli passi, finché abbi gambe per correre, e meglio ali per volare; contentati di fare l'ubbidienza, la quale non è mai una piccola cosa per un'anima, la quale ha scelto Dio per sua porzione e rassegnati di essere per ora una piccola ape di nido che ben presto diventerà una grande ape abile a fabbricare il miele. Umiliati sempre ed amorosamente davanti a Dio ed agli uomini, perché Dio parla veramente a chi tiene il suo cuore umile dinanzi a Lui. (S. Pio da Pietrelcina)
9. Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della seduzione. (Siracide)
10. Accetta di buon grado le cose nell'aspetto e nel gusto in cui ti si presentano, giorno per giorno; il rimanente è fuori della tua conoscenza. (M. de Montaigne)
11. Accetta ogni dolore ed incomprensione che viene dall'Alto. Così ti perfezionerai e ti santificherai. (S. Pio da Pietrelcina)
12. Accumula, ora, ricchezze eterne, mentre sei in tempo. Non pensare a nient'altro che alla tua salvezza; preoccupati soltanto delle cose di Dio. Fatti ora degli amici, venerando i santi di Dio e imitando le loro azioni, affinché ti ricevano nei luoghi eterni, quando avrai lasciato questa vita. (T. da Kempis)
13. Adoro i piaceri semplici. Sono l'ultimo rifugio delle cose complicate. (O. Wilde)
14. Agli uomini in generale manca la costanza nei propositi, e ciò fa si che le loro imprese quasi sempre rovinino. Il difetto di costanza si manifesta in due maniere: o col mutar disegno appena scelto, o col mancare di coraggio alle prime contrarietà (F. D. Guerrazzi)
15. Ah! Che è una grande grazia, mia brava figliola, l'incominciare a servire questo buon Dio mentre che la floridezza dell'età ci rende suscettibili di qualunque impressione! Oh! Come il dono è gradito, quando si offrono i fiori coi primi frutti dell'albero. E quale cosa potrà trattenerti dal fare una totale offerta di tutta te stessa al buon Dio col deciderti una buona volta per sempre a dare un calcio al mondo, al demonio ed alla carne, ciò che con tanta risolutezza fecero per noi i nostri padrini al battesimo? Forse che il Signore non merita da te questo sacrificio? (S. Pio da Pietrelcina)
16. Ai non sposati e alle vedove dico: è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non sanno vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere. (S. Paolo)
17. Ai temperamenti delicati e complicati succede sempre così: le forti passioni, li schiacciano o ne vengono schiacciate, li uccidono o ne vengono uccise. (O. Wilde)
18. Al campo sono necessarie tre cose: buon seme, buon tempo, buon lavoratore. (Proverbio)
19. Al giorno d'oggi la maggior parte della gente muore come se fosse subdolamente colpita da un attacco di buon senso. Solo quando è troppo tardi si accorge che le uniche cose che non si rimpiangono sono le proprie follie. (O. Wilde)
20. Alla povertà mancano molte cose, all'avarizia tutte. (Publilio Siro)
21. All'avaro manca sempre qualcosa: poni un limite fermo alle tue voglie. (Orazio)
22. All'avvocato bisogna raccontare le cose chiare: a lui tocca poi imbrogliarle.(Manzoni)
23. Ama l'amico e sii a lui fedele, ma se hai svelato i suoi segreti, non seguirlo più, perché come chi ha perduto un defunto, così tu hai perduto l'amicizia del tuo prossimo. (Siracide)
24. Amore e cor gentile sono una cosa (Dante).
25. Anche la mente più erudita ha qualcosa da imparare. (George Santayana)
26. Appare molto allarmante costatare in molti Paesi il lancio di campagne sistematiche contro la natalità per iniziativa dei loro governi, in contrasto non solo con l'identità culturale e religiosa degli stessi Paesi, ma anche con la natura del vero sviluppo. Avviene spesso che tali campagne sono dovute a pressioni e sono finanziate da capitali provenienti dall'estero e, in qualche caso, ad esse sono addirittura subordinati gli aiuti e l'assistenza economico-finanziaria. (Giovanni Paolo II)
27. Ascolta la voce della tua coscienza, che ti dice di fare il bene e di evitare il male. Prima di agire, interroga questo giudice infallibile, che hai dentro di te. (G. Nardi)
28. Ascoltare significa sentir raccontare delle cose che si sanno da uno che le ignora (M. Donnay)
29. Augura bene al tuo vicino, ché qualche cosa te ne viene. (G. Verga)
30. Aurea cosa è la mediocrità, e chi la sceglie vivrà sempre sereno. (Orazio)
31. Aver coscienza delle proprie colpe è il primo passo verso la salvezza. (Epicuro)
32. Avere amici tutti sarebbe faticoso: è sufficiente non averli nemici. (Seneca)
33. Avere pregiudizi spesso si dimostra cosa molto utile. (S. Freud)
34. Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. (Gesù)
35. Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la promessa. (S. Paolo)
36. Avviene che alcuni sono al riparo da grandi tentazioni, ma sono spesso sconfitti nelle piccole tentazioni di ogni giorno; e così, umiliati per essere caduti in cose tanto da poco, non ripongono più fiducia in se stessi, nelle cose più grandi. (T. da Kempis)
37. Bada a quello che ti è stato comandato, poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose. (Siracide)
38. Beati gli occhi, che, chiusi alle cose esteriori, sono attenti alle interiori. Beati coloro che sanno penetrare ciò che è interiore e si preoccupano di prepararsi sempre più, con sforzo quotidiano, a comprendere le cose arcane del cielo. Beati coloro che bramano di dedicarsi a Dio, sciogliendosi da ogni impaccio temporale. (T. da Kempis)
39. Beato colui che comprende che cosa voglia dire amare Gesù e disprezzare se stesso per Gesù. Si deve lasciare ogni persona amata, per colui che merita tutto il nostro amore: Gesù esige di essere amato, lui solo, sopra ogni cosa. (T. da Kempis)
40. Bere senza sete e fare l'amore in ogni stagione sono le uniche cose che distinguono l'uomo dagli altri animali. (C. De Beaumarchais)
41. Bisogna indirizzare e fermare i nostri desideri alle cose più agevoli e vicine. (M. de Montaigne)
42. Bisogna prima guardare con chi si beve e si mangia e poi cosa si beve e si mangia: mangiare senza un amico è vivere come i leoni o i lupi. (Epicuro)
43. Bisogna scegliere nella vita tra il guadagnare denaro e lo spenderlo. Non si ha il tempo per fare tutt'e due le cose (Edouard Bourdet)
44. Bisognerebbe fare un lungo esame di coscienza prima di pensare a criticare gli altri. (Molière)
45. Camminate con semplicità nella via del Signore e non tormentate il vostro spirito. Bisogna che odiate i vostri difetti ma con odio tranquillo e non già fastidioso ed inquieto; fa d'uopo avere con essi pazienza e ritrarne vantaggio mediante un santo abbassamento. In difetto di tal pazienza, mie buone figliuole, le vostre imperfezioni, invece di scemare, crescono sempre più, non essendovi cosa che unisca tanto i nostri difetti quanto l'inquietudine e la sollecitudine di volerli allontanare. (S. Pio da Pietrelcina)
46. Capisci che stai invecchiando quando le candeline costano di più della torta. (Bob Hope)
47. Causa prima di ogni perversa tentazione è la mancanza di stabilità spirituale e la scarsezza di fiducia in Dio; giacché, come una nave senza timone viene spinta qua e là dalle onde, così l'uomo infiacchito, che abbandona i suoi propositi, viene in vario modo tentato. (T. da Kempis)
48. C'è chi compra molte cose con poco, e chi le paga sette volte il loro valore. (Siracide)
49. C'è chi si tiene così ben nascosto che gli sembra tempesta tutto ciò che succede sotto il sole. (Pomponio)
50. C'è oro e ci sono molte perle, ma la cosa più preziosa sono le labbra istruite. (Salomone)
51. C'è sempre qualche cosa di infinitamente meschino nelle tragedie degli altri. (O. Wilde)
52. C'è sempre un grano di pazzia nell'amore, così come c'è sempre un grano di logica nella follia (Friedrich W. Nietzsche, "Così parlò Zarathustra")
53. C'è solo una cosa al mondo peggiore del fatto che si parli di te e questa è che non se ne parli. (Oscar Wilde)
54. C'era qualche cosa di animalesco nell'anima mentre il corpo aveva i suoi momenti di spiritualità. (O. Wilde)
55. Cerca di capire cosa è necessario e che cosa è superfluo. Il necessario ti si offrirà spontaneamente dappertutto, il superfluo dovrai cercarlo sempre con grandi sforzi. (Seneca)
56. Cerca il tempo adatto per pensare a te e rifletti frequentemente sui benefici che vengono da Dio. Tralascia ogni cosa umanamente attraente; medita argomenti che ti assicurino una compunzione di spirito, piuttosto che un modo qualsiasi di occuparti. (T. da Kempis)
57. Certe dolcezze interiori sono roba da bambini! Non sono segno di perfezione. Non dolcezze, dolore ci vuole. Le aridità, la svogliatezza, l'impotenza, questi sono i segni di un amore vero. Il dolore è piacevole. L'esilio è bello, perché si soffre e possiamo così dare a Dio qualche cosa. Il dono del nostro dolore, delle nostre sofferenze è una gran cosa, che non possiamo fare in paradiso. (S. Pio da Pietrelcina)
58. Certi libri sembrano scritti non perché leggendoli si impari, ma perché si sappia che l'autore sapeva qualcosa. (Wolfgang Goethe)
59. Che altro ti dirò? La grazia e pace dello Spirito Santo sia sempre nel mezzo del tuo cuore. Metti questo cuore nel costato aperto del Salvatore ed uniscilo a questo re dei nostri cuori, che in essi sta come in suo trono reale per ricevere l'omaggio e l'obbedienza di tutti gli altri cuori, tenendo così la porta aperta, acciocché ciascuno possa accostarsi per avere sempre ed a qualunque ora udienza; e quando il tuo gli parlerà, non ti dimenticare, mia carissima figliuola, di fargli parlare ancora in favore del mio, acciocché la sua divina e cordiale maestà lo renda buono, ubbidiente, fedele e meno meschino di quello che è. (S. Pio da Pietrelcina)
60. Che cosa aspetti? Di aver esaudito tutti i tuoi desideri? Non arriverà mai quel momento. (Seneca)
61. Che cosa è la felicità se non il possedimento di ogni sorta di bene, che rende l'uomo del tutto pago? Ma su questa terra si trova mai qualcuno che sia pienamente felice? No, certamente. L'uomo sarebbe stato tale, se si fosse mantenuto fedele al suo Dio. Ma giacché l'uomo è pieno di delitti, cioè pieno di peccati, non può mai essere pienamente felice. Quindi solo in cielo si trova la felicità: ivi non pericoli di perdere Dio, non patimenti, non morte, ma sempiterna vita con Gesù Cristo. (S. Pio da Pietrelcina)
62. Che cosa è un amico? Un'anima sola che vive in due corpi (Platone)
63. Che cosa è un'erbaccia? Una pianta di cui non sono ancora state scoperte le virtù (Ralph W. Emerson)
64. Che cosa e', allora, il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so (Sant'Agostino)
65. Che cosa poso fare io? Tutto viene da Dio. Io sono ricco di una sola cosa, d'una infinita miseria. (S. Pio da Pietrelcina)
66. Che cosa servono a quel tizio ottant'anni trascorsi nell'inerzia? Costui non è vissuto, ma si è attardato nella vita, e non è morto tardi, ma lentamente. (Seneca)
67. Che cosa so del destino dell'uomo? Potrei dirvi di più a proposito dei ravanelli. (Samuel Beckett)
68. Che cosa vana la pittura, che attira l'ammirazione per la somiglianza di cose di cui non si ammirano affatto gli originali. (Blaise Pascal)
69. Che cosa vi può essere in comune tra il lupo e l'agnello? Lo stesso accade fra il peccatore e il pio. (Siracide)
70. Che cos'è il matrimonio? Un voto irrevocabile. (O. Wilde)
71. Che cos'è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce? (H. Heine)
72. Che cos'è la filosofia, se non un dono degli dei? (Cicerone)
73. Che cos'è l'avarizia? E` un continuo vivere in miseria per paura della miseria. (San Bernardo)
74. Che cos'era la gioventù, nel migliore dei casi? Un'età verde, acerba, un'età di amori superficiali e di pensieri morbosi. (O. Wilde)
75. Chi ama vola, corre lietamente; è libero, e non trattenuto da nulla; dà ogni cosa per il tutto, e ha il tutto in ogni cosa, perché trova la sua pace in quell'uno supremo, dal quale discende e proviene tutto ciò che è buono; non guarda a ciò che gli viene donato, ma, al di là dei doni, guarda a colui che dona. (T. da Kempis)
76. Chi costruisce la sua casa con ricchezze altrui è come chi ammucchia pietre per l'inverno. (Siracide)
77. Chi è bravo a scusarsi raramente è buono a qualcos'altro. (Benjamin Franklin)
78. Chi è diligente e saggio, anche se ha da imparare qualcosa, già insegna ponendo la sua domanda con avvedutezza. (S. Girolamo)
79. Chi è forte nell'amore, regge alle tentazioni e non crede alla suadente furbizia del nemico. Come gli sono caro nella prosperità, così gli sono caro nelle avversità. Chi è saggio nell'amore non guarda tanto al pregio del dono, quanto all'amore di colui che dona. Guarda più all'affetto che al prezzo, e pone tutti i doni al di sotto della persona amata. (T. da Kempis)
80. Chi è pienamente nella pace non sospetta di alcuno. Invece chi è inquieto e turbato sta sempre in agitazione per vari sospetti. Non è tranquillo lui, né permette agli altri di esserlo; dice sovente cose che non dovrebbe dire e tralascia cose che più gli converrebbe fare; sta attento a ciò che dovrebbero fare gli altri, e trascura ciò a cui sarebbe tenuto lui stesso. Sii dunque zelante, innanzi tutto , con te stesso; solo così potrai essere giustamente zelante con il tuo prossimo. (T. da Kempis)
81. Chi ha tempo non aspetti tempo. Non rimandiamo al domani ciò che oggi possiamo fare. Del bene di poi sono riboccanti le fosse...; e poi chi dice a noi che domani vivremo? Ascoltiamo la voce della nostra coscienza, la voce del real profeta: Oggi se udirete la voce del Signore, non vogliate otturare il vostro orecchio. Sorgiamo e tesoreggiamo, che solo l'istante che fugge è in nostro dominio. Non frapponiamo tempo fra istante ed istante, ché questo non è in nostro possesso. (S. Pio da Pietrelcina)
82. Chi ha viaggiato conosce molte cose, chi ha molta esperienza parlerà con intelligenza. (Siracide)
83. Chi non bada a ciò che mangia difficilmente baderà a qualsiasi altra cosa. (Samuel Johnson)
84. Chi non medita può fare come colui che non si specchia mai, e che quindi non si cura di uscire ordinato, poiché può essere imbrattato senza saperlo. La persona che medita e rivolge il suo pensiero a Dio, che è lo specchio della sua anima, cerca di conoscere i suoi difetti, tenta di correggerli, si modera negli impulsi, e rimette la sua coscienza a posto. (S. Pio da Pietrelcina)
85. Chi sa ascoltare non soltanto è simpatico a tutti, ma dopo un po' finisce con l'imparare qualcosa. (Wilson Mizner)
86. Chi si accorge che le cose lasciate erano meglio di ciò che desidera, torni indietro senza pensarci e riprenda la sua vita di sempre. (Orazio)
87. Chi si fida di un ladro armato che corre di città in città? Così dell'uomo che non ha un nido e che si corica là dove lo coglie la notte. (Siracide)
88. Chi si lamenta che qualcuno sia morto, si lamenta che costui fosse un uomo. (Seneca)
89. Chi si ricorderà di te, dopo che sarai scomparso, e chi pregherà per te? Fai, o mio caro, fai ora tutto quello che sei in grado di fare, perché non conosci il giorno della tua morte; né sai che cosa sarà di te dopo. (T. da Kempis)
90. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! (Gesù)
91. Chi vuol bene alla gente, le proibisca qualcosa affinché goda della trasgressione. (Norman Mailer)
92. Chiudi la porta dei sensi, affinché tu possa udire quello che ti dice interiormente Iddio, tuo signore. Questo dice il tuo diletto: "Io sono la tua salvezza, la tua pace, la tua vita; stai accanto a me e troverai la pace; lascia tutte le cose che passano, cerca le cose eterne. Che altro sono le cose corporali, se non illusioni? E a che gioveranno tutte le creature, se sarai abbandonata dal Creatore?". Oh, anima mia, rinuncia a tutto e fatti cara e fedele al tuo Creatore, così da poter raggiungere la vera beatitudine. (T. da Kempis)
93. Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere (Mahatma Gandhi)
94. Ci sono degli uomini a idee fisse, che parlano sempre di una stessa cosa e somigliano agli orologi fermi, che segnano sempre la stessa ora, con quest'unica differenza, che questi una volta al giorno segnano giusto. (A. Gabelli)
95. Ci sono due cose che ho sempre amato alla follia: le donne e il celibato. (N. Chamfort)
96. Ci sono malattie così strane che, per capirne la natura, è necessario subirne personalmente il decorso. (O. Wilde)
97. Ci sono molte cose che getteremmo via se non temessimo che altri, se ne impadronissero. (O. Wilde)
98. Ci sono tre cose da evitare con cura: l'odio, l'invidia e il disprezzo. (Seneca)
99. Ci sono uomini così perversi che dicono che le donne sono tutte sgualdrine, solo perché una non volle esserlo. (B. J. Feijòo y Montenegro)
100. Ci sono veleni così sottili che per conoscerne le proprietà è necessario avvelenarsi. (O. Wilde)
101. Ci sono verità così evidenti che è impossibile farle penetrare nei cervelli (H. Maret)
102. Cinna, quando ti chiamo signore, non gonfiartene tutto: spesso così io rispondo al saluto anche del tuo servo. (Marziale)
103. Ciò che tu soffri è poca cosa, se ti metti a confronto con coloro che patirono tanto gravemente: così fortemente tentati, così pesantemente tribolati, provati in vari modi e messi a dura prova. Occorre dunque che tu rammenti le sofferenze più gravi degli altri, per imparare a sopportare le tue, piccole. (T. da Kempis)
104. Circa la vostra lettura c'è poco da ammirare e quasi niente da edificarsi. Vi è assolutamente necessario che a simili letture aggiungiate quella dei Libri santi (Sacra Scrittura), tanto raccomandata da tutti i santi padri. Ed io non posso esimervi da queste letture spirituali, troppo premendomi la vostra perfezione. Conviene che deponiate il pregiudizio che avete (se volete da simili letture ricavare il tanto insperato frutto) intorno allo stile ed alla forma con cui questi Libri sono esposti. Sforzatevi nel far questo e raccomandate la cosa al Signore. In questo vi è un grave inganno ed io non posso nascondervelo. (S. Pio da Pietrelcina)
105. Coccola il figlio ed egli ti incuterà spavento, scherza con lui, ti procurerà dispiaceri. Non ridere con lui per non doverti con lui rattristare, che non debba digrignare i denti alla fine. Non concedergli libertà in gioventù, non prendere alla leggera i suoi difetti. Piegagli il collo in gioventù e battigli le costole finché è fanciullo, perché poi intestardito non ti disobbedisca e tu ne abbia un profondo dolore. (Siracide)
106. Col peccato mortale l'uomo perde la bellezza soprannaturale dell'anima e diviene affatto impuro dinanzi a Dio. Come la putrefazione toglie alla mela il colore, l'odore, il sapore ed ogni bellezza di pregio, così il peccato grave toglie all'anima ogni valore di bellezza. (S. Bonaventura).
107. Coloro che sanno desiderano apparire ed essere chiamati sapienti. Ma vi sono molte cose, la cui conoscenza giova ben poco, o non giova affatto, all'anima. Ed è tutt'altro che sapiente colui che attende a cose diverse da quelle che servono alla sua salvezza. I molti discorsi non appagano l'anima; invece una vita buona rinfresca la mente e una coscienza pura dà grande fiducia in Dio. (T. da Kempis)
108. Colui che ama può fare ogni cosa, e molte cose compie e manda ad effetto; mentre colui che non ama viene meno e cade. L'amore vigila; anche nel sonno, non s'abbandona; affaticato, non è prostrato; legato, non si lascia costringere; atterrito, non si turba: erompe verso l'alto e procede sicuro, come fiamma viva, come fiaccola ardente. (T. da Kempis)
109. Colui che non è perfettamente morto a se stesso cade facilmente in tentazione ed è vinto in cose da nulla e disprezzabili. Colui che è debole nello spirito ed è, in qualche modo, ancora volto alla carne e ai sensi, difficilmente si può distogliere del tutto dalle brame terrene; e, quando pur riesce a sottrarsi a queste brame, ne riceve tristezza. (T. da Kempis)
110. Colui che non è pronto a soffrire ogni cosa e ad ubbidire al suo Diletto, non è degno di essere chiamato uomo d'amore; questi deve abbracciare con slancio tutte le avversità e le amarezze per il suo Diletto, senza da ciò deflettere, qualsiasi evidenza si frapponga. (T. da Kempis)
111. Colui che sorride quando le cose vanno male ha pensato a qualcuno cui dare la colpa. (Jones)
112. Colui che sorride quando le cose vanno male, ha già trovato qualcuno cui dare la colpa (Arthur Bloch)
113. Come ai raggi del sole si scorgono moltissimi atomi, che senza quella luce non si vedono, così agli occhi d Dio appaiono di gran peso e da castigare severamente i peccati veniali, che a noi sembrano neppure peccato. (S. Giovanni Crisostomo)
114. Come ascoltiamo, così vogliamo essere ascoltati. (Von Hofmannsthal)
115. Come è uscito nudo dal grembo di sua madre, così se ne andrà di nuovo come era venuto, e dalle sue fatiche non ricaverà nulla da portar con sé. (Ecclesiaste)
116. Come giustificare il fatto che ingenti somme di danaro che potrebbero e dovrebbero essere destinate a incrementare lo sviluppo dei popoli, sono invece utilizzate per l'arricchimento di individui o di gruppi, ovvero assegnate all'ampliamento degli arsenali di armi, sia nei Paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo, sconvolgendo così le vere priorità? (Giovanni Paolo II)
117. Come gli amici adulando pervertono, così i nemici con i rimproveri molte volte correggono (Sant'Agostino)
118. Come il cervo assetato desidera la fonte delle acque, così l'anima mia desidera Te, o Signore. (Salmi)
119. Come il corpo senz'anima è privo di vita, così la fede senza le opere è morta. (S. Giacomo)
120. Come il donare è qualità ambiziosa e di privilegio, così l'accettare è caratteristica di sottomissione. (M. de Montaigne)
121. Come il ferro, messo nel fuoco, lasciando cadere la ruggine, si fa tutto splendente, così colui che si dà totalmente a Dio si spoglia del suo torpore e si muta in un uomo nuovo. (T. da Kempis)
122. Come il popolo, attraverso schiavitù, patimenti e miserie, conquista a grado a grado coscienza, forza, emancipazione, il nome santo di Dio sorge dalle rovine dei culti corrotti a splendere, circondato d'un culto più puro, più fervido e più ragionevole. (G. Mazzini)
123. Come la rupe massiccia non si scuote per il vento, così pure non vacillano i saggi in mezzo a biasimi e lodi (Buddha)
124. Come la vita fisica, organica, non può crescere e svolgersi senza alimenti, così la vita morale, intellettuale, ha bisogno per ampliarsi e manifestarsi, delle influenze esterne e d'assimilarsi parte almeno delle idee, degli effetti, delle altrui tendenze. (G. Mazzini)
125. Come l'aceto ai denti e il fumo agli occhi così è il pigro per chi gli affida una missione. (Salomone)
126. Come l'acqua, che scorre tra i sassi, limpida e pura, produce buoni pesci, mentre l'acqua stagnante imputridisce e non produce che rospi ed altri insetti schifosi; così l'anima sempre occupata produce frutti di opere virtuose, invece quella oziosa marcisce nei vizi e in opere abominevoli (S. Bernardo).
127. Come le api, che senza esitare attraversano talvolta le ampie distese dei campi, pur di raggiungere l'aiuola prediletta, e poi stanche, ma soddisfatte e cariche di polline, tornano al favo per ivi compiere in feconda opera silenziosa la sapiente trasformazione del nettare dei fiori in nettare di vita: così voi, dopo averla raccolta, tenete ben chiusa nel vostro cuore la parola di Dio; tornate all'alveare, cioè meditatela con attenzione, scanditene gli elementi, ricercatene il significato profondo. Essa vi apparirà allora nel suo luminoso splendore, acquisterà la potenza di annientare le vostre naturali inclinazioni verso la materia, avrà la virtù di trasformarle in ascensioni pure e sublimi dello spirito, di avvincere più strettamente il vostro al Cuore divino del vostro Signore. (S. Pio da Pietrelcina)
128. Come nessun fatto e nessuna forma rassomiglia in tutto a un'altra, così nessuna differisce interamente dall'altra. (M. de Montaigne)
129. Come sentiamo, così vogliamo essere sentiti. (H. von Hofmannsthal)
130. Come uno che afferra le ombre e insegue il vento, così chi si appoggia ai sogni. (Siracide)
131. Come uno è di dentro, così giudica di fuori. Chi è puro di cuore è tutto preso dalla gioia, per quanta gioia è nel mondo. Se, invece, da qualche parte, ci sono tribolazioni ed angustie, queste le avverte di più chi ha il cuore perverso. (T. da Kempis)
132. Compendia il tuo discorso, molte cose in poche parole; compòrtati come uno che sa ma che tace. (Siracide)
133. Con una donna si possono fare soltanto tre cose: amarla, soffrire per lei o farne letteratura. (L. Durrell)
134. Confesso innanzi tutto che per me è una grande disgrazia il non saper esprimere e mettere fuori tutto questo vulcano sempre acceso che mi brucia e che Gesù ha immesso in questo cuore così piccolo. Il tutto si compendia in questo: sono divorato dall'amore di Dio e dall'amore del prossimo. (S. Pio da Pietrelcina)
135. Conoscere se stessi non è soltanto la cosa più difficile, ma anche la più fastidiosa. (Josh Billings)
136. Conosciamo i fondamenti e le cause di mille cose che non furono mai; e la gente battaglia in mille questioni, delle quali il pro e il contro sono falsi. (M. de Montaigne)
137. Cosa bella e mortal passa e non dura. (Francesco Petrarca)
138. Cosa da stolti è origliare alla porta: e l'uomo prudente non sopporterà simile infamia (Salomone)
139. Cosa difficile concittadini miei, discutere con il ventre, perché non ha orecchie (Catone il Censore)
140. Cos'è la vita terrena, se non un preludio della celeste, un avviamento a raggiungerla? (G. Mazzini)
141. Cos'è una amante? Una donna, presso la quale ci si scorda di ciò che si sa a memoria, vale a dire di tutti i difetti del suo sesso. (N. de Chamfort)
142. Così come si provocano o si esagerano i dolori dando loro importanza, nello stesso modo questi scompaiono quando se ne distoglie l'attenzione. (S. Freud)
143. Così vanno le cose umane: nella vittoria anche ai vigliacchi è lecito vantarsi, mentre le sconfitte infangano anche i valorosi. (Sallustio)
144. Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno (Karl Kraus)
145. Da che cosa nasce la più spinta follia se non dalla più spinta saggezza? (M. de Montaigne)
146. Da un uomo grande c'è qualcosa da imparare anche quando tace (Seneca)
147. Dal punto di vista del diritto civile, gli schiavi non contano nulla. Tuttavia non è così per il diritto naturale, secondo il quale tutti gli uomini sono uguali. (Ulpiano)
148. Dall'impuro che cosa potrà uscire di puro? E dal falso che cosa potrà uscire di vero? Oracoli, auspici e sogni sono cose vane, come vaneggia la mente di una donna in doglie. (Siracide)
149. Davanti a uno straniero non fare nulla di riservato, perché non sai che cosa ne seguirà. (Siracide)
150. Deve anche preoccupare il declino di molti valori fondamentali che costituiscono un bene incontestabile non soltanto della morale cristiana, ma semplicemente della morale umana, della cultura morale, quali il rispetto per la vita umana sin dal momento del concepimento, il rispetto per il matrimonio nella sua unità indissolubile, il rispetto per la stabilità della famiglia. Il permissivismo morale colpisce soprattutto questo ambito più sensibile della vita e della convivenza umana. (Giovanni Paolo II)
151. Devi preferire di farti guidare da uno migliore di te, piuttosto che andare dietro alle tue fantasticherie; prima di agire, devi consigliarti con persona saggia e di retta coscienza. Giacché è la vita virtuosa che rende l'uomo l'uomo saggio della saggezza di Dio, e buon giudice in molti problemi. Quanto più uno sarà inutilmente umile e soggetto a Dio, tanto più sarà saggio, e pacato in ogni cosa. (T. da Kempis)
152. Di due cose dobbiamo supplicare di continuo il dolcissimo Signor nostro: che cresca in noi l'amore ed il timore, poiché quello ci farà volare nelle vie del Signore, questo ci farà guardare dove mettiamo il piede; quello ci fa guardare le cose di questo mondo per quelle che sono, questo ci fa riguardare ogni trascuratezza. Allorché poi amore e timore si daranno un bacio, non è più in poter nostro il concedere affetto alle cose di quaggiù. (S. Pio da Pietrelcina)
153. Di mezzo ai patimenti, alla miseria, alla schiavitù, voi potete rivolgervi a Dio, e santificarvi nell'adorazione di Lui, nella preghiera, nella fede in un avvenire che vi compenserà largamente, e nel disprezzo delle cose mondane. (G. Mazzini)
154. Di tutto quello che fai, niente ti sembri grande, prezioso e ammirevole; niente ti sembri meritevole di stima. Alto, lodevole e desiderabile davvero ti sembri soltanto ciò che è eterno. Più di ogni altra cosa, ti sia cara la verità eterna; e sempre ti dispiaccia la tua estrema pochezza. Nulla devi temere, disprezzare e fuggire quanto i tuoi vizi e i tuoi peccati; cose che ti debbono affliggere più di ogni danno materiale. (T. da Kempis)
155. Dice molta gente, debole e malata nello spirito: guarda che vita beata conduce quel tale; come è ricco e grande, come è potente e come è salito in alto! Ma, se poni mente ai beni eterni, vedrai che tutte queste cose passeggere sono un nulla, anzi qualcosa di molto insicuro e particolarmente gravoso, giacché le cose temporali non si possono avere senza preoccupazioni e paure. (T. da Kempis)
156. Diffido alquanto delle cose che desidero. (M. de Montaigne)
157. Dimmi che cosa mangi e ti dirò che cosa sei (Anthelme Brillat-Savarin)
158. Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei. (Anthelme Brillat Savarin)
159. Dio v'ha fatti sociali e progressivi. Voi, dunque, avete il dovere d'associarvi e di progredire quanto comporta la sfera d'attività nella quale le circostanze vi collocarono, e avete diritto che la società alla quale appartenete non vi impedisca nella vostra opera di associazione e di progresso (G. Mazzini).
160. Dio vive nella nostra coscienza, nella coscienza dell'Umanità, e nell'Universo che ci circonda. La nostra coscienza lo invoca nei momenti più solenni di dolore e di gioia. (G. Mazzini)
161. Dio, tu che sei la verità stessa, fa' che io sia una cosa sola con te, in un amore senza fine. Spesso mi stanco di leggere molte cose, o di ascoltarle: quello che io voglio e desidero sta tutto in te. Tacciano tutti i maestri, tacciano tutte le creature, dinanzi a te: tu solo parlami. (T. da Kempis)
162. Dovrebbe essere altamente istruttiva una sconcertante constatazione del più recente periodo: accanto alle miserie del sottosviluppo, che non possono essere tollerate, ci troviamo di fronte a una sorta di supersviluppo, egualmente inammissibile, perché, come il primo, è contrario al bene e alla felicità autentica. Tale supersviluppo, infatti, consistente nell'eccessiva disponibilità di ogni tipo di beni materiali in favore di alcune fasce sociali, rende facilmente gli uomini schiavi del "possesso" e del godimento immediato, senza altro orizzonte che la moltiplicazione o la continua sostituzione delle cose, che già si posseggono, con altre ancora più perfette. E' la cosiddetta civiltà dei "consumi", o consumismo, che comporta tanti "scarti" e "rifiuti". (Giovanni Paolo II)
163. Dovunque il grido della vostra coscienza è ratificato dal consenso dell'Umanità, ivi è Dio, ivi siete certi di avere in pugno la verità: l'uno è la verificazione dell'altro. (G. Mazzini)
164. Dovunque tu sia e dovunque ti volga, sei sempre misera cosa; a meno che tu non ti volga tutto a Dio. (T. da Kempis)
165. Due sono le ali che permettono all'uomo di sollevarsi al di sopra delle cose terrene, la semplicità e la libertà: la semplicità, necessaria nella intenzione; la libertà, necessaria nei desideri. La semplicità tende a Dio; la libertà raggiunge e gode Dio. (T. da Kempis)
166. È assolutamente mostruoso il modo che ha oggi la gente di dire alle nostre spalle cose che sono assolutamente e completamente vere. (O. Wilde)
167. E' bene per noi che incontriamo talvolta difficoltà e contrarietà; queste, infatti, richiamano l'uomo a se stesso, nel profondo, fino a che comprenda che quaggiù egli è in esilio e che la sua speranza non va riposta in alcuna cosa di questo mondo. (T. da Kempis)
168. E che cos'è un bacio? Un apostrofo rosa fra le parole t'amo, un segreto detto sulla bocca. (Rostand)
169. E che cos'è un bacio? Un segreto detto sulla bocca, un istante di infinito che ha il fruscio di un'ape tra le piante. (Rostand)
170. E' cosa difficile tener fermo il proprio giudizio contro le opinioni comuni. (M. de Montaigne)
171. E' cosa egregia imparare a morire. (Seneca)
172. E' cosa molto misera e rischiosa dipendere da un altro. (M. de Montaigne)
173. E' davvero un ingrato chi, quando perde qualcosa, non si sente debitore per averla avuta. (Seneca)
174. E' difficilissimo parlare senza dire qualcosa di troppo (Luigi XIV)
175. E' ingiusto proibire ai preti di sposarsi. Per che cosa hanno meritato un simile privilegio. (R. Cerda)
176. È l'incertezza che affascina. La nebbia rende le cose meravigliose. (O. Wilde)
177. E' miseria della nostra condizione che spesso ciò che si presenta alla nostra immaginazione come la cosa più vera, non vi si presenti come la più utile per la nostra vita. (M. de Montaigne)
178. E' necessario che il popolo ignori molte cose vere e ne creda molte false. (M. de Montaigne)
179. E' nobile cosa la povertà accettata con gioia. (Epicuro)
180. È più beata cosa il donare che il ricevere. (M. de' Porres)
181. È proprio all'interno dell'uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una parte infatti, come creatura, egli sperimenta in mille modi i suoi limiti; d'altra parte, si accorge di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato ad una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna ed a rinunciare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe. Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società". (Giovanni Paolo II)
182. E' una cosa ben schifosa, il successo. La sua falsa somiglianza con il merito inganna gli uomini (Victor Hugo)
183. E' vergognoso dire una cosa e pensarne un'altra: ma scrivere una cosa e pensarne un'altra lo è ancora di più. (Seneca)
184. Educa tuo figlio e prenditi cura di lui, così non dovrai affrontare la sua insolenza. (Siracide)
185. Egli parlò e furon fatte le cose; ordinò e furono create. (Salmi)
186. Eloquenza è dire la cosa giusta e fermarsi. (L. L. Levinson)
187. Epicuro diceva delle leggi, che le peggiori ci erano così necessarie che senza di esse gli uomini si mangerebbero gli uni con gli altri. (M. de Montaigne)
188. Esiste già un reale e percettibile pericolo che, mentre progredisce enormemente il dominio da parte dell'uomo sul mondo delle cose, di questo suo dominio egli perda i fili essenziali, e in vari modi la sua umanità sia sottomessa a quel mondo, ed egli stesso divenga oggetto di multiforme, anche se spesso non direttamente percettibile, manipolazione, mediante tutta l'organizzazione della vita comunitaria, mediante il sistema di produzione, mediante la pressione dei mezzi di comunicazione sociale. (Giovanni Paolo II)
189. Essere adorati è una seccatura. Le donne ci trattano proprio come gli esseri umani trattano i loro dei. Ci adorano e non fanno altro che seccarci chiedendoci di fare qualcosa per loro. (O. Wilde)
190. Essere buoni significa essere in armonia con noi stessi. Siamo in disaccordo invece, quando siamo costretti ad essere in armonia con gli altri. (O. Wilde)
191. Fa che non turbi l'anima tua il triste spettacolo della giustizia umana; anche questa, nella economia delle cose, ha il suo valore. È su di essa che vedrai sorgere un giorno l'immancabile trionfo della giustizia di Dio! (S. Pio da Pietrelcina)
192. Fa conto di essere andato ad Atene o a Rodi; scegli a tuo piacere la città: che importanza hanno gli usi e i costumi locali? Tu ci porti i tuoi. (Seneca)
193. Fa più una minaccia all'assennato che cento percosse allo stolto. (Salomone)
194. Facciamo in modo che la nostra vita, come tutte le cose preziose, non conti per la sua estensione, ma per il suo peso; misuriamola dalle azioni, non dal tempo. (Seneca)
195. Facciamoci santi, così dopo essere stati insieme sulla terra, staremo sempre insieme in paradiso. (S. Pio da Pietrelcina)
196. Fai del bene di nascosto e arrossisci a vederlo divulgato. (Alexander Pope)
197. Fai la penitenza di pensare con dolore alle offese fatte a Dio; la penitenza di essere costante nel bene; la penitenza di combattere i tuoi difetti. (S. Pio da Pietrelcina)
198. Fai ogni giorno qualcosa che non ti piace: questa è la regola d'oro per abituarti a fare il tuo dovere senza fatica. (Mark Twain)
199. Fare naufragio, finire sotto una vettura sono casi rari, anche se gravi: mentre dall'uomo viene all'uomo un pericolo costante. (Seneca)
200. Felice chi ha potuto conoscere le cause delle cose. (Virgilio)
201. Felice colui che viene ammaestrato direttamente dalla verità, così come essa è, e non per mezzo di immagini o di parole umane; ché la nostra intelligenza e la nostra sensibilità spesso ci ingannano, e sono di corta veduta. (T. da Kempis)
202. Figli miei, stare così, senza poter compiere il proprio dovere, è inutile; è meglio che muoia! (S. Pio da Pietrelcina)
203. Figli, custodite l'istruzione in pace; ma sapienza nascosta e tesoro invisibile, l'una e l'altro a che servono? Meglio chi nasconde la sua stoltezza di chi nasconde la sua sapienza. (Siracide)
204. Figliolo, così tu devi dire in ogni cosa: Signore, se questa è la tua volontà, così si faccia. Signore, se questo è per tuo amore, così si faccia, nel tuo nome. Signore, se questo ti parrà necessario per me, e lo troverai utile, fa' che io ne usi per il tuo onore; se invece comprenderai che questo è male per me e non giova alla mia salvezza, toglimi questo desiderio. (T. da Kempis)
205. Figliuolo, tu non sai cosa produce l'obbedienza. Ecco: per un sì, per un solo sì, fiat secundum verbum tuum, per fare la volontà di Dio, Maria divenne madre dell'Altissimo, professandosi sua ancella, ma conservando la verginità che tanto a Dio ed a lei era cara. Per quel sì, pronunciato da Maria santissima, il mondo ottenne la salvezza, l'umanità fu redenta. Facciamo anche noi sempre la volontà di Dio e diciamo anche al Signore sempre sì. (S. Pio da Pietrelcina)
206. Finché portiamo questo fragile corpo, non possiamo essere esenti dal peccato, né vivere senza molestie e dolori. Ben vorremmo aver tregua da ogni miseria; ma avendo perduto, a causa del peccato, la nostra innocenza, abbiamo perduto quaggiù anche la vera felicità. Perciò occorre che manteniamo in noi una ferma pazienza, nell'attesa della misericordia divina, "fino a che sia scomparsa l'iniquità di questo mondo" e le cose mortali "siano assunte dalla vita eterna". (T. da Kempis)
207. Finiscila con queste vane apprensioni. Ricordati che non è il sentimento che costituisce la colpa ma il consenso a siffatti sentimenti. La sola volontà libera è capace di bene o di male. Ma quando la volontà geme sotto la prova del tentatore e non vuole ciò le viene presentato, non solo non vi è colpa, ma vi è la virtù. (S. Pio da Pietrelcina)
208. Genio e follia hanno qualcosa in comune, entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri. (Schopenhauer)
209. Già da un pezzo, da quando non usiamo più vendere i voti, il popolo non si preoccupa più di nulla; una volta distribuiva comandi, fasci, legioni, tutto. Ora se ne infischia e due cose soltanto desidera ansiosamente: pane e giochi. (Giovenale)
210. Giova più un rimprovero all'assennato che cento percosse allo stolto. (Salomone)
211. Giusto vanto dell'uomo retto è la testimonianza della buona coscienza. Se sarai certo, in coscienza, di aver agito rettamente, sarai sempre nella gioia. La buona coscienza permette di sopportare tante cose ed è piena di letizia, anche nelle avversità. Al contrario, se sentirai in coscienza di aver fatto del male, sarai sempre timoroso ed inquieto. (T. da Kempis)
212. Gli angioli di una cosa sola sono invidiosi di noi: non poter soffrire per Iddio. Soltanto il dolore permette ad un'anima di dire con certezza: "Mio Dio, vedete bene che io vi amo!" (S. Pio da Pietrelcina)
213. Gli animali sono amici così simpatici:non fanno domande, non muovono critiche (G.Eliot)
214. Gli schiavi e gli animali domestici sono quasi uguali e rendono su per giù gli stessi servizi. La natura stessa vuole la schiavitù, perché fa differenti i corpi degli uomini liberi da quelli degli schiavi: gli schiavi col vigore che richiedono i lavori a cui sono predestinati, gli uomini liberi incapaci di curvare la loro diritta statura a opere servili e adatti, invece, alla vita politica e alle occupazioni guerresche o pacifiche. Dunque gli uomini sono liberi o schiavi per diritto di natura: la cosa è evidente. Utile agli stessi schiavi, la schiavitù è giusta. (Aristotele)
215. Gli uomini nascono con due occhi ed una sola lingua, quindi per ogni cosa che dicono ne devono vedere due. (Charles Caleb Colton)
216. Gli uomini sono tormentati dalle opinioni che hanno delle cose, non dalle cose per sé stesse, (M. de Montaigne)
217. Gli uomini, quando si arrabbiano, si danno da fare per cambiare le cose. (Malcolm X)
218. Gl'italiani non hanno costumi: essi hanno delle usanze. (Giacomo Leopardi)
219. Grande cosa è l'amore. Un bene grande, veramente. Un bene che, solo, rende leggera ogni cosa pesante e sopporta tranquillamente ogni cosa difficile; porta il peso, senza fatica, e rende dolce e gustosa ogni cosa amara. (T. da Kempis)
220. Grande è, in verità, colui che ha grande amore; colui che si ritiene piccolo e non tiene in alcun conto anche gli onori più alti. Prudente è, in verità, colui che considera sterco ogni cosa terrena, al fine di guadagnarsi Cristo. Dotto, nel giusto senso della parola, è, in verità, colui che fa la volontà di Dio, buttando in un canto la propria volontà. (T. da Kempis)
221. Grande serenità di spirito possiede colui che non bada alle lodi né ai rimproveri della gente; giacché, se ha la coscienza pulita, si sentirà facilmente contento e tranquillo. (T. da Kempis)
222. Guai a quelli che non riconoscono la loro miseria. Guai, ancor più, a quelli che amano questa vita miserabile e destinata a finire; una vita alla quale tuttavia certa gente - anche se, lavorando o elemosinando, mette insieme appena appena il necessario - si abbarbica, come se potesse restare quaggiù in eterno, senza darsi pensiero del regno di Dio. Gente pazza, interiormente priva di fede; gente sommersa dalle cose terrene, tanto da gustare solo ciò che è materiale. (T. da Kempis)
223. Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. (Gesù)
224. Guardati dalle ansietà ed inquietudini perché non vi è cosa che maggiormente impedisca il camminare nella perfezione. Poni, figliuola mia, dolcemente il tuo cuore nelle piaghe di nostro Signore, ma non a forza di braccia. Abbi una gran confidenza nella sua misericordia e bontà, ch'egli non ti abbandonerà mai, ma non lasciare per questo di abbracciare bene la sua santa croce. (S. Pio da Pietrelcina)
225. Guàrdati nello specchio e, se ti sembra di essere bello, opera cose degne della tua bellezza; se, invece, ti credi deforme, fa' in modo che i difetti del tuo volto siano emendati dai virtuosi costumi (Plutarco).
226. Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine. Ho concluso che non c'è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio. Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c'è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché si abbia timore di lui. (Ecclesiaste)
227. Ho pensato: Dio giudicherà il giusto e l'empio, perché c'è un tempo per ogni cosa e per ogni azione. Poi riguardo ai figli dell'uomo mi son detto: Dio vuol provarli e mostrare che essi di per sé sono come bestie. Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità. Tutti sono diretti verso la medesima dimora: tutto è venuto dalla polvere e tutto ritorna nella polvere. (Ecclesiaste)
228. I bei peccati, come le belle cose, sono privilegio dei ricchi. (O. Wilde)
229. I calabresi sono gente focosa! (Una ragazza)
230. I costumi e le idee dei contadini, io li trovo di solito più conformi alla norma della vera filosofia, che non siano quelli dei nostri filosofi. (M. de Montaigne)
231. I mariti non sono mai amanti così meravigliosi come quando stanno tradendo la moglie (Marilyn Monroe)
232. I mondani, ingolfati nei loro affari, vivono nell'oscurità e nell'errore, né si danno pensiero di conoscere le cose di Dio, né alcun pensiero della loro salvezza eterna, né alcuna premura di conoscere la venuta di quel Messia atteso e sospirato dalle genti, profetizzato e predetto dai profeti. (S. Pio da Pietrelcina)
233. I popoli non si conoscono l'un l'altro; perciò si odiano così poco (R.de Gourmont)
234. I precetti sono come i semi: danno grossi risultati, eppure sono piccola cosa. (Seneca)
235. I responsabili della cosa pubblica, i cittadini dei Paesi ricchi personalmente considerati, specie se cristiani, hanno l'obbligo morale-- secondo il rispettivo grado di responsabilità--di tenere in considerazione, nelle decisioni personali e di governo, questo rapporto di universalità, questa interdipendenza che sussiste tra i loro comportamenti e la miseria e il sottosviluppo di tanti milioni di uomini. (Giovanni Paolo II)
236. Il bravo insegnante è una giusta sintesi di disposizione naturale e di esercizio costante (Protagora)
237. Il caso è un Dio e sistema molte cose. (Menandro)
238. Il cinismo è l'arte di vedere le cose come sono, non come dovrebbero essere (Oscar Wilde)
239. Il continuo travaglio della vostra vita è costruire la casa della morte. (M. de Montaigne)
240. Il costituirsi della coscienza è, in fondo, l'incorporazione delle critiche dei genitori in un primo momento, e di quelle della società poi. (S. Freud)
241. Il critico è colui che può tradurre in diversa forma o in nuova sostanza la sua impressione delle cose belle. (O. Wilde)
242. Il dire è cosa diversa dal fare: bisogna considerare da una parte la predica e dall'altra il predicatore. (M. de Montaigne)
243. Il dolore senza dubbio ci è assegnato per divina disposizione al pari della gioia ed è un educatore molto più efficace. Esso purifica e rende più mite l'indole umana; insegna ad aver pazienza e rassegnazione, e suscita così i più profondi come i più alti pensieri. (S. Smiles).
244. Il dovere prima di ogni altra cosa, anche santa. (S. Pio da Pietrelcina)
245. Il ferro aguzza il ferro: così l'uomo si affina in compagnia di amici. (17 Proverbi 27)
246. Il fine può giustificare i mezzi purché ci sia qualcosa che giustifichi il fine. (Leone Trotsky)
247. Il frutto dimostra come è coltivato l'albero, così la parola rivela il sentimento dell'uomo. (Siracide)
248. Il giusto, che cade in peccato grave, somiglia ad un mercante che ha ammassato immensi tesori e al momento d'approdare perde ogni cosa. (S. Basilio).
249. Il matrimonio è una catena così pesante che per portarla bisogna essere in due: e spesso in tre. (Dumas figlio)
250. Il mondo non è che una continua altalena. Tutte le cose vanno su e giù senza posa. (M. de Montaigne)
251. Il nobile amore di Gesù spinge ad operare grandi cose e suscita desideri di sempre maggiore perfezione. L'amore aspira a salire in alto, senza essere trattenuto da alcunché di terreno. Esige di essere libero e staccato da ogni affetto umano, cosicché non abbia ostacoli a scrutare nell'intimo, non subisca impacci per interessi temporali, non sia sopraffatto da alcuna difficoltà. (T. da Kempis)
252. Il nostro è un mondo in cui le persone non sanno cosa vogliono e sono disposte a passare un'inferno per ottenerlo. (Don Marquis)
253. Il nostro grande e glorioso capolavoro è vivere convenientemente. Tutte le altre cose, regnare, ammassar tesori, fabbricare, non ne sono che appendici e ammennicoli in più. (M. de Montaigne)
254. Il palato distingue al gusto la selvaggina, così una mente assennata distingue i discorsi bugiardi. (Siracide)
255. Il peccato confessato è mezzo perdonato, ma nascosto è perdonato del tutto (P. Veron)
256. Il peccato è una cosa che si stampa sulla faccia di un uomo: non lo si può nascondere. (O. Wilde)
257. Il peccatore, col commettere la colpa mortale, fa come un contadino, il quale piantò una vigna, la coltivò studiosamente finché fece frutto: ne fece il vino e lo pose in botti aperte, cosicché tutto il vino si disperse. Così col peccato si perde quanto si è fatto di bene. (S. Efrem).
258. Il più sicuro mezzo di trovarsi pago del proprio stato è quello di paragonarsi ad altri più infelici; cosi, quando penso al numero prodigioso di malattie terribili alle quali il corpo umano è soggetto, ho per gran ventura che a me non ne siano toccate in sorte che tre (B. Franklin).
259. Il pregiudizio è un'opinione che non si fonda sul giudizio. Così in tutti i paesi del mondo si inoculano ai bambini tutte le opinioni che si vuole, prima che essi possano giudicare di testa loro. (Voltaire)
260. Il ritardatario è un uomo che è puntuale in una cosa sola: nello smettere di lavorare (J.Garland Pollrd)
261. Il saggio impara molte cose dai suoi nemici (Aristofane)
262. Il saggio in ogni cosa guarda al proposito, non all'esito; cominciare dipende da noi, del risultato, invece, decide la sorte e io non le riconosco il diritto di giudicarmi. (Seneca)
263. Il saggio non si espone al pericolo senza motivo, poiché sono poche le cose di cui gl'importi abbastanza; ma è disposto, nelle grandi prove, a dare perfino la vita, sapendo che a certe condizioni non vale la pena di vivere. (Aristotele)
264. Il Savio loda la donna forte: "Le dita sue, dice, maneggiano il fuso" Volentieri vi dirò qualche cosa sopra queste parole. La vostra conocchia è il cumulo dei vostri desideri; filate, perciò, ogni giorno un poco, tirate filo a filo i vostri disegni fino all'esecuzione e ne verrete infallibilmente a capo; ma avvertite di non affettarvi, perché attorcigliereste il filo coi nodi ed imbrogliereste il vostro fuso. Camminate, perciò, sempre e, sebbene andrete lentamente avanzando, farete però gran viaggio. (S. Pio da Pietrelcina)
265. Il Signore ci fa conoscere chi siamo un poco per volta. In verità, mi sembra inconcepibile come uno, che ha intelligenza e coscienza, possa insuperbirsi. (S. Pio da Pietrelcina)
266. Il superfluo, cosa quanto mai necessaria. (Voltaire)
267. Il tempo è cambiamento: misuriamo il suo trascorrere osservando il mutare delle cose. (Nadine Gordimer)
268. Il tempo seppellirà, cancellandone la memoria, le cose che risplendono. (Orazio)
269. Il tempo tutto toglie e tutto dà; ogni cosa si muta, nulla s'annichila. (Giordano Bruno)
270. Il timore della società, che è il fondamento della morale, il terrore di Dio, che è il segreto della religione, sono le due cose che ci governano. (O. Wilde)
271. Il vantaggio della cattiva memoria è che si gode molte volte delle stesse cose per la prima volta. (Nietzsche)
272. Il vero bene, saggezza e virtù, non muore, è sicuro ed eterno; è l'unica cosa immortale che tocca ai mortali. (Seneca)
273. Il vivere a lungo e il vivere poco tempo sono resi una sola cosa dalla morte. (M. de Montaigne)
274. Immagina di abbracciare l'immensità del tempo e l'universo, e poi paragona all'infinito quella che chiamiamo vita umana: vedrei come è poca cosa questa vita che desideriamo e cerchiamo di prolungare. (Seneca)
275. Impara ad obbedire, tu che sei polvere; impara ad umiliarti, tu che sei terra e fango; impara a piegarti sotto i piedi di tutti, a disprezzare i tuoi desideri e a metterti in totale sottomissione. Insorgi infiammato contro te stesso, e non permettere che in te si annidi la tumefazione della superbia. Dimostrati così basso e così piccolo che tutti possano camminare sopra di te e possano calpestarti come il fango della strada. (T. da Kempis)
276. Impara dagli errori degli altri, non puoi vivere così a lungo per farli tutti da te. (Eleanor Roosevelt)
277. In amore, i veleni più amari stanno nascosti sotto i mieli più dolci. (Ovidio)
278. In molte cose ho taciuto, molto ho condonato, molte ho sistemato con mio dolore. (Cicerone)
279. In ogni cosa e sempre, più rettitudine di intenzione, più esattezza, più puntualità, più generosità nel servizio del Signore e allora sarai quale il Signore vuole che tu sia. (S. Pio da Pietrelcina)
280. In ogni cosa tieni l'occhio fisso al termine finale; tieni l'occhio, cioè, a come comparirai dinanzi al giudice supremo; al giudice che vede tutto, non si lascia placare con doni, non accetta scuse; e giudica secondo giustizia. (T. da Kempis)
281. In quanto al tuo spirito stai tranquilla ed affida sempre più tutta te stessa a Gesù. Sforzati di uniformarti sempre ed in tutto alla divina volontà, sia nelle cose favorevoli che avverse, e non essere sollecita per il domani. (S. Pio da Pietrelcina)
282. In questa vita ogni nostra opera, per quanto buona, è commista a qualche imperfezione; ogni nostro ragionamento, per quanto profondo, presenta qualche oscurità. Perciò la constatazione della tua bassezza costituisce una strada che conduce a Dio più sicuramente che una dotta ricerca filosofica. (T. da Kempis)
283. In questi tempi così tristi di morta fede, di empietà trionfante, il mezzo più sicuro per mantenersi esente dal pestifero morbo che ci circonda, è quello di fortificarsi con questo cibo eucaristico. Il che non si potrà facilmente ottenere da chi vive mesi e mesi senza satollarsi delle carni immacolate del divino Agnello. (S. Pio da Pietrelcina)
284. In realtà non c'è nessun male che non abbia qualcosa di buono (Plinio il vecchio)
285. In un tempo in cui è così comune l'agire malvagiamente, il non agire solo inutilmente è quasi lodevole. (M. de Montaigne)
286. Inevitabilmente tutti i grandi uomini conservano qualcosa di infantile. (S. Freud)
287. Ingannevole e incostante è l'amore della creatura; fedele e durevole è l'amore di Gesù. Chi s'attacca alla creatura cadrà con la creatura, che facilmente vien meno; chi abbraccia Gesù troverà saldezza per sempre. (T. da Kempis)
288. Interroga il prossimo: forse non ha detto nulla, e se qualcosa ha detto, perché non lo ripeta. (Siracide)
289. Interroga l'amico: forse non ha fatto nulla, e se qualcosa ha fatto, perché non continui più. (Siracide)
290. Invero noi facciamo inganno a noi stessi amando le cose carnali, contro l'ordine stabilito da Dio. Che altro divorerà, quel fuoco, se non i tuoi peccati? Perciò, quanto più indulgi a te stesso quaggiù, seguendo la carne, tanto più duramente pagherai poi, preparando fin d'ora materiale più abbondante per quelle fiamme. Ciascuno sarà più gravemente punito in ciò in cui ebbe a peccare. (T. da Kempis)
291. Io non cesso d'implorarvi da Gesù le benedizioni, e pregare il Signore di trasfigurarvi intieramente in lui. O figliuole mie! Quanto è bello il suo volto e dolci i suoi occhi, e quanto buona cosa è lo stare accanto a lui sul monte della sua gloria! Ivi dobbiamo collocare i nostri desideri tutti e le nostre affezioni. Noi siamo, contro ogni nostro merito, sui gradini del Tabor, avendo ferma risoluzione di ben servire ed amare la sua divina bontà. (S. Pio da Pietrelcina)
292. Io non sono come mi ha fatto il Signore, ma sento che mi dovrei sforzare di più a fare un atto di superbia che un atto di umiltà. Perché l'umiltà è la verità, e la verità è che io sono nulla, e tutto quello che di buono è in me, è di Dio. E spesso noi sciupiamo anche quello che di buono Dio ha messo in noi. Quando vedo che la gente a me chiede qualche cosa, non penso a quello che posso dare, ma a quello che non so dare, e per cui tante anime restano sitibonde, per non avere io saputo dare loro il dono di Dio. Pensare che ogni mattina Gesù fa l'innesto di sé in noi, ci pervade tutti, ci dona tutto, dovrebbe dunque spuntare in noi il ramo o il fiore dell'umiltà. Viceversa, il diavolo, che non può innestarsi in noi così profondamente come Gesù, ecco che fa subito germogliare i suoi virgulti di superbia. Questo non ci fa onore. Bisogna dunque combattere e sforzarci di salire. È vero: in cima non arriveremo mai senza un incontro con Dio. Per incontrarci, noi dobbiamo salire e lui scendere. Ma quando non ne possiamo più, allora, nella fermata, umiliamoci e in questa umiltà ci incontreremo con Dio, perché egli discende nel cuore umile. (S. Pio da Pietrelcina)
293. Io odio il peccato! Fortunata la nostra patria, se essa, madre del diritto, volesse perfezionare in questo senso le sue leggi e i suoi costumi nella luce dell'onestà e dei principi cristiani. (S. Pio da Pietrelcina)
294. Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che è in me e non porta frutto, Egli lo recide, e ogni tralcio che porta frutto lo rimonda, perché ne produca ancora di più. Come il tralcio non può portare frutto da sé medesimo, se non rimane unito alla vite, così neppure voi se non rimanete in me. (Gesù)
295. Io stesso muto nell'istante in cui dico che le cose mutano (Eraclito)
296. Io stimo che il non aver bisogno di niente sia cosa divina, e aver bisogno di quante meno cose si può, essere cosa prossima alla divinità (Socrate).
297. Io trovo che gli spiriti elevati non sono affatto meno adatti alle cose basse quanto gli spiriti bassi non lo siano a quelle elevate. (M. de Montaigne)
298. Io veggo che tutte le stagioni dell'anno si trovano nelle anime vostre; che talora sentite l'inverno di molte sterilità, distrazioni, svogliatezze e noie; ora le rugiade del mese di maggio con l'odore dei santi fioretti; tra i calori del desiderio di piacere al nostro Sposo divino. Non rimane, dunque, se non l'autunno del quale non vedete voi gran frutti; però occorre bene spesso che al tempo di battere le biade e di premere le uve, si trovino raccolte maggiori di quelle che promettevano le mietiture e le vendemmie. Voi vorreste che tutto fosse nella primavera e nell'estate; ma no, mie dilettissime figliuole, bisogna che sia questa vicissitudine così nell'interno come nell'esterno. Nel cielo tutto sarà di primavera quanto alla bellezza, tutto di autunno quanto al godimento, tutto di estate quanto all'amore. Non vi sarà alcun inverno; ma qui l'inverno è necessario per esercizio dell'abnegazione e di mille piccole ma belle virtù che si esercitano nel tempo della sterilità. (S. Pio da Pietrelcina)
299. La bellezza - È una delle grandi cose del mondo, come la luce del sole o la primavera, o come il riflesso nell'acqua cupa di quella conchiglia argentea che chiamiamo luna. Non può venire contestata. Regna per diritto divino e rende principi coloro che la possiedono. (O. Wilde)
300. La bellezza delle cose esiste nella mente che le contempla (David Hume)
301. La bellezza è una di quelle rare cose che non portano a dubitare di Dio. (Jean Anouilh)
302. La carità è la regina delle virtù. Come le perle sono tenute insieme dal filo, così le virtù dalla carità. (S. Pio da Pietrelcina)
303. La censura è una buona cosa, poiché in tal modo ad ogni libro è garantito almeno un lettore attento. (Alan Ayckbourn)
304. La cognizione del mondo s'acquista nel mondo e non nella nostra camera da studio. I libri soli non v'istruiranno mai, ma suggeriranno molte cose alla vostra osservazione, che altrimenti vi potrebbero sfuggire alla riflessione (Chesterfield)
305. La condizione umile è in abominio al superbo, così il povero è in abominio al ricco. (Siracide)
306. La conversazione dovrebbe sfiorare tutto, ma non dovrebbe concentrarsi su alcuna cosa. (Oscar Wilde)
307. La conversazione sarebbe assai migliorata dall'uso costante di due parole: non so. (André Maurois)
308. La corruzione è il sintomo più infallibile della libertà costituzionale. (Edward Gibbon)
309. La cosa bella dell'essere famosi è che, quando annoi le persone, queste pensano che sia colpa loro. (Henry Kissinger)
310. La cosa più bella con cui possiamo entrare in contatto è il mistero. E' la sorgente di tutta la vera arte e di tutta la vera scienza (Albert Einstein)
311. La cosa più importante in un discorso sono le pause. (R. Richardson)
312. La coscienza ci rende tutti malati di egotismo. (O. Wilde)
313. La coscienza di aver ben distribuito le altre ore è un giusto e saporoso condimento delle tavole. (M. de Montaigne)
314. La coscienza di un uomo talvolta suole avvertire meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare. (Siracide)
315. La coscienza e la viltà sono esattamente la stessa cosa. (O. Wilde)
316. La coscienza non impedisce di commettere un peccato, impedisce solo di goderne in pace. (Theodore Dreiser)
317. La curiosità di conoscere le cose è stata data agli uomini per flagello, dice la Santa Scrittura. (M. de Montaigne)
318. La difficoltà dà pregio alle cose. (M. de Montaigne)
319. La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli (Aristotele)
320. La diplomazia consiste nel fare la cosa peggiore nel modo migliore. (Isaac Goldberg)
321. La disperazione e l'ateismo sono una stessa cosa. (G. Mazzini)
322. La donna non si vestirà da uomo, né l'uomo da donna: chi fa queste cose è disprezzato da Dio. (Bibbia)
323. La fama è come un fiume che porta a galla le cose leggere e gonfie e manda a fondo quelle pesanti e massicce. (Francis Bacon)
324. La fede è il fondamento di ciò che speriamo e la prova delle cose che non vediamo. (1 Ebrei 11)
325. La fede viva, la credenza cieca e la completa adesione alla autorità costituita da Dio sopra di te, questo è il lume che rischiarò i passi al popolo di Dio nel deserto. Questo è il lume che risplende sempre nell'alta punta di ogni spirito accetto al Padre. Questo è il lume che condusse i magi ad adorare il nato Messia. Questa è la stella profetizzata da Balaam. Questa è la fiaccola che dirige i passi di questi spiriti desolati. E questo lume e questa stella e questa fiaccola sono pure ciò che illuminano la tua anima, dirigono i tuoi passi perché tu non vacilli; fortificano il tuo spirito nel divino affetto e senza che l'anima li conosca, si avanza sempre verso l'eterna meta. Tu non lo vedi e non lo comprendi, ma non è necessario. Tu non vedrai che tenebre, ma esse non sono quelle che coinvolgono i figli della perdizione, sibbene sono esse quelle che circondano l'eterno Sole. Tieni per fermo e credi che questo Sole risplende nella tua anima; e questo Sole è appunto quello di cui il veggente di Dio cantò: E nel tuo lume vedrò il lume. (S. Pio da Pietrelcina)
326. La felicità di ciascuno è costruita sull'infelicità di un altro. (Ivan Sergeevic Turgenev)
327. La felicità è costellata di sventure evitate (A.Karr)
328. La formazione di idee deliranti, che noi consideriamo un prodotto patologico, in realtà è uno sforzo verso la guarigione, un processo di ricostruzione. (S. Freud)
329. La fornace prova il metallo nella tempera, così il vino i cuori in una sfida di arroganti. (Siracide)
330. La gente ama molto donare le cose di cui ha più bisogno. (O. Wilde)
331. La gente comune attende che la vita le sveli i suoi segreti, ma ai pochi, agli eletti, i misteri della vita vengono rivelati prima che il velo venga scostato. (O. Wilde)
332. La giovinezza è l'unica cosa che vale la pena di possedere. (O. Wilde)
333. La giovinezza è una cosa meravigliosa: che crimine, sprecarla nei bambini. (George Bernard Shaw)
334. La guerra è madre di tutte le cose. (Eraclito)
335. La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai militari. (Georges Clemenceau)
336. La moda è qualcosa di barbaro, perché produce un'innovazione senza ragione e un'imitazione senza beneficio. (George Santayana)
337. La moda è una forma di bruttezza così intollerabile che siamo costretti a cambiarla ogni sei mesi. (Oscar Wilde)
338. La morte è così poco temibile che proprio per merito suo non dobbiamo temere nulla. (Seneca)
339. La musica di Wagner mi piace più di ogni altra.È così rumorosa che si può parlare per tutto il tempo senza che gli altri capiscano ciò che si dice. (O. Wilde)
340. La natura dei popoli è varia; ed è facile a persuadere loro una cosa, ma è difficile fermarli in quella persuasione. (Niccolò Machiavelli)
341. La negazione o la limitazione dei diritti umani--quali, ad esempio, il diritto alla libertà religiosa, il diritto di partecipare alla costruzione della società, la libertà di associarsi, o di costituire sindacati, o di prendere iniziative in materia economica-- non impoveriscono forse la persona umana altrettanto, se non maggiormente della privazione dei beni materiali? (Giovanni Paolo II)
342. La nostra discendenza dalle scimmie non può comunque costituire oggi una scusa per noi (Franz Fischer)
343. La parola è potere: parla per persuadere, per convertire, o per costringere. (Ralph Waldo Emerson)
344. La passione è distruggitrice; vero creatore non è che l'affetto; la passione inaridisce l'anima e la tormenta; l'affetto la solleva e la scalda; la passione è cieca, imprudente, provocatrice; l'affetto è costante, umano, magnanimo; la passione è torrente che assorda, strascina, e, per vincere, devasta; l'affetto scorre quieto, ma inesauribile, e per vari rivi discende a portare nei luoghi più riposti le gioie della vita. (N. Tommaseo)
345. La pena che i buoni devono scontare per l'indifferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi. (Platone)
346. La più breve via per arrivare alla gloria sarebbe fare per coscienza quello che noi facciamo per gloria. (M. de Montaigne)
347. La più grande cosa del mondo è di saper stare con sé stessi. (M. de Montaigne)
348. La povertà è priva di molte cose, l'avarizia è priva di tutto. (Proverbio)
349. La presente generazione avverte di essere privilegiata, perché il progresso le offre molte possibilità, appena qualche decennio fa insospettate. L'attività creatrice dell'uomo, la sua intelligenza e il suo lavoro, hanno causato profondi cambiamenti sia nel campo della scienza e della tecnica, come nella vita sociale e culturale. L'uomo ha esteso il suo potere sulla natura ed ha acquistato una conoscenza più approfondita delle leggi del proprio comportamento sociale. Egli ha visto crollare o restringersi gli ostacoli e le distanze che separano uomini e nazioni, grazie ad un accresciuto senso universalistico, ad una più chiara coscienza dell'unità del genere umano e all'accettazione della reciproca dipendenza in un'autentica solidarietà, e grazie infine al desiderio--e alla possibilità--di venire a contatto con i propri fratelli e sorelle al di là delle divisioni artificialmente create dalla geografia o dalle frontiere nazionali o razziali.(Giovanni Paolo II)
350. La prima delle cose necessarie è di non spendere quello che non si ha. (Massimo D'Azeglio)
351. La prima legge dell'amicizia è di chiedere agli amici cose oneste, e di fare per gli amici cose oneste. (Cicerone)
352. La prima regola è stata di non accettare una cosa per vera finché non la riconoscessi per tale senza neppure un dubbio. (René Descartes)
353. La propria vita: questa è la cosa importante.E per quanto riguarda la vita del prossimo, se uno vuol fare il saccente o il puritano, può sfoggiare il punto di vista morale che ha su di lui, però la cosa non lo riguarda. (O. Wilde)
354. La ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia soltanto dell'uno e del l'altra (Alessandro Manzoni)
355. La ragione vera per cui non sempre riesci a fare bene le tue meditazioni, io la rinvengo in questo e non mi sbaglio. Tu ti accosti a meditare con una certa specie di alterazione, congiunta con una grande ansietà, di trovare qualche oggetto che possa far rimanere contento e consolato il tuo spirito; e questo basta per far che tu non trovi mai quel che cerchi e non posi la tua mente nella verità che mediti. Figlia mia, sappi che quando uno cerca con grande fretta ed avidità una cosa perduta, la toccherà con le mani, la vedrà con gli occhi cento volte, e non se ne accorgerà mai. Da questa vana ed inutile ansietà non ti può derivare altro che una grande stanchezza di spirito ed impossibilità di mente; di fermarsi sull'oggetto che tiene presente; e da questo, poi, come da sua propria causa, una certa freddezza e stupidità dell'anima specificatamente nella parte affettiva. Non conosco altro rimedio al riguardo all'infuori di questo: uscire da questa ansietà, perché essa è uno dei maggiori traditori che la vera virtù e la soda devozione possa mai avere; finge di riscaldarsi al ben operare, ma non lo fa se non per raffreddarsi e ci fa correre per farci inciampare. (S. Pio da Pietrelcina)
356. La rugiada non mitiga forse il calore? Così una parola è più pregiata del dono. (Siracide)
357. La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni del mondo chi potrà contarli? L'altezza del cielo, l'estensione della terra, la profondità dell'abisso chi potrà esplorarle? Prima di ogni cosa fu creata la sapienza e la saggia prudenza è da sempre. (Siracide)
358. La scienza, figlio mio, per quanto grande, è sempre una povera cosa; è meno che nulla a paragone del formidabile mistero della divinità. Altre vie devi tenere. Monda il tuo cuore da ogni passione terrena, umiliati nella polvere e prega! Così troverai sicuramente Dio, il quale ti darà la serenità e la pace in questa vita e l'eterna beatitudine in quell'altra. (S. Pio da Pietrelcina)
359. La scostumatezza di una donna è nell'eccitazione degli sguardi, si riconosce dalle sue occhiate. (Siracide)
360. La sola differenza che c'è tra schiavo e animale è che gli animali obbediscono non indotti dalla ragione, ma dalle percosse; tuttavia l'utilità che si ricava sia dagli uni che dagli altri è poco diversa, perché tanto gli schiavi quanto gli animali domestici ci aiutano col corpo a soddisfare i nostri bisogni. (Aristotele)
361. La sorte produce spesso mediocrità destinate alla massa, ma alle cose straordinarie dà pregio il fatto stesso di essere rare. (Seneca)
362. La strada dei nostri desideri deve essere circoscritta e limitata ad un breve limite delle utilità più prossime e contigue. (M. de Montaigne)
363. La superstizione immagina le cose più stravaganti e grossolane, piuttosto che restare a riposo. (Denis Diderot)
364. La terra è madre di tutti e tutti devono avere su essa eguali diritti. È come sperare che i fiumi possano andare contro corrente il credere che un uomo nato libero possa essere felice, quando lo si costringe e quando gli si toglie la libertà di andare dove vuole. (Joseph - Capo pellerossa)
365. La terra senza l'uomo non è che un vasto deserto, o per dir meglio un sepolcro; ella abbisogna delle mani di lui per esser coltivata; cosicché a ragione lo riguarda come un signore e sovrano, ed, attenta in riconoscerne le cure e il dominio, secondo il corso delle stagioni ora gli offre i più vaghi fiori ora i frutti più delicati ed eccellenti. (Ganganelli)
366. La vecchiaia non è così male se considerate l'alternativa. (Maurice Chevalier)
367. La vera felicità costa poco; se è cara, non è di buona qualità. (François Auguste Visconte di Chateaubriand René)
368. La vera gloria si deve amare e desiderare, ma troppo s'inganna chi la colloca nell'aura popolare o faziosa. La vera gloria è nei posteri, e niuno può ottenerla, se, vivendo, non ebbe l'approvazione della sua coscienza. (V. Monti)
369. La vera libertà è potere ogni cosa sopra se stesso. (M. de Montaigne)
370. la vera pace del cuore la si trova resistendo alle passioni, non soggiacendo ad esse. Non già nel cuore di colui che è attaccato alla carne, non già nell'uomo volto alle cose esteriori sta la pace; ma nel cuore di colui che è pieno di fervore spirituale. (T. da Kempis)
371. La verità è cosa tanto grande, che non dobbiamo sdegnare alcun mezzo che ad essa ci conduca. (M. de Montaigne)
372. La via migliore che conduce alla saggezza è quella che vi mette per mezzo delle avversità; e il dito esperto della sventura indica agli uomini i loro errori, come non saprebbe mai farlo quanto ci viene dalla fortuna, la quale nasconde sempre il vero aspetto delle cose. (Danici).
373. La virtù è cosa ben vana e frivola se trae la sua fama dalla gloria. (M. de Montaigne)
374. La vita coniugale è solo un'abitudine, una cattiva abitudine. Ma si rimpiangono sempre le perdite, anche delle peggiori abitudini.Forse sono quelle che si rimpiangono di più. Sono una parte così essenziale della nostra personalità. (O. Wilde)
375. La vita di colui che si è dato a Dio deve essere rigogliosa di ogni virtù, cosicché, quale egli appare esteriormente alla gente, tale sia anche interiormente. Anzi, e a ragione, di dentro vi deve essere molto più di quanto appare di fuori; giacché noi siamo sotto gli occhi di Dio, e a lui dobbiamo sommo rispetto, ovunque ci troviamo; Dio, dinanzi al quale dobbiamo camminare puri come angeli. (T. da Kempis)
376. La vita è una cosa troppo seria perché si possa parlarne sul serio (Oscar Wilde)
377. L'abitudine è in tutte le cose il miglior maestro. (Plinio il Vecchio)
378. L'acqua che tocchi de' fiumi è l'ultima di quelle che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente. (Leonardo da Vinci)
379. L'amore è attento, umile e sicuro; non fiacco, non leggero, né intento a cose vuote; sobrio, casto, costante, quieto e vigilante nei sensi. L'amore è sottomesso, basso e disprezzato ai suoi propri occhi; devoto e grato a Dio. (T. da Kempis)
380. L'amore vince ogni cosa. (Virgilio)
381. Lampada che arde sul candelabro santo, così la bellezza del volto su giusta statura. (Siracide)
382. L'anima è più forte di ogni fortuna, indirizza da sé le cose in un senso o nell'altro ed è causa della propria felicità o infelicità. (Seneca)
383. L'antica lite fra la libertà e l'autorità è una guerra fra due orgogli: fra l'orgoglio di adorare la volontà propria e l'orgoglio che calpesta la volontà altrui. Umiliate l'uno e l'altro, e la pace è fatta. Allora la libertà è la coscienza che rispetta la legge: e l'autorità è la legge che rispetta la coscienza (R. Lambruschini).
384. L'applicazione alle cose minute ci distoglie da quelle importanti. (M. de Montaigne)
385. L'apprendere molte cose non insegna l'intelligenza. (Eraclito)
386. L'archivio è il posto dove si possono smarrire le cose con ordine (Francis Thompson)
387. L'arte moderna si chiama così perché non ha nessuna probabilità di diventare antica. (Nikita Kruscev)
388. L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentare con novità. (Foscolo)
389. L'arte rivela i popoli e ne manifesta i costumi (G. Carducci)
390. L'arte umana non è meno opera di Dio che la natura: camminando di conserva colla sua sorella sotto l'impulso onnipotente e il magistero del primo motore, cospira seco a produrre le meravigliose vicende della civiltà e della storia e il concetto mirabile dell'universo. (V. Gioberti).
391. L'artista è il creatore di cose belle. (O. Wilde)
392. L'avarizia in età avanzata è insensata: cosa c'è di più assurdo che accumulare provviste per il viaggio quando siamo prossimi alla meta? (Cicerone)
393. Le bugie sono per natura così feconde, che una ne suole partorir cento. (Carlo Goldoni)
394. Le buone arti bene esercitate ingentiliscono i costumi, introducono nell'anima una certa misura e armonia che l'assuefà a pensare rettamente; e, se non la rendono in effetto migliore quanto alla virtù, almeno la dispongono ad una certa compostezza e ad un certo ordine, che più facilmente alla virtù può adattarsi. (Bacone)
395. Le buone parole valgono molto e costano poco. (George Herbert)
396. Le case non rovinano ad un tratto, ma a poco a poco; prima delle stille d'acqua fan marcire il legname, poi penetrano nei muri e li infradiciano, e se non vi si pone rimedio rovinano del tutto; così gli uomini incominciano dalle piccole cadute per terminare nelle gravi. (S. Cassiano)
397. Le città dovrebbero essere costruite in campagna, dove l'aria è più salubre (Henri Monnier)
398. Le cose buone sono tutte convenienti: quelle cattive sono tutte troppo care. (Henry David Thoreau)
399. Le cose che una generazione considera un lusso, la generazione successiva le considera necessità. (Anthony Crosland)
400. Le cose ci paiono spesso più grandi da lontano che da vicino. (M. de Montaigne)




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