- AFORISMI E CITAZIONI - 'ché'

1. A noi tutti piace pensare bene degli altri perché abbiamo paura di noi stessi. La base dell'ottimismo è il puro terrore. (O. Wilde)
2. A quel tempo visse Gesù, un uomo santo, se pure uomo può essere chiamato, perché egli fece cose meravigliose, insegnò agli uomini e in letizia ricevette la verità: fu seguito da molti Ebrei e da molti Greci. Egli era il Messia.(Giuseppe Flavio)
3. Abbi pazienza nel perseverare in questo santo esercizio del meditare e contentati di cominciare a piccoli passi, finché abbi gambe per correre, e meglio ali per volare; contentati di fare l'ubbidienza, la quale non è mai una piccola cosa per un'anima, la quale ha scelto Dio per sua porzione e rassegnati di essere per ora una piccola ape di nido che ben presto diventerà una grande ape abile a fabbricare il miele. Umiliati sempre ed amorosamente davanti a Dio ed agli uomini, perché Dio parla veramente a chi tiene il suo cuore umile dinanzi a Lui. (S. Pio da Pietrelcina)
4. Abbiamo due orecchie e una sola bocca proprio perché dobbiamo ascoltare di più e parlare di meno. (Zenone)
5. Accendi tu, Gesù, quel fuoco che venisti a portare sulla terra, affinché consumato da esso m'immoli sull'ara della tua carità, quale olocausto d'amore, perché tu regni nel mio cuore e nel cuore di tutti, e da tutti e dappertutto si levi un sol cantico di lode, di benedizione, di ringraziamento a te per l'amore che nel mistero della tua nascita di divine tenerezze ci hai addimostrato. (S. Pio da Pietrelcina)
6. Accetta quanto ti capita, sii paziente nelle vicende dolorose, perché con il fuoco si prova l'oro, e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. (Siracide)
7. Accumula, ora, ricchezze eterne, mentre sei in tempo. Non pensare a nient'altro che alla tua salvezza; preoccupati soltanto delle cose di Dio. Fatti ora degli amici, venerando i santi di Dio e imitando le loro azioni, affinché ti ricevano nei luoghi eterni, quando avrai lasciato questa vita. (T. da Kempis)
8. Adoro i bambini. Specialmente quando piangono, perché in genere a quel punto qualcuno li porta via (Nancy Milford)
9. Affinché l'imitazione si dia, è necessaria la quotidiana meditazione e l'assidua riflessione sulla vita di Gesù; dal meditare e dal riflettere nasce la stima dei suoi atti, e dalla stima il desiderio ed il conforto della imitazione. (S. Pio da Pietrelcina)
10. Al cielo rivolgi continue preghiere e sospiri e lacrime, affinché, dopo la morte, la tua anima sia degna di passare felicemente al Signore. (T. da Kempis)
11. Al povero stendi la tua mano, perché sia perfetta la tua benedizione. (Siracide)
12. Alcuni si immergono nei piaceri e, abituatisi, non ne possono più fare a meno e sono davvero infelici perché arrivano al punto che per loro il superfluo diventa necessario. (Seneca)
13. Allora ho pensato: "Anche a me toccherà la sorte dello stolto! Allora perché ho cercato d'esser saggio? Dov'è il vantaggio?". E ho concluso: "Anche questo è vanità". Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo stesso modo muoiono il saggio e lo stolto. (Ecclesiaste)
14. Ama e tienti amico colui che, quando tutti se ne andranno, non ti abbandonerà, né permetterà che, alla fine, tu abbia a perire. Che tu lo voglia oppure no, dovrai un giorno separarti da tutti; tienti dunque stretto, in vita e in morte, a Gesù, e affidati alla fedeltà di lui, che solo ti potrà aiutare allorché gli altri ti verranno meno. (T. da Kempis)
15. Ama l'amico e sii a lui fedele, ma se hai svelato i suoi segreti, non seguirlo più, perché come chi ha perduto un defunto, così tu hai perduto l'amicizia del tuo prossimo. (Siracide)
16. Amerei essere trafitto con una lama fredda, anziché dare dispiacere a qualcuno. (S. Pio da Pietrelcina)
17. Amoreggiate con le idee finché vi piace; ma quanto a sposarle, andateci cauti (Arturo Graf)
18. Anche ammesso tu avessi commesso tutti i peccati di questo mondo, Gesù ti ripete: ti sono rimessi molti peccati perché molto hai amato. (S. Pio da Pietrelcina)
19. Anche se tu vedessi un altro cadere manifestamente in peccato, o commettere alcunché di grave, pur tuttavia non dovresti crederti migliore di lui; infatti non sai per quanto tempo tu possa persistere nel bene. Tutti siamo fragili; ma tu non devi ritenere nessuno più fragile di te. (T. da Kempis)
20. Attieniti alla disciplina, non lasciarla, pràticala, perché essa è la tua vita. (Salomone)
21. Augura bene al tuo vicino, ché qualche cosa te ne viene. (G. Verga)
22. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. (Gesù)
23. Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la promessa. (S. Paolo)
24. Bada a quello che ti è stato comandato, poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose. (Siracide)
25. Basta che esista un solo giusto perché il mondo meriti di essere stato creato (Talmud)
26. Basta poco a consolarci perché basta poco ad affliggerci (Blaise Pascal)
27. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. (Gesù)
28. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. (Gesù)
29. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. (Gesù)
30. Beati i miti, perché erediteranno la terra. (Gesù)
31. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. (Gesù)
32. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. (Gesù)
33. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. (Gesù)
34. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. (Gesù)
35. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. (Gesù)
36. Beato chi non si aspetta nulla, perché non sarà mai deluso (Alexander Pope)
37. Bisogna lasciare la ragione agli altri perché questo li consola di non avere altro. (André Gide)
38. Bisogna perseverare e rinvigorire il nostro spirito con una assidua applicazione, finché la tendenza al bene diventi saggezza. (Seneca)
39. Camminiamo, dunque, sempre anche nel nostro passo lento; purché abbiamo l'affetto buono e risoluto, non possiamo se non camminare bene. No, mie carissime figliuole, non è necessario per l'esercizio della virtù stare sempre attualmente attente a tutte; questo veramente imbroglierebbe troppo i vostri pensieri ed effetti. (S. Pio da Pietrelcina)
40. Causa prima di ogni perversa tentazione è la mancanza di stabilità spirituale e la scarsezza di fiducia in Dio; giacché, come una nave senza timone viene spinta qua e là dalle onde, così l'uomo infiacchito, che abbandona i suoi propositi, viene in vario modo tentato. (T. da Kempis)
41. C'è una sola religione, benché ne esistano un centinaio di versioni. (G.B. Shaw)
42. Certe dolcezze interiori sono roba da bambini! Non sono segno di perfezione. Non dolcezze, dolore ci vuole. Le aridità, la svogliatezza, l'impotenza, questi sono i segni di un amore vero. Il dolore è piacevole. L'esilio è bello, perché si soffre e possiamo così dare a Dio qualche cosa. Il dono del nostro dolore, delle nostre sofferenze è una gran cosa, che non possiamo fare in paradiso. (S. Pio da Pietrelcina)
43. Certi libri sembrano scritti non perché leggendoli si impari, ma perché si sappia che l'autore sapeva qualcosa. (Wolfgang Goethe)
44. Che altro ti dirò? La grazia e pace dello Spirito Santo sia sempre nel mezzo del tuo cuore. Metti questo cuore nel costato aperto del Salvatore ed uniscilo a questo re dei nostri cuori, che in essi sta come in suo trono reale per ricevere l'omaggio e l'obbedienza di tutti gli altri cuori, tenendo così la porta aperta, acciocché ciascuno possa accostarsi per avere sempre ed a qualunque ora udienza; e quando il tuo gli parlerà, non ti dimenticare, mia carissima figliuola, di fargli parlare ancora in favore del mio, acciocché la sua divina e cordiale maestà lo renda buono, ubbidiente, fedele e meno meschino di quello che è. (S. Pio da Pietrelcina)
45. Che cosa è la felicità se non il possedimento di ogni sorta di bene, che rende l'uomo del tutto pago? Ma su questa terra si trova mai qualcuno che sia pienamente felice? No, certamente. L'uomo sarebbe stato tale, se si fosse mantenuto fedele al suo Dio. Ma giacché l'uomo è pieno di delitti, cioè pieno di peccati, non può mai essere pienamente felice. Quindi solo in cielo si trova la felicità: ivi non pericoli di perdere Dio, non patimenti, non morte, ma sempiterna vita con Gesù Cristo. (S. Pio da Pietrelcina)
46. Chi ama vola, corre lietamente; è libero, e non trattenuto da nulla; dà ogni cosa per il tutto, e ha il tutto in ogni cosa, perché trova la sua pace in quell'uno supremo, dal quale discende e proviene tutto ciò che è buono; non guarda a ciò che gli viene donato, ma, al di là dei doni, guarda a colui che dona. (T. da Kempis)
47. Chi ha tempo non aspetti tempo. Non rimandiamo al domani ciò che oggi possiamo fare. Del bene di poi sono riboccanti le fosse...; e poi chi dice a noi che domani vivremo? Ascoltiamo la voce della nostra coscienza, la voce del real profeta: Oggi se udirete la voce del Signore, non vogliate otturare il vostro orecchio. Sorgiamo e tesoreggiamo, che solo l'istante che fugge è in nostro dominio. Non frapponiamo tempo fra istante ed istante, ché questo non è in nostro possesso. (S. Pio da Pietrelcina)
48. Chi ha timore di soffrire, soffre già perché teme. (M. de Montaigne)
49. Chi non medita può fare come colui che non si specchia mai, e che quindi non si cura di uscire ordinato, poiché può essere imbrattato senza saperlo. La persona che medita e rivolge il suo pensiero a Dio, che è lo specchio della sua anima, cerca di conoscere i suoi difetti, tenta di correggerli, si modera negli impulsi, e rimette la sua coscienza a posto. (S. Pio da Pietrelcina)
50. Chi per timore di miseria si priva della libertà, più preziosa dell'oro, per ingordigia, perché del poco non si appaga, si porterà un padrone sulle spalle. (Orazio)
51. Chi sa se il soffio vitale dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra? Mi sono accorto che nulla c'è di meglio per l'uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui? (Ecclesiaste)
52. Chi si attacca alla terra, ad essa resta attaccato. È meglio staccarsi poco per volta, anziché tutto una volta. Pensiamo sempre al cielo. (S. Pio da Pietrelcina)
53. Chi si ricorderà di te, dopo che sarai scomparso, e chi pregherà per te? Fai, o mio caro, fai ora tutto quello che sei in grado di fare, perché non conosci il giorno della tua morte; né sai che cosa sarà di te dopo. (T. da Kempis)
54. Chi vuol bene alla gente, le proibisca qualcosa affinché goda della trasgressione. (Norman Mailer)
55. Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. (Gesù)
56. Chiedi perché questa fuga non ti sia di aiuto? Tu fuggi con te stesso. (Seneca)
57. Chiudi la porta dei sensi, affinché tu possa udire quello che ti dice interiormente Iddio, tuo signore. Questo dice il tuo diletto: "Io sono la tua salvezza, la tua pace, la tua vita; stai accanto a me e troverai la pace; lascia tutte le cose che passano, cerca le cose eterne. Che altro sono le cose corporali, se non illusioni? E a che gioveranno tutte le creature, se sarai abbandonata dal Creatore?". Oh, anima mia, rinuncia a tutto e fatti cara e fedele al tuo Creatore, così da poter raggiungere la vera beatitudine. (T. da Kempis)
58. Ci sono dei cattivi scopritori che pensano che non ci sia terra finché non vedono altro che il mare. (Francis Bacon)
59. Ci sono delle persone che sono state considerate coraggiose perché avevano troppa paura per scappare. (Thomas Fuller)
60. Ci sono quelli -- i pochi che possiedono molto -- che non riescono veramente ad "essere", perché, per un capovolgimento della gerarchia dei valori, ne sono impediti dal culto dell'"avere"; e ci sono quelli -- i molti che possiedono poco o nulla --, i quali non riescono a realizzare la loro vocazione umana fondamentale, essendo privi dei beni indispensabili. (Giovanni Paolo II)
61. Ci sono uomini così perversi che dicono che le donne sono tutte sgualdrine, solo perché una non volle esserlo. (B. J. Feijòo y Montenegro)
62. Coccola il figlio ed egli ti incuterà spavento, scherza con lui, ti procurerà dispiaceri. Non ridere con lui per non doverti con lui rattristare, che non debba digrignare i denti alla fine. Non concedergli libertà in gioventù, non prendere alla leggera i suoi difetti. Piegagli il collo in gioventù e battigli le costole finché è fanciullo, perché poi intestardito non ti disobbedisca e tu ne abbia un profondo dolore. (Siracide)
63. Come la vita non è migliore se è lunga, la morte non è migliore perché non è lunga. (M. de Montaigne)
64. Come ti vidi mi innamorai. E tu sorridi perché lo sai. (Arrigo Boito)
65. Con ogni cura vigila sul cuore perché da esso sgorga la vita. (Salomone)
66. Confortatevi poi, brava signora, confortatevi, poiché la mano del Signore a sorreggervi non si é abbreviata. Oh! Sì, egli è il Padre di tutti, ma in modo singolarissimo egli lo è per gl'infelici, ed in modo assai più singolare lo è per voi che siete vedova, e vedova madre. (S. Pio da Pietrelcina)
67. Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino! (S. Giovanni Battista)
68. Corteggiare significa inseguire una donna finché questa vi acchiappa (J.G.Pollard)
69. Cosa difficile concittadini miei, discutere con il ventre, perché non ha orecchie (Catone il Censore)
70. Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo, non offrire a nessuno l'occasione di maledirti, perché se uno ti maledice con amarezza, il suo creatore esaudirà la sua preghiera. (Siracide)
71. Davanti a uno straniero non fare nulla di riservato, perché non sai che cosa ne seguirà. (Siracide)
72. Devi preferire di farti guidare da uno migliore di te, piuttosto che andare dietro alle tue fantasticherie; prima di agire, devi consigliarti con persona saggia e di retta coscienza. Giacché è la vita virtuosa che rende l'uomo l'uomo saggio della saggezza di Dio, e buon giudice in molti problemi. Quanto più uno sarà inutilmente umile e soggetto a Dio, tanto più sarà saggio, e pacato in ogni cosa. (T. da Kempis)
73. Di due cose dobbiamo supplicare di continuo il dolcissimo Signor nostro: che cresca in noi l'amore ed il timore, poiché quello ci farà volare nelle vie del Signore, questo ci farà guardare dove mettiamo il piede; quello ci fa guardare le cose di questo mondo per quelle che sono, questo ci fa riguardare ogni trascuratezza. Allorché poi amore e timore si daranno un bacio, non è più in poter nostro il concedere affetto alle cose di quaggiù. (S. Pio da Pietrelcina)
74. Di tanto in tanto bisogna dar riposo all'animo, affinché poi sia più sveglio nel pensare. (Fedro)
75. Dice molta gente, debole e malata nello spirito: guarda che vita beata conduce quel tale; come è ricco e grande, come è potente e come è salito in alto! Ma, se poni mente ai beni eterni, vedrai che tutte queste cose passeggere sono un nulla, anzi qualcosa di molto insicuro e particolarmente gravoso, giacché le cose temporali non si possono avere senza preoccupazioni e paure. (T. da Kempis)
76. Dio esiste. Noi non dobbiamo né vogliamo provarvelo: tentarlo ci sembrerebbe bestemmia, come negarlo, follia. Dio esiste perché noi esistiamo. (G. Mazzini)
77. Dio ha dato agli uomini la scienza perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie. (Siracide)
78. Dio ha dato intelletto a ciascun di voi, perché lo educhiate a conoscere la sua Legge. (G. Mazzini)
79. Dio non può fare anche il male, perché non può volerlo, essendo bontà infinita; ma lo tollera per lasciar libere le creature, sapendo poi ricavare il bene anche dal male. (Catechismo di S. Pio X)
80. Dolce riposo sarà il tuo, se il cuore non avrà nulla da rimproverarti. Non rallegrarti se non quando avrai fatto del bene. I cattivi non godono mai di una vera letizia e non sentono mai la pace dell'anima, giacché "non c'è pace per gli empi", dice il Signore. (T. da Kempis)
81. Dopo l'amore di nostro Signore, ti raccomando, o figliuola, quello della Chiesa, sua Sposa, di questa cara e dolce colomba, che sola può far le uova e far nascere i colombini e le colombine dello Sposo. Ringrazia Dio continuamente di essere figliuola della Chiesa, ad esempio di tante anime che ci hanno preceduto nel felice passaggio. Abbi gran compassione di tutti i pastori, predicatori e guidatori di anime, e vedi come sono sparsi sopra tutta la faccia della terra, poiché non vi è al mondo provincia dove non ve ne siano molti. Prega Dio per essi, acciocché salvando loro medesimi, procurino fruttuosamente la salute delle anime. (S. Pio da Pietrelcina)
82. Dovrebbe essere altamente istruttiva una sconcertante constatazione del più recente periodo: accanto alle miserie del sottosviluppo, che non possono essere tollerate, ci troviamo di fronte a una sorta di supersviluppo, egualmente inammissibile, perché, come il primo, è contrario al bene e alla felicità autentica. Tale supersviluppo, infatti, consistente nell'eccessiva disponibilità di ogni tipo di beni materiali in favore di alcune fasce sociali, rende facilmente gli uomini schiavi del "possesso" e del godimento immediato, senza altro orizzonte che la moltiplicazione o la continua sostituzione delle cose, che già si posseggono, con altre ancora più perfette. E' la cosiddetta civiltà dei "consumi", o consumismo, che comporta tanti "scarti" e "rifiuti". (Giovanni Paolo II)
83. E' grandemente utile per noi, e ci dà sicurezza di spirito, non ricevere molte gioie in questa vita; particolarmente gioie materiali. Comunque, è colpa nostra se non riceviamo consolazioni divine o ne proviamo raramente; perché non cerchiamo la compunzione del cuore e non respingiamo del tutto le vane consolazioni che vengono dal di fuori. (T. da Kempis)
84. E' meglio andare in una casa in pianto che andare in una casa in festa; perché quella è la fine d'ogni uomo e chi vive ci rifletterà. (Ecclesiaste)
85. E' necessario denunciare l'esistenza di meccanismi economici, finanziari e sociali, i quali, benché manovrati dalla volontà degli uomini, funzionano spesso in maniera quasi automatica, rendendo più rigide le situazioni di ricchezza degli uni e di povertà degli altri. Tali meccanismi, azionati--in modo diretto o indiretto --dai Paesi più sviluppati, favoriscono per il loro stesso funzionamento gli interessi di chi li manovra, ma finiscono per soffocare o condizionare le economie dei Paesi meno sviluppati. (Giovanni Paolo II)
86. E' preferibile la mestizia al riso, perché sotto un triste aspetto il cuore è felice. (Ecclesiaste)
87. E' troppo facile infondere la liberalità in colui che ha di che approvvigionarla finché vuole, a spese d'altri. (M. de Montaigne)
88. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano! (Gesù)
89. Essere donna è terribilmente difficile perché consiste principalmente nel trattare con gli uomini. (Joseph Conrad)
90. Farei di tutto per ritrovare la giovinezza, fuorché ginnastica, alzarmi presto e comportarmi come si deve. (O. Wilde)
91. Fatti animo e non temere le fosche ire di Lucifero. Rammentati per sempre di questo: che è buon segno allorché il nemico strepita e ruggisce all'intorno della tua volontà, poiché questo dimostra che egli non è al di dentro. (S. Pio da Pietrelcina)
92. Felice colui che viene ammaestrato direttamente dalla verità, così come essa è, e non per mezzo di immagini o di parole umane; ché la nostra intelligenza e la nostra sensibilità spesso ci ingannano, e sono di corta veduta. (T. da Kempis)
93. Finché ho un desiderio, ho una ragione per vivere. La soddisfazione è la morte. (George Bernard Shaw)
94. Finché portiamo questo fragile corpo, non possiamo essere esenti dal peccato, né vivere senza molestie e dolori. Ben vorremmo aver tregua da ogni miseria; ma avendo perduto, a causa del peccato, la nostra innocenza, abbiamo perduto quaggiù anche la vera felicità. Perciò occorre che manteniamo in noi una ferma pazienza, nell'attesa della misericordia divina, "fino a che sia scomparsa l'iniquità di questo mondo" e le cose mortali "siano assunte dalla vita eterna". (T. da Kempis)
95. Finché saremo al mondo, non potremo essere senza tribolazioni e tentazioni. (T. da Kempis)
96. Finché una donna riesce a dimostrare dieci anni di meno di sua figlia è completamente soddisfatta. (O. Wilde)
97. Fratello, non perdere la speranza di progredire spiritualmente; ecco, ne hai il tempo e l'ora. Perché, dunque, vuoi rimandare a domani il tuo proposito? Alzati, e comincia all'istante, dicendo: è questo il momento di agire; è questo il momento di combattere; è questo il momento giusto per correggersi. (T. da Kempis)
98. Gesù solo può comprendere che pena sia per me, allorché mi si prepara davanti la scena dolorosa del Calvario. È parimenti incomprensibile che sollievo si dà a Gesù non solo col compatirlo nei suoi dolori, ma quando trova un'anima che per amor suo gli chiede non consolazioni, ma sibbene di essere fatta partecipe dei suoi medesimi dolori. (S. Pio da Pietrelcina)
99. Gettate in Dio solo ogni vostra sollecitudine, poiché egli ha cura grandissima di voi e di quei tre angioletti di figliuoli dei quali ha voluto che foste adorna. Detti figliuoli vi saranno, per la loro condotta, di conforto e di consolazione nel corso della vita. Siate sempre sollecita per la loro educazione, non tanto scientifica quanto morale. Il tutto vi stia a cuore ed abbiatelo caro più della pupilla dell'occhio vostro. All'educazione della mente, mediante i buoni studi, procurate che vada sempre accoppiata l'educazione del cuore e della nostra santa religione; quella senza di questa, mia buona signora, dà una ferita mortale al cuore umano. (S. Pio da Pietrelcina)
100. Giova nascere in un secolo assai depravato: poiché, per confronto con gli altri, voi siete stimato virtuoso a buon mercato. (M. de Montaigne)
101. Gli dei nascondono agli uomini la dolcezza della morte, affinché essi possano sopportare la vita. (Lucano)
102. Gli schiavi e gli animali domestici sono quasi uguali e rendono su per giù gli stessi servizi. La natura stessa vuole la schiavitù, perché fa differenti i corpi degli uomini liberi da quelli degli schiavi: gli schiavi col vigore che richiedono i lavori a cui sono predestinati, gli uomini liberi incapaci di curvare la loro diritta statura a opere servili e adatti, invece, alla vita politica e alle occupazioni guerresche o pacifiche. Dunque gli uomini sono liberi o schiavi per diritto di natura: la cosa è evidente. Utile agli stessi schiavi, la schiavitù è giusta. (Aristotele)
103. Gli uomini condannano le ingiustizie non perché ritengono criminale commetterle, ma perché temono di poterne essere vittime. (Platone)
104. Gli uomini dovrebbero sposare solo delle cattive cuoche, poiché una buona cuoca accorcia la vita. (Peter Sellers)
105. Gli uomini odiano coloro che chiamano avari solo perché non ne possono cavare nulla. (Voltaire)
106. Gli uomini si sposano perché sono stanchi, le donne perché sono curiose. Entrambi vengono delusi. (Oscar Wilde)
107. Gli uomini veramente grandi non possono dubitare di un'esistenza futura, perché sentono in sé medesimi la propria immortalità (I. U. Tarchetti).
108. Godi la vita con la sposa che ami per tutti i giorni della tua vita fugace, che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua sorte nella vita e nelle pene che soffri sotto il sole. (Ecclesiaste)
109. Godi questo bene, finché c'è, per non ricercarlo quando non ci sia più. (Cicerone)
110. Grande serenità di spirito possiede colui che non bada alle lodi né ai rimproveri della gente; giacché, se ha la coscienza pulita, si sentirà facilmente contento e tranquillo. (T. da Kempis)
111. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. (Gesù)
112. Guardati dalle ansietà ed inquietudini perché non vi è cosa che maggiormente impedisca il camminare nella perfezione. Poni, figliuola mia, dolcemente il tuo cuore nelle piaghe di nostro Signore, ma non a forza di braccia. Abbi una gran confidenza nella sua misericordia e bontà, ch'egli non ti abbandonerà mai, ma non lasciare per questo di abbracciare bene la sua santa croce. (S. Pio da Pietrelcina)
113. Ho considerato l'occupazione che Dio ha dato agli uomini, perché si occupino in essa. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine. Ho concluso che non c'è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio. Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c'è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché si abbia timore di lui. (Ecclesiaste)
114. Ho pensato: Dio giudicherà il giusto e l'empio, perché c'è un tempo per ogni cosa e per ogni azione. Poi riguardo ai figli dell'uomo mi son detto: Dio vuol provarli e mostrare che essi di per sé sono come bestie. Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell'uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità. Tutti sono diretti verso la medesima dimora: tutto è venuto dalla polvere e tutto ritorna nella polvere. (Ecclesiaste)
115. I mali del corpo appaiono con l'aumentare. Troviamo che la gotta è quella che chiamiamo reuma o contusione. I mali dell'anima si oscurano nel loro rafforzarsi; il più malato li sente meno. Ecco perché bisogna mescolarli alla luce, con mano spietata, portarli fuori e strapparli dal profondo del nostro petto. (M. de Montaigne)
116. I mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. (S. Paolo)
117. Il corpo pecca una sola volta e supera subito il peccato, perché l'azione è un modo di purificarsi. (O. Wilde)
118. Il debito annichilisce la stima che l'uomo deve avere di sé medesimo, lo pone in balia del suo bottegaio e lo rende schiavo per molti rispetti, essendoché ei non possa più vantarsi padrone di sé stesso e guardare in faccia al mondo (S. Smiles).
119. Il dono di uno stolto non ti gioverà, perché i suoi occhi bramano ricevere più di quanto ha dato. (Siracide)
120. Il fine può giustificare i mezzi purché ci sia qualcosa che giustifichi il fine. (Leone Trotsky)
121. Il matrimonio gode di popolarità perché combina un massimo di tentazione con un massimo di occasioni (G.B.Shaw)
122. Il medico si trova un passo avanti al malato. I due si inseguono lungo il medesimo sentiero, finché non si incontreranno alla meta prefissata. (S. Freud)
123. Il mio giudice è il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. (S. Paolo)
124. Il mondo giudica gli uomini non dalle prove, ché non ha tempo di ricercarle, ma dalle apparenze, onde poco basta a passare per una perla e pochissimo per un briccone (A. Gabelli).
125. Il mondo non ci stima perché figli di Dio; consoliamocene che, almeno una volta tanto, esso conosce la verità e non dice bugie. (S. Pio da Pietrelcina)
126. Il nobile amore di Gesù spinge ad operare grandi cose e suscita desideri di sempre maggiore perfezione. L'amore aspira a salire in alto, senza essere trattenuto da alcunché di terreno. Esige di essere libero e staccato da ogni affetto umano, cosicché non abbia ostacoli a scrutare nell'intimo, non subisca impacci per interessi temporali, non sia sopraffatto da alcuna difficoltà. (T. da Kempis)
127. Il peccatore, col commettere la colpa mortale, fa come un contadino, il quale piantò una vigna, la coltivò studiosamente finché fece frutto: ne fece il vino e lo pose in botti aperte, cosicché tutto il vino si disperse. Così col peccato si perde quanto si è fatto di bene. (S. Efrem).
128. Il saggio non si espone al pericolo senza motivo, poiché sono poche le cose di cui gl'importi abbastanza; ma è disposto, nelle grandi prove, a dare perfino la vita, sapendo che a certe condizioni non vale la pena di vivere. (Aristotele)
129. Il Savio loda la donna forte: "Le dita sue, dice, maneggiano il fuso" Volentieri vi dirò qualche cosa sopra queste parole. La vostra conocchia è il cumulo dei vostri desideri; filate, perciò, ogni giorno un poco, tirate filo a filo i vostri disegni fino all'esecuzione e ne verrete infallibilmente a capo; ma avvertite di non affettarvi, perché attorcigliereste il filo coi nodi ed imbrogliereste il vostro fuso. Camminate, perciò, sempre e, sebbene andrete lentamente avanzando, farete però gran viaggio. (S. Pio da Pietrelcina)
130. Il Signore fa vedere e chiama; ma non si vuol vedere e rispondere, perché piacciono i propri interessi. Capita anche, a volte, per il fatto che la voce si è sempre udita, che non la si avverte più; ma il Signore illumina e chiama. Sono gli uomini che si mettono nella posizione di non poter udire più. (S. Pio da Pietrelcina)
131. Il Signore talvolta ti fa sentire il peso della croce. Questo peso ti sembra intollerabile, ma tu lo porti perché il Signore nel suo amore e nella sua misericordia ti stende la mano e ti dà la forza. (S. Pio da Pietrelcina)
132. Il vino è come la vita per gli uomini, purché tu lo beva con misura. Che vita è quella di chi non ha vino? Questo fu creato per la gioia degli uomini. (Siracide)
133. In Italia nulla è stabile, fuorché il provvisorio.(Giuseppe Prezzolini)
134. In particolare non tengo nulla a rimprovare in te, all'infuori di questa agitazione alquanto amara in te, che non ti fa gustare tutta la dolcezza della croce. Emendati di questa e continua a fare come hai fatto sinora, ché fai bene. (S. Pio da Pietrelcina)
135. In quanto alle prove spirituali, alle quali la paterna bontà del celeste Padre ti va assoggettando, ti prego di star rassegnata e possibilmente tranquilla alle assicurazioni di chi tiene il luogo di Dio, in cui ti ama e ti desidera ogni bene e nel cui nome di parla. Soffri, è vero, ma rassegnata; soffri, ma non temere, perché Dio è con te e tu non l'offendi, ma l'ami; soffri, ma credi pure che Gesù stesso soffre in te e per te e con te. Gesù non ti ha abbandonata quando fuggivi da lui, molto meno ti abbandonerà adesso, ed in seguito, che vuoi amarlo. Dio tutto può rigettare in una creatura, perché tutto sa di corruzione, ma non può giammai rigettare in essa il desiderio sincero di volerlo amare. Quindi se non vuoi convincerti ed essere sicura della celeste pietà per altri motivi, devi assicurarti almeno per questo e star tranquilla e lieta. (S. Pio da Pietrelcina)
136. In questo mondo nessuno di noi merita nulla; è il Signore che è benevolo nei nostri confronti, ed è la sua infinita bontà che concede, perché tutto perdona. (S. Pio da Pietrelcina)
137. Interroga il prossimo: forse non ha detto nulla, e se qualcosa ha detto, perché non lo ripeta. (Siracide)
138. Interroga l'amico: forse non ha fatto nulla, e se qualcosa ha fatto, perché non continui più. (Siracide)
139. Io desidero, e voi non l'ignorate, il morire e l'amare Iddio, o la morte o l'amore, giacché la vita senza questo amore è peggiore della morte. O figliuole mie, aiutatemi! Io muoio ed agonizzo in ogni istante. Tutto mi sembra un sogno e non so dove mi aggiro. Dio mio! Quando verrà l'ora in cui anch'io possa cantare: Questa è la mia requie, o Dio, in eterno? (S. Pio da Pietrelcina)
140. Io esecro l'anarchia, perché è lo smembramento della società incivilita; io aborro la demagogia, perché essa è l'onta del popolo e lo scandalo della libertà (Lamartine).
141. Io fo punto, perché la campana mi chiama e mi sollecita; ed io me ne vado al torchio della chiesa, al santo altare, dove continuamente stilla il vino sacro del sangue di quell'uva deliziosa e singolare di cui a soli pochi fortunati è permesso inebriarsi. Là - come voi sapete, non posso fare altrimenti - io vi presenterò al celeste Padre nell'unione del suo Figlio, il quale, pel quale e mediante il quale io sono tutto vostro nel Signore. (S. Pio da Pietrelcina)
142. Io non altro desidero se non che o morire o amare Dio: o la morte o l'amore; giacché la vita senza quest'amore è peggiore della morte: per me sarebbe più insostenibile di quella che l'è presentemente. (S. Pio da Pietrelcina)
143. Io non mi stancherò di pregare Gesù. È vero che le mie preghiere sono degne piuttosto di castigo che di premio, perché troppo ho disgustato Gesù con i miei innumerevoli peccati; ma alla fine Gesù si muoverà a pietà di me. (S. Pio da Pietrelcina)
144. Io non posso patire il criticare e il dir male dei fratelli. È vero, a volte, mi diverto a punzecchiarli, ma la mormorazione mi mette nausea. Abbiamo tanti difetti da criticare in noi, perché perdersi contro i fratelli? E noi, mancando alla carità, si intacca la radice dell'albero della vita, col pericolo di farlo seccare. (S. Pio da Pietrelcina)
145. Io non sono come mi ha fatto il Signore, ma sento che mi dovrei sforzare di più a fare un atto di superbia che un atto di umiltà. Perché l'umiltà è la verità, e la verità è che io sono nulla, e tutto quello che di buono è in me, è di Dio. E spesso noi sciupiamo anche quello che di buono Dio ha messo in noi. Quando vedo che la gente a me chiede qualche cosa, non penso a quello che posso dare, ma a quello che non so dare, e per cui tante anime restano sitibonde, per non avere io saputo dare loro il dono di Dio. Pensare che ogni mattina Gesù fa l'innesto di sé in noi, ci pervade tutti, ci dona tutto, dovrebbe dunque spuntare in noi il ramo o il fiore dell'umiltà. Viceversa, il diavolo, che non può innestarsi in noi così profondamente come Gesù, ecco che fa subito germogliare i suoi virgulti di superbia. Questo non ci fa onore. Bisogna dunque combattere e sforzarci di salire. È vero: in cima non arriveremo mai senza un incontro con Dio. Per incontrarci, noi dobbiamo salire e lui scendere. Ma quando non ne possiamo più, allora, nella fermata, umiliamoci e in questa umiltà ci incontreremo con Dio, perché egli discende nel cuore umile. (S. Pio da Pietrelcina)
146. Io penso che nessuno dovrebbe scrivere la propria autobiografia finché non è morto. (Samuel Goldwyn)
147. Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che è in me e non porta frutto, Egli lo recide, e ogni tralcio che porta frutto lo rimonda, perché ne produca ancora di più. Come il tralcio non può portare frutto da sé medesimo, se non rimane unito alla vite, così neppure voi se non rimanete in me. (Gesù)
148. Io sono la vite e voi i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta abbondanti frutti, perché, senza di me, non potete far nulla. Chi non rimane in me, è gettato via come un tralcio sterile e inaridisce: e vien raccolto poi e gettato ad ardere nel fuoco. (Gesù)
149. Io sono l'infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. (S. Paolo)
150. Io vi supplico, mie care figliole, per l'amore di Dio, non temete Dio perché egli non vuole farvi male alcuno; amatelo assai perché vi vuole fare gran bene. Camminate semplicemente con sicurezza delle vostre risoluzioni, e rigettate le riflessioni di spirito che fate sopra i vostri mali come crudeli tentazioni. (S. Pio da Pietrelcina)
151. La bellezza è una manifestazione del genio. In realtà è più elevata del genio, perché non ha bisogno di spiegazioni. (O. Wilde)
152. La carità non deve mai guardare dietro di sé, ma sempre avanti, perché il numero delle sue beneficenze è sempre troppo piccolo e perché infinite sono le miserie presenti e future che deve lenire. (F. Cabrini)
153. La censura è una buona cosa, poiché in tal modo ad ogni libro è garantito almeno un lettore attento. (Alan Ayckbourn)
154. La certezza d'un castigo, benché moderato, farà sempre maggiore impressione che non il timore di un altro più terribile, ma unito con la speranza dell'impunità. (C. Beccaria)
155. La collera ingiusta non si potrà giustificare, poiché il traboccare della sua passione sarà la sua rovina. (Siracide)
156. La fede viva, la credenza cieca e la completa adesione alla autorità costituita da Dio sopra di te, questo è il lume che rischiarò i passi al popolo di Dio nel deserto. Questo è il lume che risplende sempre nell'alta punta di ogni spirito accetto al Padre. Questo è il lume che condusse i magi ad adorare il nato Messia. Questa è la stella profetizzata da Balaam. Questa è la fiaccola che dirige i passi di questi spiriti desolati. E questo lume e questa stella e questa fiaccola sono pure ciò che illuminano la tua anima, dirigono i tuoi passi perché tu non vacilli; fortificano il tuo spirito nel divino affetto e senza che l'anima li conosca, si avanza sempre verso l'eterna meta. Tu non lo vedi e non lo comprendi, ma non è necessario. Tu non vedrai che tenebre, ma esse non sono quelle che coinvolgono i figli della perdizione, sibbene sono esse quelle che circondano l'eterno Sole. Tieni per fermo e credi che questo Sole risplende nella tua anima; e questo Sole è appunto quello di cui il veggente di Dio cantò: E nel tuo lume vedrò il lume. (S. Pio da Pietrelcina)
157. La felicità non consiste nell'acquistare e nel godere, ma nel non desiderare nulla, perché consiste nell'essere liberi (Epitteto)
158. La malvagità è sempre più facile della virtù, perché in tutto prende sempre una scorciatoia. (Samuel Johnson)
159. La mattina, quando il sole si leva, tutti gli uomini dovrebbero lodare Dio, che creò quello per nostra utilità: perché per esso i nostri occhi hanno lume di giorno. E la sera, quando si fa notte, tutti gli uomini dovrebbero lodare Dio per la creazione del nostro fratello fuoco che dà luce ai nostri occhi durante l'oscurità! Perché, per nascita siamo tutti come ciechi, ma Dio dà luce ai nostri occhi per mezzo di questi due fratelli! (S. Francesco di Assisi)
160. La mente dovrebbe ogni tanto trovare qualche distrazione, perché con ciò possa meglio rivolgersi al pensiero. (Fedro)
161. La mente non è un vaso da riempire ma un legno da far ardere perché s'infuochi il gusto della ricerca e l'amore della verità . (Plutarco)
162. La moda è qualcosa di barbaro, perché produce un'innovazione senza ragione e un'imitazione senza beneficio. (George Santayana)
163. La natura del dolore è eccellente, perché, se si protrae, non può essere grande, e se è grande, non può protrarsi. (Seneca)
164. La pace è inevitabile perché è l'unica alternativa alla distruzione. (G. La Pira)
165. La pazienza è maggiormente perfetta, quanto è meno mescolata di sollecitudine e di disturbi. Se il buon Dio vuole prolungare l'ora della prova, non vogliate lamentarvi ed investigare il perché, ma tenete sempre presente questo che i figli di Israele stettero a viaggiare per quarant'anni nel deserto prima di mettere piede nella terra promessa. (S. Pio da Pietrelcina)
166. La politica è l'attività religiosa più alta dopo quella dell'unione con Dio, perché è la guida dei popoli. È una responsabilità immensa, un severissimo servizio che ci si assume. (G.La Pira)
167. La presente generazione avverte di essere privilegiata, perché il progresso le offre molte possibilità, appena qualche decennio fa insospettate. L'attività creatrice dell'uomo, la sua intelligenza e il suo lavoro, hanno causato profondi cambiamenti sia nel campo della scienza e della tecnica, come nella vita sociale e culturale. L'uomo ha esteso il suo potere sulla natura ed ha acquistato una conoscenza più approfondita delle leggi del proprio comportamento sociale. Egli ha visto crollare o restringersi gli ostacoli e le distanze che separano uomini e nazioni, grazie ad un accresciuto senso universalistico, ad una più chiara coscienza dell'unità del genere umano e all'accettazione della reciproca dipendenza in un'autentica solidarietà, e grazie infine al desiderio--e alla possibilità--di venire a contatto con i propri fratelli e sorelle al di là delle divisioni artificialmente create dalla geografia o dalle frontiere nazionali o razziali.(Giovanni Paolo II)
168. La prima regola è stata di non accettare una cosa per vera finché non la riconoscessi per tale senza neppure un dubbio. (René Descartes)
169. La propaganda non deve servire la verità, specialmente perché questa potrebbe favorire l'avversario. (Adolf Hitler)
170. La ragione vera per cui non sempre riesci a fare bene le tue meditazioni, io la rinvengo in questo e non mi sbaglio. Tu ti accosti a meditare con una certa specie di alterazione, congiunta con una grande ansietà, di trovare qualche oggetto che possa far rimanere contento e consolato il tuo spirito; e questo basta per far che tu non trovi mai quel che cerchi e non posi la tua mente nella verità che mediti. Figlia mia, sappi che quando uno cerca con grande fretta ed avidità una cosa perduta, la toccherà con le mani, la vedrà con gli occhi cento volte, e non se ne accorgerà mai. Da questa vana ed inutile ansietà non ti può derivare altro che una grande stanchezza di spirito ed impossibilità di mente; di fermarsi sull'oggetto che tiene presente; e da questo, poi, come da sua propria causa, una certa freddezza e stupidità dell'anima specificatamente nella parte affettiva. Non conosco altro rimedio al riguardo all'infuori di questo: uscire da questa ansietà, perché essa è uno dei maggiori traditori che la vera virtù e la soda devozione possa mai avere; finge di riscaldarsi al ben operare, ma non lo fa se non per raffreddarsi e ci fa correre per farci inciampare. (S. Pio da Pietrelcina)
171. La sola differenza che c'è tra schiavo e animale è che gli animali obbediscono non indotti dalla ragione, ma dalle percosse; tuttavia l'utilità che si ricava sia dagli uni che dagli altri è poco diversa, perché tanto gli schiavi quanto gli animali domestici ci aiutano col corpo a soddisfare i nostri bisogni. (Aristotele)
172. La sventura non guarisce il superbo, perché la pianta del male si è radicata in lui. (Siracide)
173. La terra senza l'uomo non è che un vasto deserto, o per dir meglio un sepolcro; ella abbisogna delle mani di lui per esser coltivata; cosicché a ragione lo riguarda come un signore e sovrano, ed, attenta in riconoscerne le cure e il dominio, secondo il corso delle stagioni ora gli offre i più vaghi fiori ora i frutti più delicati ed eccellenti. (Ganganelli)
174. La via del bene ha un nome: si chiama amore; in esso si può trovare la chiave di ogni speranza perché l'amore vero ha la radice in Dio stesso. (Giovanni Paolo II)
175. La vita di colui che si è dato a Dio deve essere rigogliosa di ogni virtù, cosicché, quale egli appare esteriormente alla gente, tale sia anche interiormente. Anzi, e a ragione, di dentro vi deve essere molto più di quanto appare di fuori; giacché noi siamo sotto gli occhi di Dio, e a lui dobbiamo sommo rispetto, ovunque ci troviamo; Dio, dinanzi al quale dobbiamo camminare puri come angeli. (T. da Kempis)
176. La vita è una cosa troppo seria perché si possa parlarne sul serio (Oscar Wilde)
177. La vita vi fu data da Dio perché ne usiate a benefizio dell'Umanità, perché dirigiate le vostre facoltà individuali allo sviluppo delle facoltà dei vostri fratelli, perché aggiungiate con l'opera vostra un elemento qualunque all'opera collettiva di miglioramento e di scoperta del vero, che le generazioni, lentamente ma continuamente promuovono. (G. Mazzini)
178. La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: "Non ti lascerò e non ti abbandonerò." (S. Paolo)
179. L'affabilità coi suoi di famiglia, con gli amici e conoscenti non dev'essere mai scurrile, ché dimostra cuor villano. L'affabile bontà è sempre uguale a sé medesima e sta di mezzo alla grossolanità e alla smanceria; mentreché gli ostentatori della familiarità più sgarbata spesso rimbalzano dalle più esose rozzezze alle più svenevoli cerimonie. (A. Alfani)
180. L'aforisma viene molto apprezzato, tra l'altro perché contiene mezza verità, cioè una percentuale non indifferente (Gabriel Laub)
181. L'amor di padre e di madre, perché sia vero, deve, come ogni altro amore, essere forte e comandare a sé stesso. (N. Tommaseo).
182. L'amore è come il fulmine: non si sa dove cade finché non è caduto. (H. Lacordaire)
183. L'amore è sollecito, sincero e devoto; lieto e sereno; forte e paziente; fedele e prudente; longanime; virile e sempre dimentico di sé: ché, se uno cerca se stesso, esce fuori dall'amore. (T. da Kempis)
184. L'amore è un potere troppo forte perché lo si possa vincere altrimenti che con la fuga. (Cervantes)
185. L'amore non soffre dilatazione ed i magi appena giunti non risparmiano fatiche per far conoscere ed amare Colui che con l'influsso della grazia aveva conquistato i loro cuori, ferendoli di quella carità che ama spandersi, perché il cuore nella sua piccola mole non può contenere ed ama comunicare ciò che lo riempie. (S. Pio da Pietrelcina)
186. L'anima che non ha una mira fissa, si perde: poiché, come si dice, essere dappertutto è un essere in nessun posto. (M. de Montaigne)
187. L'ansietà è uno dei maggiori traditori che la vera virtù e soda devozione possa mai avere; finge di riscaldarsi al bene operare, ma non lo fa, se non per raffreddarsi, e non ci fa correre, per farci inciampare e per questo bisogna guardarsene in ogni occasione, particolarmente nell'orazione; e per meglio riuscirci, sarà bene ricordarsi che le grazie ed i gusti dell'orazione non sono acque della terra ma del cielo, e che perciò tutti i nostri sforzi non bastano a far cadere, benché sia necessario il disporsi con grandissima diligenza sì, ma sempre umile e tranquilla: bisogna tenere il cuore aperto verso il cielo, ed aspettare di là la celeste rugiada. (S. Pio da Pietrelcina)
188. L'arte moderna si chiama così perché non ha nessuna probabilità di diventare antica. (Nikita Kruscev)
189. Lascia le vanità alla gente vana; e tu attendi invece a quello che ti ha comandato Iddio. Chiudi dietro di te la tua porta, chiama a te Gesù, il tuo diletto, e resta con lui nella cella; ché una sì grande pace altrove non la troverai. Se tu non uscirai e nulla sentirai dal chiasso mondano, resterai più facilmente in una pace perfetta. (T. da Kempis)
190. Lascia perdere, figliuolo, lascia pubblicare quello chi si vuole. Temo il giudizio di Dio e non quello degli uomini. Ci spaventi solo il peccato perché offende Dio e ci disonora. (S. Pio da Pietrelcina)
191. Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli. (Gesù)
192. Lasciate pure che la natura si risenta dinanzi al soffrire, poiché niente vi è in questo di più naturale all'infuori del peccato; la vostra volontà, col divino aiuto, sarà sempre superiore ed il divino amore non verrà mai meno nel vostro spirito, se non tralasciate la preghiera. (S. Pio da Pietrelcina)
193. L'autorità sovrana, per sé, non è di necessità legata a nessuna forma di governo in particolare: è in poter suo l'assumere or l'una or l'altra, purché capaci di cooperare al benessere e all'utilità pubblica (Leone XIII).
194. Le anime generose ricevono più offesa dall'essere adulate che ingiurate; sì perché si dolgono dell'offesa che fa l'adulatore al vero e agli uomini degni di lode e alla propria dignità. (N. Tommaseo)
195. Le disgrazie sono la pietra di paragone del carattere. Come avviene di alcune erbe che bisogna pestarle, acciocché mandino il loro buon odore; così è di certe nature d'uomini, che non mostrano la bontà di cui sono dotate, se non messe a cimento dal dolore. Non di rado le traversie della vita fanno apparire virtù e grazie, che altrimenti resterebbero nascoste (S. Smile)
196. Le donne devono stare tranquille in chiesa e avervi sempre un posto in secondo ordine. Se desiderano sapere qualcosa, devono chiederlo ai loro mariti a casa, perché è brutto che una donna parli in chiesa. (S. Paolo)
197. Le donne hanno la passione di fare le cose pericolose. È una delle doti che ammiro di più in loro. Una donna sarebbe disposta a flirtare con chiunque purché la notassero. (O. Wilde)
198. Le mie preghiere, delle quali mi fai istanza, non ti mancano mai, perché non mi posso dimenticare di te che mi costi tanti sacrifici. Ti ho partorito a Dio nell'estremo dolore del cuore. Confido nella carità che nelle tue preghiere non ti dimentichi di chi porta la croce per tutti. (S. Pio da Pietrelcina)
199. Le mode nascono e muoiono troppo in fretta perché qualcuno possa imparare ad amarle. (Bettina Ballard)
200. Le persone altruiste danno via il denaro perché sono troppo stupide o troppo pigre per spenderlo bene per se stesse. (Edward Morgan Forster)
201. Le persone oneste e intelligenti difficilmente fanno una rivoluzione, perché sono sempre in minoranza. (Aristotele)
202. Le ricchezze sono giustamente disprezzate dall'uomo saggio, perché uno scrigno ricco impedisce la lode genuina. (Fedro)
203. Le tentazioni contro la fede e la purità è merce offerta dal nemico, ma non temerlo se non con il disprezzo. Finché egli strepita è segno che non ancora si è impossessato della volontà. Tu non ti disturbare per ciò che vai sperimentando da parte di questo angiolo ribelle; la volontà sia sempre contraria alle sue suggestioni, e vivi tranquilla, ché non vi è colpa, ma sebbene vi è il compiacimento di Dio ed il guadagno per l'anima tua. (S. Pio da Pietrelcina)
204. Le tentazioni non ti sgomentino; sono la prova dell'anima che Dio vuole sperimentare quando la vede nelle forze necessarie a sostenere il combattimento ed interessarsi con le proprie mani il serto della gloria. Finora la tua vita fu d'infante; adesso il Signore vuole trattarti da adulta. E poiché le prove della vita adulta sono molto superiori a quella di chi è infante, ecco perché ti trovi in principio disorganizzata; ma la vita dell'anima acquisterà la sua calma e la tua calma ritornerà, non tarderà. Abbi pazienza ancora un poco; tutto andrà per il tuo meglio. (S. Pio da Pietrelcina)
205. L'elemosina, anziché sollevare dalla necessità gli accattoni, li mantiene nel vizio. (F. D. Guerrazzi)
206. L'inconscio è qualcosa che noi realmente non conosciamo, ma di cui siamo obbligati a prendere atto perché spinti da deduzioni irrefutabili. (S. Freud)
207. L'individuo si ammala allorché, a causa di ostacoli esterni o per mancanza interiore di adattamento, gli viene negato il soddisfacimento dei bisogni erotici nel mondo reale. (S. Freud)
208. L'infelicità di ciascun uomo è assolutamente eguale a quella di ciascun altro, in qualunque condizione o situazione si trovi questo o quello. E perciò, esattamente parlando, tanto gode e tanto pena il povero, il vecchio, il debole, il brutto, l'ignorante, quanto il ricco, il giovane, il forte, il bello, il dotto: perché ciascuno nel suo stato si fabbrica i suoi beni e i suoi mali (G. Leopardi).
209. L'ingordo che mangia e beve a crepapancia finisce col mangiare meno degli altri, perché si abbrevia la vita andandosene prima del tempo a far terra da pentole. (F. Ghedini Bortolotti)
210. L'opinione che hai della tua importanza ti perderà, poiché ti credi qualcosa (Menandro)
211. L'uomo può, ossia è capace di fare anche il male; ma non lo deve fare, appunto perché è male; la libertà deve usarsi solo per il bene. (Catechismo di S. Pio X)
212. Ma che c'è di strano, se tu, polvere e nulla, ti sottoponi a un uomo, per amore di Dio, quando io, onnipotente ed altissimo, che dal nulla ho creato tutte le cose per amor tuo, mi feci piccolo fino a sottopormi all'uomo? Mi sono fatto l'ultimo e il più piccolo di tutti, proprio perché, per questo mio abbassarmi, tu potessi vincere la tua superbia. (T. da Kempis)
213. Ma perché andiamo parlando e chiacchierando così volentieri con altri, anche se poi è raro che, quando torniamo a star zitti, non abbiamo qualche guasto alla coscienza? (T. da Kempis)
214. Madre mia, profondi in me quell'amore che ardeva nel tuo cuore per lui, in me che, ricoperto di miserie, ammiro in te il mistero del tuo immacolato concepimento, e che ardentemente bramo che per esso tu mi renda puro il cuore per amare il mio e tuo Dio, pura la mente per assorgere a lui e contemplarlo, adorarlo e servirlo in spirito e verità, puro il corpo affinché sia un suo tabernacolo meno indegno di possederlo quando si degnerà venire in me nella santa comunione. (S. Pio da Pietrelcina)
215. Mai mi è passato per il pensiero l'idea di qualche vendetta: ho pregato per i denigratori e prego. Se mai qualche volta ho detto al Signore: "Signore, se per convertirli c'è bisogno di una sferzata, dalla pure, purché si salvino" (S. Pio da Pietrelcina)
216. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso. (S. Paolo)
217. Mantieniti, su questa terra, come uno che è di passaggio; come un ospite, che non ha a che fare con le faccende di questo mondo. Mantieni libero il tuo cuore, e rivolto al cielo, perché non hai stabile dimora quaggiù. (T. da Kempis)
218. Maria infiori e profumi la tua anima di sempre nuove virtù e ponga la sua mano materna sul tuo capo. Tieniti sempre più stretta alla Mamma celeste, perché essa è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni nel regno dell'aurora. (S. Pio da Pietrelcina)
219. Meglio ascoltare il rimprovero del saggio che ascoltare il canto degli stolti: perché com'è il crepitio dei pruni sotto la pentola, tale è il riso degli stolti. (Ecclesiaste)
220. Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior compenso nella fatica. Infatti, se vengono a cadere, l'uno rialza l'altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo come fa a riscaldarsi? Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto. (Ecclesiaste)
221. Mi abbiano in odio, purché mi temano. (Cicerone)
222. Mi piacciono i bambini. Specialmente quando piangono, perché allora qualcuno viene a portarli via (Nancy Milford)
223. Mi piace la televisione, soprattutto perché la si spegne facilmente (Robert Mitchum)
224. Mi sento proprio schiantarmi il cuore dal petto nel sentire le tue sofferenze, e non so cosa farei per vederti sollevata. Ma perché agitarti tanto? Perché smani? E via, figliuola mia, mai ho visto regalarti tanti gioielli da Gesù come adesso. Mai ti ho vista così cara a Gesù come adesso. Dunque di che temi, tremi e paventi? Il tuo timore e tremore è simile a quello di un bambino che sta in braccio alla mamma. Dunque è timore sciocco ed inutile il tuo. (S. Pio da Pietrelcina)
225. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. (S. Paolo)
226. Mistero è una verità del tutto superiore, ma non contraria alla ragione, che crediamo perché Dio l'ha rivelata. (Catechismo di S. Pio X)
227. Molte volte ci crediamo poco felici, perché non abbiamo tutti quei beni che desideriamo; e non riflettiamo ai molti mali di cui siamo esenti, dei quali se uno ci sopravvenisse, stimeremmo felicità somma essere liberati. (R. Lambruschini).
228. Molti vanno spesso fuori della buona strada e non danno frutto alcuno, o scarso frutto, di bene, proprio perché si preoccupano più della loro scienza che della santità della loro vita. Che se la gente mettesse tanta attenzione nell'estirpare i vizi e nel coltivare le virtù, quanta ne mette nel sollevare sottili questioni filosofiche, non ci sarebbero tanti mali e tanti scandali tra la gente; e nei conviventi non ci sarebbe tanta dissipazione. (T. da Kempis)
229. Nessun gruppo sociale, per esempio un partito, ha diritto di usurpare il ruolo di guida unica perché ciò comporta la distruzione della vera soggettività della società e delle persone-cittadini, come avviene in ogni totalitarismo. In questa situazione l'uomo e il popolo diventano "oggetto", nonostante tutte le dichiarazioni in contrario e le assicurazioni verbali. (Giovanni Paolo II)
230. Nessuno ardisca dare o ricevere qualcosa senza il permesso dell'abate, né avere alcunché di proprio, assolutamente nulla, dato che i monaci non sono ormai più padroni né del loro corpo né della loro volontà. (Regola di S. Benedetto)
231. Nessuno è così avanzato nella perfezione e così santo da non aver talvolta delle tentazioni. Andare esenti del tutto da esse non possiamo. Tuttavia, per quanto siano moleste e gravose, le tentazioni spesso sono assai utili; perché, a causa delle tentazioni, l'uomo viene umiliato, purificato e istruito. (T. da Kempis)
232. Nessuno mi consideri come un pazzo, o se no ritenetemi pure come un pazzo, perché possa anch'io vantarmi un poco. (S. Paolo)
233. Niente è più dolce dell'amore; niente è più forte, più alto o più grande: niente, né in cielo né in terra, è più colmo di gioia, più completo o più buono: perché l'amore nasce da Dio e soltanto in Dio, al di sopra di tutte le cose create, può trovare riposo. (T. da Kempis)
234. Noi tutti ci affatichiamo contro la nostra stessa cura, perché la morte è la cura di tutti i mali. (Sir Thomas Browne)
235. Non abbandonare un vecchio amico, perché quello recente non è uguale a lui. Vino nuovo, amico nuovo; quando sarà invecchiato, lo berrai con piacere. (Siracide)
236. Non abbandonate l'anima vostra alla tentazione, dice lo Spirito Santo, poiché la gioia del cuore è la vita dell'anima, è un tesoro inesauribile di santità; mentre la tristezza è la morte lenta dell'anima e non è utile a nulla. (S. Pio da Pietrelcina)
237. Non affannatevi per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. (Gesù)
238. Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno, poiché improvvisa scoppierà l'ira del Signore e al tempo del castigo sarai annientato. (Siracide)
239. Non aspirare a ciò che non ti è stato dato, affinché la tua speranza delusa non abbia motivo di lamentarsi. (Fedro)
240. Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché Satana non vi tenti nei momenti di passione. (S. Paolo)
241. Non bisogna scoraggiarsi, perché se nell'anima vi è il continuo sforzo di migliorare, alla fine il Signore la premia facendo fiorire il lei ad un tratto tutte le virtù come in un giardino fiorito. (S. Pio da Pietrelcina)
242. Non capisco bene perché gli uomini che credono agli elettroni si considerino meno creduli degli uomini che credono agli angeli. (George Bernard Shaw)
243. Non c'è assolutamente nulla al mondo, fuorché la giovinezza! (O. Wilde)
244. Non compiacerti di te stesso, a causa della tua abilità e della tua intelligenza, affinché tu non spiaccia a Dio, a cui appartiene tutto ciò che di buono hai sortito dalla natura. (T. da Kempis)
245. Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu possa dirlo. (Voltaire)
246. Non confidare in ricchezze ingiuste, perché non ti gioveranno nel giorno della sventura. (Siracide)
247. Non consigliarti con lo stolto, perché non saprà mantenere un segreto. (Siracide)
248. Non credere di poter rimandare a un tempo futuro la tua salvezza, facendo affidamento sui suffragi degli amici e dei parenti; tutti costoro ti dimenticheranno più presto di quanto tu non creda. Perciò, più che sperare nell'aiuto di altri, è bene provvedere ora, fin che si è in tempo, mettendo avanti un po' di bene. Ché, se non ti prendi cura di te stesso ora, chi poi si prenderà cura di te? (T. da Kempis)
249. Non crederti migliore di altri, affinché, per avventura, tu non sia ritenuto peggiore dinanzi a Dio, che ben conosce quello che c'è in ogni uomo. (T. da Kempis)
250. Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. (Gesù)
251. Non debbo poi mai far passare il primo mese dell'anno senza portare alla tua anima, o mia carissima figliuola, il saluto della mia ed assicurarti sempre più dell'affetto che il mio cuore nutre pel tuo, al quale non cesso mai di desiderare ogni sorta di benedizione e di felicità spirituale. Ma, mia buona figliuola, cotesto tuo povero [cuore] io te lo raccomando vivamente: abbi cura di renderlo di giorno in giorno grato sempre più al nostro dolcissimo Salvatore, e fare in modo che il presente anno sia più fertile di quello scorso in buone opere, giacché a misura che gli anni scorrono e che l'eternità si appressa, bisogna raddoppiare il coraggio ed innalzare il nostro spirito a Dio, servendolo con maggior diligenza in tutto ciò che la nostra vocazione e professione cristiana ci obbliga. (S. Pio da Pietrelcina)
252. Non definire un uomo felice finché non muore: tutt'al più, egli è fortunato. (Solone)
253. Non deridere un uomo dall'animo amareggiato, poiché c'è chi umilia e innalza. (Siracide)
254. Non disdegnare i discorsi dei saggi, medita piuttosto le loro massime, perché da essi imparerai la dottrina e potrai essere a servizio dei grandi. (Siracide)
255. Non disdegnare una sposa saggia e buona, poiché la sua bontà val più dell'oro. (Siracide)
256. Non disprezzare un uomo quando è vecchio, perché anche di noi alcuni invecchieranno. (Siracide)
257. Non dite che la terra è fango: la terra è Dio: Dio la creava perché per essa salissimo a Lui. (G. Mazzini)
258. Non domandare: "Come mai i tempi antichi erano migliori del presente?", poiché una tale domanda non è ispirata da saggezza. (Ecclesiaste)
259. Non è il mondan rumore altro ch'un fiato / di vento, ch'or vien quinci ed or vien quindi, / e muta nome perché muta lato (Dante).
260. Non esaltarti per non cadere e per non attirarti il disonore; il Signore svelerà i tuoi segreti e ti umilierà davanti all'assemblea, perché non hai ricercato il timore del Signore e il tuo cuore è pieno di inganno. (Siracide)
261. Non essere precipitoso con la bocca e il tuo cuore non si affretti a proferir parola davanti a Dio, perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra; perciò le tue parole siano parche, poiché dalle molte preoccupazioni vengono i sogni e dalle molte chiacchiere il discorso dello stolto. (Ecclesiaste)
262. Non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno, per non sentir che il tuo servo ha detto male di te, perché il tuo cuore sa che anche tu hai detto tante volte male degli altri. (Ecclesiaste)
263. Non fare il forte con il vino, perché ha mandato molti in rovina. (Siracide)
264. Non fare il male, perché il male non ti prenda. (Siracide)
265. Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. (Gesù)
266. Non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno. (Gesù)
267. Non indugiare a visitare un malato, perché per questo sarai amato. (Siracide)
268. Non invidiare la gloria del peccatore, perché non sai quale sarà la sua fine. (Siracide)
269. Non litigare con un irascibile e non traversare con lui un luogo solitario, perché ai suoi occhi il sangue è come nulla, dove non c'è possibilità di aiuto ti assalirà. (Siracide)
270. Non litigare con un uomo ricco, perché egli non t'opponga il peso del suo danaro, poiché l'oro ha corrotto molti e ha fatto deviare il cuore dei re. (Siracide)
271. Non lodare un uomo prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini. (Siracide)
272. Non maltrattate le bestie, ma abbiatene cura, ché potete cosi esercitare qualche facoltà e del corpo e della mente e dell'animo vostro: potete anche osservare e imparare. Ma non prendete ad allevarle e mantenerle per mero trastullo, ch'è perditempo e spesa non tanto dì denaro quanto d'affetto, il quale poi è negato alle persone a cui più si deve: onde la passione per le bestie diventa insieme ingiustizia e ridicolezza (N. Tommaseo).
273. Non meritare il titolo di calunniatore e non tendere insidie con la lingua, poiché la vergogna è per il ladro e una condanna severa per l'uomo falso. (Siracide)
274. Non mi sposo perché non mi piace avere della gente estranea in casa. (Alberto Sordi)
275. Non mostri la sua bellezza a qualsiasi uomo, non segga a ciarlare insieme con le altre donne, perché dagli abiti esce fuori la tignola e dalla donna malizia di donna. (Siracide)
276. Non muovere causa a un giudice, perché giudicheranno in suo favore secondo il suo parere. (Siracide)
277. Non parlare agli orecchi di uno stolto, perché egli disprezzerà le tue sagge parole. (Salomone)
278. Non portare in casa qualsiasi persona, perché sono molte le insidie del fraudolento. (Siracide)
279. Non possiamo fare troppo affidamento su noi stessi, perché spesso ci manca la grazia e la capacità di sentire rettamente. Scarsa è la luce che è in noi, e subitamente la perdiamo per la nostra negligenza. Spesso poi non ci accorgiamo neppure di essere così ciechi interiormente: facciamo il male e, cosa ancora peggiore, ci andiamo scusando. (T. da Kempis)
280. Non posso, poi, affatto credere e quindi dispensarti dal meditare solo perché a te sembra di non ricavarne nulla. Il sacro dono dell'orazione, mia buona figliuola, sta posto nella mano destra del Salvatore, ed a misura che tu sarai vuota di te stessa, cioè dell'amore del corpo e della tua propria volontà, e che ti andrai ben radicando nella santa umiltà, il Signore lo andrà comunicando al tuo cuore. (S. Pio da Pietrelcina)
281. Non provo compassione per i presuntuosi, perché penso che portino con sé i mezzi per consolarsi. (George Eliot)
282. Non puoi dire di conoscere un uomo finché non hai diviso un'eredità con lui. (Johann Caspar Lavater)
283. Non ritirarti dalla presenza del violento, perché egli non ponga un agguato contro di te. (Siracide)
284. Non sederti mai accanto a una donna sposata, non frequentarla per bere insieme con lei perché il tuo cuore non si innamori di lei e per la tua passione tu non scivoli nella rovina. (Siracide)
285. Non servirti mai d'una scusa per difenderti finché non sei accusato. (Carlo I)
286. Non sforzarti in ciò che trascende le tue capacità, poiché ti è stato mostrato più di quanto comprende un'intelligenza umana. (Siracide)
287. Non si conosce a fondo una scienza finché non se ne conosce la storia. (Isidore Auguste Comte)
288. Non s'impiccano gli uomini per aver rubato dei cavalli, ma perché non si rubino i cavalli. (Marchese di Halifax)
289. Non so poi affatto compatirti né perdonarti quel tuo modo di tralasciare con facilità la comunione nonché la santa meditazione. Ricordati, figlia mia, che non si perviene a salute se non per la preghiera; che non si vince la battaglia se non per la preghiera. A te dunque la scelta. (S. Pio da Pietrelcina)
290. Non temere le avversità perché esse mettono l'anima ai piedi della croce e la croce la mette alle porte del cielo, dove troverà colui che è il trionfatore della morte, che la introdurrà negli eterni gaudi. (S. Pio da Pietrelcina)
291. Non ti abbandonare alla tua passione, perché non ti strazi come un toro furioso; divorerà le tue foglie e tu perderai i tuoi frutti, sì da renderti come un legno secco. (Siracide)
292. Non ti dar troppo fastidio di guarire il tuo cuore, giacché la tua pena lo renderebbe più infermo. Non ti sforzare troppo a vincere le tue tentazioni, giacché questa violenza le fortificherebbe di più. Disprezzale, e non ti ci fissare. (S. Pio da Pietrelcina)
293. Non ti impigliare due volte nel peccato, perché neppure di uno resterai impunito. (Siracide)
294. Non ti vantare del domani, perché non sai neppure che cosa genera l'oggi. (Salomone)
295. Non ti vantare per le vesti che indossi e non insuperbirti nel giorno della gloria, poiché stupende sono le opere del Signore, eppure sono nascoste agli uomini le opere sue. (Siracide)
296. Non trascurare i discorsi dei vecchi, perché anch'essi hanno imparato dai loro padri; da essi imparerai l'accorgimento e come rispondere a tempo opportuno. (Siracide)
297. Non vantarti del disonore di tuo padre, perché il disonore del padre non è gloria per te; la gloria di un uomo dipende dall'onore del padre, vergogna per i figli è una madre nel disonore. (Siracide)
298. Non vedo perché io debba fare un'offerta per una casa per alcolizzati. La gente può benissimo bere a casa propria. (Otto Waalkes)
299. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il padrone; vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutto quello che ho udito dal Padre mio. (Gesù)
300. Non vi date pensiero di rubarmi del tempo, poiché il tempo più bene speso è quello che si spende nella santificazione dell'anima altrui, e io non ho come ringraziare la pietà del Padre celeste allorché mi presenta delle anime che posso aiutare in qualche modo. (S. Pio da Pietrelcina)
301. Non vi dolete di essere trascurati e dimenticati dagli uomini, perché molte volte i dimenticati da loro vivono più sicuri e quieti, e certe ammirazioni passionate, certo affetto prepotente e trafficante sono tentazioni pericolose, persecuzione molesta. Ma voi degli abbandonati dagli uomini abbiate rispettosa pietà; essi ne rimeriteranno con gratitudine più preziosa di ogni ricchezza e di ogni gloria del mondo; e, se non essi, Dio buono ve ne rimeriterà certamente. (N. Tommaseo)
302. Non vi sforzate di vincere le vostre tentazioni perché questo sforzo le fortificherebbe; disprezzatele e non vi ci trattenete sopra; rappresentate nelle vostre immaginazioni Gesù Cristo crocifisso tra le vostre braccia e sopra i vostri petti, e dite baciando più volte il suo costato: "Ecco la mia speranza, ecco la viva sorgente della mia felicità! Io vi terrò stretto, o mio Gesù, e non vi lascerò finché non mi abbiate posto in luogo di sicurezza" (S. Pio da Pietrelcina)
303. Nulla di superfluo è mai a buon mercato, perché ciò di cui non si ha bisogno è caro ad un soldo. (Plutarco)
304. Nulla è più prezioso del tempo poiché è il prezzo dell'eternità. (Louis Bourdaloue)
305. Occorre talvolta che tu usi il freno, anche nell'intraprendere e nel desiderare cose buone. Ché il tuo animo potrebbe poi esser distolto da ciò, come cosa eccessiva; o potresti ingenerare scandalo in altri, per essere andato al di là delle regole comuni; o potresti d'un tratto cadere in agitazione perché ti si ostacola. (T. da Kempis)
306. Odio e amo. Potete pure chiedermi perché: io non lo so. Non lo so, ma lo sento e mi torturo. (Catullo)
307. Ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. (S. Paolo)
308. Oh quanto è prezioso il tempo! Beati coloro che ne sanno bene approfittare, perché tutti, il giorno del giudizio, ne dovremo rendere uno strettissimo conto al supremo Giudice. Oh se tutti arrivassero a comprendere la preziosità del tempo, certamente ognuno si sforzerebbe di spenderlo lodevolmente! (S. Pio da Pietrelcina)
309. Oh!, sciagurato e stolto peccatore, come potrai rispondere a Dio, il quale conosce tutto il male che hai fatto; tu che tremi talvolta alla vista del solo volto adirato di un uomo? Perché non pensi a quel che avverrà di te nel giorno del giudizio, quando nessuno potrà essere scagionato e difeso da altri, e ciascuno costituirà per se stesso un peso anche troppo grave? E' adesso che la tua fatica è producente; è adesso che il tuo pianto e il tuo sospiro possono piacere a Dio ed essere esauditi; è adesso che il tuo dolore può ripagare il male compiuto e renderti puro. (T. da Kempis)
310. Onora tuo padre a fatti e a parole, perché scenda su di te la sua benedizione. (Siracide)
311. Opera il bene, ovunque, affinché chiunque possa dire: "Questo è un figlio di Cristo". Sopporta tribolazioni, infermità, dolori per amore di Dio e per la conversione dei poveri peccatori. Difendi il debole, consola chi piange. (S. Pio da Pietrelcina)
312. Or se volete un ottimo consiglio, / dei figli vostri non vi fate schiavo, / ché la cosa non è senza periglio. (L. Borsini)
313. Osserva bene: sempre che la tentazione ti dispiacerà, non vi è cosa da temere. Ma perché ti dispiace ella, se non perché non vorresti sentirla? Queste tentazioni sì importune vengono dalla malizia del demonio, ma il dispiacere e la sofferenza che ne risentiamo vengono dalla misericordia di Dio, il quale, contro la volontà del nemico nostro, ritrae dalla sua malizia la santa tribolazione, per mezzo della quale egli purifica l'oro che vuol mettere nei suoi tesori. Dico ancora: le tentazioni sono del demonio e dell'inferno, ma le tue pene ed afflizioni sono di Dio e del paradiso; le madri sono di Babilonia, ma le figlie sono di Gerusalemme. Disprezza le tentazioni ed abbraccia le tribolazioni. No, no, mia figliuola, lascia soffiare il vento e non pensare che lo squillo delle foglie sia il rumore delle armi. (S. Pio da Pietrelcina)
314. Pecca di semplicismo chi considera felici gli uomini ricchi e potenti. Sono piuttosto infelicissimi e sciagurati, perché posseggono i beni del mondo e li adoperano per il vizio e l'iniquità. (Teodoreto)
315. Pensiamo di essere generosi perché attribuiamo al nostro prossimo le virtù che ci potrebbero essere utili. (O. Wilde)
316. Per cinque ragioni Dio permette che veniamo tentati: perché gli attacchi e i contrattacchi ci allenino nel discernimento del bene e del male; perché la nostra virtù, grazie allo sforzo e alla lotta, diventi più stabile; perché evitiamo la presunzione e impariamo l'umiltà anche se progrediamo nella virtù; perché l'esperienza del male, fatta in questi casi, ci ispiri un odio illimitato per esso; soprattutto perché, giunti alla libertà interiore, ci convinciamo della debolezza nostra e della potenza di colui che ci ha soccorsi. (Massimo il Confessore)
317. Per la felicità non occorre che l'uomo possieda beni terreni in sovrabbondanza; basta averne una modesta quantità, giacché la vita di quaggiù è veramente una misera cosa. (T. da Kempis)
318. Per me è veramente necessario saper soffrire, giacché in questo mondo accadono tante avversità. Invero, comunque io abbia disposto per la mia tranquillità, la mia vita non può essere esente dalla lotta e dal dolore. (T. da Kempis)
319. Per quanto possibile, stai lontano dall'agitarsi che fa la gente. Infatti, anche se vi si attende con purezza di intenzione, l'occuparsi delle faccende del mondo è un grosso impaccio, perché ben presto si viene inquinati dalle vanità, e fatti schiavi. Più di una volta vorrei essere stato zitto, e non essere andato in mezzo alla gente. (T. da Kempis)
320. Perché affliggi il tuo servo in croce, o Pontico, dopo che gli hai tagliato la lingua? Non sai che il popolo ora dice quello che il tuo servo tace? (Marziale)
321. Perché ci possiamo mantenere in una più grande umiltà, è sovente assai utile che altri conosca i nostri difetti, e che ce li rimproveri. Quando uno si umilia per i propri difetti facilmente fa tacere gli altri, e acquieta senza difficoltà coloro che si sono adirati contro di lui. (T. da Kempis)
322. Perché esprimere le nostre opinioni? Domani le avremo cambiate. (Paul Léautaud)
323. Perché il male nel mondo? Sta bene a sentire... C'è una mamma che sta ricamando. Il suo figliuolo, seduto su uno sgabelletto basso, vede il lavoro di lei; ma alla rovescia. Vede i nodi del ricamo, i fili confusi... E dice: "Mamma si può sapere che fai? È così poco chiaro il tuo lavoro?!". Allora la mamma abbassa il telaio, e mostra la parte buona del lavoro. Ogni colore è al suo posto e la varietà dei fili si compone nell'armonia del disegno. Ecco, noi vediamo il rovescio del ricamo. Siamo seduti sullo sgabello basso. (S. Pio da Pietrelcina)
324. Perché il male trionfi basta che i brav'uomini non facciano niente. (Edmund Burke)
325. Perchè in casa mia non ci sono appesi miei dipinti? E' perché non posso permettermeli. (Pablo Picasso)
326. Perché mai alcuni santi furono così perfetti e pieni di spirito contemplativo? Perché si sforzarono di spegnere completamente in sé ogni desiderio terreno, cosicché - liberati e staccati da se stessi - potessero stare totalmente uniti a Dio, con tutto il cuore. Noi, invece, siamo troppo presi dai nostri sfrenati desideri, e troppo preoccupati delle cose di quaggiù; di rado riusciamo a vincere un nostro difetto, anche uno soltanto, e non siamo ardenti nel tendere al nostro continuo miglioramento. E così restiamo inerti e tiepidi. (T. da Kempis)
327. Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere? Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti. (Siracide)
328. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. (Gesù)
329. Perché ti guardi tutto attorno quaggiù, se non è questo il luogo della tua pace? La tua dimora deve essere tra le cose celesti; quelle terrene le devi guardare come di passaggio. Passano tutte le cose, e con esse anche tu; vedi di non invischiarti, per evitare di essere catturato e perire. (T. da Kempis)
330. Perché ti stupisci se viaggiare non ti serve? Porti in gito te stesso. Ti perseguitano i medesimi motivi che ti hanno fatto fuggire. (Seneca)
331. Perché un giorno è più importante d'un altro? Eppure la luce di ogni giorno dell'anno viene dal sole. (Siracide)
332. Perché una pena ottenga il suo effetto, basta che il male della pena ecceda il bene del delitto (C.Beccaria)
333. Perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? (Gesù)
334. Perché vuoi porti avanti ad altri, mentre se ne trovano molti più dotti di te, e più esperti nei testi sacri? Se vuoi imparare e conoscere qualcosa, in modo spiritualmente utile, cerca di essere ignorato e di essere considerato un nulla. E' questo l'insegnamento più profondo e più utile, conoscersi veramente e disprezzarsi. (T. da Kempis)
335. Perché, Pontiliano, non ti mando i miei libri? Per non ricevere in cambio i tuoi! (Marziale)
336. Piacesse a Dio che si ravvedessero queste povere creature e ritornassero davvero a lui! Per queste persone bisogna essere tutte viscere di madre e per queste bisogna avere somma cura, poiché Gesù ci fa sapere che in cielo si fa più festa per un peccatore pentito, che per la perseveranza di novantanove giusti. È veramente confortante questa sentenza del Redentore per tante anime che disgraziatamente peccarono e poi vogliono ravvedersi e tornare a Gesù. (S. Pio da Pietrelcina)
337. Piangi per un morto, poiché ha perduto la luce; piangi per uno stolto, poiché ha perduto il senno. (Siracide)
338. Più di un uomo non è riuscito a diventare un pensatore perché la sua memoria era troppo buona. (Friedrich Nietzsche)
339. Più lontano accade una catastrofe o un incidente, più alto deve essere il numero dei morti e feriti perché faccia notizia. (A. Bloch)
340. Poiché non possiamo raggiungerla, vendichiamoci inveendole contro. (M. de Montaigne)
341. Poiché non può accadere ciò che vuoi, cerca di volere ciò che è possibile (Terenzio)
342. Possiamo essere martiri anche senza che la spada ci trafigga, purché sinceramente decisi a conservare la pazienza nel cuore. (S. Gregorio Magno)
343. Praticare il bene è un affare. Se l'uomo non lo persegue è solo perché non ha la minima idea di dove si trovi il bene. Pertanto non è malvagio ma ignorante. (Socrate)
344. Preferirei che gli uomini mi chiedessero perché non ho una statua che perché ne ho una. (Catone il Vecchio)
345. Preferisco i mascalzoni agli imbecilli, perché ogni tanto si concedono una pausa (A. Dumas)
346. Procura di vivere ora in modo tale che, nell'ora della morte, tu possa avere letizia, anziché paura; impara a morire al mondo, affinché tu cominci allora a vivere con Cristo; impara ora a disprezzare ogni cosa, affinché tu possa allora andare liberamente a Cristo; mortifica ora il tuo corpo con la penitenza, affinché tu passa allora essere pieno di fiducia. (T. da Kempis)
347. Promettere di non fare una cosa è il modo più sicuro perché a uno venga una voglia matta di farla. (Mark Twain)
348. Purtroppo, degli altri spesso pensiamo e parliamo più facilmente male che bene: tale è la nostra miseria. Quelli che vogliono essere perfetti non credono scioccamente all'ultimo che parla, giacché conoscono la debolezza umana, portata alla malevolenza e troppo facile a blaterare. (T. da Kempis)
349. Qualsiasi cosa qualcuno dica sul tuo conto, non dargli retta, perché non è cosa che ti riguarda (Epitteto)
350. Quando hai dolori e tribolazioni, allora è il momento per farti dei meriti. Giacché occorre che tu passi attraverso il "fuoco e l'acqua" prima di giungere nel refrigerio. E se non farai violenza a te stesso, non vincerai i tuoi vizi. (T. da Kempis)
351. Quando hai fatto un voto a Dio, non indugiare a soddisfarlo, perché egli non ama gli stolti: adempi quello che hai promesso. E' meglio non far voti, che farli e poi non mantenerli. (Ecclesiaste)
352. Quando mi sono applicato a conoscere la sapienza e a considerare l'affannarsi che si fa sulla terra - poiché l'uomo non conosce riposo né giorno né notte - allora ho osservato tutta l'opera di Dio, e che l'uomo non può scoprire la ragione di quanto si compie sotto il sole; per quanto si affatichi a cercare, non può scoprirla. Anche se un saggio dicesse di conoscerla, nessuno potrebbe trovarla. (Ecclesiaste)
353. Quando troviamo uno stile naturale rimaniamo sorpresi e incantati, perché dove ci spettavamo di trovare uno scrittore scopriamo un uomo. (Pascal)
354. Quando una donna si risposa lo fa perché detestava il primo marito. Quando si risposa un uomo, lo fa perché adorava la prima moglie. Le donne mettono alla prova la loro fortuna, gli uomini la mettono a repentaglio. (O. Wilde)
355. Quando verranno la grazia celeste e il vero amore, allora scompariranno l'invidia e la grettezza del cuore; perché l'amore di Dio vince ogni cosa e irrobustisce le forze dell'anima. (T. da Kempis)
356. Quando vi si propone troppo grasso partito, non correte all'invito: ché spesso poi si trova che lì gatta ci cova (L. Clasio).
357. Quante assurdità si dicono sui matrimoni felici! Un uomo può essere felice con qualsiasi donna, finché non ne è innamorato. (O. Wilde)
358. Quanto grandi sono la stoltezza e la durezza di cuore dell'uomo: egli pensa soltanto alle cose di oggi e non piuttosto alle cose future. In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; ché, se avrai retta la coscienza, non avrai molta paura di morire. (T. da Kempis)
359. Quanto più sei grande, tanto più umìliati; così troverai grazia davanti al Signore; perché grande è la potenza del Signore e dagli umili egli è glorificato. (Siracide)
360. Quanto più uno desidera elevarsi spiritualmente, tanto più la vita presente gli appare amara, perché constata pienamente le deficienze dovute alla corrotta natura umana. (T. da Kempis)
361. Quel buon uomo che nella mia giovinezza castrò tante belle e antiche statue nella sua grande città perché non ne venisse offesa alla vista, doveva pensare che non serviva a nulla se non faceva anche castrare i cavalli e gli asini, e infine la natura. (M. de Montaigne)
362. Quello che trovo difettoso non è tale perché io stesso sono difettoso? Non sono io stesso in colpa? La mia opinione non può essere rivoltata contro di me? (M. de Montaigne)
363. Rammentatevi, o figliuole, che io sono nemico dei desideri inutili, non meno di quello che lo sia dei desideri pericolosi e cattivi, poiché, sebbene ciò che si desidera sia buono, nulladimeno il desiderio è sempre difettoso in riguardo a noi, specie allorquando è misto a soverchia sollecitudine, giacché Dio non esige questo bene, ma un altro nel quale vuole che ci esercitiamo. (S. Pio da Pietrelcina)
364. Rendimi storpio di una mano, zoppo di una gamba, fammi crescere la gobba, fammi cadere i denti: purché continui a vivere, va bene; conservami la vita anche su un palo di tortura. (Mecenate)
365. Ricordati che il perno della perfezione è la carità; chi vive di carità, vive in Dio, perché Dio è carità, come disse L'Apostolo. (S. Pio da Pietrelcina)
366. Rifletti su quello che scrivi, perché il Signore te ne chiederà conto. Stai attento, giornalista! Il Signore ti da le soddisfazioni che desideri per il tuo ministero. (S. Pio da Pietrelcina)
367. Ringrazia e bacia dolcemente la mano di Dio che ti percuote; è sempre la mano di un padre che ti percuote perché ti vuol bene. (S. Pio da Pietrelcina)
368. Ripensa con grande, amaro dolore, ai tuoi peccati, e non credere mai di valere qualcosa, per opere buone che tu abbia compiuto. In realtà sei un peccatore, irretito da molte passioni e schiavo di esse. Da te non giungi a nulla: subitamente cadi e sei vinto; subitamente vieni sconvolto e dissolto. Non hai nulla di che ti possa vantare; hai molto, invece, di che ti debba umiliare, giacché sei più debole assi di quanto tu possa capire. (T. da Kempis)
369. Sarai sempre felice, la sera, se avrai spesa la giornata fruttuosamente. Vigila su te stesso, scuoti e ammonisci te stesso; checché facciano gli altri, non dimenticare te stesso. Il tuo progresso spirituale sarà pari alla violenza che avrai fatto a te stesso. (T. da Kempis)
370. Scava dentro di te, perché dentro di te è la fonte del bene e zampillerà senza fine, se continuerai a scavare. (Marco Aurelio)
371. Se Dio non ti offre dolcezze e soavità, allora devi star di buon animo, rimanendo nella pazienza a mangiare il tuo pane, benché secco, adempiendo il tuo dovere, senza una presente ricompensa. Così facendo, il nostro amore per Dio è disinteressato; si ama e si serve in questa maniera Dio a spese proprie; ciò è proprio delle anime più perfette. (S. Pio da Pietrelcina)
372. Se esiste un uomo non violento, perché non può esistere una famiglia non violenta? E perché non un villaggio, una città, un paese, un mondo non violento? (Gandhi)
373. Se fossimo tutti perfetti, che cosa avremmo da patire dagli altri, per amore di Dio? Ora, Dio così dispone, affinché apprendessimo a portare l'uno i pesi dell'altro. Infatti non c'è alcuno che non presenti difetti o molestie; non c'è alcuno che basti a se stesso e che, di per sé, sia sufficientemente saggio. Occorre, dunque, che ci sopportiamo a vicenda, che a vicenda ci consoliamo, che egualmente ci aiutiamo e ci ammoniamo. (T. da Kempis)
374. Se hai uno schiavo, sia come te stesso, poiché l'hai acquistato con il sangue. (Siracide)
375. Se hai uno schiavo, trattalo come fratello, perché ne avrai bisogno come di te stesso. (Siracide)
376. Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. (Gesù)
377. Se la gente si lamenta perché io parlo troppo di me, io mi lamento perché essa non parla neppure a sé. (M. de Montaigne)
378. Se l'ira d'un potente si accende contro di te, non lasciare il tuo posto, perché la calma placa le offese anche gravi. (Ecclesiaste)
379. Se non ci volessimo impicciare di quello che dicono o di quello che fanno gli altri, e di cose che non ci riguardano, potremmo avere una grande pace interiore. Come, infatti, è possibile che uno mantenga a lungo l'animo tranquillo se si intromette nelle faccende altrui, se va a cercare all'esterno i suoi motivi di interesse, se raramente e superficialmente si raccoglie in se stesso? Beati i semplici, giacché avranno grande pace. (T. da Kempis)
380. Se non ti è concesso di poterti trattenere a lungo in preghiera, in letture, ecc., non devi per questo sconfortarti. Finché avrai Gesù sacramentato ogni mattina, devi stimarti fortunatissima. Nel corso del giorno, quando non ti è permesso di fare altro, chiama Gesù, anche in mezzo a tutte le tue occupazioni, con gemito rassegnato dell'anima ed egli verrà e resterà sempre unito con l'anima mediante la sua grazia ed il suo santo amore. Vola con lo spirito dinanzi al tabernacolo, quando non ci puoi andare col corpo, e là sfoga le ardenti brame e parla e prega ed abbraccia il Diletto delle anime meglio che se ti fosse dato di riceverlo sacramentalmente. (S. Pio da Pietrelcina)
381. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo mondo, si faccia stolto per diventare sapiente; perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. (S. Paolo)
382. Se sapessi una cosa utile alla mia nazione, ma che fosse dannosa per un'altra, non la proporrei al mio principe, poiché sono un uomo prima di essere francese, o meglio, perché io sono necessariamente un uomo, mentre non sono francese che per combinazione. (Montesquieu)
383. Se soffri con rassegnazione al suo volere tu non l'offendi ma lo ami. E il tuo cuore avrà grande conforto se pensi che nell'ora del dolore Gesù stesso soffre in te e per te. Egli non ti ha abbandonato quando fuggivi da lui; perché dovrebbe abbandonarti ora che nel martirio dell'anima tua gli dai prove d'amore? (S. Pio da Pietrelcina)
384. Se terrai conto massimamente dell'interiorità, non darai molto peso a parole che volano; giacché, nei momenti avversi, è prudenza, e non piccola, starsene in silenzio, volgendo l'animo a me, senza lasciarsi turbare dal giudizio della gente. La tua pace non riposi nella parola degli uomini. Che questi ti abbiano giudicato bene o male, non per ciò sei diverso. (T. da Kempis)
385. Se ti amo così male, è perché ti amo troppo. (P. Geraldy)
386. Se una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. (S. Paolo)
387. Se uno, ammonito una volta e un'altra ancora, non si acquieta, cessa di litigare con lui; rimetti invece ogni cosa in Dio, affinché in tutti noi, suoi servi, si faccia la volontà e la gloria di Lui, che ben sa trasformare il male in bene. (T. da Kempis)
388. Se vai cercando la tua pace in questa vita, come potrai giungere alla pace eterna? Non a una piena di tranquillità, ma a una grande sofferenza ti devi preparare. Giacché la pace vera non la devi cercare in terra, ma nei cieli; non negli uomini, o nelle altre creature, ma soltanto in Dio. (T. da Kempis)
389. Se voi incontrerete chi un sorriso non vi sa dare, donatelo voi. Perché nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che ad altri donarlo non sa. (P. Faber)
390. Se, in primo luogo, manterrai te stesso nella pace, potrai dare pace agli altri; ché l'uomo di pace è più utile dell'uomo di molta dottrina. Colui che è turbato dalla passione trasforma anche il bene in male, pronto com'è a vedere il male dappertutto; mentre colui che ama il bene e la pace trasforma ogni cosa in bene. (T. da Kempis)
391. Segui il consiglio del tuo cuore, perché nessuno ti sarà più fedele di lui. (Siracide)
392. Sforzati di essere paziente nel tollerare i difetti e le debolezze altrui, qualunque essi siano, giacché anche tu presenti molte cose che altri debbono sopportare. (T. da Kempis)
393. Si impiegano le lodi come i soldi: perché ci siano restituite con gli interessi (Jules Renard)
394. Sì, io amo la croce, la croce sola; l'amo perché la vedo sempre alle spalle di Gesù. (S. Pio da Pietrelcina)
395. Siamo quasi tutti buoni, finché non ci costa niente. (Franz Fischer)
396. Siate amante e praticante della semplicità e dell'umiltà, e non vi curate dei giudizi del mondo, perché se questo mondo non avesse nulla da dire contro di noi, non saremmo veri servi di Dio. (S. Pio da Pietrelcina)
397. Siate gentili con le persone che incontrate salendo, perché tornerete ad incontrarle scendendo. (Mizner)
398. Siate, mie dilettissime figliole, tutte rassegnate nelle mani di nostro Signore, donandogli il rimanente degli anni vostri, e supplicatelo sempre ad impiegarli a servirsene in quella sorte di vita che a lui piacerà. Non preoccupate il vostro cuore con vane promesse di tranquillità, di gusto e di meriti; ma presentate al vostro Sposo divino i vostri cuori tutti vuoti di ogni altro affetto ma non del suo casto amore, e supplicatelo che lo riempia puramente e semplicemente dei movimenti, dei desideri e volontà che sono del suo [amore] acciocché il vostro cuore, come una madre perla, non concepisca che con la rugiada del cielo e non con l'acqua del mondo; e vedrete che Dio vi aiuterà e che farete assai, così nell'eleggere che nell'eseguire. (S. Pio da Pietrelcina)
399. Sii benedetto, o mio Dio, perché, quantunque io non sia degno di alcun dono, la tua magnanimità e la tua infinita bontà non cessano di largire benefici anche agli ingrati, che si sono allontanati da te. Portaci di nuovo a te, affinché siamo pieni di gratitudine, di umiltà e di devozione. Tu sei infatti il nostro sostegno, la nostra forza, la nostra salvezza. (T. da Kempis)
400. Sii fedele alla preghiera, perché essa è di ostacolo al peccato e al male (Corano)




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